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Personal Showcase III
Rolando Anselmi è lieto di annunciare Personal Showcase III, il terzo capitolo della mostra collettiva che rinnova il dialogo della galleria con artisti emergenti e affermati, inaugurando nuove collaborazioni.
Comunicato stampa
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Rolando Anselmi è lieto di annunciare Personal Showcase III, il terzo capitolo della mostra collettiva che rinnova il dialogo della galleria con artisti emergenti e affermati, inaugurando nuove collaborazioni.
Sono presentate opere di Maria Balea (b. 1990, Sighetu Marmației, ROU), Anner Cohen (b. 1997, Tel Aviv, ISR), Nick Farhi (b. 1987, New York, US), Lexia Hachtmann (b. 1993, Berlino, DE), Miguel Marina (b. 1989, Madrid, ESP), Laura Omacini (b. 1991, Venezia, IT), Omar Rodriguez Graham (b. 1978, Città del Messico, MX), Alexander Skats (b. 1986, Göteborg, SE), Xawery Wolski (b. 1960, Varsavia, PL).
La selezione delle opere riflette un'attenzione alla sperimentazione e alla varietà di linguaggi pittorici, presentando artisti che espongono per la prima volta negli spazi della galleria e dando vita a un dialogo che esplora tematiche legate al tempo, alla memoria e alla percezione dello spazio. Ad accogliere il visitatore al primo piano, tre opere di Lexia Hachtmann: il suo linguaggio stratificato, tra il figurativo e l’astratto, crea ambienti sospesi tra il reale e l’immaginario. In Rabbit, In Sight e Shadow Play, l’artista riflette sull’ambivalenza del simbolismo e sul concetto di osservazione, sia in termini fisici che psicologici, esplorando i confini tra la sfera privata e quella pubblica. Seguono due tele, Barricades e
Der Fuge di Laura Omacini. Utilizza il collage e la pittura per stratificare immagini di cronaca e architettura, esplorando il concetto di margine fisico ed esistenziale. Le sue opere esprimono tensioni sociali, desiderio di fuga e fragilità, mantenendo un filo poetico pur nella diversità formale. Completano l'allestimento del piano superiore le opere di Xawery Wolski e Omar Rodriguez Graham. Wolski sperimenta con forme minimaliste e simboliche: i suoi Tattoos su carta, assumono spesso la forma di catene infinite, simboleggiando connessione e continuità tra tempo, memoria e culture. Rodriguez Graham in Gramatica e Laberinto, esplora il linguaggio della pittura cercando un equilibrio tra
riconoscibile e astratto. Utilizza immagini familiari come base su cui applica segni che evocano memoria e trasformazione: le costruzioni fisiche si traducono in dipinti vibranti che suggeriscono una realtà indefinita tra figurazione e astrazione.
Al piano inferiore incontriamo Vultures e Marionette di Anner Cohen, parte di un corpus di opere totalmente inedito. L’artista proietta e sovrappone diverse immagini tratte da scatti personali, fotogrammi cinematografici e immagini online, spesso legate all’iconografia pop. Le stratificazioni visive si fondono attraverso associazioni spontanee, dando vita a composizioni ambigue dalla qualità rarefatta e onirica, che aprono lo spazio a significati imprevedibili e personali. Anche nelle opere di Nick Farhi la stratificazione ricopre un ruolo centrale: l'artista esplora la cultura del consumo e il capitalismo attraverso effetti di luce e texture che rimandano alla fotografia, quasi a immortalare una memoria visiva
collettiva. I suoi street paintings nascono da luoghi che sfuggono allo sguardo, frammenti di realtà in continuo mutamento. Proseguendo, si incontrano i lavori di Miguel Marina: esplora forma, superficie e movimento attraverso una pittura materica su legno. Le stratificazioni, le incisioni e i segni grafici evocano paesaggi e memorie, trasformando il rapporto tra materia e immagine e creando un dialogo tra costruzione e dissoluzione. Successivamente si incontra il lavoro di Alexander Skats Isolde with rocking horse: l’artista traduce l’estetica cinematografica in dipinti sospesi tra memoria e immaginazione. Ispirandosi a fotogrammi di film francesi, immagini online e pittura rinascimentale,
sceglie inquadrature marginali per sottrarle alla loro iconografia abituale. Le sue opere evocano una familiarità sospesa, esplorando la sedimentazione della cultura nella memoria collettiva. A conclusione la mostra, le opere di Maria Balea, il cui linguaggio pittorico è influenzato da suggestioni surrealiste e alchemiche; le sue superfici pittoriche oscillano tra il solido e il fluido, generando paesaggi contemplativi che riflettono il ritmo interiore dell’essere e l’incessante mutamento della realtà, esplorando il futuro equilibrio tra tecnologia e natura.
Sono presentate opere di Maria Balea (b. 1990, Sighetu Marmației, ROU), Anner Cohen (b. 1997, Tel Aviv, ISR), Nick Farhi (b. 1987, New York, US), Lexia Hachtmann (b. 1993, Berlino, DE), Miguel Marina (b. 1989, Madrid, ESP), Laura Omacini (b. 1991, Venezia, IT), Omar Rodriguez Graham (b. 1978, Città del Messico, MX), Alexander Skats (b. 1986, Göteborg, SE), Xawery Wolski (b. 1960, Varsavia, PL).
La selezione delle opere riflette un'attenzione alla sperimentazione e alla varietà di linguaggi pittorici, presentando artisti che espongono per la prima volta negli spazi della galleria e dando vita a un dialogo che esplora tematiche legate al tempo, alla memoria e alla percezione dello spazio. Ad accogliere il visitatore al primo piano, tre opere di Lexia Hachtmann: il suo linguaggio stratificato, tra il figurativo e l’astratto, crea ambienti sospesi tra il reale e l’immaginario. In Rabbit, In Sight e Shadow Play, l’artista riflette sull’ambivalenza del simbolismo e sul concetto di osservazione, sia in termini fisici che psicologici, esplorando i confini tra la sfera privata e quella pubblica. Seguono due tele, Barricades e
Der Fuge di Laura Omacini. Utilizza il collage e la pittura per stratificare immagini di cronaca e architettura, esplorando il concetto di margine fisico ed esistenziale. Le sue opere esprimono tensioni sociali, desiderio di fuga e fragilità, mantenendo un filo poetico pur nella diversità formale. Completano l'allestimento del piano superiore le opere di Xawery Wolski e Omar Rodriguez Graham. Wolski sperimenta con forme minimaliste e simboliche: i suoi Tattoos su carta, assumono spesso la forma di catene infinite, simboleggiando connessione e continuità tra tempo, memoria e culture. Rodriguez Graham in Gramatica e Laberinto, esplora il linguaggio della pittura cercando un equilibrio tra
riconoscibile e astratto. Utilizza immagini familiari come base su cui applica segni che evocano memoria e trasformazione: le costruzioni fisiche si traducono in dipinti vibranti che suggeriscono una realtà indefinita tra figurazione e astrazione.
Al piano inferiore incontriamo Vultures e Marionette di Anner Cohen, parte di un corpus di opere totalmente inedito. L’artista proietta e sovrappone diverse immagini tratte da scatti personali, fotogrammi cinematografici e immagini online, spesso legate all’iconografia pop. Le stratificazioni visive si fondono attraverso associazioni spontanee, dando vita a composizioni ambigue dalla qualità rarefatta e onirica, che aprono lo spazio a significati imprevedibili e personali. Anche nelle opere di Nick Farhi la stratificazione ricopre un ruolo centrale: l'artista esplora la cultura del consumo e il capitalismo attraverso effetti di luce e texture che rimandano alla fotografia, quasi a immortalare una memoria visiva
collettiva. I suoi street paintings nascono da luoghi che sfuggono allo sguardo, frammenti di realtà in continuo mutamento. Proseguendo, si incontrano i lavori di Miguel Marina: esplora forma, superficie e movimento attraverso una pittura materica su legno. Le stratificazioni, le incisioni e i segni grafici evocano paesaggi e memorie, trasformando il rapporto tra materia e immagine e creando un dialogo tra costruzione e dissoluzione. Successivamente si incontra il lavoro di Alexander Skats Isolde with rocking horse: l’artista traduce l’estetica cinematografica in dipinti sospesi tra memoria e immaginazione. Ispirandosi a fotogrammi di film francesi, immagini online e pittura rinascimentale,
sceglie inquadrature marginali per sottrarle alla loro iconografia abituale. Le sue opere evocano una familiarità sospesa, esplorando la sedimentazione della cultura nella memoria collettiva. A conclusione la mostra, le opere di Maria Balea, il cui linguaggio pittorico è influenzato da suggestioni surrealiste e alchemiche; le sue superfici pittoriche oscillano tra il solido e il fluido, generando paesaggi contemplativi che riflettono il ritmo interiore dell’essere e l’incessante mutamento della realtà, esplorando il futuro equilibrio tra tecnologia e natura.
18
febbraio 2025
Personal Showcase III
Dal 18 febbraio al 28 marzo 2025
arte contemporanea
Location
Galerie Rolando Anselmi | Roma
Roma, Via di Tor Fiorenza, 16, (RM)
Roma, Via di Tor Fiorenza, 16, (RM)
Orario di apertura
Dal mercoledì al sabato 15-19
Sito web
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