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Paolo Lastrucci – Mìmesis
mostra di pittura: saranno esposte riproduzioni di capolavori della pittura dal ’400 ai primi del ’900
Comunicato stampa
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L’ARTE MIMETICA DI PAOLO LASTRUCCI
Ci vuole perizia tecnica e pazienza per eseguire un dipinto ad olio. Per riprodurre il segno, il colore, la maniera di un grande artista del passato ci vuole anche altro. L’umiltà di mettersi da parte per penetrare nel quadro, la capacità di immergersi in una personalità altra da sé e rimetterla in scena come farebbe un bravo attore con una partitura teatrale.
Paolo Lastrucci affronta questo impegno con sensibilità e competenza.
Proveniente da studi artistici, è formato alla lettura attenta dell’opera e alla sua interpretazione. E’ fondamentale saper collocare l’originale che s’intende riprodurre nel suo giusto contesto storico, osservarne le peculiarità, per potersi accostare al quadro con l’atteggiamento del cultore prima ancora che dell’artista. Non si può, infatti, affidarsi ciecamente alle riproduzioni fotografiche delle opere, spesso fuorvianti. Le dominanti cromatiche di stampa, i limiti di fedeltà delle quadricromie impediscono una loro copia “obiettiva”. Per questa ragione, il bagaglio culturale dell’artista copista deve correggere ed inquadrare le mancanze dell’immagine grazie alla conoscenza dell’iconografia dell’autore.
Nella scelta del soggetto troviamo quindi il segno distintivo di un carattere, delle sue passioni personali. L’inclinazione al ritratto come studio psicologico del soggetto, porta Paolo Lastrucci a preferire figure fortemente impresse nella memoria collettiva, come “La fanciulla con turbante” di Vermeer, o “La dama con l’ermellino” di Leonardo, soggetti in cui la pulizia e la fedeltà del segno deve stemperarsi nella capacità di restituirne l’atmosfera.
Non è da trascurare il fatto che Paolo Lastrucci porti avanti la sua attività artistica nel solco di una solida tradizione familiare. Il padre Domenico, è stato un affermato pittore ritrattista, particolarmente apprezzato nelle sue copie dei maestri seicenteschi e settecenteschi. Numerosi suoi quadri sono attualmente in possesso di famiglie patrizie napoletane, nella galleria dell’Accademia Militare Nunziatella e in molte chiese della regione, essendosi occupato a lungo d’arte sacra.
La formazione di Paolo Lastrucci, quindi, si è potuta sviluppare con la pratica quotidiana dell’antica “bottega”, la continuità dell’esercizio che affina gli strumenti indispensabili del pittore: occhio, manualità, conoscenza approfondita dei materiali.
Il risultato appare evidente nella cura dei lavori, dettagliati nella figurazione grafica e sbalzati da nitide lumeggiature.
Altro discorso merita l’approccio con la riproduzione della pittura del‘800 e delle avanguardie del primo ‘900. In questo caso, ci si addentra in un territorio in cui il gesto pittorico, l’invenzione formale e cromatica assumono la predominanza sull’impianto classico del quadro.
Non una semplice operazione di ricalco, quindi, ma reinvenzione.
La dissoluzione delle forme del Fattori, ad esempio, è restituita felicemente con una tavolozza sciolta e sicura, ben in linea con l’aderenza al vero tipica dell’artista macchiaolo.
Altrettanto interessante, è la forza e la luminosità degli impasti che raccontano le visioni cariche di simbolismi di Gauguin. Naturalezza, vigore, sono unite allo studio e il rispetto dell’originale per ricrearne l’emozione.
L’insieme di questi componenti caratterizzano delle produzioni pregevoli, dalla forte identità, ben collocate in un mercato artistico particolare, ma destinato col tempo ad assumere un sempre maggiore valore.
Una testimonianza ricca di passione che getta un ponte tra il passato e la contemporaneità.
Laura Sormani
Ci vuole perizia tecnica e pazienza per eseguire un dipinto ad olio. Per riprodurre il segno, il colore, la maniera di un grande artista del passato ci vuole anche altro. L’umiltà di mettersi da parte per penetrare nel quadro, la capacità di immergersi in una personalità altra da sé e rimetterla in scena come farebbe un bravo attore con una partitura teatrale.
Paolo Lastrucci affronta questo impegno con sensibilità e competenza.
Proveniente da studi artistici, è formato alla lettura attenta dell’opera e alla sua interpretazione. E’ fondamentale saper collocare l’originale che s’intende riprodurre nel suo giusto contesto storico, osservarne le peculiarità, per potersi accostare al quadro con l’atteggiamento del cultore prima ancora che dell’artista. Non si può, infatti, affidarsi ciecamente alle riproduzioni fotografiche delle opere, spesso fuorvianti. Le dominanti cromatiche di stampa, i limiti di fedeltà delle quadricromie impediscono una loro copia “obiettiva”. Per questa ragione, il bagaglio culturale dell’artista copista deve correggere ed inquadrare le mancanze dell’immagine grazie alla conoscenza dell’iconografia dell’autore.
Nella scelta del soggetto troviamo quindi il segno distintivo di un carattere, delle sue passioni personali. L’inclinazione al ritratto come studio psicologico del soggetto, porta Paolo Lastrucci a preferire figure fortemente impresse nella memoria collettiva, come “La fanciulla con turbante” di Vermeer, o “La dama con l’ermellino” di Leonardo, soggetti in cui la pulizia e la fedeltà del segno deve stemperarsi nella capacità di restituirne l’atmosfera.
Non è da trascurare il fatto che Paolo Lastrucci porti avanti la sua attività artistica nel solco di una solida tradizione familiare. Il padre Domenico, è stato un affermato pittore ritrattista, particolarmente apprezzato nelle sue copie dei maestri seicenteschi e settecenteschi. Numerosi suoi quadri sono attualmente in possesso di famiglie patrizie napoletane, nella galleria dell’Accademia Militare Nunziatella e in molte chiese della regione, essendosi occupato a lungo d’arte sacra.
La formazione di Paolo Lastrucci, quindi, si è potuta sviluppare con la pratica quotidiana dell’antica “bottega”, la continuità dell’esercizio che affina gli strumenti indispensabili del pittore: occhio, manualità, conoscenza approfondita dei materiali.
Il risultato appare evidente nella cura dei lavori, dettagliati nella figurazione grafica e sbalzati da nitide lumeggiature.
Altro discorso merita l’approccio con la riproduzione della pittura del‘800 e delle avanguardie del primo ‘900. In questo caso, ci si addentra in un territorio in cui il gesto pittorico, l’invenzione formale e cromatica assumono la predominanza sull’impianto classico del quadro.
Non una semplice operazione di ricalco, quindi, ma reinvenzione.
La dissoluzione delle forme del Fattori, ad esempio, è restituita felicemente con una tavolozza sciolta e sicura, ben in linea con l’aderenza al vero tipica dell’artista macchiaolo.
Altrettanto interessante, è la forza e la luminosità degli impasti che raccontano le visioni cariche di simbolismi di Gauguin. Naturalezza, vigore, sono unite allo studio e il rispetto dell’originale per ricrearne l’emozione.
L’insieme di questi componenti caratterizzano delle produzioni pregevoli, dalla forte identità, ben collocate in un mercato artistico particolare, ma destinato col tempo ad assumere un sempre maggiore valore.
Una testimonianza ricca di passione che getta un ponte tra il passato e la contemporaneità.
Laura Sormani
07
agosto 2005
Paolo Lastrucci – Mìmesis
Dal 07 al 15 agosto 2005
arte contemporanea
Location
SALA CONSILIARE
Montefalcone Di Val Fortore, Piazza Medaglia D'opo, 1, (Benevento)
Montefalcone Di Val Fortore, Piazza Medaglia D'opo, 1, (Benevento)
Orario di apertura
10-12 e 16-20
Vernissage
7 Agosto 2005, ore 18
Autore




