The War is over è il titolo della mostra personale di Mario Bottinelli Montadon, a cura di Martina Corgnati, che verrà inaugurata Sabato 16 aprile, alle ore 18 negli spazi di Milly Pozzi Arte Contemporanea a Como.

Verranno presentati gli ultimi sei lavori dell’artista (nato a Busto Arsizio il 10 maggio 1966 – da tempo vive e lavora a Como), considerato fra le figure più interessanti delle ultime generazioni attive in ambito concettuale.
Si tratta di The war is over, quattro simulazioni fotografiche dedicate al tema, attualissimo, della guerra (The war is over = la guerra è finita), Family Empire e Venticinque aprile, due modificazioni fotografiche di grande formato, che ritornano su problematiche simili utilizzando, secondo le consuetudini operative e poetiche dell’artista, immagini fotografiche d’archivio, ampiamente storicizzate, ma “deviate” e trasformate nei contenuti e nell’impatto visivo attraverso interventi al computer, grafici e sovrapposizione di altre immagini. Fotomontaggi, insomma, realizzati però con tecniche e strumenti contemporanei.
The war is over è fondato sull’inserimento dell’immagine di soldati tedeschi in divisa su paesaggi newyorkesi e, più genericamente, americani degli anni Cinquanta. La loro atmosfera pacifica e familiare (si tratta di foto tratte da album di famiglia) è turbata a resa incongrua dalla presenza di queste figure stranianti e impossibili, che traspirano una profonda solitudine e tristezza. Forse ancora più incisivo l’inserimento dell’immagine di un bambino dal volto intento e severo, vestito a festa, sul paesaggio del lago di Como, città d’adozione dell’artista (25 aprile); e di quella di una ragazzina “truccata” da giovane islamica (la figlia dell’artista) su una sedia Luigi XV, alle cui spalle l’anziano imperatore Francesco Giuseppe guarda lontano, fuori da una finestra irrorata di luce pomeridiana, gli ultimi scorci di un mondo che sta finendo: il suo (Family Empire).
Opere sobrie, silenziose e straordinariamente commoventi, che invitano a riflettere sul senso del nostro operare nella storia, sulle tragiche minacce che, nell’incomprensione o indifferenza generale, si concentrano lungo il nostro orizzonte come nel nostro recente passato, ma anche sul valore radioso della vita e sulla speranza del futuro che i bambini incarnano.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo, edito da Milly Pozzi Arte Contemporanea, con la riproduzione di tutte le opere esposte, e il testo critico della curatrice.

Mario Bottinelli Montandon
Nato a Busto Arsizio (VA) nel 1966, vive e lavora a Como. Sposato, con tre figli.

Diploma di maturità classica (a.s. 1984/85) – Liceo Classico del Collegio Gallio, Como.
Diploma in Ricerche Pittoriche (a.a. 1988/89) – Nuova Accademia di Belle Arti, Milano, con una tesi su Joseph Beuys.

Dal 1990 espone, in Italia e all’estero, all’interno di mostre personali e collettive. Si ricorda in particolare la videoinstallazione tenuta nel 2001 al Centro per l’Arte contemporanea “Pecci” di Prato e l’opera ambientale Casacielo (2002) documentata dalla rivista “Abitare” con un ampio servizio monografico.
Tra le rassegne internazionali: Blut & Honig-Zukunft Ist Am Balkan, a cura di H. Szeemann (Klosterneuburg/Vienna, 2003) Self-portrait (Istanbul, 2002/03) All design (Zurigo, 2001)
6 Ars Aevi Rendez-Vous (Sarajevo, 2001) VIII Biennale Internazionale di Fotografia (Torino, 1999) lX Biennale d’Arte Sacra di S. Gabriele (2002) XXII Biennale di Scultura (Gubbio, 1994) Sommeratelier (Hannover, 1990) Proxima 1/2/3 (Strasburgo, Berlino, Zurigo – 1992/94/95) Finché c’è morte c’è speranza (Trevi Flash Art Museum, 1999)

Monografie:

Family - Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Bettina Della Casa, Galleria Zaion, Biella, 2003
VIA REMOTIONIS - Mario Bottinelli Montandon, di Lucrezia De Domizio Durini, Edizioni Charta, Milano, 1999
NOWHERE - Mario Bottinelli Montandon, di Lucrezia De Domizio Durini, Edizioni Carte Segrete, Roma, 1993
Mario Bottinelli Montandon, testo critico di Antonio d'Avossa, Bellreguard, 1993