Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Moreno Gentili. Manifesti poetici, da leggere e sfiorare
Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea è lieto di presentare negli spazi della galleria una selezione di dodici Manifesti Poetici dell’artista, fotografo e scrittore Moreno Gentili tra cui un inedito, stampato in caratteri Braille, in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Studio Guastalla Arte Moderna e Contemporanea è lieto di presentare negli spazi della galleria una selezione di dodici Manifesti Poetici dell’artista, fotografo e scrittore Moreno Gentili tra cui un inedito, stampato in caratteri Braille, in collaborazione con l’Istituto dei Ciechi di Milano.
I manifesti poetici sono un modello di comunicazione condivisa che l’autore, Moreno Gentili, ha inventato più di vent’anni fa e che nel tempo si è strutturato come serie organica di opere germinative in continuo divenire, a partire de quel primo unico gesto/azione di fare della parola forma; una concatenazione di parole e frasi brevi, inanellate in un’unica iperbolica anafora a partire da un codice generatore, come: «Ti amo», «Bevo vivere», o da un imperativo: «Piantala», «Semina», «Servila», ma anche da avverbi di affermazione, come: «sì», «no», ripetuti per 365 volte.
Se l’opera è sintesi, il progetto è un percorso di ricerca e maturazione che ospita e provoca il cambiamento delle modalità creative e la loro attuazione. I manifesti poetici sono un'opera-progetto che vive degli incontri con le persone che scoprono il progetto, acquistano il manifesto e continuano il dialogo con l’artista e le sue parole.
I manifesti poetici sono stati esposti negli anni in diversi luoghi della città, dal caffè Cucchi al Teatro Franco Parenti, spazi pubblici di condivisione e scambio secondo la formula cara all’autore di arte come emozione civile, fuori da ogni percorso istituzionale e vicina alla vita delle persone. Per la prima volta i manifesti sono oggi proposti da una galleria, per due motivazioni essenziali:
la prima è riconoscimento dei manifesti poetici come opera, intesa quindi nel suo valore progettuale storico artistico nel solco dei manifesti delle avanguardie del primo Novecento;
la seconda è l’occasione per presentare un manifesto inedito, realizzato in sinergia con l’Istituto dei Ciechi di Milano e che rappresenta un nuovo passo nella recezione/comunicazione del progetto.
Oggi, allo sguardo e all’ascolto si aggiunge il tatto. Il manifesto “Luce” è stato stampato in caratteri Braille, leggibile così dalle persone ipovedenti attraverso il gesto delle mani. Tra l’indice e la carta le parole prendono luce e il linguaggio diventa un “atto motorio”.
L’adozione di una nuova forma porta una mutazione dell'opera manifesto in una nuova scala di comunicazione e a una nuova identità concettuale: quella della mappa tattile. Il codice Braille deve infatti essere tracciato sulla faccia opposta della pagina, invertendo non solo la disposizione dei caratteri (da destra verso sinistra), ma anche il formato. L’alfabeto tattile è costituito da sei punti in rilievo inscritti in uno spazio rettangolare che misura all’incirca come il polpastrello dell’indice; i punti sono codificati in modo da formare tutte le lettere. Questi simboli sono condivisi dalla maggior parte delle culture esistenti, perciò adatti a lingue differenti. I manifesti poetici sono una traduzione sempre in atto di un unico gesto creativo.
Il Braille ha sancito definitivamente, senza se e senza ma, l’educabilità, la crescita intellettuale di chi non vede. Ha inserito chi non vede nel panorama degli itinerari culturali disponibili per tutti. Laddove si parla di inclusione c’è il Braille. Se c’è Braille c’è inclusione! Attraverso il Braille i manifesti poetici di Moreno Gentili acquistano nuovo significato.
[…] «Ti amo perché sai di montagna, Ti amo perché pazzeggi, Ti amo per difenderti, Ti amo perché ci stai, Ti amo perché sei tonica, Ti amo perché hai paura, Ti amo perché sei felice, Ti amo perché sai di panna, Ti amo con furore, Ti amo in Svizzera, Ti amo a Hiroshima, Ti amo sotto la doccia, Ti amo senza appello, Ti amo perché ti offendi, Ti amo perché arrossisci, Ti amo da dentro, Ti amo se ti penso, Ti amo perché sei venuta, Ti amo tra gli ulivi, Ti amo se ti fermi, Ti amo se mi apprezzi, Ti amo tra un lavoro e l’altro, Ti amo davanti al Botticelli, Ti amo sul divano, Ti amo se ti vedo, Ti amo se ti parlo, Ti amo a tavola, Ti amo nella pioggia, Ti amo a Parigi, Ti amo come un fico secco, Ti amo a Capri, Ti amo in fotocopia, Ti amo tra le fiamme, Ti amo in rovina, Ti amo da re,» […]
—————————————————————————————-
I manifesti poetici e la parola data
di Moreno Gentili
Nel nostro tempo la parola sembra rivestire un’importanza sempre maggiore, come se le immagini, nel loro affastellarsi, corrano il rischio di divenire invisibili, precipitando in un immaginario collettivo dispersivo.
E allora? Stiamo perdendo l'importanza delle parole, mi ha detto una volta Rosetta Loy, raffinata scrittrice che conosce il valore di parole come: memoria, storia, amore. Così, dal 2000, ho iniziato ad inserire le parole, o meglio dei racconti, accanto alle immagini ed è nato il progetto Series, oggi parte della collezioni del Maxxi di Roma.
Ho ridotto sempre di più le immagini, fino a rovesciare il contesto: “Ora et Labora”, “Bevo Vivere” è altri. Successivamente, sono arrivati i “manifesti frase” come “Liberati dalle Mafie”, realizzato per l'Associazione Libera di Don Ciotti contro la Mafia, e i “Politikal”, dedicata alla politica.
La svolta fu il passaggio ai “manifesti 365” e cioè una serie di manifesti dedicati a parole germinali come NO, PIANTALA (realizzato per raccogliere fondi per la ricerca contro l’Aids), poi TI AMO, SERVILA, icona ilare del nostro tempo.
In questa serie di manifesti, la parola diventa un mantra, un suono ripetuto e variato per 365 volte, una parola per ogni giorno dell'anno, un appunto, un ritmo, una citazione continua; un verso poetico denso di ironia, suggestione e anche passione. Un segno sul manifesto bianco della pagina che si fa grande e prende lo spazio della parete, del muro, dell’abitare. Poi, quando il giorno si fa notte le parole si mettono a funzionare non più come sole, ma stelle. È una scrittura notturna, bianca.
Parole bianche su nero, disseminazione stellare, galassie, sono i manifesti della serie “nera”: NOTTE, LUCE, SERVILA, BAUDELAIRE e arrivato il colore, la vita, una nuova stagione e quindi il colore, rosso per il NATALE, blu per CAPODANNO, una nuova serie di MANIFESTI nel solco della poesia.
——————————————————————-
BIO
Al manifesto “No” La lettura del “Corriere della Sera” ha dedicato la copertina #575 del 4 dicembre 2022.
Tra le sue pubblicazioni: Terra arsa / Tempo dovuto (La Vita Felice), Illibertà, tempo che non ti aspetti (Excogita), Sguardo Nomade (Archinto), In Linea d'Aria (Feltrinelli), L'Inferno dentro (Sonda), On the movie (Skira), Suite Sarajevo (Archivi del 900), Milano 1944, un amore (Skira), Do Not Cross (Johan & Levi), Viaggi di memoria (Bompiani/RCS Educational), La Ferrari (Skira), Cento anni di futuro: storia dei Guzzini (Skira), Balich, Spectacular Show (Rizzoli) African Heroes (Skira), Bracco is culture (Fondazione Bracco), Questioni di facciata (Skira), Rivedute Veneziane (Idea Books), Habitat (Art&), Nyc, New York Revisited (Charta) e altri volumi.
Nel 2015 fonda il “Premio Pier Mario Vello per la Cultura civile”. Nel 2014, presso la sede storica del Piccolo Teatro di Milano, da vita a “Letteralmente Festival, scrivere e parlare di cultura civile”. Nel 2018 è direttore artistico del festival Leopardi di Recanati e di “Manifestare poesia”.
Tra le sue esposizioni: Biennale di Venezia, Artissima, Triennale di Milano, Fondazione Bevilacqua La Massa di Venezia, Galleria degli uffici di Firenze, PAC di Milano, i Rencontres di Arles, Center Interculturel Strathearn di Montreal, Miami Art Basel.
Le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche tra cui il Maxxi di Roma, il Cabinet del Estampes della Bibliothèque nationale de France, l’Archivio Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano, il Museo del Paesaggio di Verbania, il Museum of Photography di Tokyo, e altre sedi.
I manifesti poetici sono un modello di comunicazione condivisa che l’autore, Moreno Gentili, ha inventato più di vent’anni fa e che nel tempo si è strutturato come serie organica di opere germinative in continuo divenire, a partire de quel primo unico gesto/azione di fare della parola forma; una concatenazione di parole e frasi brevi, inanellate in un’unica iperbolica anafora a partire da un codice generatore, come: «Ti amo», «Bevo vivere», o da un imperativo: «Piantala», «Semina», «Servila», ma anche da avverbi di affermazione, come: «sì», «no», ripetuti per 365 volte.
Se l’opera è sintesi, il progetto è un percorso di ricerca e maturazione che ospita e provoca il cambiamento delle modalità creative e la loro attuazione. I manifesti poetici sono un'opera-progetto che vive degli incontri con le persone che scoprono il progetto, acquistano il manifesto e continuano il dialogo con l’artista e le sue parole.
I manifesti poetici sono stati esposti negli anni in diversi luoghi della città, dal caffè Cucchi al Teatro Franco Parenti, spazi pubblici di condivisione e scambio secondo la formula cara all’autore di arte come emozione civile, fuori da ogni percorso istituzionale e vicina alla vita delle persone. Per la prima volta i manifesti sono oggi proposti da una galleria, per due motivazioni essenziali:
la prima è riconoscimento dei manifesti poetici come opera, intesa quindi nel suo valore progettuale storico artistico nel solco dei manifesti delle avanguardie del primo Novecento;
la seconda è l’occasione per presentare un manifesto inedito, realizzato in sinergia con l’Istituto dei Ciechi di Milano e che rappresenta un nuovo passo nella recezione/comunicazione del progetto.
Oggi, allo sguardo e all’ascolto si aggiunge il tatto. Il manifesto “Luce” è stato stampato in caratteri Braille, leggibile così dalle persone ipovedenti attraverso il gesto delle mani. Tra l’indice e la carta le parole prendono luce e il linguaggio diventa un “atto motorio”.
L’adozione di una nuova forma porta una mutazione dell'opera manifesto in una nuova scala di comunicazione e a una nuova identità concettuale: quella della mappa tattile. Il codice Braille deve infatti essere tracciato sulla faccia opposta della pagina, invertendo non solo la disposizione dei caratteri (da destra verso sinistra), ma anche il formato. L’alfabeto tattile è costituito da sei punti in rilievo inscritti in uno spazio rettangolare che misura all’incirca come il polpastrello dell’indice; i punti sono codificati in modo da formare tutte le lettere. Questi simboli sono condivisi dalla maggior parte delle culture esistenti, perciò adatti a lingue differenti. I manifesti poetici sono una traduzione sempre in atto di un unico gesto creativo.
Il Braille ha sancito definitivamente, senza se e senza ma, l’educabilità, la crescita intellettuale di chi non vede. Ha inserito chi non vede nel panorama degli itinerari culturali disponibili per tutti. Laddove si parla di inclusione c’è il Braille. Se c’è Braille c’è inclusione! Attraverso il Braille i manifesti poetici di Moreno Gentili acquistano nuovo significato.
[…] «Ti amo perché sai di montagna, Ti amo perché pazzeggi, Ti amo per difenderti, Ti amo perché ci stai, Ti amo perché sei tonica, Ti amo perché hai paura, Ti amo perché sei felice, Ti amo perché sai di panna, Ti amo con furore, Ti amo in Svizzera, Ti amo a Hiroshima, Ti amo sotto la doccia, Ti amo senza appello, Ti amo perché ti offendi, Ti amo perché arrossisci, Ti amo da dentro, Ti amo se ti penso, Ti amo perché sei venuta, Ti amo tra gli ulivi, Ti amo se ti fermi, Ti amo se mi apprezzi, Ti amo tra un lavoro e l’altro, Ti amo davanti al Botticelli, Ti amo sul divano, Ti amo se ti vedo, Ti amo se ti parlo, Ti amo a tavola, Ti amo nella pioggia, Ti amo a Parigi, Ti amo come un fico secco, Ti amo a Capri, Ti amo in fotocopia, Ti amo tra le fiamme, Ti amo in rovina, Ti amo da re,» […]
—————————————————————————————-
I manifesti poetici e la parola data
di Moreno Gentili
Nel nostro tempo la parola sembra rivestire un’importanza sempre maggiore, come se le immagini, nel loro affastellarsi, corrano il rischio di divenire invisibili, precipitando in un immaginario collettivo dispersivo.
E allora? Stiamo perdendo l'importanza delle parole, mi ha detto una volta Rosetta Loy, raffinata scrittrice che conosce il valore di parole come: memoria, storia, amore. Così, dal 2000, ho iniziato ad inserire le parole, o meglio dei racconti, accanto alle immagini ed è nato il progetto Series, oggi parte della collezioni del Maxxi di Roma.
Ho ridotto sempre di più le immagini, fino a rovesciare il contesto: “Ora et Labora”, “Bevo Vivere” è altri. Successivamente, sono arrivati i “manifesti frase” come “Liberati dalle Mafie”, realizzato per l'Associazione Libera di Don Ciotti contro la Mafia, e i “Politikal”, dedicata alla politica.
La svolta fu il passaggio ai “manifesti 365” e cioè una serie di manifesti dedicati a parole germinali come NO, PIANTALA (realizzato per raccogliere fondi per la ricerca contro l’Aids), poi TI AMO, SERVILA, icona ilare del nostro tempo.
In questa serie di manifesti, la parola diventa un mantra, un suono ripetuto e variato per 365 volte, una parola per ogni giorno dell'anno, un appunto, un ritmo, una citazione continua; un verso poetico denso di ironia, suggestione e anche passione. Un segno sul manifesto bianco della pagina che si fa grande e prende lo spazio della parete, del muro, dell’abitare. Poi, quando il giorno si fa notte le parole si mettono a funzionare non più come sole, ma stelle. È una scrittura notturna, bianca.
Parole bianche su nero, disseminazione stellare, galassie, sono i manifesti della serie “nera”: NOTTE, LUCE, SERVILA, BAUDELAIRE e arrivato il colore, la vita, una nuova stagione e quindi il colore, rosso per il NATALE, blu per CAPODANNO, una nuova serie di MANIFESTI nel solco della poesia.
——————————————————————-
BIO
Al manifesto “No” La lettura del “Corriere della Sera” ha dedicato la copertina #575 del 4 dicembre 2022.
Tra le sue pubblicazioni: Terra arsa / Tempo dovuto (La Vita Felice), Illibertà, tempo che non ti aspetti (Excogita), Sguardo Nomade (Archinto), In Linea d'Aria (Feltrinelli), L'Inferno dentro (Sonda), On the movie (Skira), Suite Sarajevo (Archivi del 900), Milano 1944, un amore (Skira), Do Not Cross (Johan & Levi), Viaggi di memoria (Bompiani/RCS Educational), La Ferrari (Skira), Cento anni di futuro: storia dei Guzzini (Skira), Balich, Spectacular Show (Rizzoli) African Heroes (Skira), Bracco is culture (Fondazione Bracco), Questioni di facciata (Skira), Rivedute Veneziane (Idea Books), Habitat (Art&), Nyc, New York Revisited (Charta) e altri volumi.
Nel 2015 fonda il “Premio Pier Mario Vello per la Cultura civile”. Nel 2014, presso la sede storica del Piccolo Teatro di Milano, da vita a “Letteralmente Festival, scrivere e parlare di cultura civile”. Nel 2018 è direttore artistico del festival Leopardi di Recanati e di “Manifestare poesia”.
Tra le sue esposizioni: Biennale di Venezia, Artissima, Triennale di Milano, Fondazione Bevilacqua La Massa di Venezia, Galleria degli uffici di Firenze, PAC di Milano, i Rencontres di Arles, Center Interculturel Strathearn di Montreal, Miami Art Basel.
Le sue opere sono conservate in collezioni pubbliche tra cui il Maxxi di Roma, il Cabinet del Estampes della Bibliothèque nationale de France, l’Archivio Beni Architettonici e Ambientali della Provincia di Milano, il Museo del Paesaggio di Verbania, il Museum of Photography di Tokyo, e altre sedi.
24
maggio 2023
Moreno Gentili. Manifesti poetici, da leggere e sfiorare
Dal 24 maggio al 14 giugno 2023
arte contemporanea
Location
STUDIO GUASTALLA
Milano, Via Senato, 24, (Milano)
Milano, Via Senato, 24, (Milano)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 10-13 e 15-19
Autore