Il genio di Mario Schifano (1934 – 1998) ebbe la prima rivelazione pubblica al Premio Lissone 1961, nel pieno del fervido passaggio generazionale che segnava l’esaurirsi dell’informale e l’affermarsi di tendenze come la Pop e l’Arte programmata. A quella edizione risale l’acquisizione dello straordinario monocromo giallo, uno dei capolavori assoluti dell’artista, che figura ora nella collezione del museo.
L’opera di Schifano torna ora a Lissone, con una mostra che ne documenta uno degli aspetti operativi di maggior interesse e suggestione: il lavoro di ripresa fotografica e di manipolazione pittorica di immagini assunte dall’universo televisivo, un viaggio condotto sempre il parallelo con l’attività pittorica più conosciuta.
La mostra, realizzata in collaborazione con la Fondazione Mario Schifano, presenta una scelta di circa
100 opere, tutte provenienti da una primaria collezione privata milanese.
“Schifano cattura, scatto dopo scatto, con imperfetta meraviglia, immagini non al mondo, ma a ciò che il mondo vede di se stesso, nella presunzione insensata di raccontarsi ancora, di intessere le trame del senso.
Le immagini sono ora di fronte a lui, fissate in una esemplarità solo di convenzione, in una presunzione disperata di senso. Inizia qui il processo di più complessa, e controversa, appropriazione ed espansione da parte dell’artista.
L’intervento pittorico è brusco e veloce, reattivamente immediato alla sollecitazione iconografica”.
Così Flaminio Gualdoni nel saggio che introduce il catalogo edito per l’occasione dal museo, nel quale sono riprodotte tutte le opere esposte.

Saranno attivate visite guidate per gruppi su prenotazione.