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Mirabilia coralii. Manifatture in corallo a Genova Livorno e Napoli tra il XVII e XIX secolo
E’ un’esposizione di oltre 150 capolavori di tre capitali italiane del corallo provenienti da importanti collezioni pubbliche e private.
Comunicato stampa
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Ritorna a Torre del Greco l’appuntamento con il ciclo di mostre biennali, fortemente volute dalla Banca di Credito Popolare di Torre del Greco, inaugurate nel 1996 e dedicate alla storia dell’arte del corallo e della sua produzione nel mondo. Quest’anno è la volta di Mirabilia Coralii. Manifatture in corallo a Genova, Livorno e Napoli tra il XVII e XIX secolo, a cura di Cristina Del Mare.
Mai come in questa edizione gli oggetti preziosi esposti in mostra ci riportano a storie, avvenimenti, opere e impegno intrecciati alla memoria collettiva del territorio campano. Una memoria che è legata indissolubilmente anche all’ideatore e patrocinatore del ciclo di mostre tematiche sulle ”Vie del Corallo”, Antonino de Simone, Presidente della Banca di Credito Popolare, che è mancato improvvisamente poco prima dell’avvio della manifestazione e a cui è dedicata quest’anno “Mirabilia Coralii”.
Il corallo come “passaporto rosso del Mediterraneo” traccia le rotte delle relazioni tra Genova, Livorno e Napoli, tra XVII e XIX secolo, e risplende in più di 150 oggetti provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private.
Tre antiche capitali italiane del corallo esibiscono i propri capolavori a Palazzo Vallelonga, nella sede della Banca di Credito Popolare. Tre città legate dal filo rosso del corallo che veniva pescato, scambiato e lavorato: Genova era nota soprattutto per paternostri e collane, ma anche per la curiosa invenzione di mattonelle realizzate con le spuntature del corallo di Sciacca, di cui alcuni esemplari sono esposti in mostra.
Livorno, invece, rappresentò soprattutto la piazza principale delle contrattazioni, del commercio, ma anche di una produzione raffinata tanto da attrarre importanti committenti come la famiglia dei Medici. Un anello di corallo intagliato con le armi dei Medici e dei Cappiello, della prima metà del Seicento e proveniente dal Museo degli Argenti e delle Porcellane di Firenze, ne è un’importante testimonianza nel percorso espositivo.
Nel Regno di Napoli spetta a Torre del Greco, a partire dal 1400, il primato di pescare, e solo dall’inizio del 1800 di lavorare e trasformare la materia corallina in veri e propri capolavori di oreficeria e glittica per cui ancora adesso è nota in tutto il mondo.
Un esempio per tutti: la splendida spada di gala donata a Napoleone Bonaparte dalla sorella Carolina Murat, tempestata di cammei in corallo prodotti dalla “Real Fabbrica de’ Coralli”, primo opificio corallino a Torre del Greco. Manifatture che sedussero la corte napoleonica tanto da suscitare una vera e propria moda del “gioiello da giorno” in corallo, come dimostra il diadema e pettine in argento dorato e corallo rosa, appartenuti a Letizia Murat ed oggi al Museo Napoleonico di Roma. E ancora l’importante cammeo ovale, di collezione privata, raffigurante tre amorini nella fucina di Cupido in corallo giapponese, che trova ispirazione nelle pitture pompeiane della casa dei Vettii, insieme alle spettacolari parure in stile neoclassico o floreale, pregevoli esempi delle manifatture napoletane degli anni centrali dell’Ottocento, anch’essi presenti in mostra.
Mirabilia Coralii. Manifatture in corallo a Genova, Livorno e Napoli tra il XVII e XIX secolo mette in scena piccole sculture, arredi, ma soprattutto gioielli e curiosité, appartenuti a nobili, teste coronate e ad una borghesia illuminata, che li ha commissionati, acquistati, nel corso di questo viaggio lungo più di tre secoli. Oggetti in corallo del Mediterraneo e del Pacifico esibiscono splendenti tonalità dal rosso fuoco a quello più arancio con lumeggiature bianche. Sono testimonianza di una rara e raffinata produzione artigianale che rappresenta un Made in Italy ante litteram che tanto ha segnato il gusto e la moda femminile.
Grazie ai prestiti del Musée National de Château de Malmaison et Bois Préau, Rueil-Malmaison, del Musée National de Château de Fontainebleau, del Museo degli Argenti e della Ceramica di Palazzo Pitti a Firenze, del Museo del Corallo di Ravello, del Museo della Reggia di Caserta, del Museo dell’Istituto d’Arte Degni di Torre del Greco, del Museo Ebraico Oratorio Marini di Livorno, del Museo Napoleonico di Roma e dei Musei Vaticani di Roma, sarà possibile ripercorrere tre secoli di storia del corallo e della sua lavorazione nelle manifatture artigiane e orafe di tre capitali italiane.
Mai come in questa edizione gli oggetti preziosi esposti in mostra ci riportano a storie, avvenimenti, opere e impegno intrecciati alla memoria collettiva del territorio campano. Una memoria che è legata indissolubilmente anche all’ideatore e patrocinatore del ciclo di mostre tematiche sulle ”Vie del Corallo”, Antonino de Simone, Presidente della Banca di Credito Popolare, che è mancato improvvisamente poco prima dell’avvio della manifestazione e a cui è dedicata quest’anno “Mirabilia Coralii”.
Il corallo come “passaporto rosso del Mediterraneo” traccia le rotte delle relazioni tra Genova, Livorno e Napoli, tra XVII e XIX secolo, e risplende in più di 150 oggetti provenienti da importanti istituzioni museali e collezioni private.
Tre antiche capitali italiane del corallo esibiscono i propri capolavori a Palazzo Vallelonga, nella sede della Banca di Credito Popolare. Tre città legate dal filo rosso del corallo che veniva pescato, scambiato e lavorato: Genova era nota soprattutto per paternostri e collane, ma anche per la curiosa invenzione di mattonelle realizzate con le spuntature del corallo di Sciacca, di cui alcuni esemplari sono esposti in mostra.
Livorno, invece, rappresentò soprattutto la piazza principale delle contrattazioni, del commercio, ma anche di una produzione raffinata tanto da attrarre importanti committenti come la famiglia dei Medici. Un anello di corallo intagliato con le armi dei Medici e dei Cappiello, della prima metà del Seicento e proveniente dal Museo degli Argenti e delle Porcellane di Firenze, ne è un’importante testimonianza nel percorso espositivo.
Nel Regno di Napoli spetta a Torre del Greco, a partire dal 1400, il primato di pescare, e solo dall’inizio del 1800 di lavorare e trasformare la materia corallina in veri e propri capolavori di oreficeria e glittica per cui ancora adesso è nota in tutto il mondo.
Un esempio per tutti: la splendida spada di gala donata a Napoleone Bonaparte dalla sorella Carolina Murat, tempestata di cammei in corallo prodotti dalla “Real Fabbrica de’ Coralli”, primo opificio corallino a Torre del Greco. Manifatture che sedussero la corte napoleonica tanto da suscitare una vera e propria moda del “gioiello da giorno” in corallo, come dimostra il diadema e pettine in argento dorato e corallo rosa, appartenuti a Letizia Murat ed oggi al Museo Napoleonico di Roma. E ancora l’importante cammeo ovale, di collezione privata, raffigurante tre amorini nella fucina di Cupido in corallo giapponese, che trova ispirazione nelle pitture pompeiane della casa dei Vettii, insieme alle spettacolari parure in stile neoclassico o floreale, pregevoli esempi delle manifatture napoletane degli anni centrali dell’Ottocento, anch’essi presenti in mostra.
Mirabilia Coralii. Manifatture in corallo a Genova, Livorno e Napoli tra il XVII e XIX secolo mette in scena piccole sculture, arredi, ma soprattutto gioielli e curiosité, appartenuti a nobili, teste coronate e ad una borghesia illuminata, che li ha commissionati, acquistati, nel corso di questo viaggio lungo più di tre secoli. Oggetti in corallo del Mediterraneo e del Pacifico esibiscono splendenti tonalità dal rosso fuoco a quello più arancio con lumeggiature bianche. Sono testimonianza di una rara e raffinata produzione artigianale che rappresenta un Made in Italy ante litteram che tanto ha segnato il gusto e la moda femminile.
Grazie ai prestiti del Musée National de Château de Malmaison et Bois Préau, Rueil-Malmaison, del Musée National de Château de Fontainebleau, del Museo degli Argenti e della Ceramica di Palazzo Pitti a Firenze, del Museo del Corallo di Ravello, del Museo della Reggia di Caserta, del Museo dell’Istituto d’Arte Degni di Torre del Greco, del Museo Ebraico Oratorio Marini di Livorno, del Museo Napoleonico di Roma e dei Musei Vaticani di Roma, sarà possibile ripercorrere tre secoli di storia del corallo e della sua lavorazione nelle manifatture artigiane e orafe di tre capitali italiane.
12
dicembre 2010
Mirabilia coralii. Manifatture in corallo a Genova Livorno e Napoli tra il XVII e XIX secolo
Dal 12 dicembre 2010 al 30 gennaio 2011
arti decorative e industriali
Location
BANCA DI CREDITO POPOLARE – PALAZZO VALLELONGA
Torre Del Greco, Corso Vittorio Emanuele, 92, (Napoli)
Torre Del Greco, Corso Vittorio Emanuele, 92, (Napoli)
Orario di apertura
Feriali 10/13 – 16/19; Festivi 10/13. Chiuso il 25 dicembre e il 1 gennaio
Editore
ARTE'M
Curatore