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Nancy Radloff – The pinecone and the finger
Le ultime opere dell’artista sono in apparenza giocose, allegre e ironiche, ma sappiamo che non c’è da fidarsi.
Comunicato stampa
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n a n c y r a d l o f f
the pinecone and the finger
(la pigna e il dito)
Per la sua seconda personale italiana ad e x t r a s p a z i o, Nancy Radloff (Los Angeles, 1955) presenta The Pinecone and the Finger (La pigna e il dito).
Oggetti in miniatura simili a quelli delle case di bambola, prodotti per la pulizia della casa, legno, cartone e scarti domestici di plastica, campioni di moquette e di carta da parati vengono assemblati da Nancy Radloff in piccole installazioni che costituiscono nell’insieme una sorta di mappa orientativa. Un dispositivo di senso, concettuale, ma anche emotivo e personale, che prende spunto da un banale episodio raccontato dall’artista:
“Quando la mia classe ha posato per la foto di gruppo a scuola, un ragazzo ha mostrato il dito medio. Il fotografo ha ritoccato l’immagine aggiungendo una pigna al posto del dito. Quella pigna sospesa nello spazio era nel contesto più assurda del gestaccio, ma appariva più accettabile”.
Conosciamo già i piccoli scenari di provincia americana della Radloff, composti ma al tempo stesso distopici; assemblaggi sorvegliatissimi e quasi compulsivi che narrano con ironica meticolosità le disfunzioni di gran parte delle costruzioni umane istituzionali (a cominciare da Famiglia, Chiesa, Stato) che pretendono di ‘sorvegliare e punire’ altre disfunzioni, sempre umane ma individuali.
Anche le ultime opere dell’artista sono in apparenza giocose, allegre, colorate e ironiche, ma sappiamo ormai che non c’è da fidarsi: i suoi giocattoli sono la solitudine, la perdita, il vuoto e i nostri precari espedienti per esorcizzare il dolore.
the pinecone and the finger
(la pigna e il dito)
Per la sua seconda personale italiana ad e x t r a s p a z i o, Nancy Radloff (Los Angeles, 1955) presenta The Pinecone and the Finger (La pigna e il dito).
Oggetti in miniatura simili a quelli delle case di bambola, prodotti per la pulizia della casa, legno, cartone e scarti domestici di plastica, campioni di moquette e di carta da parati vengono assemblati da Nancy Radloff in piccole installazioni che costituiscono nell’insieme una sorta di mappa orientativa. Un dispositivo di senso, concettuale, ma anche emotivo e personale, che prende spunto da un banale episodio raccontato dall’artista:
“Quando la mia classe ha posato per la foto di gruppo a scuola, un ragazzo ha mostrato il dito medio. Il fotografo ha ritoccato l’immagine aggiungendo una pigna al posto del dito. Quella pigna sospesa nello spazio era nel contesto più assurda del gestaccio, ma appariva più accettabile”.
Conosciamo già i piccoli scenari di provincia americana della Radloff, composti ma al tempo stesso distopici; assemblaggi sorvegliatissimi e quasi compulsivi che narrano con ironica meticolosità le disfunzioni di gran parte delle costruzioni umane istituzionali (a cominciare da Famiglia, Chiesa, Stato) che pretendono di ‘sorvegliare e punire’ altre disfunzioni, sempre umane ma individuali.
Anche le ultime opere dell’artista sono in apparenza giocose, allegre, colorate e ironiche, ma sappiamo ormai che non c’è da fidarsi: i suoi giocattoli sono la solitudine, la perdita, il vuoto e i nostri precari espedienti per esorcizzare il dolore.
24
marzo 2009
Nancy Radloff – The pinecone and the finger
Dal 24 marzo al 20 aprile 2009
arte contemporanea
Location
EXTRASPAZIO
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 16A, (Roma)
Roma, Via Di San Francesco Di Sales, 16A, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato ore 15.30-19.30
Vernissage
24 Marzo 2009, ore 19.00
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