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Mario Carotenuto – Notturno ’76
L’artista salernitano ha donato al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea il celebre dipinto realizzato nel 1976 e mai esposto a Salerno: si tratta di un’opera di grandi dimensioni che documenta le tensioni di un particolare momento della storia italiana
Comunicato stampa
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Sabato 17 dicembre, alle ore 19,00, presso il Salone della Conferenza del FRAC Baronissi (Convento Francescano della SS. Trinità), sarà inaugurata, unitamente alla sezione della Collezione permanente del Fondo, la mostra Mario Carotenuto Notturno ‘76.
L’artista salernitano ha donato al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea il celebre dipinto realizzato nel 1976 e mai esposto a Salerno: si tratta di un’opera di grandi dimensioni che documenta le tensioni di un particolare momento della storia italiana.
“Al centro del grande Notturno – scrive Marco Alfano nel catalogo che accompagna la mostra – , dipinto su tavola da Mario Carotenuto sul finire del 1976, appare il poeta Alfonso Gatto, morto tragicamente nel marzo di quell’anno per un incidente d’auto. Sulla sinistra, tra guardoni, prostitute, magnaccia, e alcuni testimoni misteriosi, si scorge il volto del brigatista rosso Renato Curcio, mentre sulla destra si riconoscono Prospero Gallinari e l’intenso volto di Pier Paolo Pasolini. Il momento prescelto, come rivela l’artista, è quello in cui il gruppo è investito dalla luce del faro di una pattuglia di polizia, circostanza che lascia alcuni indifferenti, altri sgomenti. Il dipinto trova origine nell’attento studio della Ronda di Notte di Rembrandt (Amsterdam, Rijksmuseum), affidandosi a “quel procedere per dotte citazioni”, per il recupero di una figurazione che costituisce una scelta di campo che scalza definitivamente altre possibilità. Al modello seicentesco – esempio, rivelò Simmel, di “ritratto collettivo” come sintesi della coscienza spirituale del proprio tempo – la trasposizione immaginativa di Carotenuto si richiama nella composizione secondo uno svolgimento per gruppi “su tre strisce orizzontali – ha osservato Massimo Bignardi –, che organizzano tre piani luminosi”, seguendo l’originale nella lettera ma marcando le differenze, mondanizzando gli elementi spirituali della luce allusiva alla divinità che sovrintende al “paesaggio” interiore del pittore olandese, trasfigurandolo cioè in narrazione di sguardi disillusi, in un “repertorio, scrive Giorgio Seveso, di drammi quotidiani e d’inauditi turbamenti che si è compiuto o sta per compiersi”, svelando un’assenza metafisica che affligge questi “abitatori della notte”. Un’umanità che si difende con quel poco che possiede: l’abbraccio caldo di una donna dal volto sentimentale, qualche amore venale, oppure serrando involti di “roba” cui legare le speranze di una vita materiale più degna”.
L’artista salernitano ha donato al Fondo Regionale d’Arte Contemporanea il celebre dipinto realizzato nel 1976 e mai esposto a Salerno: si tratta di un’opera di grandi dimensioni che documenta le tensioni di un particolare momento della storia italiana.
“Al centro del grande Notturno – scrive Marco Alfano nel catalogo che accompagna la mostra – , dipinto su tavola da Mario Carotenuto sul finire del 1976, appare il poeta Alfonso Gatto, morto tragicamente nel marzo di quell’anno per un incidente d’auto. Sulla sinistra, tra guardoni, prostitute, magnaccia, e alcuni testimoni misteriosi, si scorge il volto del brigatista rosso Renato Curcio, mentre sulla destra si riconoscono Prospero Gallinari e l’intenso volto di Pier Paolo Pasolini. Il momento prescelto, come rivela l’artista, è quello in cui il gruppo è investito dalla luce del faro di una pattuglia di polizia, circostanza che lascia alcuni indifferenti, altri sgomenti. Il dipinto trova origine nell’attento studio della Ronda di Notte di Rembrandt (Amsterdam, Rijksmuseum), affidandosi a “quel procedere per dotte citazioni”, per il recupero di una figurazione che costituisce una scelta di campo che scalza definitivamente altre possibilità. Al modello seicentesco – esempio, rivelò Simmel, di “ritratto collettivo” come sintesi della coscienza spirituale del proprio tempo – la trasposizione immaginativa di Carotenuto si richiama nella composizione secondo uno svolgimento per gruppi “su tre strisce orizzontali – ha osservato Massimo Bignardi –, che organizzano tre piani luminosi”, seguendo l’originale nella lettera ma marcando le differenze, mondanizzando gli elementi spirituali della luce allusiva alla divinità che sovrintende al “paesaggio” interiore del pittore olandese, trasfigurandolo cioè in narrazione di sguardi disillusi, in un “repertorio, scrive Giorgio Seveso, di drammi quotidiani e d’inauditi turbamenti che si è compiuto o sta per compiersi”, svelando un’assenza metafisica che affligge questi “abitatori della notte”. Un’umanità che si difende con quel poco che possiede: l’abbraccio caldo di una donna dal volto sentimentale, qualche amore venale, oppure serrando involti di “roba” cui legare le speranze di una vita materiale più degna”.
17
dicembre 2005
Mario Carotenuto – Notturno ’76
Dal 17 dicembre 2005 al 15 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
FRAC – CONVENTO FRANCESCANO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Baronissi, Via Convento, (Salerno)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì e domenica 9-12. Lunedì, giovedì e sabato 15-17
Vernissage
17 Dicembre 2005, ore 19
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