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Mirko Pais – Il tempo della vita
25 opere di piccolo, medio e grande formato
Comunicato stampa
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Sabato 24 settembre alle ore 19 presso la Galleria d’Arte La Bacheca si terrà l’inaugurazione della mostra di Mirko Pais intitolata Il Tempo della Vita.
L’esposizione, visitabile fino al 5 ottobre con 25 opere di piccolo, medio e grande formato, è accompagnata dal testo critico a cura di Erica Olmetto:
“Colori compatti e campiture ampie fanno spazio a figure e volti umani carichi di paura e sofferenze, gioie e rimpianti, dolori e speranze. Ma soprattutto manifestano, nella loro moltitudine cromatica, la costante e inesauribile vitalità di un artista che dipinge senza mai fermarsi, come se fermarsi potesse significare in qualche modo interrompere un lavoro che dura tutta la vita.
Attratto dal fervore che animava le gallerie d’arte cagliaritane negli anni ‘70, Mirko Pais cominciò da giovanissimo a dipingere, cimentandosi da subito nella xilografia e iniziando a sbalzare il rame a freddo. Nei dipinti ad olio la figura umana e lo spazio circostante sono elementi immancabili e col passare del tempo assumono fisionomie e caratteri diversi. Dalle linee dolci di alcuni volti dipinti negli anni ’70-’80, si passa a quelli spigolosi dei ritratti appartenenti all’ultima serie di opere che caratterizzano una seconda e altrettanto importante fase stilistica, rilevata nelle 25 opere di medio e grande formato visibili in mostra. Anche i cromatismi sono cambiati: rosso e verde acido nei colori del primo ventennio, si individua, nei dipinti dell’ultima fase, il passaggio a tonalità più serene, reali.
Mentre, la particolare predilezione per il ritratto e l’importanza attribuita alla costruzione paesistica avvicinano concettualmente l’artista alla pittura di influenza tradizionalmente classica, dal punto di vista formale l’interesse analitico rivolto alla materia, solida e concreta, resa in tutto il suo valore plastico, rivela la presenza di un gusto tutto occidentale proprio della pittura di matrice cezanniana: “La luce, che nei quadri impressionisti guizzava e avvolgeva ogni cosa confondendola in un solo, brillante respiro, nei suoi quadri viveva assorbita dagli oggetti, divenuta essa stessa forma insieme con il colore…In fondo il suo dramma non era molto diverso da quello di Van Gogh; mentre però in Van Gogh l’esplosione dei sentimenti aveva avuto il sopravvento, Cézanne, i sentimenti, li aveva compressi, chiusi nella definitezza formale” (M. De Micheli, Le avanguardie artistiche del Novecento). Al di là della valenza estetica, anche per Pais, l’insistenza sulla cura della forma deriva dall’intenzione di “creare qualcosa di durevole, che costituisca in qualche modo una certezza”. L’importanza del segno, che talvolta diventa incisivo come il tracciamento di un solco su una matrice xilografica, si manifesta in modo particolare nella serie di ritratti umani quasi sempre presenti nei dipinti dell’artista e caratterizzanti in modo particolare l’ultima serie. Il tratto “legnoso”, con scanalature apparentemente tangibili, riconduce senz’altro al desiderio di rendere la figura nella sua essenza caratteriale oltre che estetica, lontano da qualsiasi altro intento provocatorio. Proprio quando l’attenzione sembra concentrarsi sui volti delle figure in primo piano, segnati, spigolosi, scomposti in mille sfaccettature, sfondi con edifici di evidente ricordo dechirichiano delimitano l’orizzonte richiamando l’attenzione di chi guarda come per renderli partecipi dell’azione vissuta all’interno della scena dipinta.
Chiuse all’interno di vere e proprie quinte prospettiche, come se fossero davanti all’obbiettivo di una macchina fotografica, si consumano dolci e dolorosi frammenti di vita quotidiana: l’abbraccio di due amanti, gli addii, la fuga di un uomo che stringe al petto il figlio, ritratti di donne e uomini che riflettono sulla propria esistenza o su quella dei loro cari. Immagini di vita quotidiana di un uomo e di una donna qualunque, sorpresi nelle stanze da letto o negli spazi più familiari”.
Mostre personali e collettive
1963. Mostra collettiva al Circolo della Previdenza Sociale a Cagliari (1° premio).
1969. Mostra personale presso lo Studio d’Arte di Cagliari;
partecipa al “1° concorso di pittura della città di San Gavino”.
1970. Personale al Circolo della Previdenza Sociale;
partecipa alla “Mostra regionale d’arte Contemporanea” a Cagliari;
1974. Espone in occasione della “Mostra d’arte moderna città di Orosei”.
L’esposizione, visitabile fino al 5 ottobre con 25 opere di piccolo, medio e grande formato, è accompagnata dal testo critico a cura di Erica Olmetto:
“Colori compatti e campiture ampie fanno spazio a figure e volti umani carichi di paura e sofferenze, gioie e rimpianti, dolori e speranze. Ma soprattutto manifestano, nella loro moltitudine cromatica, la costante e inesauribile vitalità di un artista che dipinge senza mai fermarsi, come se fermarsi potesse significare in qualche modo interrompere un lavoro che dura tutta la vita.
Attratto dal fervore che animava le gallerie d’arte cagliaritane negli anni ‘70, Mirko Pais cominciò da giovanissimo a dipingere, cimentandosi da subito nella xilografia e iniziando a sbalzare il rame a freddo. Nei dipinti ad olio la figura umana e lo spazio circostante sono elementi immancabili e col passare del tempo assumono fisionomie e caratteri diversi. Dalle linee dolci di alcuni volti dipinti negli anni ’70-’80, si passa a quelli spigolosi dei ritratti appartenenti all’ultima serie di opere che caratterizzano una seconda e altrettanto importante fase stilistica, rilevata nelle 25 opere di medio e grande formato visibili in mostra. Anche i cromatismi sono cambiati: rosso e verde acido nei colori del primo ventennio, si individua, nei dipinti dell’ultima fase, il passaggio a tonalità più serene, reali.
Mentre, la particolare predilezione per il ritratto e l’importanza attribuita alla costruzione paesistica avvicinano concettualmente l’artista alla pittura di influenza tradizionalmente classica, dal punto di vista formale l’interesse analitico rivolto alla materia, solida e concreta, resa in tutto il suo valore plastico, rivela la presenza di un gusto tutto occidentale proprio della pittura di matrice cezanniana: “La luce, che nei quadri impressionisti guizzava e avvolgeva ogni cosa confondendola in un solo, brillante respiro, nei suoi quadri viveva assorbita dagli oggetti, divenuta essa stessa forma insieme con il colore…In fondo il suo dramma non era molto diverso da quello di Van Gogh; mentre però in Van Gogh l’esplosione dei sentimenti aveva avuto il sopravvento, Cézanne, i sentimenti, li aveva compressi, chiusi nella definitezza formale” (M. De Micheli, Le avanguardie artistiche del Novecento). Al di là della valenza estetica, anche per Pais, l’insistenza sulla cura della forma deriva dall’intenzione di “creare qualcosa di durevole, che costituisca in qualche modo una certezza”. L’importanza del segno, che talvolta diventa incisivo come il tracciamento di un solco su una matrice xilografica, si manifesta in modo particolare nella serie di ritratti umani quasi sempre presenti nei dipinti dell’artista e caratterizzanti in modo particolare l’ultima serie. Il tratto “legnoso”, con scanalature apparentemente tangibili, riconduce senz’altro al desiderio di rendere la figura nella sua essenza caratteriale oltre che estetica, lontano da qualsiasi altro intento provocatorio. Proprio quando l’attenzione sembra concentrarsi sui volti delle figure in primo piano, segnati, spigolosi, scomposti in mille sfaccettature, sfondi con edifici di evidente ricordo dechirichiano delimitano l’orizzonte richiamando l’attenzione di chi guarda come per renderli partecipi dell’azione vissuta all’interno della scena dipinta.
Chiuse all’interno di vere e proprie quinte prospettiche, come se fossero davanti all’obbiettivo di una macchina fotografica, si consumano dolci e dolorosi frammenti di vita quotidiana: l’abbraccio di due amanti, gli addii, la fuga di un uomo che stringe al petto il figlio, ritratti di donne e uomini che riflettono sulla propria esistenza o su quella dei loro cari. Immagini di vita quotidiana di un uomo e di una donna qualunque, sorpresi nelle stanze da letto o negli spazi più familiari”.
Mostre personali e collettive
1963. Mostra collettiva al Circolo della Previdenza Sociale a Cagliari (1° premio).
1969. Mostra personale presso lo Studio d’Arte di Cagliari;
partecipa al “1° concorso di pittura della città di San Gavino”.
1970. Personale al Circolo della Previdenza Sociale;
partecipa alla “Mostra regionale d’arte Contemporanea” a Cagliari;
1974. Espone in occasione della “Mostra d’arte moderna città di Orosei”.
24
settembre 2005
Mirko Pais – Il tempo della vita
Dal 24 settembre al 05 ottobre 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA D’ARTE LA BACHECA
Cagliari, Via Dei Pisani, 1, (Cagliari)
Cagliari, Via Dei Pisani, 1, (Cagliari)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 17,30-20,30
Vernissage
24 Settembre 2005, ore 19
Autore