La ricerca, ormai ventennale della scultrice, ha sempre cercato di coniugare attraverso un linguaggio inedito e anticonvenzionale i mezzi pittorici e scultorei. Le sculture spesso a parete, provviste di un vistoso ingombro fisico, dagli esordi policromi e sgargianti degli anni '80, sono infatti gradualmente approdate ad un linguaggio monocromo ed essenziale, mentre le forme volumetriche sono rimaste ancorate allo studio analitico di un albero secolare (il mandorlo).Il titolo della mostra " CROMIE" allude all'attuale ricerca di colore e volume attraverso differenti valori di trasparenza della trama della rete metallica, ricerca questa che nasce anche dalle continue riflessioni poetiche dell'artista. Secondo la Zarabini "...la dimensione creativa è un mondo di energie impalpabili dagli andamenti non vettoriali ma sinuosi ed avvolgenti, tendenzialmente centrifughi rispetto ad un centro non concepito come un nucleo materico ma come un LUOGO DELL'EMANAZIONE " ( dai
diari personali, 6 giugno 2002). Le idee nascono quindi come sensazioni dinamiche che si materializzano nella trasparenza e leggerezza della rete. La mostra,composta da una decina di opere fra sculture a parete, appese al soffitto e ambientate fra gli arredi della libreria, è accompagnata da un testo del critico Dario Sutter che qui parzialmente riportiamo :
"Nulla si crea Ciò che è stato è ancora. Ciò che deve essere è già stato. Le forme dell'occorrenza delle cose visibili sono rivelazione delle invisibili; intuizione di Atziluth, la sfera degli archetipi, misteriosi perchè leggi dell'obbedienza.La consapevolezza della possibilità è idea di mutamento, anche la frammentazione si ricompone in Binah datore di forma. L'arte è riorganizzazione della materia, il principio rifondatore, Arte sono le energie che vivificano la sostanza; Artista è l'iniziato delle forze intelligenti, la sua intuizione il principio psichico delle semenza, lo scocco della scintilla".