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Paola Mongelli – My Mirror (Performance)
A Genova presso il MAIIIM Lab, la performance My Mirror di Paola Mongelli. L’evento rientra nel programma 2025 del PASC Performance Art Studio Center, progetto MAIIIM, curato da Angelo Pretolani e Roberto Rossini.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Paola Mongelli si specchia in un atto performativo
Racconta l’artista Paola Mongelli: “Nel 2001, a causa di un incidente, il mio occhio destro ha perso
la capacità di vedere, ma non il desiderio di vedere. Da circa dieci anni ho iniziato a disegnare
unicamente attraverso questo occhio, intercettando il suo desiderio. Col tempo questa pratica è
diventata quotidiana, fino ad oggi solitaria. Quasi sempre disegno un volto, qualche volta invece
è una parte del corpo. Io, l’altro”. Questa, è una informazione imprescindibile per comprendere le
molteplici “pieghe” psicologiche e artistiche (possono mai essere separate?) che interagiscono nel
progetto MY MIRROR su cui l’artista sta lavorando dal 2013. La visione, come tutte le altre nostre
percezioni sensoriali, prima di manifestarsi nella nostra consapevolezza, è costretta in una specie
di “distorsione” frutto di una elaborazione del nostro cervello che la decodifica in funzione di una
enorme quantità di dati raccolti e memorizzati nel tempo. Paola Mongelli con una scelta artistica
coraggiosa, raddoppia il processo di trasformazione inconscia degli “oggetti” osservati, in questo
contesto sono principalmente volti, adottando una particolare tecnica di disegno. Coprendo l’occhio
che vede, si concentra nella visione interiore dell’occhio che non vede e che percepisce solo
poche ombre, ma che ancor più è capace di osservare e interpretare le immagini immagazzinate
nel cervello d’appartenenza attraverso l’occhio che ha “visto”. Forse l’artista ottiene un’“opera-sogno”,
l’influenza onirica a questo punto non può essere assente anche se ammaestrata a compiere
una elaborazione dell’elaborazione già avvenuta in precedenza; un lavoro, il suo, che si consuma
e si racconta in un gioco interiore di specchi. A tal proposito Paola Mongelli afferma: “Mi incontro,
come davanti allo specchio, ma lo sguardo è spalancato all’interno. La visione non è la vista,
è un atto che coinvolge la totalità del corpo, che sente e vede. Nessun tratto è intenzionale, il corpo-
che-respira disegna ciò che è necessario”.
Tratto da “My Mirror” una performance dell’artista Paola Mongelli potenzialmente senza confini di Gianni Maria Tessari
Racconta l’artista Paola Mongelli: “Nel 2001, a causa di un incidente, il mio occhio destro ha perso
la capacità di vedere, ma non il desiderio di vedere. Da circa dieci anni ho iniziato a disegnare
unicamente attraverso questo occhio, intercettando il suo desiderio. Col tempo questa pratica è
diventata quotidiana, fino ad oggi solitaria. Quasi sempre disegno un volto, qualche volta invece
è una parte del corpo. Io, l’altro”. Questa, è una informazione imprescindibile per comprendere le
molteplici “pieghe” psicologiche e artistiche (possono mai essere separate?) che interagiscono nel
progetto MY MIRROR su cui l’artista sta lavorando dal 2013. La visione, come tutte le altre nostre
percezioni sensoriali, prima di manifestarsi nella nostra consapevolezza, è costretta in una specie
di “distorsione” frutto di una elaborazione del nostro cervello che la decodifica in funzione di una
enorme quantità di dati raccolti e memorizzati nel tempo. Paola Mongelli con una scelta artistica
coraggiosa, raddoppia il processo di trasformazione inconscia degli “oggetti” osservati, in questo
contesto sono principalmente volti, adottando una particolare tecnica di disegno. Coprendo l’occhio
che vede, si concentra nella visione interiore dell’occhio che non vede e che percepisce solo
poche ombre, ma che ancor più è capace di osservare e interpretare le immagini immagazzinate
nel cervello d’appartenenza attraverso l’occhio che ha “visto”. Forse l’artista ottiene un’“opera-sogno”,
l’influenza onirica a questo punto non può essere assente anche se ammaestrata a compiere
una elaborazione dell’elaborazione già avvenuta in precedenza; un lavoro, il suo, che si consuma
e si racconta in un gioco interiore di specchi. A tal proposito Paola Mongelli afferma: “Mi incontro,
come davanti allo specchio, ma lo sguardo è spalancato all’interno. La visione non è la vista,
è un atto che coinvolge la totalità del corpo, che sente e vede. Nessun tratto è intenzionale, il corpo-
che-respira disegna ciò che è necessario”.
Tratto da “My Mirror” una performance dell’artista Paola Mongelli potenzialmente senza confini di Gianni Maria Tessari
18
gennaio 2025
Paola Mongelli – My Mirror (Performance)
18 gennaio 2025
arti performative
Location
MAIIIM LAB
Genova, Calata Andalò di Negro, 15, (GE)
Genova, Calata Andalò di Negro, 15, (GE)
Orario di apertura
ore 17.30
Autore
Curatore




