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Lucia Vera Coccaro – Gli amanti
La giovane fotografa venezuelana è attratta da quanto avviene sotto la superficie del visibile
Comunicato stampa
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Lucia Vera Coccaro: Gli amanti.
Personale di fotografia e ambientazione site specific
Testo di Barbara Martusciello
Lucia Vera Coccaro è una giovane magià edotta fotografa venezuelana (Caracas, 1982) che si è formata all’Accademiadi Belle Arti de L’Aquila, città a lei molto cara, e studiando a RomaFotografia. Come scrive il critico Barbara Martusciello, essa “dimostra un interesseper il paesaggio e il reportage che sa restituire rivelando debiti consapevoli neiconfronti del Pittorialismo e della successiva composizione straight di storica memoria”. Ma èsoprattutto attratta “da quanto avviene sotto la superficie del visibile”.Infatti, “scava alla ricerca del nervo scoperto della società e di quel latooscuro del quale è capace di cogliere l’intima fragilità, la sconcertante dolcezzae la dolorosa malinconia. Dove il desiderio e la necessità di essere e divivere si palesano nascondendosi dalla luce e dal quotidiano ritagliandosispazi di libertà. Come avviene al Gender, locale romano che da 12 anni faconoscere la cultura transgender - o meglio nogender - e noto per avere spazi dark ove gli avventori possonoritirarsi per conoscersi e praticare sesso. Lucia Vera, quindi, in accordo con il patrondel club, Klaus Mondrian, moltoconosciuto anche nel mondo dell’arte contemporanea, è entrata in questo tempio inconfessatoe ha scattato moltissime foto con il suo sguardo indagatore mai severo,empatico, che è riuscito a dare una documentazione e un affresco d’umanitàcoloratissimo, di forte caratterizzazione pittorica. Tra clienti occasionali eassidui, semplici curiosi e quanti lavorano nel locale, le categorie difrequentazione del Gender si dilatano senza avere mai limiti invalicabili comesembra non ne abbiano le queerfotografate”.
Al The Deep sono esposte unaquarantina di immagini realizzate con tecnica mista tutte scattate in posa Bcon pellicole scadute, senza flash e senza cavalletto, stampate susupporti misti: i ritratti su cartafotografica, gli zoom della stanza principale su carta fotografica stesa supannelli rigidi di metallo e quelli della suitedel peccato su alluminio. “La scelta dei supporti non è un vezzo macorrisponde all’atmosfera che in ognuno degli specifici ambienti del GenderLucia Vera Coccaro ha captato e che ha voluto riportare: è palese, per esempio,quanto la carta, per quanto fotografica, rimandi a un’idea di calore e come, al contrario, l’alluminiosia un supporto rigido e freddo e richiami il gelo e il distacco...”.
In mostra anche circa 18 foto didimensioni 15 x 20 scansionate nude e crude, persino con i numeri diavanzamento della pellicola e stampate su plexiglass trasparente che quindi,per essere viste, avranno bisogno del controluce, come fossero dellediapositive.
“Per condividere con il pubblico lasituazione più complessa e stratificata del Gender filtrata dai suoi occhi edalla sua sensibilità, le sue fotografie non potevano, in questo caso, bastare.Ecco, quindi, da quale esigenza nasce la ricostruzione ad hoc di una dark roomin un’installazione site specific conle poltrone originali del locale dove ci si potrà sedere ed ascoltare con dellecuffie (attraverso un sound design curato da Maurizio Bergmann) ciòche solitamente si sente dentro lo spazio privè.
Le persone che trasgrediscono alcomportamento previsto dal ruolo del loro genere sessuale sono, al Gender, esattamente quello che sono, fuoridai ruoli imposti dalla società. Lucia Vera non fa altro che indicarci qualcosadi loro e gli accadimenti ad esse connessi, in cui sono spettatori e il piùdelle volte protagoniste, dandoci anche i loro spazi vuoti abitati in cerca di quella particolare compagnia. Se ne deduce quellato contraddittorio e incoerente di quanti cambiano le regole del gioco e lecarte in tavola una volta usciti dall’ordinario ed entrati nella notte e sicelebra la solitudine che trova una casa, anche solo occasionale, per farsiemozione”. Raccontata con lucidità, rispetto e partecipazione riservata ma allostesso tempo empatica.
Personale di fotografia e ambientazione site specific
Testo di Barbara Martusciello
Lucia Vera Coccaro è una giovane magià edotta fotografa venezuelana (Caracas, 1982) che si è formata all’Accademiadi Belle Arti de L’Aquila, città a lei molto cara, e studiando a RomaFotografia. Come scrive il critico Barbara Martusciello, essa “dimostra un interesseper il paesaggio e il reportage che sa restituire rivelando debiti consapevoli neiconfronti del Pittorialismo e della successiva composizione straight di storica memoria”. Ma èsoprattutto attratta “da quanto avviene sotto la superficie del visibile”.Infatti, “scava alla ricerca del nervo scoperto della società e di quel latooscuro del quale è capace di cogliere l’intima fragilità, la sconcertante dolcezzae la dolorosa malinconia. Dove il desiderio e la necessità di essere e divivere si palesano nascondendosi dalla luce e dal quotidiano ritagliandosispazi di libertà. Come avviene al Gender, locale romano che da 12 anni faconoscere la cultura transgender - o meglio nogender - e noto per avere spazi dark ove gli avventori possonoritirarsi per conoscersi e praticare sesso. Lucia Vera, quindi, in accordo con il patrondel club, Klaus Mondrian, moltoconosciuto anche nel mondo dell’arte contemporanea, è entrata in questo tempio inconfessatoe ha scattato moltissime foto con il suo sguardo indagatore mai severo,empatico, che è riuscito a dare una documentazione e un affresco d’umanitàcoloratissimo, di forte caratterizzazione pittorica. Tra clienti occasionali eassidui, semplici curiosi e quanti lavorano nel locale, le categorie difrequentazione del Gender si dilatano senza avere mai limiti invalicabili comesembra non ne abbiano le queerfotografate”.
Al The Deep sono esposte unaquarantina di immagini realizzate con tecnica mista tutte scattate in posa Bcon pellicole scadute, senza flash e senza cavalletto, stampate susupporti misti: i ritratti su cartafotografica, gli zoom della stanza principale su carta fotografica stesa supannelli rigidi di metallo e quelli della suitedel peccato su alluminio. “La scelta dei supporti non è un vezzo macorrisponde all’atmosfera che in ognuno degli specifici ambienti del GenderLucia Vera Coccaro ha captato e che ha voluto riportare: è palese, per esempio,quanto la carta, per quanto fotografica, rimandi a un’idea di calore e come, al contrario, l’alluminiosia un supporto rigido e freddo e richiami il gelo e il distacco...”.
In mostra anche circa 18 foto didimensioni 15 x 20 scansionate nude e crude, persino con i numeri diavanzamento della pellicola e stampate su plexiglass trasparente che quindi,per essere viste, avranno bisogno del controluce, come fossero dellediapositive.
“Per condividere con il pubblico lasituazione più complessa e stratificata del Gender filtrata dai suoi occhi edalla sua sensibilità, le sue fotografie non potevano, in questo caso, bastare.Ecco, quindi, da quale esigenza nasce la ricostruzione ad hoc di una dark roomin un’installazione site specific conle poltrone originali del locale dove ci si potrà sedere ed ascoltare con dellecuffie (attraverso un sound design curato da Maurizio Bergmann) ciòche solitamente si sente dentro lo spazio privè.
Le persone che trasgrediscono alcomportamento previsto dal ruolo del loro genere sessuale sono, al Gender, esattamente quello che sono, fuoridai ruoli imposti dalla società. Lucia Vera non fa altro che indicarci qualcosadi loro e gli accadimenti ad esse connessi, in cui sono spettatori e il piùdelle volte protagoniste, dandoci anche i loro spazi vuoti abitati in cerca di quella particolare compagnia. Se ne deduce quellato contraddittorio e incoerente di quanti cambiano le regole del gioco e lecarte in tavola una volta usciti dall’ordinario ed entrati nella notte e sicelebra la solitudine che trova una casa, anche solo occasionale, per farsiemozione”. Raccontata con lucidità, rispetto e partecipazione riservata ma allostesso tempo empatica.
04
giugno 2011
Lucia Vera Coccaro – Gli amanti
Dal 04 giugno al 30 luglio 2011
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
THE DEEP
Roma, Via Di San Calisto, 9, (Roma)
Roma, Via Di San Calisto, 9, (Roma)
Orario di apertura
dal martedì al giovedì 14–22, venerdì e sabato 14–24, chiuso domenica e lunedì
Vernissage
4 Giugno 2011, dalle ore 18 alle 24
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