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Ma che Bonfà!
A tre anni dalla sua scomparsa, l’eredità artistica di Carlo Bonfà continua a risuonare con forza, tra ironia graffiante e una poetica ludica profondamente critica. “Ma che Bonfà!” è la mostra che il Comune di Mantova ha voluto dedicargli, a cura di Carlo Micheli, presso la Casa di Rigoletto.
Comunicato stampa
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MA CHE BONFÀ!
Omaggio a Carlo Bonfà, artista del paradosso
A tre anni dalla sua scomparsa, l’eredità artistica di Carlo Bonfà continua a risuonare con forza, tra ironia graffiante e una poetica ludica profondamente critica. Pittore, scultore, performer, poeta visivo e sperimentatore instancabile, Bonfà ha attraversato cinquant’anni di ricerca creativa sfidando ogni incasellamento. Dagli anni ’80, nel gruppo dei “nuovi-nuovi” individuati da Renato Barilli, ha impresso al suo lavoro una rotta personale, lontana da convenienze e compromessi.
La sua produzione più recente, prevalentemente dedicata al legno dipinto, evidenzia una meticolosità quasi monastica, che convive con un’inarrestabile vena provocatoria. Le sue opere non si limitano a stupire: svelano contraddizioni, decostruiscono retoriche, irridono il potere e la guerra, parlano con il linguaggio dell’assurdo per toccare le corde più profonde della coscienza.
L'Arte di Bonfà oscilla tra denuncia politico-sociale e gioco linguistico, creando una dimensione "altra" dove
finti missili in legno di balsa e mine anti-bambino a forma di torta divengono allegorie taglienti e paradossali contro la tragica inutilità della guerra, o dove
“Tip-Tap”, parola visiva realizzata con centinaia di tappi da vino, sta ad indicare come il gioco stesso possa incarnarsi nell'opera.
Bonfà trasformava oggetti poveri in reliquie contemporanee, custodendo quell’approccio serio e leggero che solo chi ha conservato lo spirito dell’infanzia può maneggiare con coerenza. Creatore di mondi e abitante delle proprie creazioni, è stato al contempo stratega ironico e vittima consapevole delle sue stesse trappole visive.
Nel ricordarlo, più che cercare definizioni, vale forse abbandonarsi alla sua poetica e accettare l'idea che nulla è più serio del gioco... nella vita quanto nell'Arte.
La mostra “Ma che Bonfà!” che il Comune di Mantova ha voluto dedicargli, a cura di Carlo Micheli, si concluderà il 14 settembre e sarà visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:00 presso la Casa di Rigoletto.
Omaggio a Carlo Bonfà, artista del paradosso
A tre anni dalla sua scomparsa, l’eredità artistica di Carlo Bonfà continua a risuonare con forza, tra ironia graffiante e una poetica ludica profondamente critica. Pittore, scultore, performer, poeta visivo e sperimentatore instancabile, Bonfà ha attraversato cinquant’anni di ricerca creativa sfidando ogni incasellamento. Dagli anni ’80, nel gruppo dei “nuovi-nuovi” individuati da Renato Barilli, ha impresso al suo lavoro una rotta personale, lontana da convenienze e compromessi.
La sua produzione più recente, prevalentemente dedicata al legno dipinto, evidenzia una meticolosità quasi monastica, che convive con un’inarrestabile vena provocatoria. Le sue opere non si limitano a stupire: svelano contraddizioni, decostruiscono retoriche, irridono il potere e la guerra, parlano con il linguaggio dell’assurdo per toccare le corde più profonde della coscienza.
L'Arte di Bonfà oscilla tra denuncia politico-sociale e gioco linguistico, creando una dimensione "altra" dove
finti missili in legno di balsa e mine anti-bambino a forma di torta divengono allegorie taglienti e paradossali contro la tragica inutilità della guerra, o dove
“Tip-Tap”, parola visiva realizzata con centinaia di tappi da vino, sta ad indicare come il gioco stesso possa incarnarsi nell'opera.
Bonfà trasformava oggetti poveri in reliquie contemporanee, custodendo quell’approccio serio e leggero che solo chi ha conservato lo spirito dell’infanzia può maneggiare con coerenza. Creatore di mondi e abitante delle proprie creazioni, è stato al contempo stratega ironico e vittima consapevole delle sue stesse trappole visive.
Nel ricordarlo, più che cercare definizioni, vale forse abbandonarsi alla sua poetica e accettare l'idea che nulla è più serio del gioco... nella vita quanto nell'Arte.
La mostra “Ma che Bonfà!” che il Comune di Mantova ha voluto dedicargli, a cura di Carlo Micheli, si concluderà il 14 settembre e sarà visitabile tutti i giorni dalle 9:00 alle 18:00 presso la Casa di Rigoletto.
22
agosto 2025
Ma che Bonfà!
Dal 22 agosto al 14 settembre 2025
personale
Location
CASA DI RIGOLETTO
Mantova, Piazza Sordello, 23, (Mantova)
Mantova, Piazza Sordello, 23, (Mantova)
Orario di apertura
tutti i giorni dalle 9:00 / 18:00
Vernissage
22 Agosto 2025, 18.00
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Patrocini









