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Mario Giacomelli – Io sono nessuno
In occasione del centenario della nascita di Mario Giacomelli (Senigallia, 1925-2000) Alessia Paladini Gallery rende omaggio al grande maestro marchigiano con la mostra “Io sono nessuno”.
Comunicato stampa
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In occasione del centenario della nascita di Mario Giacomelli (Senigallia, 1925-2000) Alessia Paladini Gallery rende omaggio al grande maestro marchigiano con la mostra “Io sono nessuno”.
In esposizione, oltre alla serie completa di 14 stampe ispirata alla celebre poesia di Emily Dickinson “I am nobody (Io sono nessuno)”, una selezione di scatti iconici ad illustrare il ruolo fondamentale dell’opera di Giacomelli nella storia della fotografia: con il suo stile inconfondibile e la sua visione profondamente poetica, ha saputo trasformare il mezzo fotografico in uno strumento espressivo capace di restituire la complessità dell'esistenza umana, delle relazioni, del tempo e del paesaggio. La sua importanza risiede non solo nella forza delle sue immagini, ma anche nella sua capacità di rompere con le convenzioni dell’epoca e tracciare una via profondamente personale, quasi eretica, dentro il panorama fotografico italiano e internazionale. Nel contesto italiano, dominato per anni da una fotografia neorealista e documentaria, l’opera di Giacomelli rappresenta una rottura. La sua fotografia è soggettiva, drammatica, a tratti visionaria. Non cerca l’oggettività, ma l’intensità. In questo senso, è stato un precursore della fotografia come forma d’arte e di introspezione, aprendo la strada a una generazione di autori che hanno concepito la fotografia come mezzo espressivo e non solo testimonianza.
Nato a Senigallia nel 1925, Giacomelli si è formato in un contesto provinciale, lontano dai grandi centri culturali. Eppure, proprio questa distanza lo ha reso libero da influenze accademiche e gli ha permesso di sviluppare uno stile radicale e anticonvenzionale. Le sue fotografie, realizzate spesso con una vecchia macchina Comet e stampate con tecniche fortemente contrastate, si riconoscono subito: sono immagini grafiche, potenti, essenziali, cariche di tensione emotiva. Il paesaggio marchigiano, i corpi fragili degli anziani, i giovani seminaristi, i contadini piegati dal lavoro, ma anche i segni lasciati dall’uomo sulla terra: tutto, per Giacomelli, diventa materia poetica. Le sue serie più celebri – Scanno, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, La buona terra, Presa di coscienza sulla natura – non documentano soltanto, ma interrogano. Ogni immagine è il frutto di una visione interiore, quasi metafisica, in cui la realtà viene trasfigurata per diventare linguaggio.
La serie “Io sono nessuno, 1992/94”. Nel silenzio delle immagini in bianco e nero di Mario Giacomelli si cela un'eco potente della voce poetica di Emily Dickinson. Entrambi, pur in linguaggi diversi, condividono un’urgenza profonda: quella di dare forma all’invisibile, di parlare dell’identità negata o celata, di raccontare l’essere umano nel suo margine. I soggetti che popolano le fotografie di Giacomelli non sono mai rappresentati come “qualcuno” nel senso mondano del termine; semmai appaiono come “nessuno”: presenze fugaci, spesso isolate, colte nell’intimità o nel gesto più semplice, immersi in paesaggi essenziali e struggenti. Le sue immagini, come i versi della Dickinson, sono cariche di sottrazione. Eliminano il superfluo per restituire l’essenza.
Giacomelli, come Dickinson, trova nella marginalità una forma di resistenza e nella semplicità una verità profonda. I suoi paesaggi scarni e grafici, incisi dalla luce e dall’ombra, sono luoghi mentali prima ancora che geografici. Non sono sfondi, ma stati d’animo. In questa cornice, il “nessuno” della Dickinson prende corpo: è colui che esiste nella discrezione, che osserva senza voler essere visto, che vive ai bordi, lontano dal clamore.
Una poetica del silenzio e della sottrazione. Entrambi ci insegnano che l’identità più autentica si manifesta quando non ha bisogno di dichiararsi, quando riesce a parlare con voce sommessa, ma persistente. Quando, appunto, è nessuno.
Note biografiche:
Mario Giacomelli nasce a Senigallia nel 1925. Rimasto orfano del padre, trascorre un’infanzia piuttosto difficile, che lo porta a lavorare già in giovane età per offrire un contributo economico alla famiglia. Durante l’adolescenza inizia a lavorare in una tipografia, rimane affascinato dal lavoro, e ben presto decide di aprirne una di sua proprietà.
Nel 1952 acquista la sua prima macchina fotografica, una Comet, e scatta la sua prima immagine, “L’approdo”. Da allora, fotografo non professionista per scelta, si dedica alla creazione delle sue intense serie fotografiche: la vita d’ospizio, i paesaggi, Scanno, il mondo contadino.
L’incontro con Giuseppe Cavalli, avvocato, critico e fotografo minimalista molto influente, rappresenta una svolta nella sua carriera artistica. Cavalli ne intuisce le grandi potenzialità e decide di seguirlo nel suo percorso fotografico accogliendolo nell’Associazione fotografica MISA nel 1953. Dal 1955 viene celebrato dall’allora direttore della fotografia del MoMa di New York John Szarkowski e comincia a ottenere riconoscimenti e a esporre in Italia e all’estero. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Muore a Senigallia nel 2000.
Quasi impossibile elencare tutte le mostre che hanno consacrato il talento di Mario Giacomelli.
Ricordiamo “Mario Giacomelli: Fotografie” – Museum of Modern Art (MoMA), New York (1964); “Mario Giacomelli: Photographs” (1970) SFMOMA San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco, California (US), “The Land” - V&A Victoria and Albert Museum, Londra (1975); “From Nature to Art, from Art to Nature”, La Biennale di Venezia ‘78, Settore arti visive e architettura, Venezia (1978); “Mario Giacomelli” – Palazzo delle Esposizioni, Roma (1980); XV Rencontres Internationales de la Photographie, Salle Capitulaire, Arles (1984); “Mario Giacomelli”, Palais de Tokyo, Parigi (1984); “Celebrate ICP’s 14th Anniversary. Master Photographs from the Photography in the Fine Arts Exhibitions, 1959-1967”, ICP International Center of Photography, New York“ (1988); “Masters of Light”, Museum Ludwig Koln, Colonia, Germania (1990); “Mario Giacomelli. Retrospective”, FOMU Fotomuseum provincie Antwerpen, Anversa (1992); “Mario Giacomelli”, Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, Torino (1992); “Immagini italiane”, Peggy Guggenheim Collection, Venezia (1993); “Mario Giacomelli. La grande rétrospective”, Musée de l’Elysée, Lausanne (1993); “The italian metamorphosis. 1943-1968”, Guggenheim Museum New York (1994); “Mario Giacomelli”, GAM Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1994); “Fotografias de Mario Giacomelli”, Palacio de Bellas Artes Museo de Artes Decorativas, Castillo de la Real Fuerza, Havana, Cuba (1994); “L’io e il suo doppio, un secolo di ritratto fotografico in Italia. 1885-1995”, 46esima Biennale di Venezia (1995); “Mario Giacomelli – Fotografien 1954-1995”, Museum Ludwig Koln, Colonia (1995); “Io sono nessuno”Istituto italiano d’Arte, Louvre, Pargi (1998); “Mario Giacomelli. Bando”, XXVII Biennale di Alatri di Arte Contemporanea, Alatri (1999); “Mario Giacomelli”, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2001); “Les choix d’Henri Cartier-Bresson”, Fondation Henri Cartier-Bresson, Parigi (2003); “Mario Giacomelli. A retrospective”, Museum of Photographic Arts, El Prado Balboa Park, San Diego, California (2003); “Mario Giacomelli. Vita del pittore Bastari”, Museo di Capodimonte, Napoli (2003); “Mario Giacomelli. Métamorphoses”, Bibliothèque Nationale de France, Parigi (2005); “Mario Giacomelli”, MOPS The Museum of Photography, Seoul (2005); “Mario Giacomelli. Retrospektivt”, Fotografisk Center, Copenhagen (2005); “Mario Giacomelli. Italia, 1925-2000”, MNBA Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires (2007); “Mario Giacomelli. Photographies. 1953-1990”, MAMM Multimedia Art Museum, Mosca (2008); “Mario Giacomelli”, Tokyo Photographic Art Museum, Tokyo (2008); “Mario Giacomelli”, Tokyo Photographic Art Museum, Tokyo (2008); “Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco”, Fondazione Forma per la Fotografia, Milano (2009); “Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco”, Les Rencontres de la Photographie Arles (2010); “Mario Giacomelli. Un maestro della fotografia del Novecento”, Palazzo Ducale, Genova (2012); “Mario Giacomelli. The Black is Waiting for the White”, Tokyo Metropolitan Museum of Photography, Tokyo (2013); Mario Giacomelli. Il tempo della terra” – Fondazione MAST, Bologna (2018); “Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco” – MAXXI, Roma (2021); “Mario Giacomelli: Figure/Ground” Getty Center, Los Angeles, California (2021); “Mario Giacomelli. Questo ricordo lo vorrei raccontare”,MUFOCO Cinisello Balsamo, Mi (2024); “Nella Camera Oscura di Giacomelli”, Palazzo del Duca, Senigallia (2024); Palazzo delle Esposizioni, Roma (2025); Palazzo Reale, Milano (2025).
Collezioni (selezione)
ITALIA
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma MuFoCo Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo, Milano Fondazione 3M, Milano Castello di Rivoli, Torino CRT Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, Torino GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Torino CRAF, Spilimbergo (PN) Città di Lonato del Garda, Lonato (BS) Fondazione Modena Arti Visive, Modena CSAC Centro Studi e Archivio delle Comunicazioni Università di Parma, Parma Musinf, Senigallia (AN) Galleria d’Arte Moderna e della Resistenza, Empoli
FRANCIA
Bibliothèque Nationale de France, Parigi MEP Maison Européenne de la Photographie, Parigi Musée Nicéphore Niépce, Chalon-sur-Saône Le Château d’Eau, Tolosa 49 NORD 6 EST – Frac Lorraine, Metz Musée Réattu Musée des beaux-arts d’Arles, Arles
SVIZZERA
Musée de l’Elysée, Losanna Fotostiftung Schweiz, Winterthur (Zurigo)
AUSTRIA
WestLicht Museum, Vienna
REGNO UNITO
Victoria and Albert Museum, Londra School of Art, Aberystwyth University, Aberystwyth, Ceredigion, Galles
IRLANDA
IMMA Irish Museum of Modern Art, Dublino
RUSSIA
The Pushkin State Museum of Fine Arts, Mosca
STATI UNITI
MoMA Museum of Modern Art, New York MET The Metropolitan Museum of Art, New York Brooklyn Museum, Brooklyn, New York Visual Studies Workshops, Rochester, New York Museum of Photography George Eastman House, Rochester, New York
LACMA Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles, California J. Paul Getty Museum, Los Angeles, California SFMOMA San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco, California MOPA Museum of Photographic Arts, San Diego, California SBMA Santa Barbara Museum of Art, Santa Barbara, California National Gallery of Art, Washington D.C. Princeton University Art Museum, Princeton, New Jersey MFA H The Museum of Fine Art, Houston, Texas Philadelphia Museum of Art, Philadelphia, Pennsylvania Yale University Art Gallery, New Haven, Connecticut MFA Museum of Fine Arts, Boston, Massachusetts The Cleveland Museum of Art, Cleveland, Ohio High Museum of Art, Atlanta, Georgia Portland Museum of Art, Portland, Maine Bowdoin College Museum of Art, Brunswick, Maine Art Institute Chicago, Chicago, Illinois MoCP Museum of Contemporary Photography, Columbia College, Chicago, Illinois The Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, Missouri Minneapolis Institute of Art, Minneapolis, Minnesota Nasher Museum of Art at Duke University, Durham, North Carolina Davis Museum | Wellesley College, Wellesley, Massachusetts RISD Museum, Providence, Rhode Island
CANADA
National Gallery of Canada, Ottawa MAC Musée d’art contemporain de Montréal, Montréal The Image Centre, Toronto
AUSTRALIA
Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art (QAGOMA), Brisbane National Gallery of Australia, Canberra NGV The National Gallery of Victoria, Melbourne
GIAPPONE
Tokyo Metropolitant Museum of Photography, Tokyo Yokohama Museum of Art, Yokohama, Kanagawa
COREA DEL SUD
The Museum of Photography, Seoul
In esposizione, oltre alla serie completa di 14 stampe ispirata alla celebre poesia di Emily Dickinson “I am nobody (Io sono nessuno)”, una selezione di scatti iconici ad illustrare il ruolo fondamentale dell’opera di Giacomelli nella storia della fotografia: con il suo stile inconfondibile e la sua visione profondamente poetica, ha saputo trasformare il mezzo fotografico in uno strumento espressivo capace di restituire la complessità dell'esistenza umana, delle relazioni, del tempo e del paesaggio. La sua importanza risiede non solo nella forza delle sue immagini, ma anche nella sua capacità di rompere con le convenzioni dell’epoca e tracciare una via profondamente personale, quasi eretica, dentro il panorama fotografico italiano e internazionale. Nel contesto italiano, dominato per anni da una fotografia neorealista e documentaria, l’opera di Giacomelli rappresenta una rottura. La sua fotografia è soggettiva, drammatica, a tratti visionaria. Non cerca l’oggettività, ma l’intensità. In questo senso, è stato un precursore della fotografia come forma d’arte e di introspezione, aprendo la strada a una generazione di autori che hanno concepito la fotografia come mezzo espressivo e non solo testimonianza.
Nato a Senigallia nel 1925, Giacomelli si è formato in un contesto provinciale, lontano dai grandi centri culturali. Eppure, proprio questa distanza lo ha reso libero da influenze accademiche e gli ha permesso di sviluppare uno stile radicale e anticonvenzionale. Le sue fotografie, realizzate spesso con una vecchia macchina Comet e stampate con tecniche fortemente contrastate, si riconoscono subito: sono immagini grafiche, potenti, essenziali, cariche di tensione emotiva. Il paesaggio marchigiano, i corpi fragili degli anziani, i giovani seminaristi, i contadini piegati dal lavoro, ma anche i segni lasciati dall’uomo sulla terra: tutto, per Giacomelli, diventa materia poetica. Le sue serie più celebri – Scanno, Io non ho mani che mi accarezzino il volto, La buona terra, Presa di coscienza sulla natura – non documentano soltanto, ma interrogano. Ogni immagine è il frutto di una visione interiore, quasi metafisica, in cui la realtà viene trasfigurata per diventare linguaggio.
La serie “Io sono nessuno, 1992/94”. Nel silenzio delle immagini in bianco e nero di Mario Giacomelli si cela un'eco potente della voce poetica di Emily Dickinson. Entrambi, pur in linguaggi diversi, condividono un’urgenza profonda: quella di dare forma all’invisibile, di parlare dell’identità negata o celata, di raccontare l’essere umano nel suo margine. I soggetti che popolano le fotografie di Giacomelli non sono mai rappresentati come “qualcuno” nel senso mondano del termine; semmai appaiono come “nessuno”: presenze fugaci, spesso isolate, colte nell’intimità o nel gesto più semplice, immersi in paesaggi essenziali e struggenti. Le sue immagini, come i versi della Dickinson, sono cariche di sottrazione. Eliminano il superfluo per restituire l’essenza.
Giacomelli, come Dickinson, trova nella marginalità una forma di resistenza e nella semplicità una verità profonda. I suoi paesaggi scarni e grafici, incisi dalla luce e dall’ombra, sono luoghi mentali prima ancora che geografici. Non sono sfondi, ma stati d’animo. In questa cornice, il “nessuno” della Dickinson prende corpo: è colui che esiste nella discrezione, che osserva senza voler essere visto, che vive ai bordi, lontano dal clamore.
Una poetica del silenzio e della sottrazione. Entrambi ci insegnano che l’identità più autentica si manifesta quando non ha bisogno di dichiararsi, quando riesce a parlare con voce sommessa, ma persistente. Quando, appunto, è nessuno.
Note biografiche:
Mario Giacomelli nasce a Senigallia nel 1925. Rimasto orfano del padre, trascorre un’infanzia piuttosto difficile, che lo porta a lavorare già in giovane età per offrire un contributo economico alla famiglia. Durante l’adolescenza inizia a lavorare in una tipografia, rimane affascinato dal lavoro, e ben presto decide di aprirne una di sua proprietà.
Nel 1952 acquista la sua prima macchina fotografica, una Comet, e scatta la sua prima immagine, “L’approdo”. Da allora, fotografo non professionista per scelta, si dedica alla creazione delle sue intense serie fotografiche: la vita d’ospizio, i paesaggi, Scanno, il mondo contadino.
L’incontro con Giuseppe Cavalli, avvocato, critico e fotografo minimalista molto influente, rappresenta una svolta nella sua carriera artistica. Cavalli ne intuisce le grandi potenzialità e decide di seguirlo nel suo percorso fotografico accogliendolo nell’Associazione fotografica MISA nel 1953. Dal 1955 viene celebrato dall’allora direttore della fotografia del MoMa di New York John Szarkowski e comincia a ottenere riconoscimenti e a esporre in Italia e all’estero. Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo. Muore a Senigallia nel 2000.
Quasi impossibile elencare tutte le mostre che hanno consacrato il talento di Mario Giacomelli.
Ricordiamo “Mario Giacomelli: Fotografie” – Museum of Modern Art (MoMA), New York (1964); “Mario Giacomelli: Photographs” (1970) SFMOMA San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco, California (US), “The Land” - V&A Victoria and Albert Museum, Londra (1975); “From Nature to Art, from Art to Nature”, La Biennale di Venezia ‘78, Settore arti visive e architettura, Venezia (1978); “Mario Giacomelli” – Palazzo delle Esposizioni, Roma (1980); XV Rencontres Internationales de la Photographie, Salle Capitulaire, Arles (1984); “Mario Giacomelli”, Palais de Tokyo, Parigi (1984); “Celebrate ICP’s 14th Anniversary. Master Photographs from the Photography in the Fine Arts Exhibitions, 1959-1967”, ICP International Center of Photography, New York“ (1988); “Masters of Light”, Museum Ludwig Koln, Colonia, Germania (1990); “Mario Giacomelli. Retrospective”, FOMU Fotomuseum provincie Antwerpen, Anversa (1992); “Mario Giacomelli”, Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea, Torino (1992); “Immagini italiane”, Peggy Guggenheim Collection, Venezia (1993); “Mario Giacomelli. La grande rétrospective”, Musée de l’Elysée, Lausanne (1993); “The italian metamorphosis. 1943-1968”, Guggenheim Museum New York (1994); “Mario Giacomelli”, GAM Galleria d’Arte Moderna, Bologna (1994); “Fotografias de Mario Giacomelli”, Palacio de Bellas Artes Museo de Artes Decorativas, Castillo de la Real Fuerza, Havana, Cuba (1994); “L’io e il suo doppio, un secolo di ritratto fotografico in Italia. 1885-1995”, 46esima Biennale di Venezia (1995); “Mario Giacomelli – Fotografien 1954-1995”, Museum Ludwig Koln, Colonia (1995); “Io sono nessuno”Istituto italiano d’Arte, Louvre, Pargi (1998); “Mario Giacomelli. Bando”, XXVII Biennale di Alatri di Arte Contemporanea, Alatri (1999); “Mario Giacomelli”, Palazzo delle Esposizioni, Roma (2001); “Les choix d’Henri Cartier-Bresson”, Fondation Henri Cartier-Bresson, Parigi (2003); “Mario Giacomelli. A retrospective”, Museum of Photographic Arts, El Prado Balboa Park, San Diego, California (2003); “Mario Giacomelli. Vita del pittore Bastari”, Museo di Capodimonte, Napoli (2003); “Mario Giacomelli. Métamorphoses”, Bibliothèque Nationale de France, Parigi (2005); “Mario Giacomelli”, MOPS The Museum of Photography, Seoul (2005); “Mario Giacomelli. Retrospektivt”, Fotografisk Center, Copenhagen (2005); “Mario Giacomelli. Italia, 1925-2000”, MNBA Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires (2007); “Mario Giacomelli. Photographies. 1953-1990”, MAMM Multimedia Art Museum, Mosca (2008); “Mario Giacomelli”, Tokyo Photographic Art Museum, Tokyo (2008); “Mario Giacomelli”, Tokyo Photographic Art Museum, Tokyo (2008); “Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco”, Fondazione Forma per la Fotografia, Milano (2009); “Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco”, Les Rencontres de la Photographie Arles (2010); “Mario Giacomelli. Un maestro della fotografia del Novecento”, Palazzo Ducale, Genova (2012); “Mario Giacomelli. The Black is Waiting for the White”, Tokyo Metropolitan Museum of Photography, Tokyo (2013); Mario Giacomelli. Il tempo della terra” – Fondazione MAST, Bologna (2018); “Mario Giacomelli. La figura nera aspetta il bianco” – MAXXI, Roma (2021); “Mario Giacomelli: Figure/Ground” Getty Center, Los Angeles, California (2021); “Mario Giacomelli. Questo ricordo lo vorrei raccontare”,MUFOCO Cinisello Balsamo, Mi (2024); “Nella Camera Oscura di Giacomelli”, Palazzo del Duca, Senigallia (2024); Palazzo delle Esposizioni, Roma (2025); Palazzo Reale, Milano (2025).
Collezioni (selezione)
ITALIA
MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma MuFoCo Fondazione Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo, Milano Fondazione 3M, Milano Castello di Rivoli, Torino CRT Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea, Torino GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea Torino CRAF, Spilimbergo (PN) Città di Lonato del Garda, Lonato (BS) Fondazione Modena Arti Visive, Modena CSAC Centro Studi e Archivio delle Comunicazioni Università di Parma, Parma Musinf, Senigallia (AN) Galleria d’Arte Moderna e della Resistenza, Empoli
FRANCIA
Bibliothèque Nationale de France, Parigi MEP Maison Européenne de la Photographie, Parigi Musée Nicéphore Niépce, Chalon-sur-Saône Le Château d’Eau, Tolosa 49 NORD 6 EST – Frac Lorraine, Metz Musée Réattu Musée des beaux-arts d’Arles, Arles
SVIZZERA
Musée de l’Elysée, Losanna Fotostiftung Schweiz, Winterthur (Zurigo)
AUSTRIA
WestLicht Museum, Vienna
REGNO UNITO
Victoria and Albert Museum, Londra School of Art, Aberystwyth University, Aberystwyth, Ceredigion, Galles
IRLANDA
IMMA Irish Museum of Modern Art, Dublino
RUSSIA
The Pushkin State Museum of Fine Arts, Mosca
STATI UNITI
MoMA Museum of Modern Art, New York MET The Metropolitan Museum of Art, New York Brooklyn Museum, Brooklyn, New York Visual Studies Workshops, Rochester, New York Museum of Photography George Eastman House, Rochester, New York
LACMA Los Angeles County Museum of Art, Los Angeles, California J. Paul Getty Museum, Los Angeles, California SFMOMA San Francisco Museum of Modern Art, San Francisco, California MOPA Museum of Photographic Arts, San Diego, California SBMA Santa Barbara Museum of Art, Santa Barbara, California National Gallery of Art, Washington D.C. Princeton University Art Museum, Princeton, New Jersey MFA H The Museum of Fine Art, Houston, Texas Philadelphia Museum of Art, Philadelphia, Pennsylvania Yale University Art Gallery, New Haven, Connecticut MFA Museum of Fine Arts, Boston, Massachusetts The Cleveland Museum of Art, Cleveland, Ohio High Museum of Art, Atlanta, Georgia Portland Museum of Art, Portland, Maine Bowdoin College Museum of Art, Brunswick, Maine Art Institute Chicago, Chicago, Illinois MoCP Museum of Contemporary Photography, Columbia College, Chicago, Illinois The Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, Missouri Minneapolis Institute of Art, Minneapolis, Minnesota Nasher Museum of Art at Duke University, Durham, North Carolina Davis Museum | Wellesley College, Wellesley, Massachusetts RISD Museum, Providence, Rhode Island
CANADA
National Gallery of Canada, Ottawa MAC Musée d’art contemporain de Montréal, Montréal The Image Centre, Toronto
AUSTRALIA
Queensland Art Gallery | Gallery of Modern Art (QAGOMA), Brisbane National Gallery of Australia, Canberra NGV The National Gallery of Victoria, Melbourne
GIAPPONE
Tokyo Metropolitant Museum of Photography, Tokyo Yokohama Museum of Art, Yokohama, Kanagawa
COREA DEL SUD
The Museum of Photography, Seoul
29
maggio 2025
Mario Giacomelli – Io sono nessuno
Dal 29 maggio al 12 settembre 2025
fotografia
Location
Alessia Paladini Gallery
Milano, Via Pietro Maroncelli, 11, (MI)
Milano, Via Pietro Maroncelli, 11, (MI)
Orario di apertura
Orario estivo: da martedì a venerdì ore 11-14 e 16-19.
Sabato e lunedì su appuntamento
Vernissage
29 Maggio 2025, Ore 18-21
Sito web
Autore
Curatore










