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Peripolis. Intorno alla metropoli, nella città diffusa
I tre autori di questo progetto si propongono di effettuare tre diverse, personali letture di quelle fasce di territorio geograficamente più marginali rispetto alla metropoli
Comunicato stampa
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Gli studi di carattere sociale, urbanistico e visuale degli ultimi venti anni hanno evidenziato con chiarezza le grandi trasformazioni delle aree metropolitane di tutto il mondo. Anche nelle aree italiane le modificazioni sono state profonde e la città-regione lombarda che si estende attorno a Milano rappresenta forse più di altre, in Italia, il nuovo modo di conformarsi di tali aree.
Le trasformazioni sono molte e radicali: quella fondamentale è il passaggio dalla città-fabbrica, accentrata attorno a un forte nucleo, alla città dei servizi diffusa su un territorio sempre più ampio.
I tre autori di questo progetto si propongono di effettuare tre diverse, personali letture di quelle fasce di territorio geograficamente più marginali rispetto alla metropoli, le ex-periferie sempre più caratterizzate dallo sforzo di trasformare questi cosiddetti non-luoghi (anonimi spazi simili tra loro invasi da strutture viarie, centri commerciali, quartieri residenziali di diverse tipologie…) in luoghi alla ricerca di una identità.
Gianni Maffi propone un lavoro di grande impatto linguistico, realizzato con una fotocamera panoramica che riprende fotogrammi precari dall’interno di un’automobile sull’anello delle tangenziali. L’uso del bianco e nero, la destabilizzazione dell’immagine, l’eventuale sfocatura e il mosso contribuiscono a sottolineare la precarietà della visione di questi fondamentali luoghi di transito che sono gli anelli autostradali attorno alle grandi città.
Pio Tarantini è autore di una interpretazione del territorio fortemente connotata in senso simbolico: evidenzia con l’uso del colore, spesso reso saturo da una luce cadente, luoghi, oggetti e situazioni apparentemente secondari ma di grande importanza nella fruizione visuale della vita quotidiana di milioni di persone. Oggetti architettonici e luoghi che diventano quindi simboli della nostra epoca, immersi in atmosfere malinconiche pur se trattati fotograficamente con grande attenzione compositiva.
Alessandro Vicario ha scelto di lavorare su un asse direzionale di indagine che parte dalla prima periferia milanese per proseguire verso le estreme propaggini dell’area metropolitana, scandendo fotogrammi che costituiscono una sorta di radiografia di una delle colonne vertebrali della città. Vicario si muove stilisticamente su un piano di lettura analitica del territorio: l’uso del colore e del
grande formato accentuano l’adesione a un impronta documentaria di grande rigore nella migliore tradizione della fotografia pura.
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo con le seguenti caratteristiche: formato cm 21x24 in brossura, 20 tavole in quadricromia e 10 tavole in bicromia (bianconero); testi di Gigliola Foschi (critico d’arte e della fotografia) che esamina i contenuti relativi al linguaggio fotografico e Nicolò Leotta (responsabile di Photometropolis dell’Università Milano-Bicocca) che si occupano delle tematiche sociologiche e urbanistiche sollecitate dalle immagini; Pio Tarantini che affronta il rapporto tra fotografia e indagine fotografica urbana.
Gianni Maffi (1957) opera da lungo tempo nel campo della fotografia sia come autore che come organizzatore. Nel campo creativo si è distinto per lavori caratterizzati da un uso classico e sapiente del bianco e nero applicato soprattutto a paesaggi nel solco degli autori del nuovo paesaggio italiano. Ha esposto in molte importanti sedi italiane e, tra l’altro, ha partecipato al progetto Archivio dello Spazio della Provincia di Milano. Come operatore dirige lo spazio espositivo della Cascina Grande di Rozzano, sin da quando è stato inaugurato.
Pio Tarantini (1950) ha alle spalle un’attività fotografica e artistica ormai più che trentennale caratterizzata dalla sua presenza nell’ambito della fotografia italiana sia come autore che come studioso e curatore di pubblicazioni, mostre e altri eventi. Autore di numerosi libri fotografici, docente di Linguaggio Fotografico, attualmente caporedattore della rivista Pagine di Fotografia Italiana. Ha realizzato ed esposto numerosi lavori tematici apprezzati editorialmente anche all’estero. La sua fotografia è caratterizzata spesso da una forte impronta simbolica che segna profondamente il suo interrogarsi sul mondo.
Alessandro Vicario (1968) si occupa di fotografia di architettura e paesaggio concentrando l’attenzione, nell’ambito delle ricerche più personali, su un’indagine a volte intimistica e a volte estremamente distaccata (in apparenza, almeno), più “oggettiva”, rivolta al mondo esterno, e caratterizzata da una prepotente adesione al reale. Ha già realizzato numerose mostre e insegna Tecnica del grande formato e Progettualità fotografica in scuole pubbliche e private.
Le trasformazioni sono molte e radicali: quella fondamentale è il passaggio dalla città-fabbrica, accentrata attorno a un forte nucleo, alla città dei servizi diffusa su un territorio sempre più ampio.
I tre autori di questo progetto si propongono di effettuare tre diverse, personali letture di quelle fasce di territorio geograficamente più marginali rispetto alla metropoli, le ex-periferie sempre più caratterizzate dallo sforzo di trasformare questi cosiddetti non-luoghi (anonimi spazi simili tra loro invasi da strutture viarie, centri commerciali, quartieri residenziali di diverse tipologie…) in luoghi alla ricerca di una identità.
Gianni Maffi propone un lavoro di grande impatto linguistico, realizzato con una fotocamera panoramica che riprende fotogrammi precari dall’interno di un’automobile sull’anello delle tangenziali. L’uso del bianco e nero, la destabilizzazione dell’immagine, l’eventuale sfocatura e il mosso contribuiscono a sottolineare la precarietà della visione di questi fondamentali luoghi di transito che sono gli anelli autostradali attorno alle grandi città.
Pio Tarantini è autore di una interpretazione del territorio fortemente connotata in senso simbolico: evidenzia con l’uso del colore, spesso reso saturo da una luce cadente, luoghi, oggetti e situazioni apparentemente secondari ma di grande importanza nella fruizione visuale della vita quotidiana di milioni di persone. Oggetti architettonici e luoghi che diventano quindi simboli della nostra epoca, immersi in atmosfere malinconiche pur se trattati fotograficamente con grande attenzione compositiva.
Alessandro Vicario ha scelto di lavorare su un asse direzionale di indagine che parte dalla prima periferia milanese per proseguire verso le estreme propaggini dell’area metropolitana, scandendo fotogrammi che costituiscono una sorta di radiografia di una delle colonne vertebrali della città. Vicario si muove stilisticamente su un piano di lettura analitica del territorio: l’uso del colore e del
grande formato accentuano l’adesione a un impronta documentaria di grande rigore nella migliore tradizione della fotografia pura.
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un catalogo con le seguenti caratteristiche: formato cm 21x24 in brossura, 20 tavole in quadricromia e 10 tavole in bicromia (bianconero); testi di Gigliola Foschi (critico d’arte e della fotografia) che esamina i contenuti relativi al linguaggio fotografico e Nicolò Leotta (responsabile di Photometropolis dell’Università Milano-Bicocca) che si occupano delle tematiche sociologiche e urbanistiche sollecitate dalle immagini; Pio Tarantini che affronta il rapporto tra fotografia e indagine fotografica urbana.
Gianni Maffi (1957) opera da lungo tempo nel campo della fotografia sia come autore che come organizzatore. Nel campo creativo si è distinto per lavori caratterizzati da un uso classico e sapiente del bianco e nero applicato soprattutto a paesaggi nel solco degli autori del nuovo paesaggio italiano. Ha esposto in molte importanti sedi italiane e, tra l’altro, ha partecipato al progetto Archivio dello Spazio della Provincia di Milano. Come operatore dirige lo spazio espositivo della Cascina Grande di Rozzano, sin da quando è stato inaugurato.
Pio Tarantini (1950) ha alle spalle un’attività fotografica e artistica ormai più che trentennale caratterizzata dalla sua presenza nell’ambito della fotografia italiana sia come autore che come studioso e curatore di pubblicazioni, mostre e altri eventi. Autore di numerosi libri fotografici, docente di Linguaggio Fotografico, attualmente caporedattore della rivista Pagine di Fotografia Italiana. Ha realizzato ed esposto numerosi lavori tematici apprezzati editorialmente anche all’estero. La sua fotografia è caratterizzata spesso da una forte impronta simbolica che segna profondamente il suo interrogarsi sul mondo.
Alessandro Vicario (1968) si occupa di fotografia di architettura e paesaggio concentrando l’attenzione, nell’ambito delle ricerche più personali, su un’indagine a volte intimistica e a volte estremamente distaccata (in apparenza, almeno), più “oggettiva”, rivolta al mondo esterno, e caratterizzata da una prepotente adesione al reale. Ha già realizzato numerose mostre e insegna Tecnica del grande formato e Progettualità fotografica in scuole pubbliche e private.
30
aprile 2005
Peripolis. Intorno alla metropoli, nella città diffusa
Dal 30 aprile al 30 maggio 2005
fotografia
Location
DIMA ART&DESIGN
Vimercate, Via Crocefisso, 2A/B, (Monza E Brianza)
Vimercate, Via Crocefisso, 2A/B, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
da martedì a sabato 10-13 e 15-19,30
Vernissage
30 Aprile 2005, ore 17,30
Autore




