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Pasquale Altieri – Errata Corrige
L’artista ci invita nella sua casa-romanzo, ci spinge ad attraversarne le stanze, a sbirciare nelle sue scatole che, come veri e propri capitoli, ci raccontano del suo girovagare tra le cose del mondo.
Comunicato stampa
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Il giorno 12 ottobre 2019 inaugura presso Villa Lais di Sipicciano il progetto espositivo Errata Corrige di Pasquale Altieri, a cura di Francesca Perti e da un’idea di Maddalena Mauri.
“Magico Avventuriero, così si potrebbe chiamare Pasquale Altieri se avesse potuto scegliere il proprio nome. Le sue opere sono capitoli di un personalissimo romanzo cavalleresco, come un Don Quijote de La Mancia egli attraversa il mondo e vive avventure con gli oggetti che incontra. Se nel testo di Cervantes un mulino a vento può essere un gigante, nell’opera di Altieri il ritaglio di un cartellone pubblicitario o un animale impagliato diventano altro. Non si tratta di riuso, ma di moltiplicazione di punti di vista nessuno dei quali prevale sull’altro. Il suo sguardo posato sugli oggetti crea avventure, connessioni fantastiche tra reale e immaginazione. La sua arte si libera della razionalità rinascimentale e ci spinge alla Maraviglia.
L’artista ci invita nella sua casa-romanzo, ci spinge ad attraversarne le stanze, a sbirciare nelle sue scatole che, come veri e propri capitoli, ci raccontano del suo girovagare tra le cose del mondo. A noi spettatori-lettori non rimane che assecondare il suo punto di vista e partecipare alle sue avventure. Quello che Altieri riesce a fare è convincerci che un burattino può essere un demone, un vecchio ronzino un maestoso purosangue, una contadina una nobildonna. A questo incanto noi ci abbandoniamo con lo stesso fervore di Sancio Panza stregato dalle visioni del suo Cavaliere. Le opere di Pasquale Altieri sono venti e correnti invisibili che ci portano fuori rotta, e l’artista, come un astuto nocchiero, traccia nuovi itinerari sulla sua personale carta geografica, scopre isole misteriose e popoli sconosciuti. Il suo lavoro, che si estende dal video alla fotografia alla pittura alle installazioni agli assemblaggi agli interventi in luoghi diversi, spazi aperti o chiusi, è al contempo onirico e ironico, è un modo per raccontarci che è nel mondo ed è del mondo. Separato ed unito nello stesso tempo, dà e riceve, assorbe e distribuisce.
La sua nudità è totale, si fa attraversare da tutti i misteri e ci obbliga a vedere attraverso il senso dello stupore e così facendo ci riporta all’avventura, al gioco e alla conoscenza. Le sue sono esplosioni di vita, sono apparizioni e visioni, sogni ed incubi, pulsioni da cui lo spettatore viene colto alle spalle, colpito da una malia che si manifesta in luoghi inesplorati e con tempi imprevedibili. Davanti alle opere di Altieri vien voglia di seguitare a percorrere il mondo in sella ad un destriero che a ritrovar il senno c’è sempre tempo.” (testo critico di Francesca Perti)
Pasquale Altieri nasce a Matera il 1 Agosto 1966, vive e lavora a Viterbo. La sua produzione spazia dalla pittura all’assemblaggio, dal ready-made alla realizzazione di installazioni site-specific. Ha esposto in decine di mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, ha svolto residenze artistiche ed ed è stato selezionato come finalista in concorsi internazionali. Da sempre svolge un ruolo importante nella diffusione e produzione artistica del territorio in cui opera, avendo anche gestito due gallerie di arte contemporanea. Attivo come artista dal 1985, dopo un esordio nella pittura informale, inizia il suo percorso nell’ambito della multimedialità agli inizi degli anni ’90, con la realizzazione di ambienti fruibili teletrasmessi (“Iperluogo”, 1991) e interventi ambientali basati su esperienze sensoriali (“Interno rosso”, 1995) o sulla ricostruzione biografica di personaggi, sia reali che immaginari (“Abschussrampe – rampa di lancio”, 2001). La ricerca artistica di Altieri volge all’introspezione, nell’ultima parte degli anni ’90, culminando con un lavoro sulle wunderkammer (“Ritrosia”, 1999). Il segno stilistico di tutto il decennio successivo è la dicotomia tra la morbidezza e la futilità del peluche, usato come rivestimento, e la durezza intrinseca (sia essa materiale o concettuale) degli oggetti rivestiti. Molti lavori sono stati realizzati da Altieri in questo periodo, tra i quali “1656″ (2002), “Look at me” (2002) e “Rosa dei Venti” (2003). L’inquietudine di fronte alle contraddizioni del mondo, e della società occidentale in particolare, si esprime esplicitamente nei lavori successivi, in cui oggetti quotidiani ricontestualizzati diventano icone di disagio (“Cose Ultime”, 2007; “Energie”, 2010; “War Games”, 2011). A questo periodo appartengono opere importanti come “Utopia Patetica”, lavoro site-specific ispirato alle opere di Simone Weil (2010), e “La Gara” (2010), oggetto di una tesi di laurea presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia. Nel 2011, l’attenzione dell’artista si sposta dagli oggetti alle persone ed inizia il ciclo delle “Cronache” (tra cui “I Miei Sette Figli”, presentato alla “Fabbrica del Vapore” di Milano nel 2011, e “Varsavia Blues”, presentato al Photissima Festival 2014 di Torino): scavando nel rapporto tra memoria privata e collettiva, Altieri interpreta, esplicita e rende onore al dramma personale dei protagonisti di immagini pubbliche, altrimenti perso nel flusso della cronaca. Nei lavori più recenti invece tutto scompare: non ci sono oggetti ne’ immagini, ma solo parole che su lapidi, pareti e portali realizzati in armonia con il luogo che li ospita, dichiarano al mondo ciò che per l’artista è l’essenziale. Hanno scritto di lui Giorgia Salerno, Giovanna Caterina De Feo, Miriam Mirolla, Gabriella Dalesio, Angelo Capasso, Domenico Scudero, Marco Trulli, Marcello Carriero, Fulvio Abbate, Manuel Anselmi, Anton Giulio Niccoli, Giuseppe Salerno, Patrizia Mania, Maria Giovanna Tumino. Altieri mantiene una collaborazione permanente con le gallerie 3)5 Arte Contemporanea e Artegiro Contemporary Art. E’ stato docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti Lorenzo da Viterbo (ABAV, Viterbo, Italia).
“Magico Avventuriero, così si potrebbe chiamare Pasquale Altieri se avesse potuto scegliere il proprio nome. Le sue opere sono capitoli di un personalissimo romanzo cavalleresco, come un Don Quijote de La Mancia egli attraversa il mondo e vive avventure con gli oggetti che incontra. Se nel testo di Cervantes un mulino a vento può essere un gigante, nell’opera di Altieri il ritaglio di un cartellone pubblicitario o un animale impagliato diventano altro. Non si tratta di riuso, ma di moltiplicazione di punti di vista nessuno dei quali prevale sull’altro. Il suo sguardo posato sugli oggetti crea avventure, connessioni fantastiche tra reale e immaginazione. La sua arte si libera della razionalità rinascimentale e ci spinge alla Maraviglia.
L’artista ci invita nella sua casa-romanzo, ci spinge ad attraversarne le stanze, a sbirciare nelle sue scatole che, come veri e propri capitoli, ci raccontano del suo girovagare tra le cose del mondo. A noi spettatori-lettori non rimane che assecondare il suo punto di vista e partecipare alle sue avventure. Quello che Altieri riesce a fare è convincerci che un burattino può essere un demone, un vecchio ronzino un maestoso purosangue, una contadina una nobildonna. A questo incanto noi ci abbandoniamo con lo stesso fervore di Sancio Panza stregato dalle visioni del suo Cavaliere. Le opere di Pasquale Altieri sono venti e correnti invisibili che ci portano fuori rotta, e l’artista, come un astuto nocchiero, traccia nuovi itinerari sulla sua personale carta geografica, scopre isole misteriose e popoli sconosciuti. Il suo lavoro, che si estende dal video alla fotografia alla pittura alle installazioni agli assemblaggi agli interventi in luoghi diversi, spazi aperti o chiusi, è al contempo onirico e ironico, è un modo per raccontarci che è nel mondo ed è del mondo. Separato ed unito nello stesso tempo, dà e riceve, assorbe e distribuisce.
La sua nudità è totale, si fa attraversare da tutti i misteri e ci obbliga a vedere attraverso il senso dello stupore e così facendo ci riporta all’avventura, al gioco e alla conoscenza. Le sue sono esplosioni di vita, sono apparizioni e visioni, sogni ed incubi, pulsioni da cui lo spettatore viene colto alle spalle, colpito da una malia che si manifesta in luoghi inesplorati e con tempi imprevedibili. Davanti alle opere di Altieri vien voglia di seguitare a percorrere il mondo in sella ad un destriero che a ritrovar il senno c’è sempre tempo.” (testo critico di Francesca Perti)
Pasquale Altieri nasce a Matera il 1 Agosto 1966, vive e lavora a Viterbo. La sua produzione spazia dalla pittura all’assemblaggio, dal ready-made alla realizzazione di installazioni site-specific. Ha esposto in decine di mostre personali e collettive, sia in Italia che all’estero, ha svolto residenze artistiche ed ed è stato selezionato come finalista in concorsi internazionali. Da sempre svolge un ruolo importante nella diffusione e produzione artistica del territorio in cui opera, avendo anche gestito due gallerie di arte contemporanea. Attivo come artista dal 1985, dopo un esordio nella pittura informale, inizia il suo percorso nell’ambito della multimedialità agli inizi degli anni ’90, con la realizzazione di ambienti fruibili teletrasmessi (“Iperluogo”, 1991) e interventi ambientali basati su esperienze sensoriali (“Interno rosso”, 1995) o sulla ricostruzione biografica di personaggi, sia reali che immaginari (“Abschussrampe – rampa di lancio”, 2001). La ricerca artistica di Altieri volge all’introspezione, nell’ultima parte degli anni ’90, culminando con un lavoro sulle wunderkammer (“Ritrosia”, 1999). Il segno stilistico di tutto il decennio successivo è la dicotomia tra la morbidezza e la futilità del peluche, usato come rivestimento, e la durezza intrinseca (sia essa materiale o concettuale) degli oggetti rivestiti. Molti lavori sono stati realizzati da Altieri in questo periodo, tra i quali “1656″ (2002), “Look at me” (2002) e “Rosa dei Venti” (2003). L’inquietudine di fronte alle contraddizioni del mondo, e della società occidentale in particolare, si esprime esplicitamente nei lavori successivi, in cui oggetti quotidiani ricontestualizzati diventano icone di disagio (“Cose Ultime”, 2007; “Energie”, 2010; “War Games”, 2011). A questo periodo appartengono opere importanti come “Utopia Patetica”, lavoro site-specific ispirato alle opere di Simone Weil (2010), e “La Gara” (2010), oggetto di una tesi di laurea presso la Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali dell’Università della Tuscia. Nel 2011, l’attenzione dell’artista si sposta dagli oggetti alle persone ed inizia il ciclo delle “Cronache” (tra cui “I Miei Sette Figli”, presentato alla “Fabbrica del Vapore” di Milano nel 2011, e “Varsavia Blues”, presentato al Photissima Festival 2014 di Torino): scavando nel rapporto tra memoria privata e collettiva, Altieri interpreta, esplicita e rende onore al dramma personale dei protagonisti di immagini pubbliche, altrimenti perso nel flusso della cronaca. Nei lavori più recenti invece tutto scompare: non ci sono oggetti ne’ immagini, ma solo parole che su lapidi, pareti e portali realizzati in armonia con il luogo che li ospita, dichiarano al mondo ciò che per l’artista è l’essenziale. Hanno scritto di lui Giorgia Salerno, Giovanna Caterina De Feo, Miriam Mirolla, Gabriella Dalesio, Angelo Capasso, Domenico Scudero, Marco Trulli, Marcello Carriero, Fulvio Abbate, Manuel Anselmi, Anton Giulio Niccoli, Giuseppe Salerno, Patrizia Mania, Maria Giovanna Tumino. Altieri mantiene una collaborazione permanente con le gallerie 3)5 Arte Contemporanea e Artegiro Contemporary Art. E’ stato docente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti Lorenzo da Viterbo (ABAV, Viterbo, Italia).
12
ottobre 2019
Pasquale Altieri – Errata Corrige
Dal 12 ottobre al 30 novembre 2019
arte contemporanea
Location
VILLA LAIS
Sipicciano, Via San Bernardino, 49, (VT)
Sipicciano, Via San Bernardino, 49, (VT)
Orario di apertura
Su appuntamento
Vernissage
12 Ottobre 2019, Ore 18.00
Sito web
Ufficio stampa
Melasecca PressOffice
Autore
Curatore
Autore testo critico