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Luisa Rabbia – Anywhere out of the world
l’artista analizza stati di precarieta’ psicologica ed emotiva
Comunicato stampa
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Baudelaire:“Il me semble que je serai toujours bien la' ou' je ne suis pas”.
In other words: It seems to me that I will always be happy in the place where I am not. Or more bluntly: Wherever I am not is the place where I am myself. Or else, taking the bull from the horns, Anywhere out of the world.
- Paul Auster, City of glass, New York Trilogy, page 132
Baudelaire:“Il me semble que je serai toujours bien la' ou' je ne suis pas”.
In altre parole: mi sembra di essere sempre dove non sono. Piu direttamente: Ovunque non sono e' il posto in cui sono me stesso. Oppure, prendendo il toro per le corna, Ovunque, fuori dal mondo.
- Paul Auster, City of glass, New York Trilogy, pagina 132
Disegnando vengono messi in relazione la parte razionale e costruttiva del lavoro con quella più profonda che difficilmente trova parole, ma più facilmente immagini. Tutto questo succede in un tempo reale in cui secondo dopo secondo, si registra il dialogo fra il pensiero e la materia. Lavoro con molti materiali, ma prediligo quelli che meglio raccontano il passare del tempo, la fragilità, lo sgretolarsi delle cose fino al dissolversi. Mi piace considerare Il Tempo stesso un materiale, forse il pricipale con cui gli altri entrano in relazione.
Anywhere out of the world racconta stati di precarietà e di isolamento che in quanto tale è fragile, perché è uno stato mentale e non si può definire per sempre.
I tessuti sono i protagonisti, che con i loro patterns sembrano sintetizzare l’universo, come se con I loro infiniti disegni non fossero altro che un astratto specchio dell’universo.
La stoffa ha spesso una lunga storia: nasce in un luogo e presto finisce in un altro, portando però con sé qualcosa del luogo di origine e questa qualità di raccogliere energie sembra continuare nella nostra quotidianità ogni volta che ci si copre, ci si protegge, ci si nasconde.
I tessuti sembrano vivi proprio per le mille forme che possono assumere: diventano montagne, laghi, ruscelli, sembrano respirare.
Nei miei disegni isolano e proteggono, nascondono e trasformano, i loro patterns specchiano il mondo ma le loro forme separano anche da tutto quello che c'è intorno.
Da una parte c'è il fuori, ed è l'universo.
Ma dall'altra c'è un mondo nascosto e cosa succeda lì è un enigma.
Un volto con gli occhi chiusi forse riposa ma forse è talmente lontano mentalmente che non tornerà più. Cosa definisce l'essere presenti, cosa succede in un corpo abbandonato accanto a noi. Quale sarà la realtà reale, quella dentro, fatta di etereo, o quella fuori, relazionata agli altri.
Mi interessa il sottile limite fra la logica e la follia, come le ossessioni personali costruiscano una realtà reale solo nei propri pensieri. Questo mistero che mette in crisi le certezze e la possibilità di giudicare. Lasciare aperto il mistero in cui la mente si trova, lasciare viva quella realtà nascosta.
Fuori c'è la confusione dei patterns. Ma anche i silenzi dentro fanno rumore.
Luisa Rabbia e' nata a Torino nel 1970.
Vive e lavora a New York, dal 2000.
In other words: It seems to me that I will always be happy in the place where I am not. Or more bluntly: Wherever I am not is the place where I am myself. Or else, taking the bull from the horns, Anywhere out of the world.
- Paul Auster, City of glass, New York Trilogy, page 132
Baudelaire:“Il me semble que je serai toujours bien la' ou' je ne suis pas”.
In altre parole: mi sembra di essere sempre dove non sono. Piu direttamente: Ovunque non sono e' il posto in cui sono me stesso. Oppure, prendendo il toro per le corna, Ovunque, fuori dal mondo.
- Paul Auster, City of glass, New York Trilogy, pagina 132
Disegnando vengono messi in relazione la parte razionale e costruttiva del lavoro con quella più profonda che difficilmente trova parole, ma più facilmente immagini. Tutto questo succede in un tempo reale in cui secondo dopo secondo, si registra il dialogo fra il pensiero e la materia. Lavoro con molti materiali, ma prediligo quelli che meglio raccontano il passare del tempo, la fragilità, lo sgretolarsi delle cose fino al dissolversi. Mi piace considerare Il Tempo stesso un materiale, forse il pricipale con cui gli altri entrano in relazione.
Anywhere out of the world racconta stati di precarietà e di isolamento che in quanto tale è fragile, perché è uno stato mentale e non si può definire per sempre.
I tessuti sono i protagonisti, che con i loro patterns sembrano sintetizzare l’universo, come se con I loro infiniti disegni non fossero altro che un astratto specchio dell’universo.
La stoffa ha spesso una lunga storia: nasce in un luogo e presto finisce in un altro, portando però con sé qualcosa del luogo di origine e questa qualità di raccogliere energie sembra continuare nella nostra quotidianità ogni volta che ci si copre, ci si protegge, ci si nasconde.
I tessuti sembrano vivi proprio per le mille forme che possono assumere: diventano montagne, laghi, ruscelli, sembrano respirare.
Nei miei disegni isolano e proteggono, nascondono e trasformano, i loro patterns specchiano il mondo ma le loro forme separano anche da tutto quello che c'è intorno.
Da una parte c'è il fuori, ed è l'universo.
Ma dall'altra c'è un mondo nascosto e cosa succeda lì è un enigma.
Un volto con gli occhi chiusi forse riposa ma forse è talmente lontano mentalmente che non tornerà più. Cosa definisce l'essere presenti, cosa succede in un corpo abbandonato accanto a noi. Quale sarà la realtà reale, quella dentro, fatta di etereo, o quella fuori, relazionata agli altri.
Mi interessa il sottile limite fra la logica e la follia, come le ossessioni personali costruiscano una realtà reale solo nei propri pensieri. Questo mistero che mette in crisi le certezze e la possibilità di giudicare. Lasciare aperto il mistero in cui la mente si trova, lasciare viva quella realtà nascosta.
Fuori c'è la confusione dei patterns. Ma anche i silenzi dentro fanno rumore.
Luisa Rabbia e' nata a Torino nel 1970.
Vive e lavora a New York, dal 2000.
11
aprile 2005
Luisa Rabbia – Anywhere out of the world
Dall'undici aprile al 20 giugno 2005
arte contemporanea
Location
GIORGIO PERSANO
Torino, Piazza Vittorio Veneto, 9, (Torino)
Torino, Piazza Vittorio Veneto, 9, (Torino)
Orario di apertura
martedì – sabato 10 – 12.30 / 16- 19.30 – lunedì mattina e festivi chiuso
Vernissage
11 Aprile 2005, ore 21
Ufficio stampa
VOX-PRESS
Autore




