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Nicola Costanzo – Tempus fugit
In mostra venticinque opere di vario formato dell’ultimo decennio di cui tredici acrilici e dodici xilografie.
Comunicato stampa
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Nicola Costanzo, incisore, pittore, saggista, fine intellettuale, con un passo lento, antico, registrato nel rigore della xilografia ed artista veloce, contemporaneo, di acrilici, che variano dal figurativo all' astratto futurista, presenta nello Spazio Arte del Museo delle Genti d'Abruzzo di Pescara, dal 15 al 23 gennaio 2011, venticinque opere di vario formato dell'ultimo decennio di cui tredici acrilici e dodici xilografie .Si forma a Urbino sotto la guida dei maestri Bruscaglia, Ceci, Sanchini, e dalla fine degli anni Sessanta è incisore molto riconosciuto in Italia e all'estero.
Segue con passione l'arte del bulino nel legno, tanto cara anche a Albrecht Dürer, Lucas Cranach, Nicolò Boldrini, Katsushika Hokusai, Edvard Munch, Adolfo De Carolis, Armando Cermignani, Ana Matilde Aybar e realizza nel suo percorso artistico, in quarant' anni di attività, trecento opere con soggetti e stili diversi: dai manichini disidentificati alle macchine volanti di Tazio Nuvolari, dalle strutture geometriche e seriali agli ex libris dedicati a Gabriele d'Annunzio.
Costanzo dipinge dagli anni Sessanta ed espone dagli anni Ottanta e sempre la sua pittura è attraversata da una riflessione esistenziale persistente sul tempo che fugge e s'invola, tema ricorrente nei poeti classici Sed fugit interea fugit irreparabile tempus (Virgilio, Georgiche,III libro), nei poeti del XVI secolo, Quando penso che tutto ciò che nasce/ Resta perfetto un solo breve istante,/ E questa scena immensa offre solo fantasmi (W. Shakespeare, Sonetti,XV) e del Novecento Alla sabbia del Tempo urna la mano /Era, clessidra il cor mio palpitante,/ L'ombra crescente d'ogni stelo vano /Quasi ombra d'ago in tacito quadrante (G. d'Annunzio, Sabbia del Tempo), o anche nei versi Restano indietro i giorni del passato,/penosa riga di candele spente:/le più vicine danno fumo ancora (C. Kavakis, Le Candele), ma presente anche nella canzone Tempus fugit del gruppo Rock degli Yes.
Se il tempo è costituito quindi da piccoli granelli di sabbia, e si disperde sempre, sillogisticamente non crea linea continua e non s'incrocia con altre linee. Tutto è spezzato, e scompare nella transitorietà, che tutto avvolge e scioglie, che abbraccia e stritola, che vincola e disperde, che riunisce e di nuovo sbriciola via al galoppo verso nuovi orizzonti. Sicuramente il gran lavoro incisorio tendeva inizialmente a dare una struttura legante, un ordine al reale, ad accatastare il possibile, a prendere, a contenere, ad enumerare, in seguito Costanzo è passato a creare contenitori di istanti, a rappresentare l'attimo, il morceau de vie, il vento che fa volare uomini e cose, che crea una visione astigmatica, onirica, fumosa, allusivamente predittiva del reale.
Questa filosofia di fondo fa da lente ottica con la quale mette a fuoco la mission della sua poetica: ispezionare il mondo da continui spostamenti dei punti di osservazione,
portando avanti una ricerca stilistica permanente.
Sensibile ad apprendere modi e stili di correnti dell'Avanguardia come il Futurismo, il Dadaismo, il Cubismo, l'Espressionismo, li rielabora in modo singolare ed autonomo ed approda ad un' arte forte e sicura nell'incisione e nella pittura, che appaiono tecniche rovesciate e simmetriche, Yin e Yang, la terra e il cielo, la luna e il sole, il negativo e il positivo, la notte come incisione dentro il legno e il giorno ovvero la pittura posata sulla tela per ricostruire una possibile perfezione, inseguendo la totalità dell'uomo e delle cose. Infatti la ciclicità è determinata dal fatto che lo Yin e lo Yang sono due metà uguali con la maggior concentrazione al centro e sul rispettivo lato, quando lo Yang raggiunge il suo massimo apice inizia inevitabilmente lo Yin.
Fatalità, illusorietà, transitorietà, dentro immagini confuse che ne contengono altre, o sovrapposte ad altre in atmosfere mai aggressive, ma crudeli come il destino, in cui c'è l'uomo, disegnato con forme circolari labirintiche o in abbracci, incontri, combinazioni, separazioni, frantumazioni, fughe, e ci sono gli oggetti del presente: frutta, scatole, reti, vetrate, automobili, insegne, graffiti in paesaggi urbani con un cielo lontano.
Tutti esatti istanti dell'odierna vita complessa metropolitana.
E a scavare, scavare (nel legno) si arriva alla noce del mistero dell'arte, che è in grado di disvelare un caleidoscopio di storie ripetibili (permesso dalla stampa) e cogliere l'unicità di un atto vitale, fermato in sogno sulla tela.
Segue con passione l'arte del bulino nel legno, tanto cara anche a Albrecht Dürer, Lucas Cranach, Nicolò Boldrini, Katsushika Hokusai, Edvard Munch, Adolfo De Carolis, Armando Cermignani, Ana Matilde Aybar e realizza nel suo percorso artistico, in quarant' anni di attività, trecento opere con soggetti e stili diversi: dai manichini disidentificati alle macchine volanti di Tazio Nuvolari, dalle strutture geometriche e seriali agli ex libris dedicati a Gabriele d'Annunzio.
Costanzo dipinge dagli anni Sessanta ed espone dagli anni Ottanta e sempre la sua pittura è attraversata da una riflessione esistenziale persistente sul tempo che fugge e s'invola, tema ricorrente nei poeti classici Sed fugit interea fugit irreparabile tempus (Virgilio, Georgiche,III libro), nei poeti del XVI secolo, Quando penso che tutto ciò che nasce/ Resta perfetto un solo breve istante,/ E questa scena immensa offre solo fantasmi (W. Shakespeare, Sonetti,XV) e del Novecento Alla sabbia del Tempo urna la mano /Era, clessidra il cor mio palpitante,/ L'ombra crescente d'ogni stelo vano /Quasi ombra d'ago in tacito quadrante (G. d'Annunzio, Sabbia del Tempo), o anche nei versi Restano indietro i giorni del passato,/penosa riga di candele spente:/le più vicine danno fumo ancora (C. Kavakis, Le Candele), ma presente anche nella canzone Tempus fugit del gruppo Rock degli Yes.
Se il tempo è costituito quindi da piccoli granelli di sabbia, e si disperde sempre, sillogisticamente non crea linea continua e non s'incrocia con altre linee. Tutto è spezzato, e scompare nella transitorietà, che tutto avvolge e scioglie, che abbraccia e stritola, che vincola e disperde, che riunisce e di nuovo sbriciola via al galoppo verso nuovi orizzonti. Sicuramente il gran lavoro incisorio tendeva inizialmente a dare una struttura legante, un ordine al reale, ad accatastare il possibile, a prendere, a contenere, ad enumerare, in seguito Costanzo è passato a creare contenitori di istanti, a rappresentare l'attimo, il morceau de vie, il vento che fa volare uomini e cose, che crea una visione astigmatica, onirica, fumosa, allusivamente predittiva del reale.
Questa filosofia di fondo fa da lente ottica con la quale mette a fuoco la mission della sua poetica: ispezionare il mondo da continui spostamenti dei punti di osservazione,
portando avanti una ricerca stilistica permanente.
Sensibile ad apprendere modi e stili di correnti dell'Avanguardia come il Futurismo, il Dadaismo, il Cubismo, l'Espressionismo, li rielabora in modo singolare ed autonomo ed approda ad un' arte forte e sicura nell'incisione e nella pittura, che appaiono tecniche rovesciate e simmetriche, Yin e Yang, la terra e il cielo, la luna e il sole, il negativo e il positivo, la notte come incisione dentro il legno e il giorno ovvero la pittura posata sulla tela per ricostruire una possibile perfezione, inseguendo la totalità dell'uomo e delle cose. Infatti la ciclicità è determinata dal fatto che lo Yin e lo Yang sono due metà uguali con la maggior concentrazione al centro e sul rispettivo lato, quando lo Yang raggiunge il suo massimo apice inizia inevitabilmente lo Yin.
Fatalità, illusorietà, transitorietà, dentro immagini confuse che ne contengono altre, o sovrapposte ad altre in atmosfere mai aggressive, ma crudeli come il destino, in cui c'è l'uomo, disegnato con forme circolari labirintiche o in abbracci, incontri, combinazioni, separazioni, frantumazioni, fughe, e ci sono gli oggetti del presente: frutta, scatole, reti, vetrate, automobili, insegne, graffiti in paesaggi urbani con un cielo lontano.
Tutti esatti istanti dell'odierna vita complessa metropolitana.
E a scavare, scavare (nel legno) si arriva alla noce del mistero dell'arte, che è in grado di disvelare un caleidoscopio di storie ripetibili (permesso dalla stampa) e cogliere l'unicità di un atto vitale, fermato in sogno sulla tela.
15
gennaio 2011
Nicola Costanzo – Tempus fugit
Dal 15 al 23 gennaio 2011
disegno e grafica
Location
GALLERIA FOTOGRAFICA – MUSEO DEL GUSTO – MUSEO DELLE GENTI D’ABRUZZO
Pescara, Via Delle Caserme, 22, (Pescara)
Pescara, Via Delle Caserme, 22, (Pescara)
Orario di apertura
Lunedì/Venerdì 10:00-13:00
Venerdì/Sabato 21:30-00:30
Domenica chiuso
Vernissage
15 Gennaio 2011, ore 18
Autore
Curatore