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Memoir of a needle
Palo Gallery (New York) è lieta di presentare Memoir of a Needle, una mostra di nuove opere tessili dell’artista Roberto Maria Lino. Con 14 nuove opere e un’installazione, questa esposizione rappresenta un momento fondamentale nella carriera di Lino, segnando il suo debutto negli Stati Uniti.
Comunicato stampa
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Palo Gallery (New York) è lieta di presentare Memoir of a Needle, una mostra di nuove opere tessili dell’artista italiano Roberto Maria Lino, dal 26 giugno all’8 agosto 2025. Composta da 14 nuove opere e un’installazione, questa esposizione rappresenta un momento fondamentale nella carriera di Lino, segnando il suo debutto negli Stati Uniti. Il gruppo di lavori comprende opere provenienti da tre serie differenti: Sutura, Spolia e Red Monochromes, le ultime due presentate per la prima volta.
Biografia dell’artista
Roberto Maria Lino (n. 1996, Napoli) vive e lavora a Roma, dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti. Concentrandosi sul corpo umano e sulle storie della medicina e dell’industria, Lino intreccia astrazioni multimediali che indagano trauma, guarigione e fragilità dell’esperienza umana. Fin da bambino, a partire dai quattro anni, ha accompagnato il padre, cardiochirurgo napoletano, in sala operatoria per assistere a interventi a cuore aperto. Questa esposizione unica ha profondamente influenzato la sua esplorazione tematica del corpo umano.
La materialità del lavoro di Lino è tanto potente quanto le narrazioni che costruisce. Riutilizzando indumenti medici e oggetti ospedalieri, ridà vita ai residui della medicina, aprendo un dialogo sulla sua mercificazione. Questa integrazione di materiali riciclati solleva interrogativi sul ciclo di vita degli ospedali e sull’impatto della medicina industrializzata. In ogni Sutura, Lino dischiude un paesaggio corporeo: linee rosse, simili a vene o arterie, attraversano la tela neutra, evocando il sistema cardiovascolare umano. Il contrasto tra il rosso vivido e il bianco sterile richiama l’intensità vitale che scorre attraverso l’ambiente clinico e impersonale della cura medica.
Lino ha ricevuto borse di residenza in Italia e Germania. Le sue opere sono state esposte in istituzioni come Palazzo Strozzi a Firenze, Fondazione107 a Torino e Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia. Nel 2024 ha vinto il Premio Internazionale Generazione Contemporanea, esponendo alla Fondazione Nicola del Roscio a Roma e consolidando la sua presenza sulla scena artistica contemporanea italiana.
Il titolo della mostra racchiude il carattere profondamente autobiografico e intimo della pratica di Lino – un racconto che si dipana lungo i fili della propria esperienza vissuta. Concentrandosi sul corpo umano e le sue complesse relazioni con la medicina e l’industria, Lino intreccia tessuti multimediali su tela che esplorano temi di memoria, tradizione e trauma. L’infanzia vissuta in sala operatoria ha forgiato una relazione unica con la fragilità del corpo e con gli interventi chirurgici che lo preservano, dando vita ai temi che attraversano queste nuove opere, calde e viscerali.
Il termine sutura, dal latino, rimanda sia all’atto medico del cucire ferite che all’artigianato femminile del cucito. Le trame cucite in ogni Sutura ricordano le cicatrici lasciate sulla carne e nella psiche, simbolizzando ferite personali e collettive inflitte da sistemi che possono essere tanto curativi quanto dannosi. È un doppio riferimento che racchiude la poetica di Lino: una riconciliazione tra le dimensioni interiori del maschile e del femminile, tramite un gesto meditativo e ripetitivo. La modalità con cui i materiali sono stratificati e cuciti riflette la precisione delicata e salvifica della cardiochirurgia. Le cuciture e sovrapposizioni suggeriscono un processo di riparazione e guarigione, ma anche un approccio frammentario alla cura, dove le falle e sovrapposizioni del sistema lasciano tracce visibili sul corpo e sul mondo da cui trae risorse. I fili rossi diventano metafora visiva del sangue, simbolo universale di passione, dolore e connessione umana.
In un’opera site-specific, scampoli delle divise chirurgiche del padre e indumenti personali dell’artista sono cuciti insieme con il filo appartenuto alla madre, legando memoria generazionale ed eredità familiare in una composizione tattile. Il risultato è una mappa emotiva verticale, dove fili rossi sottili attraversano strati di tessuto come capillari. Gocce seducenti di rosso e cuciture in rilievo riecheggiano l’astrazione pittorica e le forme anatomiche, donando all’opera una straordinaria forza psicologica.
Utilizzando lo stesso ago per tutte le opere, la serie Spolia è composta esclusivamente da tessuti bianchi provenienti da corredi antichi e capi personali. Il termine latino spolia si riferisce a materiali recuperati dal passato e rigenerati. I Red Monochromes sono invece realizzati con tessuti appartenuti a sconosciuti e indumenti personali, presentati in varie tonalità di rosso, inclusi tessuti tinti a mano.
Descrivendo il proprio processo come “dipingere con un ago”, Lino trasforma indumenti medici industriali e tessuti ospedalieri in astrazioni pulsanti e seducenti, cariche di tensione. Questa serie prende forma come un paesaggio corporeo, dove i fili rossi scorrono attraverso stoffe neutre come vene e arterie, evocando il sistema cardiovascolare. Il contrasto tra i rossi intensi e il bianco sterile suggerisce al contempo la vitalità del corpo e la precisione degli ambienti medici. Le trame cucite, simili a suture chirurgiche, trasformano le cicatrici – fisiche e psicologiche – in un linguaggio visivo di riparazione e resilienza.
https://mailchi.mp/da20c8e31709/upcoming-deanio-x-at-palo-gallery-12928414?e=a4caddc90d
Biografia dell’artista
Roberto Maria Lino (n. 1996, Napoli) vive e lavora a Roma, dove si è diplomato all’Accademia di Belle Arti. Concentrandosi sul corpo umano e sulle storie della medicina e dell’industria, Lino intreccia astrazioni multimediali che indagano trauma, guarigione e fragilità dell’esperienza umana. Fin da bambino, a partire dai quattro anni, ha accompagnato il padre, cardiochirurgo napoletano, in sala operatoria per assistere a interventi a cuore aperto. Questa esposizione unica ha profondamente influenzato la sua esplorazione tematica del corpo umano.
La materialità del lavoro di Lino è tanto potente quanto le narrazioni che costruisce. Riutilizzando indumenti medici e oggetti ospedalieri, ridà vita ai residui della medicina, aprendo un dialogo sulla sua mercificazione. Questa integrazione di materiali riciclati solleva interrogativi sul ciclo di vita degli ospedali e sull’impatto della medicina industrializzata. In ogni Sutura, Lino dischiude un paesaggio corporeo: linee rosse, simili a vene o arterie, attraversano la tela neutra, evocando il sistema cardiovascolare umano. Il contrasto tra il rosso vivido e il bianco sterile richiama l’intensità vitale che scorre attraverso l’ambiente clinico e impersonale della cura medica.
Lino ha ricevuto borse di residenza in Italia e Germania. Le sue opere sono state esposte in istituzioni come Palazzo Strozzi a Firenze, Fondazione107 a Torino e Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia. Nel 2024 ha vinto il Premio Internazionale Generazione Contemporanea, esponendo alla Fondazione Nicola del Roscio a Roma e consolidando la sua presenza sulla scena artistica contemporanea italiana.
Il titolo della mostra racchiude il carattere profondamente autobiografico e intimo della pratica di Lino – un racconto che si dipana lungo i fili della propria esperienza vissuta. Concentrandosi sul corpo umano e le sue complesse relazioni con la medicina e l’industria, Lino intreccia tessuti multimediali su tela che esplorano temi di memoria, tradizione e trauma. L’infanzia vissuta in sala operatoria ha forgiato una relazione unica con la fragilità del corpo e con gli interventi chirurgici che lo preservano, dando vita ai temi che attraversano queste nuove opere, calde e viscerali.
Il termine sutura, dal latino, rimanda sia all’atto medico del cucire ferite che all’artigianato femminile del cucito. Le trame cucite in ogni Sutura ricordano le cicatrici lasciate sulla carne e nella psiche, simbolizzando ferite personali e collettive inflitte da sistemi che possono essere tanto curativi quanto dannosi. È un doppio riferimento che racchiude la poetica di Lino: una riconciliazione tra le dimensioni interiori del maschile e del femminile, tramite un gesto meditativo e ripetitivo. La modalità con cui i materiali sono stratificati e cuciti riflette la precisione delicata e salvifica della cardiochirurgia. Le cuciture e sovrapposizioni suggeriscono un processo di riparazione e guarigione, ma anche un approccio frammentario alla cura, dove le falle e sovrapposizioni del sistema lasciano tracce visibili sul corpo e sul mondo da cui trae risorse. I fili rossi diventano metafora visiva del sangue, simbolo universale di passione, dolore e connessione umana.
In un’opera site-specific, scampoli delle divise chirurgiche del padre e indumenti personali dell’artista sono cuciti insieme con il filo appartenuto alla madre, legando memoria generazionale ed eredità familiare in una composizione tattile. Il risultato è una mappa emotiva verticale, dove fili rossi sottili attraversano strati di tessuto come capillari. Gocce seducenti di rosso e cuciture in rilievo riecheggiano l’astrazione pittorica e le forme anatomiche, donando all’opera una straordinaria forza psicologica.
Utilizzando lo stesso ago per tutte le opere, la serie Spolia è composta esclusivamente da tessuti bianchi provenienti da corredi antichi e capi personali. Il termine latino spolia si riferisce a materiali recuperati dal passato e rigenerati. I Red Monochromes sono invece realizzati con tessuti appartenuti a sconosciuti e indumenti personali, presentati in varie tonalità di rosso, inclusi tessuti tinti a mano.
Descrivendo il proprio processo come “dipingere con un ago”, Lino trasforma indumenti medici industriali e tessuti ospedalieri in astrazioni pulsanti e seducenti, cariche di tensione. Questa serie prende forma come un paesaggio corporeo, dove i fili rossi scorrono attraverso stoffe neutre come vene e arterie, evocando il sistema cardiovascolare. Il contrasto tra i rossi intensi e il bianco sterile suggerisce al contempo la vitalità del corpo e la precisione degli ambienti medici. Le trame cucite, simili a suture chirurgiche, trasformano le cicatrici – fisiche e psicologiche – in un linguaggio visivo di riparazione e resilienza.
https://mailchi.mp/da20c8e31709/upcoming-deanio-x-at-palo-gallery-12928414?e=a4caddc90d
26
giugno 2025
Memoir of a needle
Dal 26 giugno all'otto agosto 2025
arte contemporanea
Location
Palo Gallery
New York, Bond Street, 30, (New York County)
New York, Bond Street, 30, (New York County)
Orario di apertura
Tuesday - Saturday
Hours: 11 AM – 6 PM
Vernissage
25 Giugno 2025, 6-8 PM
Sito web
Ufficio stampa
press@palogallery.net
Autore
Curatore









