Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Marina Fulgeri – No Limits / Light Dislocation
Per la sua prima mostra personale negli spazi del cinema-teatro di Galleria Continua, Marina Fulgeri presenta un nuovo nucleo di opere fotografiche, ‘No Limits’
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Per la sua prima mostra personale negli spazi del cinema-teatro di Galleria Continua, Marina Fulgeri presenta un nuovo nucleo di opere fotografiche, ‘No Limits’.
Il progetto è costituito da una serie di fotografie in notturno. L’artista da sempre utilizza la luce come materia in grado di modificare e ridefinire lo spazio, in questo caso il lavoro si struttura attraverso il netto contrasto tra ombra e luce, operando così sul concetto visibile-non visibile. L’obbiettivo di Marina Fulgeri in ‘No Limits’ è quello di mettere in evidenza la funzione che ha la luce: far vedere solo una parte della realtà, la realtà illuminata. “Come nei lavori precedenti, il mio intervento, modellandosi direttamente sul tessuto cittadino, non fa altro che sottolineare una realtà che di notte diventa chiarissima: altre insegne colorate, altri ristoranti, altre attività commerciali, occupano ora gli antichi edifici di Parigi, Londra, Berlino, Milano, Bruxelles.” Di queste città l’artista percorre e fotografa il quartiere bengalese, pakistano, indiano, quello turco, africano e cinese. Come per i video “London, East End, May 2003” e “I Need a Change of Air” il suo sguardo si muove nel buio, sguardo e luogo esplorato stabiliscono una stretta relazione. I colori e grafi delle insegne che appartengono a culture non europee sono i segni significanti dell’osservazione, l’artista vi si sofferma mettendo così in evidenza un fenomeno sociologico che ha determinato lo sviluppo delle città in Europa a partire dai primi decenni del ‘900: la locazione nei quartieri storici delle capitali europee di persone originarie di paesi stranieri e portatori di culture non indigene.
Le cinque opere fotografiche proposte in questa mostra smarriscono i loro limiti. Inseriti in una stanza dalle pareti nere suscitano nello spettatore una sensazione di perdita dei confini sia spaziali che geografici e indicano, partendo dal titolo “No limits”, la perdita di identità della città. Commenta così l’artista: “L’annullamento dei confini geografici fa sì che questa identità storico-nazionale possa essere trapiantata e inglobata ovunque, anche in città lontane e socialmente diverse. Il dato noto a livello antropologico è che non occorre più risiedere nel proprio paese per vivere con le proprie abitudini, ripercorrere i propri usi, praticare il proprio cibo: le inglobazioni di questi usi e costumi nella nuova città urbana sono diventati uguali in tutto il mondo. Si arriverà al paradosso che non esisteranno più le città ma sono i quartieri fatti ad immagine e somiglianza delle antiche nazioni di origine. In realtà i confini delle città non esistono più, sono confini mobili, in evoluzione continua.”
“La percezione del mondo è condizionata dalla luce.” Da questo assunto Marina Fulgeri sviluppa l’istallazione “Light Dislocation”, un lavoro di luce per lo spazio dell’Arco dei Becci attraverso l’utilizzo di un materiale speciale che si carica chimicamente di luce per poi disperdere nel notturno l’energia luminosa accumulata. “Light dislocation” è una dislocazione attraverso la luce di un elemento da un luogo all’altro. La porta laterale dell’Hamburger Bahnof di Berlino è ricostruita con nastro luminescente. L’oggetto reale ha una struttura imponente che però non dà nessuna possibilità di entrata, non vi è nessuna serratura, nessuna maniglia perché la porta reale in stile neoclassico del palazzo dell’Hamburger Bahnof di Berlino è divenuta all’interno del moderno museo una porta di emergenza secondaria apribile solo dall’interno. Le linee architettoniche neoclassiche richiamano così all’ingresso negato.
Al buio la luce rivela cose che appartengono ad altri luoghi. Così Marina Fulgeri parla del suo lavoro: “Mi interessa la specificità del materiale ovvero il controsenso di “accendersi” quando si spegne la luce, un meccanismo inverso: l’opera emerge dal buio e ridisegna l’interno della stanza, ampliandola con nuove aperture che suggeriscono un altrove.”
Come nelle foto di “No limits” la luce ridisegna il volto delle città, così la luce contrapposta al buio apre nuove possibilità di visione.
Marina Fulgeri lavora con la fotografia e crea installazioni site specific di carattere rigoroso, quasi minimale. L’uso strutturale della luce gioca un ruolo fondamentale nel lavoro dell’artista andando a creare effetti pressoché impercettibili ma in grado di modificare la realtà originaria aprendo al visitatore visioni laterali, proiettandolo in situazioni che superano il dato oggettivo permettendogli così di spingersi oltre l’apparenza delle cose.
Marina Fulgeri nasce a Bologna nel 1978, città dove vive e lavora. Nel 2002 realizza una mostra personale nello spazio di Care of di Milano, nel 2003 espone in importanti collettive tra le quali, la Biennale di Praga, ‘Tracce di un seminario’ in Viafarini a Milano a cura di A.Vettese e G.Di Pietrantonio, Collaudi a Villa delle Rose a Bologna, Ad’A alla Rocca Sforzesca di Imola, a cura di R.Daolio. Nel 2004-2005 prende parte alla video rassegna ‘On Air, video in onda dall’Italia’.
Il progetto è costituito da una serie di fotografie in notturno. L’artista da sempre utilizza la luce come materia in grado di modificare e ridefinire lo spazio, in questo caso il lavoro si struttura attraverso il netto contrasto tra ombra e luce, operando così sul concetto visibile-non visibile. L’obbiettivo di Marina Fulgeri in ‘No Limits’ è quello di mettere in evidenza la funzione che ha la luce: far vedere solo una parte della realtà, la realtà illuminata. “Come nei lavori precedenti, il mio intervento, modellandosi direttamente sul tessuto cittadino, non fa altro che sottolineare una realtà che di notte diventa chiarissima: altre insegne colorate, altri ristoranti, altre attività commerciali, occupano ora gli antichi edifici di Parigi, Londra, Berlino, Milano, Bruxelles.” Di queste città l’artista percorre e fotografa il quartiere bengalese, pakistano, indiano, quello turco, africano e cinese. Come per i video “London, East End, May 2003” e “I Need a Change of Air” il suo sguardo si muove nel buio, sguardo e luogo esplorato stabiliscono una stretta relazione. I colori e grafi delle insegne che appartengono a culture non europee sono i segni significanti dell’osservazione, l’artista vi si sofferma mettendo così in evidenza un fenomeno sociologico che ha determinato lo sviluppo delle città in Europa a partire dai primi decenni del ‘900: la locazione nei quartieri storici delle capitali europee di persone originarie di paesi stranieri e portatori di culture non indigene.
Le cinque opere fotografiche proposte in questa mostra smarriscono i loro limiti. Inseriti in una stanza dalle pareti nere suscitano nello spettatore una sensazione di perdita dei confini sia spaziali che geografici e indicano, partendo dal titolo “No limits”, la perdita di identità della città. Commenta così l’artista: “L’annullamento dei confini geografici fa sì che questa identità storico-nazionale possa essere trapiantata e inglobata ovunque, anche in città lontane e socialmente diverse. Il dato noto a livello antropologico è che non occorre più risiedere nel proprio paese per vivere con le proprie abitudini, ripercorrere i propri usi, praticare il proprio cibo: le inglobazioni di questi usi e costumi nella nuova città urbana sono diventati uguali in tutto il mondo. Si arriverà al paradosso che non esisteranno più le città ma sono i quartieri fatti ad immagine e somiglianza delle antiche nazioni di origine. In realtà i confini delle città non esistono più, sono confini mobili, in evoluzione continua.”
“La percezione del mondo è condizionata dalla luce.” Da questo assunto Marina Fulgeri sviluppa l’istallazione “Light Dislocation”, un lavoro di luce per lo spazio dell’Arco dei Becci attraverso l’utilizzo di un materiale speciale che si carica chimicamente di luce per poi disperdere nel notturno l’energia luminosa accumulata. “Light dislocation” è una dislocazione attraverso la luce di un elemento da un luogo all’altro. La porta laterale dell’Hamburger Bahnof di Berlino è ricostruita con nastro luminescente. L’oggetto reale ha una struttura imponente che però non dà nessuna possibilità di entrata, non vi è nessuna serratura, nessuna maniglia perché la porta reale in stile neoclassico del palazzo dell’Hamburger Bahnof di Berlino è divenuta all’interno del moderno museo una porta di emergenza secondaria apribile solo dall’interno. Le linee architettoniche neoclassiche richiamano così all’ingresso negato.
Al buio la luce rivela cose che appartengono ad altri luoghi. Così Marina Fulgeri parla del suo lavoro: “Mi interessa la specificità del materiale ovvero il controsenso di “accendersi” quando si spegne la luce, un meccanismo inverso: l’opera emerge dal buio e ridisegna l’interno della stanza, ampliandola con nuove aperture che suggeriscono un altrove.”
Come nelle foto di “No limits” la luce ridisegna il volto delle città, così la luce contrapposta al buio apre nuove possibilità di visione.
Marina Fulgeri lavora con la fotografia e crea installazioni site specific di carattere rigoroso, quasi minimale. L’uso strutturale della luce gioca un ruolo fondamentale nel lavoro dell’artista andando a creare effetti pressoché impercettibili ma in grado di modificare la realtà originaria aprendo al visitatore visioni laterali, proiettandolo in situazioni che superano il dato oggettivo permettendogli così di spingersi oltre l’apparenza delle cose.
Marina Fulgeri nasce a Bologna nel 1978, città dove vive e lavora. Nel 2002 realizza una mostra personale nello spazio di Care of di Milano, nel 2003 espone in importanti collettive tra le quali, la Biennale di Praga, ‘Tracce di un seminario’ in Viafarini a Milano a cura di A.Vettese e G.Di Pietrantonio, Collaudi a Villa delle Rose a Bologna, Ad’A alla Rocca Sforzesca di Imola, a cura di R.Daolio. Nel 2004-2005 prende parte alla video rassegna ‘On Air, video in onda dall’Italia’.
04
febbraio 2006
Marina Fulgeri – No Limits / Light Dislocation
Dal 04 febbraio al 18 marzo 2006
arte contemporanea
Location
GALLERIA CONTINUA
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
San Gimignano, Via Del Castello, 11, (Siena)
Orario di apertura
dal martedì al sabato 14-19
Vernissage
4 Febbraio 2006, ore 16
Ufficio stampa
SILVIA PICHINI
Autore