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Nicola Ingravallo – Affordance
La ricerca pittorica di Nicola Ingravallo si colloca in uno spazio di frontiera, in cui l’immagine coincide con il manifestarsi di un movimento interno. La doppia identità di psicologo-psicoterapeuta e pittore costituisce la matrice del suo linguaggio.
Comunicato stampa
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La ricerca pittorica di Nicola Ingravallo si colloca in uno spazio di frontiera, in cui l’immagine coincide con il manifestarsi di un movimento interno. La doppia identità di psicologo-psicoterapeuta e pittore costituisce la matrice del suo linguaggio. L’attività clinica orienta lo sguardo verso ciò che nell’individuo emerge attraverso stratificazioni profonde, e la pittura offre un luogo in cui queste stratificazioni trovano una forma visibile, processuale, non narrativa. La tela si presenta come un campo di possibilità. Il concetto di “affordance” indica ciò che la pittura attiva nello sguardo: un invito percettivo, una relazione in divenire durante l’atto del vedere.
Il pittore non costruisce figure riconoscibili e non descrive un tema. L’opera nasce da un ascolto continuo. La pittura custodisce un accadere che non si chiude in un’immagine conclusa, ma resta aperto a ciò che appare. In questo orizzonte la pratica artistica incontra quella analitica. La tela accoglie ciò che solitamente resta preverbale, corporeo, sotterraneo, e lo lascia emergere senza richiedere una traduzione in racconto. L’artista afferma: «Seduta dopo seduta, resta una situazione, un evento sensoriale-affettivo intorno a un vuoto in cui ci si può porre solo in ascolto. Ciò che si pone davanti è riprecipitato nello stato poetico di domanda del notturnale, sfuggito all’assenza da cui proviene. In andirivieni tra i due atelier, nel rivedere il vedere del sogno negli occhi dell’Altro, ciò che appare mi lascia intuire quanto non potrei mai percepire. E la realtà sembra solo lo stato a parte di un inedito accostamento, il prolungamento di un colpo di sogno nelle forme oniriche del giorno.»
Sulla tela, il movimento tra visibile e invisibile assume forme che emergono per contatto. Le superfici evocano paesaggi, figure, mentre le tracce chiedono di essere percepite. Il colore vibra come organismo attraversato da variazioni interne. La pittura si realizza quando lo sguardo accetta di sostare. L’opera si configura come un luogo che consente al pensiero di non definire subito ciò che vede e di lasciarsi toccare dall’accadere in corso. Ciò che resta non coincide con una risposta, e si presenta come un movimento interiore aperto.
La tecnica pittorica di Ingravallo si fonda sulla stratificazione e sulla matericità. Il lavoro procede attraverso accumuli, velature, abrasioni leggere, ridipinture, zone lasciate in sospensione. Il colore non agisce come semplice rivestimento ma come corpo vivo del quadro, capace di testimoniare il tempo del gesto, l’emergere del pensiero, la traccia del corpo. Le superfici talvolta appaiono incise o scavate, come se lo spazio della pittura fosse una membrana attraversata da forze interne. La forma non giunge mai come forma fissata, ma come tensione che affiora, come presenza in stato di nascita. In questo modo, la tecnica stessa conferma la dimensione processuale del suo linguaggio, e l’immagine diventa un campo attivo che accoglie chi guarda.
Il pittore non costruisce figure riconoscibili e non descrive un tema. L’opera nasce da un ascolto continuo. La pittura custodisce un accadere che non si chiude in un’immagine conclusa, ma resta aperto a ciò che appare. In questo orizzonte la pratica artistica incontra quella analitica. La tela accoglie ciò che solitamente resta preverbale, corporeo, sotterraneo, e lo lascia emergere senza richiedere una traduzione in racconto. L’artista afferma: «Seduta dopo seduta, resta una situazione, un evento sensoriale-affettivo intorno a un vuoto in cui ci si può porre solo in ascolto. Ciò che si pone davanti è riprecipitato nello stato poetico di domanda del notturnale, sfuggito all’assenza da cui proviene. In andirivieni tra i due atelier, nel rivedere il vedere del sogno negli occhi dell’Altro, ciò che appare mi lascia intuire quanto non potrei mai percepire. E la realtà sembra solo lo stato a parte di un inedito accostamento, il prolungamento di un colpo di sogno nelle forme oniriche del giorno.»
Sulla tela, il movimento tra visibile e invisibile assume forme che emergono per contatto. Le superfici evocano paesaggi, figure, mentre le tracce chiedono di essere percepite. Il colore vibra come organismo attraversato da variazioni interne. La pittura si realizza quando lo sguardo accetta di sostare. L’opera si configura come un luogo che consente al pensiero di non definire subito ciò che vede e di lasciarsi toccare dall’accadere in corso. Ciò che resta non coincide con una risposta, e si presenta come un movimento interiore aperto.
La tecnica pittorica di Ingravallo si fonda sulla stratificazione e sulla matericità. Il lavoro procede attraverso accumuli, velature, abrasioni leggere, ridipinture, zone lasciate in sospensione. Il colore non agisce come semplice rivestimento ma come corpo vivo del quadro, capace di testimoniare il tempo del gesto, l’emergere del pensiero, la traccia del corpo. Le superfici talvolta appaiono incise o scavate, come se lo spazio della pittura fosse una membrana attraversata da forze interne. La forma non giunge mai come forma fissata, ma come tensione che affiora, come presenza in stato di nascita. In questo modo, la tecnica stessa conferma la dimensione processuale del suo linguaggio, e l’immagine diventa un campo attivo che accoglie chi guarda.
22
novembre 2025
Nicola Ingravallo – Affordance
Dal 22 novembre al 06 dicembre 2025
arte contemporanea
Location
SATURA – PALAZZO STELLA
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Genova, Piazza Stella, 5/1, (Genova)
Orario di apertura
dal martedì al venerdì 9:30–13:00/15:00–19:00, il sabato 15:00–19:00
Vernissage
22 Novembre 2025, ore 17
Sito web
Autore
Curatore








