Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Nuove liturgie per un’epifania dell’identità
L’opera è la forma della sua presenza in mezzo al pubblico. Tiberio Grego agisce sullo spazio con un opus alchemico che riconfigura prima il tempio e poi il White Cube.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
L'opera è la forma della sua presenza in mezzo al pubblico. Tiberio Grego agisce sullo spazio con un opus alchemico che riconfigura prima il tempio e poi il White Cube. Lo spazio bianco della galleria, esonerato dai flussi della cronaca e della vita, declina il suo ruolo meditativo a-temporale per farsi crogiolo della dissoluzione e della trasformazione dei materiali. Se il bianco si fa albedo, lo spazio si orienta alla dimensione sacrale del tempio, luogo di una trascendenza che dalla primordialità della caverna si fa verticalità: totemico segno di una religo balbettante e incerta.
Morte e resurrezione, maschera e iconologie confessionali, si ricreano passando dal loro svuotamento segnico. In questo abbandono della rappresentazione e figurazione, emergono grumi, macerie materiche, coaguli disposti per arcane adorazioni. Nella loro fissità lo sciamano-artista cerca eternità e bellezza. Sulla sabbia lascia un segno l'uomo che troppo ha creduto in ciò che è destinato a essere fantasma, immagine precipitata negli abissi di un’identità dissolta.
Qui s’incontra una natura non metamorfica o ibrida, ma allargata. L'artista ha disarcionato le cose dall’uso edonistico. Anche il possesso, dello sguardo e delle mani è la possibilità di un nuovo rapporto con il mondo. Il tempio in fondo “serve” a questo: ripensare l'opera come durata da sperimentare. Qui si rivede l'opera -propizia all’espressione di questa civiltà della prossimità -come forma dell’inter-soggettività consacrata da una nuova trascendenza.
Morte e resurrezione, maschera e iconologie confessionali, si ricreano passando dal loro svuotamento segnico. In questo abbandono della rappresentazione e figurazione, emergono grumi, macerie materiche, coaguli disposti per arcane adorazioni. Nella loro fissità lo sciamano-artista cerca eternità e bellezza. Sulla sabbia lascia un segno l'uomo che troppo ha creduto in ciò che è destinato a essere fantasma, immagine precipitata negli abissi di un’identità dissolta.
Qui s’incontra una natura non metamorfica o ibrida, ma allargata. L'artista ha disarcionato le cose dall’uso edonistico. Anche il possesso, dello sguardo e delle mani è la possibilità di un nuovo rapporto con il mondo. Il tempio in fondo “serve” a questo: ripensare l'opera come durata da sperimentare. Qui si rivede l'opera -propizia all’espressione di questa civiltà della prossimità -come forma dell’inter-soggettività consacrata da una nuova trascendenza.
16
dicembre 2023
Nuove liturgie per un’epifania dell’identità
Dal 16 dicembre 2023 al 14 gennaio 2024
arte contemporanea
Location
VISIONI ALTRE
Venezia, Campo del Ghetto Novo , 2918
Venezia, Campo del Ghetto Novo , 2918
Orario di apertura
da mercoledì a domenica ore 11-18
Vernissage
16 Dicembre 2023, ore 17.00
Sito web
Editore
VISIONI ALTRE
Ufficio stampa
VISIONI ALTRE
Autore
Curatore
Autore testo critico
Allestimento