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Marta Mancini – Rarefatta
Una selezione fra i dipinti recenti della artista astratta Marta Mancini. Opere di piccolo e medio formato.
Comunicato stampa
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Il titolo della mostra personale di Marta Mancini allestita alla Stanza 251 - “Rarefatta” - assolve molto bene il compito di introdurre lo spettatore ad una pittura di elaboratissima semplicità ed innocenza.
Se le strutture visive create da questa artista possono sembrare a prima vista improntate ad un vocabolario espressivo ridotto, questa originaria semplicità finisce per moltiplicarsi e rigenerarsi da un'opera all'altra in forme sottilmente differenti, generando un potente palinsesto di delicati rimandi ed emotive variazioni.
Ripetendo gesti fluidi- meditati molto a lungo in un limpido spazio mentale prima della loro esecuzione materiale - una serie di paesaggi astratti in forma di linea di orizzonte (tutti assai coerenti dentro un principio di serialità imperfetta) vengono tracciati con eleganza e concentrazione. Si tratta di scenari che presentano importanti variazioni nel colore e nella qualità delle vibrazioni prodotte dalla pennellata. La costruzione all'interno dello spazio della tela contiene volumetrie intrise di foschia che si sviluppano per contrasto di blocchi variabili: ora leggeri - come inserti di un cielo opaco - altre volte più pesanti, perché gravati dal movimento di fitte ondulazioni.
Questi dipinti sono il risultato di fondamentali operazioni eseguite senza possibili pentimenti, di conseguenza ogni dettaglio deve inserirsi dentro la figura complessiva in un modo assolutamente adeguato, perché è solo attraverso poche e definitive azioni che si realizza l'immagine finale.
Morbide linee delimitano margini attraversano i panorami evocati, creando un doppio effetto: movimenti di materie cromatiche in scorrimento si confrontano con impalpabili spazi di grande densità. Le opere di Marta Mancini ospitano questa dualità tra movimento ed immobilità con delicatezza e parsimonia. Ovunque regna un principio di sobrietà: l'utilizzo di minimi mezzi espressivi per ottenere un risultato emozionante.
Mi pongo una domanda guardando questi dipinti: sono silenziosi o rumorosi ? Credo che custodiscano una cifra segreta. Sono dispositivi che permettono di visualizzare il silenzio. Davanti a questi paesaggi romantici sembra che le nostre facoltà visive siano acuite, ma anche, paradossalmente, sembra di riuscire ad ascoltare meglio. E cosa ascoltiamo? Un silenzio declinato in molte specifiche caratteristiche: corposo, lieve, vibrante, avvolgente. Un riferimento musicale per questo tipo di pittura potrebbe essere l'ambient music di Brian Eno. Non mi pare fuori luogo definire quella di Marta Mancini come una pittura d'ambiente, quindi atmosferica, vaporosa, attraversata da fremiti ed increspature che costruiscono una finissima tessitura. La sua è una disciplina pittorica tanto più efficace quanto meno prepotente risulta sul piano visivo: minore il numero degli elementi in gioco, più convincente è il suo fascino. Il gesto di questa artista tende a purificare la visione da indesiderabili scorie. La presenza dei dettagli sovrani illumina la figura complessiva e determina linee di confine delicate e definitive.
Stefano Loria
Se le strutture visive create da questa artista possono sembrare a prima vista improntate ad un vocabolario espressivo ridotto, questa originaria semplicità finisce per moltiplicarsi e rigenerarsi da un'opera all'altra in forme sottilmente differenti, generando un potente palinsesto di delicati rimandi ed emotive variazioni.
Ripetendo gesti fluidi- meditati molto a lungo in un limpido spazio mentale prima della loro esecuzione materiale - una serie di paesaggi astratti in forma di linea di orizzonte (tutti assai coerenti dentro un principio di serialità imperfetta) vengono tracciati con eleganza e concentrazione. Si tratta di scenari che presentano importanti variazioni nel colore e nella qualità delle vibrazioni prodotte dalla pennellata. La costruzione all'interno dello spazio della tela contiene volumetrie intrise di foschia che si sviluppano per contrasto di blocchi variabili: ora leggeri - come inserti di un cielo opaco - altre volte più pesanti, perché gravati dal movimento di fitte ondulazioni.
Questi dipinti sono il risultato di fondamentali operazioni eseguite senza possibili pentimenti, di conseguenza ogni dettaglio deve inserirsi dentro la figura complessiva in un modo assolutamente adeguato, perché è solo attraverso poche e definitive azioni che si realizza l'immagine finale.
Morbide linee delimitano margini attraversano i panorami evocati, creando un doppio effetto: movimenti di materie cromatiche in scorrimento si confrontano con impalpabili spazi di grande densità. Le opere di Marta Mancini ospitano questa dualità tra movimento ed immobilità con delicatezza e parsimonia. Ovunque regna un principio di sobrietà: l'utilizzo di minimi mezzi espressivi per ottenere un risultato emozionante.
Mi pongo una domanda guardando questi dipinti: sono silenziosi o rumorosi ? Credo che custodiscano una cifra segreta. Sono dispositivi che permettono di visualizzare il silenzio. Davanti a questi paesaggi romantici sembra che le nostre facoltà visive siano acuite, ma anche, paradossalmente, sembra di riuscire ad ascoltare meglio. E cosa ascoltiamo? Un silenzio declinato in molte specifiche caratteristiche: corposo, lieve, vibrante, avvolgente. Un riferimento musicale per questo tipo di pittura potrebbe essere l'ambient music di Brian Eno. Non mi pare fuori luogo definire quella di Marta Mancini come una pittura d'ambiente, quindi atmosferica, vaporosa, attraversata da fremiti ed increspature che costruiscono una finissima tessitura. La sua è una disciplina pittorica tanto più efficace quanto meno prepotente risulta sul piano visivo: minore il numero degli elementi in gioco, più convincente è il suo fascino. Il gesto di questa artista tende a purificare la visione da indesiderabili scorie. La presenza dei dettagli sovrani illumina la figura complessiva e determina linee di confine delicate e definitive.
Stefano Loria
08
novembre 2025
Marta Mancini – Rarefatta
Dall'otto novembre al 13 dicembre 2025
arte contemporanea
Location
Stanza 251
Firenze, Via del Drago D'Oro, 4r, (FI)
Firenze, Via del Drago D'Oro, 4r, (FI)
Orario di apertura
da Lunedì a Sabato ore 16:00 - 19:30
Vernissage
8 Novembre 2025, 18:00 - 20:30
Autore







