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Mille saluti da Casalmaggiore. Dalle cartoline storiche alla Mail Art
In mostra cartoline storiche di Casalmaggiore e rivisitazione in chiave ironica e creativa della Mail Art
Comunicato stampa
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La nuova mostra del Museo Diotti, che sarà inaugurata sabato 28 marzo, si colloca nell’ambito della documentazione e della ricerca – proprie dalla missione del Museo – sul paesaggio, sulla città, sul territorio e sulle forme della loro rappresentazione.
Il Museo possiede, fra le raccolte normalmente non esposte al pubblico, un piccolo fondo di cartoline storiche che si prestava come punto di partenza per una mostra più articolata: questa è stata possibile grazie al prestito di due collezionisti casalaschi, amici e collaboratori del Museo già in altre occasioni, Lucia Mainoldi Capelli e Mario Buglia che da anni raccolgono cartoline di Casalmaggiore, alcune delle quali ormai molto rare. La mostra non intende avere carattere di esaustività: i pezzi esposti avrebbero potuto essere molti di più, anche perché spesso le cartoline sono state realizzate in molte varianti, simili fra loro. E’ stata quindi effettuata una selezione, a cura di Valter Rosa, che consentirà comunque di osservare in mostra circa 300 pezzi raffiguranti gli scorci più caratteristici della città, dal fiume alla piazza, dalle chiese alle principali strade, a documentare le trasformazioni intervenute a Casalmaggiore dagli inizi del Novecento agli anni Sessanta.
A corredo della mostra viene proposto un montaggio-video di alcune immagini del passato a confronto con la città attuale: esso è stato realizzato da Fabrizio Paroli e Chiara Vietta, studenti del Liceo Classico di Casalmaggiore, nel corso della loro recente esperienza di alternanza scuola lavoro svolta presso il Museo.
Quella delle cartoline storiche è tuttavia solo una sezione della mostra: ad essa è stata infatti affiancata una sezione di Mail Art, grazie ad un’idea di Tiziana Priori e con la collaborazione di Ruggero Maggi, uno dei massimi esponenti di questo genere artistico. I due artisti milanesi hanno lanciato ad una cerchia di colleghi un progetto denominato “Museo Diotti Card”, proponendo loro la realizzazione di una cartolina d’artista, prendendo spunto da alcune immagini di Casalmaggiore (la facciata del Museo Diotti, la Chiesa di Santa Chiara e il Duomo di Santo Stefano) che hanno costituito la base di partenza per un intervento artistico molto vario e creativo. Hanno aderito al progetto ben 207 artisti, provenienti da tutt’Italia, da molti paesi europei, ma anche dagli Stati Uniti, da vari stati del Sud-America, dal Canada e dal Giappone. Le cartoline pervenute in poco più di un mese sono state 380: un successo che è andato oltre ogni aspettativa. Lo spirito che anima queste coloratissime cartoline contemporanee d’artista è prevalentemente l’ironia: gli autori scatenano la loro fantasia manipolando in ogni modo le immagini di partenza, facendo interagire spesso testo e immagini e, soprattutto, ricorrendo alle tecniche più disparate: dal fotomontaggio all’elaborazione digitale, dal collage agli interventi più propriamente grafici e pittorici. Fra le più insolite cartoline cucite, cartoline di legno o di stoffa che diventano dei veri e propri oggetti tridimensionali.
L’inaugurazione, aperta a tutti, si terrà sabato 28 marzo alle ore 17.
La mostra sarà quindi aperta fino al 3 maggio 2015 nei normali orari del Museo: da martedì a venerdì, dalle 8 alle 13; il sabato e i festivi, dalle 15.30 alle 18.30.
L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto d’ingresso al Museo: intero e 3,00; ridotto € 2,50 (gratuito per bambini fino a 6 anni e scolaresche).
Sono comprese nel biglietto d’ingresso anche le visite guidate che verranno proposte alle ore 17 nel pomeriggio dei seguenti giorni festivi: domenica di Pasqua e Lunedì dell’Angelo, domenica 12 aprile, domenica 19 aprile, sabato 25 aprile e domenica 26 aprile.
La proposta di una visita guidata alla mostra e al Museo rappresenta un’assoluta novità che speriamo possa essere apprezzata dai visitatori. Si occuperanno della visita le operatrici dell’Associazione DiMusE incaricate dei servizi educativi, con la collaborazione dell’Associazione Il Torrione che collabora attivamente alla vita del Museo grazie al progetto “La primavera del museo”in convenzione col Comune.
In occasione di questa mostra desideriamo rivolgere un appello a tutta la cittadinanza che avesse in casa qualche antica cartolina di Casalmaggiore e volesse donarla: sarebbe un modo per incrementare il fondo specialistico del Museo, il quale – per altro – auspica fin d’ora di poter realizzare in futuro un’opera di documentazione più ampia e completa di questo patrimonio, un vero e proprio catalogo che sarebbe sicuramente un prezioso ed interessante volume strenna per tutti.
MILLE SALUTI DA CASALMAGGIORE
di Valter Rosa
A Casalmaggiore le cartoline illustrate, già in uso in Europa e in Italia da quasi vent’anni, vengono prodotte a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento, all’epoca in cui le prime moderne vedute sono pubblicate sulle Cento città d’Italia e sullo Strafforello.
Sono spesso la forma postale di vere fotografie che portano i nomi dei nostri primi grandi fotografi professionisti, come i Betri di Cremona o Giovanni Battista Morini di Casalmaggiore, ma, dilagata la moda, ogni fotoamatore usa stampigliare il divided-back anche sulle sue immagini più private. Venivano intanto prodotte serialmente, attraverso le sempre meno artigianali tecniche litografiche e fotomeccaniche dalle tipografie locali, come la Granata o la Valentini, in formati stretti e lunghi, più piccole di quelle ancora oggi in commercio, più affini, per inquadrature, alle antiche vedute panoramiche da cui pur derivavano; erano opache, con viraggi mono-policromatici raffinati, commercializzate singolarmente o a libretti. E se il punto di partenza è sempre fotografico, il più delle volte l’immagine veniva ritoccata a mano o totalmente ridipinta da veri e propri artisti del genere – e non solo nei cieli atmosferici e notturni variati ad libitum – secondo un gusto pittorialista che perdurava, seppur sempre più svilito man mano ci si sposta verso gli anni Trenta del Novecento.
Si tratta soprattutto di vedute di Casalmaggiore ripresa dal fiume Po, dall’altra riva o rivolte ai due ponti, quello ferroviario e quello di barche, mete di passeggiate alcrepuscolo, puntualmente immortalate, a sancire e a far perdurare un legame antico fra la città e l’acqua, sempre meno pregnante per la civiltà locale e declinato via via, nei decenni successivi, nella forma igienista e dopolavorista delle colonie padane e della società canottieri.
A far emergere un uso ideologico della cartolina durante il Ventennio, è invece l’affermarsi di uno sguardo interno alla città e, al più, panoramico, focalizzato su nuove emergenze architettoniche - la torre littoria in particolare – quali segnali di uno spazio sociale e naturale totalmente controllato. In questo senso tali immagini sono uno strumento essenziale per interpretare gli anni del fascismo “se si considera – come scrive Carlo Levi – la cartolina nel suo significato di genere letterario tipico di una società piccolo-borghese, con tutti i suoi sedimenti, eredità, sentimenti e detriti storici e psicologici”.
Nel secondo dopoguerra la rinascita delle cartoline con immagini multiple, reciso ormai il cordone che le legava alle caleidoscopiche visioni romantiche e liberty, rimarca lo smarrimento di un’identità locale che non sa più riconoscere i segni della storia, né percepire con lungimiranza quelli del futuro. Che cosa abbiamo di bello da segnalare al mondo? I grattacieli! – una risposta diffusa, veicolante più la forma che non la sostanza dell’uscita di Casalmaggiore da “zona depressa”, in uno slancio non sempre innocente verso la modernità, pronto a tradursi visivamente in immagini sfacciatamente colorate e patinate che avrebbero presto accolto i cascami pop e optical dell’arte con l’A maiuscola. Finita l’euforia della grande abbuffata, almeno in quelle sue forme eclatanti e devastanti per lo skyline locale, gli ultimi decenni della cartolina a Casalmaggiore sembrano più votati a promuovere retrospettivamente i “luoghi del cuore” che a cogliere o supportare ideologicamente i nuovi mutamenti della città. In questo le nuove cartoline illustrate, così come le antiche, se sono tra le fonti meno adatte per rivelare i veri cambiamenti, a causa della loro tipizzazione di vedute focalizzate per lo più sulle emergenze monumentali che, in genere, sono permanenti, restano comunque dei documenti preziosi per studiare l’immagine urbana quale si configura, attraverso la sua forma più pubblica, insieme collettiva e generica, nella coscienza dei suoi cittadini.
MAIL ART, ARTE POSTALE, ARTE CORREO...
di Ruggero Maggi
L'Arte Postale è un network internazionale che ha contrassegnato, soprattutto alla fine del secolo passato, tutta un’infinita serie di progetti, riviste, libri, mostre, in cui ha valore, in una fusione spazio-temporale che li unisce, la relazione intrinseca tra l'oggetto spedito, il mittente ed il destinatario.
Il Futurismo e il Dadaismo sono da considerarsi senz'altro gli antecedenti storici di questa forma di comunicazione artistica, così come è da sottolineare l’opera di Kurt Schwitters, creatore dei primi lavori realizzati con timbri e l’avvento, alla metà degli anni ‘50, della ricerca Fluxus con l’opera di artisti come Joseph Beuys, Ray Johnson, George Maciunas, Ken Friedman, Ben Vautier e di alcuni artisti e teorici del Nuovo Realismo francese come Pierre Restany ed Yves Klein. Ray Johnson, artista di New York, è considerato il creatore dell’Arte Postale: nel 1962 fonda, sbeffeggiando le vere scuole per corrispondenza, la New York Correspondence School (così definita da Ed Plunkett).
In Italia, fin dall’inizio degli anni ’70, l’Arte Postale si è diffusa sempre più grazie soprattutto alla propria capacità di comunicazione che ha trovato largo seguito, in un Paese come il nostro - in cui anche i neonati ormai sono provvisti di cellulare, a dimostrazione (come se ce ne fosse bisogno!) dell’incredibile desiderio di questo popolo di poter contattare sempre e ovunque i propri simili - tra i numerosi artisti che desiderano mettersi in gioco, comunicando creativamente.
La cartolina rappresenta uno dei principali mezzi espressivi del variegato mondo mailartistico; in passato ho spedito e ricevuto cards di legno, di pietra e altri impensabili materiali… La cartolina è la dimostrazione più eclatante che anche un intervento artistico su un formato così ridotto può contenere un segno, un’immagine dal forte impatto creativo e comunicativo.
Per questa mostra di Mail Art, con buona pace delle Poste Italiane, sono arrivate da artisti di tutto il mondo cartoline in ceramica, cucite, intagliate, dipinte… piccole grandi opere capaci di comunicare bellezza e poesia, offrendo con lirica ironia una visione, assolutamente particolare, di Casalmaggiore e del suo prezioso Museo Diotti.
Il Museo possiede, fra le raccolte normalmente non esposte al pubblico, un piccolo fondo di cartoline storiche che si prestava come punto di partenza per una mostra più articolata: questa è stata possibile grazie al prestito di due collezionisti casalaschi, amici e collaboratori del Museo già in altre occasioni, Lucia Mainoldi Capelli e Mario Buglia che da anni raccolgono cartoline di Casalmaggiore, alcune delle quali ormai molto rare. La mostra non intende avere carattere di esaustività: i pezzi esposti avrebbero potuto essere molti di più, anche perché spesso le cartoline sono state realizzate in molte varianti, simili fra loro. E’ stata quindi effettuata una selezione, a cura di Valter Rosa, che consentirà comunque di osservare in mostra circa 300 pezzi raffiguranti gli scorci più caratteristici della città, dal fiume alla piazza, dalle chiese alle principali strade, a documentare le trasformazioni intervenute a Casalmaggiore dagli inizi del Novecento agli anni Sessanta.
A corredo della mostra viene proposto un montaggio-video di alcune immagini del passato a confronto con la città attuale: esso è stato realizzato da Fabrizio Paroli e Chiara Vietta, studenti del Liceo Classico di Casalmaggiore, nel corso della loro recente esperienza di alternanza scuola lavoro svolta presso il Museo.
Quella delle cartoline storiche è tuttavia solo una sezione della mostra: ad essa è stata infatti affiancata una sezione di Mail Art, grazie ad un’idea di Tiziana Priori e con la collaborazione di Ruggero Maggi, uno dei massimi esponenti di questo genere artistico. I due artisti milanesi hanno lanciato ad una cerchia di colleghi un progetto denominato “Museo Diotti Card”, proponendo loro la realizzazione di una cartolina d’artista, prendendo spunto da alcune immagini di Casalmaggiore (la facciata del Museo Diotti, la Chiesa di Santa Chiara e il Duomo di Santo Stefano) che hanno costituito la base di partenza per un intervento artistico molto vario e creativo. Hanno aderito al progetto ben 207 artisti, provenienti da tutt’Italia, da molti paesi europei, ma anche dagli Stati Uniti, da vari stati del Sud-America, dal Canada e dal Giappone. Le cartoline pervenute in poco più di un mese sono state 380: un successo che è andato oltre ogni aspettativa. Lo spirito che anima queste coloratissime cartoline contemporanee d’artista è prevalentemente l’ironia: gli autori scatenano la loro fantasia manipolando in ogni modo le immagini di partenza, facendo interagire spesso testo e immagini e, soprattutto, ricorrendo alle tecniche più disparate: dal fotomontaggio all’elaborazione digitale, dal collage agli interventi più propriamente grafici e pittorici. Fra le più insolite cartoline cucite, cartoline di legno o di stoffa che diventano dei veri e propri oggetti tridimensionali.
L’inaugurazione, aperta a tutti, si terrà sabato 28 marzo alle ore 17.
La mostra sarà quindi aperta fino al 3 maggio 2015 nei normali orari del Museo: da martedì a venerdì, dalle 8 alle 13; il sabato e i festivi, dalle 15.30 alle 18.30.
L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto d’ingresso al Museo: intero e 3,00; ridotto € 2,50 (gratuito per bambini fino a 6 anni e scolaresche).
Sono comprese nel biglietto d’ingresso anche le visite guidate che verranno proposte alle ore 17 nel pomeriggio dei seguenti giorni festivi: domenica di Pasqua e Lunedì dell’Angelo, domenica 12 aprile, domenica 19 aprile, sabato 25 aprile e domenica 26 aprile.
La proposta di una visita guidata alla mostra e al Museo rappresenta un’assoluta novità che speriamo possa essere apprezzata dai visitatori. Si occuperanno della visita le operatrici dell’Associazione DiMusE incaricate dei servizi educativi, con la collaborazione dell’Associazione Il Torrione che collabora attivamente alla vita del Museo grazie al progetto “La primavera del museo”in convenzione col Comune.
In occasione di questa mostra desideriamo rivolgere un appello a tutta la cittadinanza che avesse in casa qualche antica cartolina di Casalmaggiore e volesse donarla: sarebbe un modo per incrementare il fondo specialistico del Museo, il quale – per altro – auspica fin d’ora di poter realizzare in futuro un’opera di documentazione più ampia e completa di questo patrimonio, un vero e proprio catalogo che sarebbe sicuramente un prezioso ed interessante volume strenna per tutti.
MILLE SALUTI DA CASALMAGGIORE
di Valter Rosa
A Casalmaggiore le cartoline illustrate, già in uso in Europa e in Italia da quasi vent’anni, vengono prodotte a partire dall’ultimo decennio dell’Ottocento, all’epoca in cui le prime moderne vedute sono pubblicate sulle Cento città d’Italia e sullo Strafforello.
Sono spesso la forma postale di vere fotografie che portano i nomi dei nostri primi grandi fotografi professionisti, come i Betri di Cremona o Giovanni Battista Morini di Casalmaggiore, ma, dilagata la moda, ogni fotoamatore usa stampigliare il divided-back anche sulle sue immagini più private. Venivano intanto prodotte serialmente, attraverso le sempre meno artigianali tecniche litografiche e fotomeccaniche dalle tipografie locali, come la Granata o la Valentini, in formati stretti e lunghi, più piccole di quelle ancora oggi in commercio, più affini, per inquadrature, alle antiche vedute panoramiche da cui pur derivavano; erano opache, con viraggi mono-policromatici raffinati, commercializzate singolarmente o a libretti. E se il punto di partenza è sempre fotografico, il più delle volte l’immagine veniva ritoccata a mano o totalmente ridipinta da veri e propri artisti del genere – e non solo nei cieli atmosferici e notturni variati ad libitum – secondo un gusto pittorialista che perdurava, seppur sempre più svilito man mano ci si sposta verso gli anni Trenta del Novecento.
Si tratta soprattutto di vedute di Casalmaggiore ripresa dal fiume Po, dall’altra riva o rivolte ai due ponti, quello ferroviario e quello di barche, mete di passeggiate alcrepuscolo, puntualmente immortalate, a sancire e a far perdurare un legame antico fra la città e l’acqua, sempre meno pregnante per la civiltà locale e declinato via via, nei decenni successivi, nella forma igienista e dopolavorista delle colonie padane e della società canottieri.
A far emergere un uso ideologico della cartolina durante il Ventennio, è invece l’affermarsi di uno sguardo interno alla città e, al più, panoramico, focalizzato su nuove emergenze architettoniche - la torre littoria in particolare – quali segnali di uno spazio sociale e naturale totalmente controllato. In questo senso tali immagini sono uno strumento essenziale per interpretare gli anni del fascismo “se si considera – come scrive Carlo Levi – la cartolina nel suo significato di genere letterario tipico di una società piccolo-borghese, con tutti i suoi sedimenti, eredità, sentimenti e detriti storici e psicologici”.
Nel secondo dopoguerra la rinascita delle cartoline con immagini multiple, reciso ormai il cordone che le legava alle caleidoscopiche visioni romantiche e liberty, rimarca lo smarrimento di un’identità locale che non sa più riconoscere i segni della storia, né percepire con lungimiranza quelli del futuro. Che cosa abbiamo di bello da segnalare al mondo? I grattacieli! – una risposta diffusa, veicolante più la forma che non la sostanza dell’uscita di Casalmaggiore da “zona depressa”, in uno slancio non sempre innocente verso la modernità, pronto a tradursi visivamente in immagini sfacciatamente colorate e patinate che avrebbero presto accolto i cascami pop e optical dell’arte con l’A maiuscola. Finita l’euforia della grande abbuffata, almeno in quelle sue forme eclatanti e devastanti per lo skyline locale, gli ultimi decenni della cartolina a Casalmaggiore sembrano più votati a promuovere retrospettivamente i “luoghi del cuore” che a cogliere o supportare ideologicamente i nuovi mutamenti della città. In questo le nuove cartoline illustrate, così come le antiche, se sono tra le fonti meno adatte per rivelare i veri cambiamenti, a causa della loro tipizzazione di vedute focalizzate per lo più sulle emergenze monumentali che, in genere, sono permanenti, restano comunque dei documenti preziosi per studiare l’immagine urbana quale si configura, attraverso la sua forma più pubblica, insieme collettiva e generica, nella coscienza dei suoi cittadini.
MAIL ART, ARTE POSTALE, ARTE CORREO...
di Ruggero Maggi
L'Arte Postale è un network internazionale che ha contrassegnato, soprattutto alla fine del secolo passato, tutta un’infinita serie di progetti, riviste, libri, mostre, in cui ha valore, in una fusione spazio-temporale che li unisce, la relazione intrinseca tra l'oggetto spedito, il mittente ed il destinatario.
Il Futurismo e il Dadaismo sono da considerarsi senz'altro gli antecedenti storici di questa forma di comunicazione artistica, così come è da sottolineare l’opera di Kurt Schwitters, creatore dei primi lavori realizzati con timbri e l’avvento, alla metà degli anni ‘50, della ricerca Fluxus con l’opera di artisti come Joseph Beuys, Ray Johnson, George Maciunas, Ken Friedman, Ben Vautier e di alcuni artisti e teorici del Nuovo Realismo francese come Pierre Restany ed Yves Klein. Ray Johnson, artista di New York, è considerato il creatore dell’Arte Postale: nel 1962 fonda, sbeffeggiando le vere scuole per corrispondenza, la New York Correspondence School (così definita da Ed Plunkett).
In Italia, fin dall’inizio degli anni ’70, l’Arte Postale si è diffusa sempre più grazie soprattutto alla propria capacità di comunicazione che ha trovato largo seguito, in un Paese come il nostro - in cui anche i neonati ormai sono provvisti di cellulare, a dimostrazione (come se ce ne fosse bisogno!) dell’incredibile desiderio di questo popolo di poter contattare sempre e ovunque i propri simili - tra i numerosi artisti che desiderano mettersi in gioco, comunicando creativamente.
La cartolina rappresenta uno dei principali mezzi espressivi del variegato mondo mailartistico; in passato ho spedito e ricevuto cards di legno, di pietra e altri impensabili materiali… La cartolina è la dimostrazione più eclatante che anche un intervento artistico su un formato così ridotto può contenere un segno, un’immagine dal forte impatto creativo e comunicativo.
Per questa mostra di Mail Art, con buona pace delle Poste Italiane, sono arrivate da artisti di tutto il mondo cartoline in ceramica, cucite, intagliate, dipinte… piccole grandi opere capaci di comunicare bellezza e poesia, offrendo con lirica ironia una visione, assolutamente particolare, di Casalmaggiore e del suo prezioso Museo Diotti.
28
marzo 2015
Mille saluti da Casalmaggiore. Dalle cartoline storiche alla Mail Art
Dal 28 marzo al 03 maggio 2015
fotografia
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MUSEO DIOTTI
Casalmaggiore, Via Aldo Formis, 17, (Cremona)
Casalmaggiore, Via Aldo Formis, 17, (Cremona)
Biglietti
L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto d’ingresso al Museo: intero e 3,00; ridotto € 2,50
Orario di apertura
da martedì a venerdì, dalle 8 alle 13; il sabato e i festivi, dalle 15.30 alle 18.30
Vernissage
28 Marzo 2015, h 17
Autore
Curatore