Il progetto è il risultato di una lunga riflessione svolta attorno ai processi di produzione e portata avanti, in particolare, come sottile analisi dei processi relativi alla produzione di beni di consumo. Il pensiero dei due artisti si risolve attraverso il coinvolgimento di persone, oggetti e forme imprecisate attraversate da quelle tensioni ed energie che si vengono a sprigionare da tali processi.

Il video Farway nasce dalla documentazione di una performance svoltasi lo scorso gennaio durante la quale in un’isola, immersa nel più terribile dei degradi, alcuni individui erano costretti per ore a bivaccare senza poter dialogare. Il video trasferisce le azioni e le riprese della performance in un contesto diverso ed è come se volesse
sottoporre la rappresentazione del consumo dei beni ad un’accelerazione incontrollata, tale da perdersi in un gran fumo di estasi e di incoscienza. La seconda opera è invece una scultura che gira vorticosamente pur rimanendo inchiodata al suolo. L’accelerazione produce in questo un susseguirsi di colori differenti che trasformano in immagine l’energia consumata.