Viaggio alla riscoperta della cultura rurale in Italia. Il tempo continua a inseguire da sempre le vite umane e consegna rapidamente la quotidianità dei gesti al passato. Eppure ci sono tradizioni che affondano le radici con tale tenacia nella memoria delle piccole comunità rurali, che non è possibile sradicare ma, lentamente, erodere, sfumare, in un tempo che non ha dimensione propria, che non è passato pur non avendo futuro. Lo si percepisce chiaramente fra gli odori, i vapori, il ritmo dei momenti scanditi dall’alternarsi di silenzi e grida di questo rito. E’ incredibile scoprire come un atto così cruento, che appartiene da sempre alla storia dell’uomo, vissuto con la naturalezza, la devozione, con la sapienza di gesti consueti e ripetuti, persino con l’orgoglio un po’ ingenuo per l’ abbondanza dell’animale ucciso, possa spogliarsi del suo significato materiale per divenire un rispettoso scambio fra uomo e natura, in una dimensione dove l’uccisione di un animale è ancora strettamente legata ad una necessità di sopravvivenza. Persi nella frenesia di un mondo che ha troppa fretta per fermarsi ad assaporare questi brevi ma intensi momenti di quotidianità, è una piacevole scoperta sapere che ci sono ancora luoghi dove il tempo scorre lento.