Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Onanismi. 26 ore di lievitazione mentale
all’Estrobar hanno pensato di associare un’opera d’arte alla pizza, di rinominarla anche. E quando alle cose si dà un nome è come farle rinascere a nuova vita. Ma ce n’era bisogno? E perché poi?
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Acqua, farina, lievito. Ingredienti minimali, semplici, quasi da pensiero debole. Poi arriva il fuoco, e tutto cambia: dal quasi niente all’assoluto della pizza. Certo, poi ognuno ci aggiunge del suo e si arriva agli stili come con l’arte. Classici da pomodoro/mozzarella/basilico, Impressionisti vegetariani, Astratti o forse solo Attratti dai quattro formaggi, Neo Razionalisti della bianca con rosmarino, Vetero e Post Avanguardisti al mango e caviale. E chi più ne ha più ne metta, perché la pizza è forse l¹unico alimento con vocazione al meretricio: tutto accetta, tutto metabolizza e tutti fa godere.
Sarà per questo che all’Estrobar hanno pensato di associare un’opera d’arte alla pizza, di rinominarla anche. E quando alle cose si dà un nome è come farle rinascere a nuova vita. Ma ce n’era bisogno? E perché poi?
A queste domande un gruppo di grafici e designer ha voluto rispondere pagando la stessa moneta, interpretando cioè con immagini le immagini che interpretavano una pizza. Ognuno di loro ne ha prese in carico alcune, a ciascuna ha applicato una lente mentale e, come in una nuova fornace, l’ha sottoposta insieme all’opera a cui è stata associata a una nuova cottura. Il risultato è una sequela di metalinguaggi strutturati in architetture stratificate, solo per arrivare al semplice e scarno giudizio del palato. Una questione di gusto, insomma, com’è giusto che sia.
Ma, di nuovo, perché?
Perché è un gioco, perché è divertente, perché è futile, perché è interessante. E poi perché un inveterato cultore di Onan risponderebbe serafico: e perché no?
Sarà per questo che all’Estrobar hanno pensato di associare un’opera d’arte alla pizza, di rinominarla anche. E quando alle cose si dà un nome è come farle rinascere a nuova vita. Ma ce n’era bisogno? E perché poi?
A queste domande un gruppo di grafici e designer ha voluto rispondere pagando la stessa moneta, interpretando cioè con immagini le immagini che interpretavano una pizza. Ognuno di loro ne ha prese in carico alcune, a ciascuna ha applicato una lente mentale e, come in una nuova fornace, l’ha sottoposta insieme all’opera a cui è stata associata a una nuova cottura. Il risultato è una sequela di metalinguaggi strutturati in architetture stratificate, solo per arrivare al semplice e scarno giudizio del palato. Una questione di gusto, insomma, com’è giusto che sia.
Ma, di nuovo, perché?
Perché è un gioco, perché è divertente, perché è futile, perché è interessante. E poi perché un inveterato cultore di Onan risponderebbe serafico: e perché no?
03
maggio 2005
Onanismi. 26 ore di lievitazione mentale
Dal 03 al 31 maggio 2005
arte contemporanea
Location
ABITART HOTEL – ESTROBAR
Roma, Via Pellegrino Matteucci, 10/20, (Roma)
Roma, Via Pellegrino Matteucci, 10/20, (Roma)
Vernissage
3 Maggio 2005, ore 18-21



