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Mario Salvo
Il 4 settembre la Galleria “Cassiopea” saluterà il suo pubblico con un evento eccezionale: la personale del “Maestro della spatola”, Mario Salvo, che siglerà la riapertura dell’attività artistica dopo la pausa estiva.
Comunicato stampa
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L'esposizione vede protagoniste una serie di pitture emblematiche della poetica dell'artista, tutta giocata su una sapiente selezione cromatica ed una incisività espressività.
Una nuova occasione questa per ammirare la pittura accattivante di Salvo, sviluppatasolo apparentemente secondo i canoni classici poichè egli traduce, in un personale riscontro, i limiti del segno mediante soluzioni stilistiche di più ampio respiro. Le sue figurazioni infatti, vissute nell'intensità delle emozioni, raccontano in modo suadente una natura fortemente vissuta e narrata con cromatismi a contrasto e che spazia dalle calde tonalità dei sentieri in lontananza, allo splendore di solitari scogli, fino al suggestivo viottolo della periferia di Acquapendente.
L'eccezionalità della pittura di Salvo è proprio nella fusione osmotica del colore che si fa forma e parafrasando Kandisky, ampliando all'infinito le possibilità di cominazioni forma-colore, il pittore interpreta le istanze più profonde della sua spiritualità.
Manca in lui lo sviluppo di un segno primordiale e, alla maniera di Cézanne, invece di variare i toni dei colori a secondo delle luci e delle ombre, Mario Salvo varia i colori stessi ed il risultato non è una fedele adesione al vero ma una libera interpretazione dove il getto cromatico e la sapiente spatolata determinano un contesto pittorico che rimanda a valenze superiori, intese come effettivo nucleo setetico delle sue opere.
Una nuova occasione questa per ammirare la pittura accattivante di Salvo, sviluppatasolo apparentemente secondo i canoni classici poichè egli traduce, in un personale riscontro, i limiti del segno mediante soluzioni stilistiche di più ampio respiro. Le sue figurazioni infatti, vissute nell'intensità delle emozioni, raccontano in modo suadente una natura fortemente vissuta e narrata con cromatismi a contrasto e che spazia dalle calde tonalità dei sentieri in lontananza, allo splendore di solitari scogli, fino al suggestivo viottolo della periferia di Acquapendente.
L'eccezionalità della pittura di Salvo è proprio nella fusione osmotica del colore che si fa forma e parafrasando Kandisky, ampliando all'infinito le possibilità di cominazioni forma-colore, il pittore interpreta le istanze più profonde della sua spiritualità.
Manca in lui lo sviluppo di un segno primordiale e, alla maniera di Cézanne, invece di variare i toni dei colori a secondo delle luci e delle ombre, Mario Salvo varia i colori stessi ed il risultato non è una fedele adesione al vero ma una libera interpretazione dove il getto cromatico e la sapiente spatolata determinano un contesto pittorico che rimanda a valenze superiori, intese come effettivo nucleo setetico delle sue opere.



