Dopo aver dipinto i graffiti e le scritture Barrile continua a rinnovare la propria ricerca pittorica con una serie inedita di dipinti dallo stile bambinesco che egli utilizza per esprimere con termini elementari una vicenda inquietante e drammatica, una sorta di metafora di quanto sta accadendo in Iraq in questo momento, una guerra di resistenza che un popolo sta combattendo contro l’esercito invasore, se vogliamo chiamarla col suo nome. Ogni quadro va inteso come una rivelazione, i colori sono quelli primari, quelli dei bambini, ad esempio il viola e il lilla come espressione del livore, dell’odio. Sullo sfondo emergono ancora alcune scritte e tag di vario genere che contraddistinguono il lavoro dell’artista, in questo caso cancellate da queste rappresentazioni infantili di animali dai denti digrignanti.

Paolo Barrile vive e lavora a Milano, ha tenuto settantadue mostre personali di cui ventiquattro all’estero (Francia, Germania, Austria, Belgio, Olanda, Danimarca, Lussemburgo, Finlandia, Lituania, U.S.A.) e partecipato a oltre duecento esposizioni collettive e di gruppo. Di lui hanno scritto: Altamira, Bentivoglio, Bossaglia, Buono, Budigna, Carrozzini, D’Antona, Della Beffa, Dehò, Fiori, Franza, Grazia, Mandel, Morgan, Munari, A. Passoni, F. Passoni, Perazzi, Restany, Rui, Varga, Vivaldi, Sanesi, Somaini, Spena e altri.