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Manuel Esposito – LETARGO
Una mostra che oscilla tra il riso e lo sconforto, tra il buffo e il profondamente serioso, è un dono che ha il sapore di un avvertimento, di una messa in guardia dal letargo.
Comunicato stampa
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Il letargo, per definizione, è una forma di vita latente che comporta un rallentamento reversibile delle funzioni vitali fondamentali, in cui cadono invertebrati e vertebrati, e che può essere determinata da influenze intrinseche ed estrinseche. (Enciclopedia Treccani)
La verità è che Manuel intende il letargo come una stato di generale assopimento che affligge la società e gli individui, una vecchiezza che si accompagna a saggezza, pragmaticità, nostalgia, sconforto, senso di morte, pigrizia, stanchezza e senso d’abbandono. Una condizione che come un tarlo usura e piega l’individuo fino al totale annichilimento emotivo ed espressivo.
Può sembrare anacronistico presentare una mostra dal titolo LETARGO alla soglia dell'estate, ma Manuel sente l’impellente bisogno di lanciare un monito, di destarci dalla sonnolenza, e ha deciso di farlo nella maniera più provocatoria e controversa possibile, usando con sarcasmo il nonsense: scivoli e sedioline della Chicco traforati fino al collasso, la cui immagine trasfigurata quasi ci infastidisce, e ancora fotografie che ritraggono un personalissimo inventario di oggetti dal gusto kitsch e di fatto inutili, che porterebbe con sé nel caso di una situazione post-apocalittica, che interagiscono con una misteriosa creatura femminina di panna. Oggetti che sono stati esautorati dal loro usuale ruolo nel mondo, e che la loro presenza in qualche modo ci angoscia.
Una mostra che ci avverte di stare in guardia dal letargo, mettendo in scena uno spaccato della nostra società annoiata e impigrita, una condizione che ci affligge e che inevitabilmente ci inquieta. Una mostra che oscilla tra sentimenti contraddittori, tra l'esilarante e lo sconforto, poiché solleva una questione serissima, a tratti tragica, in modo ironico e disimpegnato, buffo e spensierato.
Detto ciò, non ci restano che le caramelle gommose per addolcire l’amarezza.
La verità è che Manuel intende il letargo come una stato di generale assopimento che affligge la società e gli individui, una vecchiezza che si accompagna a saggezza, pragmaticità, nostalgia, sconforto, senso di morte, pigrizia, stanchezza e senso d’abbandono. Una condizione che come un tarlo usura e piega l’individuo fino al totale annichilimento emotivo ed espressivo.
Può sembrare anacronistico presentare una mostra dal titolo LETARGO alla soglia dell'estate, ma Manuel sente l’impellente bisogno di lanciare un monito, di destarci dalla sonnolenza, e ha deciso di farlo nella maniera più provocatoria e controversa possibile, usando con sarcasmo il nonsense: scivoli e sedioline della Chicco traforati fino al collasso, la cui immagine trasfigurata quasi ci infastidisce, e ancora fotografie che ritraggono un personalissimo inventario di oggetti dal gusto kitsch e di fatto inutili, che porterebbe con sé nel caso di una situazione post-apocalittica, che interagiscono con una misteriosa creatura femminina di panna. Oggetti che sono stati esautorati dal loro usuale ruolo nel mondo, e che la loro presenza in qualche modo ci angoscia.
Una mostra che ci avverte di stare in guardia dal letargo, mettendo in scena uno spaccato della nostra società annoiata e impigrita, una condizione che ci affligge e che inevitabilmente ci inquieta. Una mostra che oscilla tra sentimenti contraddittori, tra l'esilarante e lo sconforto, poiché solleva una questione serissima, a tratti tragica, in modo ironico e disimpegnato, buffo e spensierato.
Detto ciò, non ci restano che le caramelle gommose per addolcire l’amarezza.
25
giugno 2025
Manuel Esposito – LETARGO
Dal 25 giugno al 19 luglio 2025
arte contemporanea
Location
WMILANO
Milano, Via Giorgio Washington, 51, (Milano)
Milano, Via Giorgio Washington, 51, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato, dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 19.30
Vernissage
24 Giugno 2025, dalle 18 alle 21
Sito web
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