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Małgorzata Mirga-Tas – The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma
Dopo aver rappresentato la Polonia alla 59a Biennale Arte di Venezia nel 2022 l’artista rom polacca Małgorzata Mirga-Tas torna in Italia con una mostra originale concepita per la Collezione Maramotti a partire dalla raccolta di immagini, racconti e documenti relativi alla storia rom e sinta italiana
Comunicato stampa
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Dopo aver rappresentato la Polonia alla 59a Biennale Arte di
Venezia nel 2022, nel maestoso progetto dal titolo Re-enchanting
the World, l’artista rom polacca Małgorzata Mirga-Tas torna in
Italia con The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma [Il
Grande Carro predirà il futuro dei rom], mostra originale concepita
per la Collezione Maramotti a partire dalla raccolta di immagini,
racconti e documenti relativi alla storia rom e sinta italiana.
Attingendo da vecchie fotografie e album di famiglia, da
testimonianze orali e conversazioni, da libri e fonti d’archivio,
Mirga-Tas ha intrecciato alla propria articolata narrazione del
popolo rom vite e figure della comunità sinta di Reggio Emilia, con
cui ha potuto esperire significativi momenti di incontro,
conoscenza e collaborazione.
All’origine dell’ideazione del progetto espositivo è stato il forte
legame con gli spettacoli viaggianti e la gestione delle giostre,
mestiere tramandato di generazione in generazione che l’artista ha
individuato come caratteristica specifica della cultura romaní in
Italia. Ispirata al mondo dei luna park, la sua nuova esposizione
appare gioiosamente vitale, ma anche inevitabilmente attraversata
da un senso di transitorietà, dalla memoria di persecuzioni e
spostamenti forzati subìti da rom e sinti, a cui spesso storicamente
è stata negata una stabilità abitativa.
Mirga-Tas si è concentrata in particolare sulla rielaborazione di
una giostra a seggiolini (calcinculo) che, nella semplicità della
struttura circolare e nell’idea del costante girare in tondo, assume
una forte valenza simbolica: il tempo che scorre, la vita che sembra
ritornare a ogni nuova stagione, la rotazione dei pianeti nello
spazio cosmico, l’idea di viaggio perpetuo.
La giostra è ricoperta di tessuti sui quali sono cucite, in vivaci
patchwork multicolori, figure e scene ordinarie – di relazioni
familiari, attività condivise, momenti di svago e riposo – delle
comunità sinte e rom in Emilia, con un’attenzione particolare al
ruolo delle donne.
La parte centrale dell’installazione è dedicata a ritratti del presente
e del passato, in cui persone e forme dell’abitare si combinano
fluidamente in immagini intime e calorose. La fascia superiore
riporta citazioni di testi romaní, tra cui le parole della poetessa e
cantante rom Bronisława Wajs (1908-1987), nota come Papusza.
Un grande quadro tessile e alcuni cavallini scolpiti in legno
completano la mostra, creando uno spazio dinamico che invita a
un movimento fisico, oltre che di sguardo.
Visivamente traboccanti ed emotivamente coinvolgenti, le sue
opere riflettono l’estetica cromatica e compositiva popolare
romaní. Dall’accostamento di motivi eterogenei, colori sgargianti e
frammenti di stoffe diverse emergono profili di individui – anziani,
adulti e bambini –
, caravan, caroselli, animali, biciclette, cortili,
scale, sedie, campi, cieli: la visione tangibile di una realtà pulsante,
caleidoscopica e interconnessa, in cui i confini tra dimensione
privata e rete sociale, tra quotidiano e straordinario, tra arte e
artigianato, si dissolvono.
Gli elementi tessili e gli oggetti che l’artista incorpora nei suoi
lavori sono raccolti presso la sua famiglia, gli amici e le persone
con cui è entrata in contatto, o recuperati da rivenditori di seconda
mano. Caricati dei corpi e delle vite di chi li ha utilizzati, questi
materiali si trasformano in presenze vibranti e attive all’interno
dell’opera, partecipi di un racconto corale, di una lotta comune
contro il pregiudizio, della rivendicazione della libertà come causa
universale.
Le tende, le tovaglie, gli abiti usati che costituiscono i dipinti tessili
di Mirga-Tas trovano nell’espressione artistica una nuova
opportunità di esistenza e conferiscono ai soggetti raffigurati una
forma di energia aggiuntiva: il potere di rappresentarsi in prima
persona, attraverso la propria esperienza e con la voce interna
della comunità, emancipandosi dall’iconografia in cui sono
tradizionalmente relegati.
Nel taglio e nell’assemblaggio di materiali di recupero, uniti
tramite punti di cucitura che restano visibili, affiora l’esempio di
una pratica reale e metaforica di riparazione, di riposizionamento
della (e nella) storia, insieme a una empatica inclinazione alla cura
di ciò che è considerato marginale.
L’identità rom, nella sua natura multisfaccettata, è
indissolubilmente legata alla ricerca artistica di Małgorzata
Mirga-Tas. Il senso profondo del suo lavoro è ancorato alla volontà
di costruire nuovi paradigmi positivi attraverso l’arte: enfatizzando
le proprie origini, l’artista ridisegna l’immaginario stereotipico
negativo associato alla popolazione rom (antiziganismo) per
trasformarlo ed evolverlo in quello di una comunità
transnazionale, transculturale, multilingue, libera e non violenta.
Nella sua arte, l’impulso a questo cambiamento di prospettiva si
accompagna a una consapevole valorizzazione della soggettività
femminile, sia a livello domestico che strutturale, in cui
emancipazione, autonomia e sorellanza intergenerazionale sono,
ancor prima che concetti, pratiche vissute e incarnate.
Si ringraziano per la collaborazione il Comune di Reggio Emilia, e
in particolare Lucia Gianferrari, Servizio Contrasto alle Povertà
urbane; Gianluca Grassi, Presidente Centro Culturale Mondo
Insieme; le comunità sinte di Rivalta, Roncocesi, Roncina,
Cavazzoli, Pratofontana; tutte le persone che hanno accolto
l’artista nelle proprie abitazioni e che si sono rese disponibili ad
incontrarla e a supportarla nell’esplorazione sul territorio.
Venezia nel 2022, nel maestoso progetto dal titolo Re-enchanting
the World, l’artista rom polacca Małgorzata Mirga-Tas torna in
Italia con The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma [Il
Grande Carro predirà il futuro dei rom], mostra originale concepita
per la Collezione Maramotti a partire dalla raccolta di immagini,
racconti e documenti relativi alla storia rom e sinta italiana.
Attingendo da vecchie fotografie e album di famiglia, da
testimonianze orali e conversazioni, da libri e fonti d’archivio,
Mirga-Tas ha intrecciato alla propria articolata narrazione del
popolo rom vite e figure della comunità sinta di Reggio Emilia, con
cui ha potuto esperire significativi momenti di incontro,
conoscenza e collaborazione.
All’origine dell’ideazione del progetto espositivo è stato il forte
legame con gli spettacoli viaggianti e la gestione delle giostre,
mestiere tramandato di generazione in generazione che l’artista ha
individuato come caratteristica specifica della cultura romaní in
Italia. Ispirata al mondo dei luna park, la sua nuova esposizione
appare gioiosamente vitale, ma anche inevitabilmente attraversata
da un senso di transitorietà, dalla memoria di persecuzioni e
spostamenti forzati subìti da rom e sinti, a cui spesso storicamente
è stata negata una stabilità abitativa.
Mirga-Tas si è concentrata in particolare sulla rielaborazione di
una giostra a seggiolini (calcinculo) che, nella semplicità della
struttura circolare e nell’idea del costante girare in tondo, assume
una forte valenza simbolica: il tempo che scorre, la vita che sembra
ritornare a ogni nuova stagione, la rotazione dei pianeti nello
spazio cosmico, l’idea di viaggio perpetuo.
La giostra è ricoperta di tessuti sui quali sono cucite, in vivaci
patchwork multicolori, figure e scene ordinarie – di relazioni
familiari, attività condivise, momenti di svago e riposo – delle
comunità sinte e rom in Emilia, con un’attenzione particolare al
ruolo delle donne.
La parte centrale dell’installazione è dedicata a ritratti del presente
e del passato, in cui persone e forme dell’abitare si combinano
fluidamente in immagini intime e calorose. La fascia superiore
riporta citazioni di testi romaní, tra cui le parole della poetessa e
cantante rom Bronisława Wajs (1908-1987), nota come Papusza.
Un grande quadro tessile e alcuni cavallini scolpiti in legno
completano la mostra, creando uno spazio dinamico che invita a
un movimento fisico, oltre che di sguardo.
Visivamente traboccanti ed emotivamente coinvolgenti, le sue
opere riflettono l’estetica cromatica e compositiva popolare
romaní. Dall’accostamento di motivi eterogenei, colori sgargianti e
frammenti di stoffe diverse emergono profili di individui – anziani,
adulti e bambini –
, caravan, caroselli, animali, biciclette, cortili,
scale, sedie, campi, cieli: la visione tangibile di una realtà pulsante,
caleidoscopica e interconnessa, in cui i confini tra dimensione
privata e rete sociale, tra quotidiano e straordinario, tra arte e
artigianato, si dissolvono.
Gli elementi tessili e gli oggetti che l’artista incorpora nei suoi
lavori sono raccolti presso la sua famiglia, gli amici e le persone
con cui è entrata in contatto, o recuperati da rivenditori di seconda
mano. Caricati dei corpi e delle vite di chi li ha utilizzati, questi
materiali si trasformano in presenze vibranti e attive all’interno
dell’opera, partecipi di un racconto corale, di una lotta comune
contro il pregiudizio, della rivendicazione della libertà come causa
universale.
Le tende, le tovaglie, gli abiti usati che costituiscono i dipinti tessili
di Mirga-Tas trovano nell’espressione artistica una nuova
opportunità di esistenza e conferiscono ai soggetti raffigurati una
forma di energia aggiuntiva: il potere di rappresentarsi in prima
persona, attraverso la propria esperienza e con la voce interna
della comunità, emancipandosi dall’iconografia in cui sono
tradizionalmente relegati.
Nel taglio e nell’assemblaggio di materiali di recupero, uniti
tramite punti di cucitura che restano visibili, affiora l’esempio di
una pratica reale e metaforica di riparazione, di riposizionamento
della (e nella) storia, insieme a una empatica inclinazione alla cura
di ciò che è considerato marginale.
L’identità rom, nella sua natura multisfaccettata, è
indissolubilmente legata alla ricerca artistica di Małgorzata
Mirga-Tas. Il senso profondo del suo lavoro è ancorato alla volontà
di costruire nuovi paradigmi positivi attraverso l’arte: enfatizzando
le proprie origini, l’artista ridisegna l’immaginario stereotipico
negativo associato alla popolazione rom (antiziganismo) per
trasformarlo ed evolverlo in quello di una comunità
transnazionale, transculturale, multilingue, libera e non violenta.
Nella sua arte, l’impulso a questo cambiamento di prospettiva si
accompagna a una consapevole valorizzazione della soggettività
femminile, sia a livello domestico che strutturale, in cui
emancipazione, autonomia e sorellanza intergenerazionale sono,
ancor prima che concetti, pratiche vissute e incarnate.
Si ringraziano per la collaborazione il Comune di Reggio Emilia, e
in particolare Lucia Gianferrari, Servizio Contrasto alle Povertà
urbane; Gianluca Grassi, Presidente Centro Culturale Mondo
Insieme; le comunità sinte di Rivalta, Roncocesi, Roncina,
Cavazzoli, Pratofontana; tutte le persone che hanno accolto
l’artista nelle proprie abitazioni e che si sono rese disponibili ad
incontrarla e a supportarla nell’esplorazione sul territorio.
12
ottobre 2025
Małgorzata Mirga-Tas – The Big Dipper Will Foretell the Future of the Roma
Dal 12 ottobre 2025 all'otto febbraio 2026
arte contemporanea
Location
COLLEZIONE MARAMOTTI
Reggio Nell'emilia, Via Fratelli Cervi, 66, (Reggio Nell'emilia)
Reggio Nell'emilia, Via Fratelli Cervi, 66, (Reggio Nell'emilia)
Orario di apertura
Giovedì e venerdì dalle 14.30 alle 18.30
Sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.30
Autore




