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Marco Lodola – Singing in the Club
Le oltre 30 opere esposte fanno parte della collezione privata di Telemarket
Comunicato stampa
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Si inaugura il 12 ottobre 2006 presso lo spazio Shenker Culture Club di Milano la mostra Singing in the Club di Marco Lodola, artista italiano famoso nel mondo per le sue sculture di luce e colore, a cavallo tra pop-art e pubblicità. Le oltre 30 opere esposte fanno parte della collezione privata di Telemarket.
L’aspetto che più colpisce nell’arte di Marco Lodola è il modo singolare con cui la luce, i colori, le forme delle sue opere richiamano l’esperienza quotidiana e le immagini che ci accompagnano ogni giorno nelle metropoli nelle quali viviamo.
Quella di Lodola è un’arte per tutti, che tutti sono in grado di comprendere e apprezzare perché rappresenta la vita di tutti i giorni. I suoi personaggi senza volto, le sue macchie di colore e le sue figure volutamente prive di dettagli alludono a una realtà che si impone nella sua immediatezza attraverso la semplicità delle forme stilizzate.
A cavallo tra pop-art e pubblicità, tra cinema e fumetto, l’opera di Lodola trasmette l’immagine di una realtà in movimento, un messaggio estetico di grande chiarezza, efficace perché di esemplare semplicità. Il mondo che viene rappresentato è attivo e allo stesso tempo pieno di gioia, dinamico e festoso, fatto di luce e di spettacolo, di colore e di vivacità.
Nella mostra Singing in the Club, che raccoglie oltre 30 opere ispirate ai grandi musical americani, le figure danzanti e i musicisti - grazie al neon, al perspex, agli smalti, ai colori acrilici usati dall’artista - sono immagini di un mondo moderno, in continuo movimento. La luce attraversa i colori, come nella pubblicità urbana delle metropoli moderne, come nelle insegne luminose dello spettacolo. La lucentezza della composizione riempie di vivacità tutta l’opera, ne fa un punto di riferimento luminoso che squarcia l’oscurità, sconfigge l’angoscia e riassume ciò che di gioioso c’è nella vita contemporanea: la musica, lo spettacolo, il ritmo, il colore.
Marco Lodola, in occasione della mostra Singing in the Club, ha realizzato una scultura luminosa che reinterpreta il logo Shenker. Quest’opera diventerà il marchio della sede milanese ed è la prima di una serie: in un’ottica di mecenatismo culturale infatti The Shenker Institute of English ha chiesto a Marco Lodola di realizzare una “scultura-simbolo” per ognuna delle sue sedi che nei prossimi mesi ospiteranno la mostra, nel solco di una nuova tradizione che vede gli Shenker Culture Club d’Italia come sedi di un ricco programma espositivo.
La mostra è presentata da The Shenker Institutes of English, un network di scuole altamente specializzate nell’insegnamento della lingua inglese, all’interno dello Shenker Culture Club, un contenitore d’idee creato per favorire la conoscenza della lingua e della cultura inglese attraverso incontri d’arte, musica, letteratura, teatro, e cinema, a testimonianza di una identità aziendale che si sente chiamata a dare un contributo concreto nell’offrire cultura, e nella responsabilità sociale d’impresa.
Così descrive l’opera di Lodola Vittorio Sgarbi: “Galleggiare, stare in superficie senza essere superficiali, ecco il grande azzardo dell’arte di Lodola; perché il piacere è qualcosa di rapido e di evanescente, esiste solo se non si va a scavare nelle nostre complicazioni, nelle nostre intricate psicologie, nelle nostre eterne insoddisfazioni.
E’ questa anche la popolarità di Lodola, vocazione anti-intellettualistica a rivolgersi allo stesso pubblico a cui si rivolge il cinema, la televisione, la pubblicità, la musica delle rockstar, ad adeguare i tempi e i modi dell’arte a quelli della vita contemporanea. Le opere di Lodola si potrebbero vedere muovendosi in un’automobile lungo un tratto urbano, fuori dai finestrini, oppure lungo il percorso di una metropolitana: c’è da stare certi che qualcosa di loro rimarrebbe certamente nei nostri occhi e nella nostra mente. Di quanti altri artisti si potrebbe dire altrettanto?”
“Mi sono sempre considerato un artigiano e non un artista, ho sempre prediletto il fare rispetto al dire. Le componenti che considero più importanti per il mio lavoro sono il segno creato dalla mano, il fuoco dell’energia umana e il ritmo del cuore”. Così descrive se stesso e il proprio lavoro Marco Lodola, fondatore negli anni’80 del movimento del Nuovo Futurismo. Punti di riferimento del suo lavoro, oltre al futurista Fortunato Depero, sono anche i fauves, Matisse e Beato Angelico. Dal 1983 ha esposto in varie città italiane ed europee e nel 1994 è stato invitato dal governo della Repubblica Popolare Cinese ad esporre nella città imperiale di Pechino. Ha lavorato per committenti pubblici e privati alla realizzazione di importanti progetti e le sue sculture sono esposte nelle piazze di Montecarlo, Riccione e al Castello Visconteo di Pavia.
L’aspetto che più colpisce nell’arte di Marco Lodola è il modo singolare con cui la luce, i colori, le forme delle sue opere richiamano l’esperienza quotidiana e le immagini che ci accompagnano ogni giorno nelle metropoli nelle quali viviamo.
Quella di Lodola è un’arte per tutti, che tutti sono in grado di comprendere e apprezzare perché rappresenta la vita di tutti i giorni. I suoi personaggi senza volto, le sue macchie di colore e le sue figure volutamente prive di dettagli alludono a una realtà che si impone nella sua immediatezza attraverso la semplicità delle forme stilizzate.
A cavallo tra pop-art e pubblicità, tra cinema e fumetto, l’opera di Lodola trasmette l’immagine di una realtà in movimento, un messaggio estetico di grande chiarezza, efficace perché di esemplare semplicità. Il mondo che viene rappresentato è attivo e allo stesso tempo pieno di gioia, dinamico e festoso, fatto di luce e di spettacolo, di colore e di vivacità.
Nella mostra Singing in the Club, che raccoglie oltre 30 opere ispirate ai grandi musical americani, le figure danzanti e i musicisti - grazie al neon, al perspex, agli smalti, ai colori acrilici usati dall’artista - sono immagini di un mondo moderno, in continuo movimento. La luce attraversa i colori, come nella pubblicità urbana delle metropoli moderne, come nelle insegne luminose dello spettacolo. La lucentezza della composizione riempie di vivacità tutta l’opera, ne fa un punto di riferimento luminoso che squarcia l’oscurità, sconfigge l’angoscia e riassume ciò che di gioioso c’è nella vita contemporanea: la musica, lo spettacolo, il ritmo, il colore.
Marco Lodola, in occasione della mostra Singing in the Club, ha realizzato una scultura luminosa che reinterpreta il logo Shenker. Quest’opera diventerà il marchio della sede milanese ed è la prima di una serie: in un’ottica di mecenatismo culturale infatti The Shenker Institute of English ha chiesto a Marco Lodola di realizzare una “scultura-simbolo” per ognuna delle sue sedi che nei prossimi mesi ospiteranno la mostra, nel solco di una nuova tradizione che vede gli Shenker Culture Club d’Italia come sedi di un ricco programma espositivo.
La mostra è presentata da The Shenker Institutes of English, un network di scuole altamente specializzate nell’insegnamento della lingua inglese, all’interno dello Shenker Culture Club, un contenitore d’idee creato per favorire la conoscenza della lingua e della cultura inglese attraverso incontri d’arte, musica, letteratura, teatro, e cinema, a testimonianza di una identità aziendale che si sente chiamata a dare un contributo concreto nell’offrire cultura, e nella responsabilità sociale d’impresa.
Così descrive l’opera di Lodola Vittorio Sgarbi: “Galleggiare, stare in superficie senza essere superficiali, ecco il grande azzardo dell’arte di Lodola; perché il piacere è qualcosa di rapido e di evanescente, esiste solo se non si va a scavare nelle nostre complicazioni, nelle nostre intricate psicologie, nelle nostre eterne insoddisfazioni.
E’ questa anche la popolarità di Lodola, vocazione anti-intellettualistica a rivolgersi allo stesso pubblico a cui si rivolge il cinema, la televisione, la pubblicità, la musica delle rockstar, ad adeguare i tempi e i modi dell’arte a quelli della vita contemporanea. Le opere di Lodola si potrebbero vedere muovendosi in un’automobile lungo un tratto urbano, fuori dai finestrini, oppure lungo il percorso di una metropolitana: c’è da stare certi che qualcosa di loro rimarrebbe certamente nei nostri occhi e nella nostra mente. Di quanti altri artisti si potrebbe dire altrettanto?”
“Mi sono sempre considerato un artigiano e non un artista, ho sempre prediletto il fare rispetto al dire. Le componenti che considero più importanti per il mio lavoro sono il segno creato dalla mano, il fuoco dell’energia umana e il ritmo del cuore”. Così descrive se stesso e il proprio lavoro Marco Lodola, fondatore negli anni’80 del movimento del Nuovo Futurismo. Punti di riferimento del suo lavoro, oltre al futurista Fortunato Depero, sono anche i fauves, Matisse e Beato Angelico. Dal 1983 ha esposto in varie città italiane ed europee e nel 1994 è stato invitato dal governo della Repubblica Popolare Cinese ad esporre nella città imperiale di Pechino. Ha lavorato per committenti pubblici e privati alla realizzazione di importanti progetti e le sue sculture sono esposte nelle piazze di Montecarlo, Riccione e al Castello Visconteo di Pavia.
12
ottobre 2006
Marco Lodola – Singing in the Club
Dal 12 ottobre al 25 novembre 2006
arte contemporanea
Location
SHENKER CULTURE CLUB
Milano, Via Nirone, 2, (Milano)
Milano, Via Nirone, 2, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì dalle 10:00 alle 19:30; il sabato dalle 10:00 alle 12:30
Vernissage
12 Ottobre 2006, ore 19-21
Ufficio stampa
PELITI MILANO
Autore