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Michele Zaza – Rivelazione segreta
L’artista presenta due lavori all’interno di altrettante sale nelle quali la fotografia, disposta nella parete centrale, dialoga con sculture in legno
Comunicato stampa
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Le opere di Michele Zaza creano uno spazio dove la persona, mossa da una ricerca di libertà e di felicità, elabora una dimensione metafisica del suo proprio corpo e un consistere conforme alla sua verità.
L’artista presenta due lavori all’interno di altrettante sale nelle quali la fotografia, disposta nella parete centrale, dialoga con sculture in legno; qui la fotografia prende posto in uno spazio al tempo stesso concreto e sacro, dove il sogno della trasfigurazione sembrerebbe essere realizzato.
Rivelazione segreta, questo il titolo della prima installazione posta all’inizio del percorso espositivo, colloca l’immagine di un volto femminile nascosto dietro una superficie di ovatta bianca, come fosse in uno spazio simbolico tra cielo e terra: la parete di supporto alla foto è dipinta di marrone fino all’altezza del volto e impone la presenza metaforica della Terra, mentre la parte alta della parete stessa, lasciata bianca, diviene un cielo assoluto, una zona celeste dove abita una quantità di sculture in legno, sagome bianche e alate.
Per Universo Segreto, seconda installazione presentata nella mostra, sculture blu e marroni fanno eco alle mani dell’artista coperte degli stessi colori in una sequenza di tre fotografie.
Altre opere in ripresa unica o in sequenza di immagini, restituiscono in un’atmosfera carica di simboli, la figura di un corpo “supremo” aperto alle relazioni e interazioni con uno spazio magico e segreto: un cosmos al di fuori di ogni convenzione e di ogni definizione, animato dalla presenza trasfigurata dell’artista mediante il “maquillage” blu del volto, e custodito da forme misteriose, presenze archetipiche austere e sacre, o da elementi d’uso del quotidiano. Spesso il carattere sequenziale delle immagini conferma il divenire onirico di questo cosmos straniero in movimento, che l’artista porta con sé nella prospettiva di raggiungere un’identità ultima e ideale dell’uomo.
Gli elementi ricorrenti, la mollica e l’ovatta, lo sguardo e la mano..costituiscono il vocabolario tipico di Michele Zaza. Questi segni tangibili, ma allo stesso tempo magici e segreti per la resa cromatica e pittorica della fotografia, ci riconducono a un’idea di essere, non più inteso come individuo isolato e irrelato, ma come soggetto inesausto di ricerca, dimensione dove sono aboliti i limiti tra realtà e mito, uomo e natura.
L’effetto rivelatore della luce dà forza alla trasfigurazione dei corpi e ci introduce nell’esperienza
del non conosciuto in un costante dialogo con il proprio immaginario.
Giacomo Zaza
Michele Zaza ha realizzato importanti mostre personali presso la Galleria Marilena Bonomo di Bari, la Galleria Minini di Brescia, la Galerie Annemarie Verna di Zurigo, la Galerie Yvon Lambert di Parigi, la Galleria Ugo Ferranti di Roma, la Galerie Leo Castelli di New York, la Biennale di Venezia, padiglione italiano (sala personale, 1980), il Musée d’art moderne de la Ville de Paris ARC, il Cabinet des estampes du Musée d’art et d’histoire di Ginevra, il Museo A.V. Shchusev di Mosca, l’ Università “La Sapienza” di Roma, Museo laboratorio d’arte contemporanea, la Galleria Luciano Inga-Pin di Milano, il Musée d’art moderne et contemporain MAMCO di Ginevra. Ha partecipato anche a esposizioni collettive, quali la 9ème Biennale de Paris, Documenta 6 e Documenta 7 di Kassel (1977 e 1982), la XIV Bienal internacional di São Paulo (1977), e altre mostre alla Nationalgalerie di Berlin, al Graphisches Sammlung der Staatsgalerie di Stuttgart, al Ludwig Museum di Vienna, alla Kunsthalle di Bielefeld, al CAPC – Musée d’art contemporain de Bordeaux, e al Centre Pompidou di Parigi.
L’artista presenta due lavori all’interno di altrettante sale nelle quali la fotografia, disposta nella parete centrale, dialoga con sculture in legno; qui la fotografia prende posto in uno spazio al tempo stesso concreto e sacro, dove il sogno della trasfigurazione sembrerebbe essere realizzato.
Rivelazione segreta, questo il titolo della prima installazione posta all’inizio del percorso espositivo, colloca l’immagine di un volto femminile nascosto dietro una superficie di ovatta bianca, come fosse in uno spazio simbolico tra cielo e terra: la parete di supporto alla foto è dipinta di marrone fino all’altezza del volto e impone la presenza metaforica della Terra, mentre la parte alta della parete stessa, lasciata bianca, diviene un cielo assoluto, una zona celeste dove abita una quantità di sculture in legno, sagome bianche e alate.
Per Universo Segreto, seconda installazione presentata nella mostra, sculture blu e marroni fanno eco alle mani dell’artista coperte degli stessi colori in una sequenza di tre fotografie.
Altre opere in ripresa unica o in sequenza di immagini, restituiscono in un’atmosfera carica di simboli, la figura di un corpo “supremo” aperto alle relazioni e interazioni con uno spazio magico e segreto: un cosmos al di fuori di ogni convenzione e di ogni definizione, animato dalla presenza trasfigurata dell’artista mediante il “maquillage” blu del volto, e custodito da forme misteriose, presenze archetipiche austere e sacre, o da elementi d’uso del quotidiano. Spesso il carattere sequenziale delle immagini conferma il divenire onirico di questo cosmos straniero in movimento, che l’artista porta con sé nella prospettiva di raggiungere un’identità ultima e ideale dell’uomo.
Gli elementi ricorrenti, la mollica e l’ovatta, lo sguardo e la mano..costituiscono il vocabolario tipico di Michele Zaza. Questi segni tangibili, ma allo stesso tempo magici e segreti per la resa cromatica e pittorica della fotografia, ci riconducono a un’idea di essere, non più inteso come individuo isolato e irrelato, ma come soggetto inesausto di ricerca, dimensione dove sono aboliti i limiti tra realtà e mito, uomo e natura.
L’effetto rivelatore della luce dà forza alla trasfigurazione dei corpi e ci introduce nell’esperienza
del non conosciuto in un costante dialogo con il proprio immaginario.
Giacomo Zaza
Michele Zaza ha realizzato importanti mostre personali presso la Galleria Marilena Bonomo di Bari, la Galleria Minini di Brescia, la Galerie Annemarie Verna di Zurigo, la Galerie Yvon Lambert di Parigi, la Galleria Ugo Ferranti di Roma, la Galerie Leo Castelli di New York, la Biennale di Venezia, padiglione italiano (sala personale, 1980), il Musée d’art moderne de la Ville de Paris ARC, il Cabinet des estampes du Musée d’art et d’histoire di Ginevra, il Museo A.V. Shchusev di Mosca, l’ Università “La Sapienza” di Roma, Museo laboratorio d’arte contemporanea, la Galleria Luciano Inga-Pin di Milano, il Musée d’art moderne et contemporain MAMCO di Ginevra. Ha partecipato anche a esposizioni collettive, quali la 9ème Biennale de Paris, Documenta 6 e Documenta 7 di Kassel (1977 e 1982), la XIV Bienal internacional di São Paulo (1977), e altre mostre alla Nationalgalerie di Berlin, al Graphisches Sammlung der Staatsgalerie di Stuttgart, al Ludwig Museum di Vienna, alla Kunsthalle di Bielefeld, al CAPC – Musée d’art contemporain de Bordeaux, e al Centre Pompidou di Parigi.
12
maggio 2005
Michele Zaza – Rivelazione segreta
Dal 12 maggio al 30 giugno 2005
arte contemporanea
Location
LA NUOVA PESA CENTRO PER L’ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Via Del Corso, 530, (Roma)
Roma, Via Del Corso, 530, (Roma)
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì (sabato su appuntamento) 10.30-13 e 15.30-19
Vernissage
12 Maggio 2005, ore 19
Autore
Curatore




