L’artista, che negli anni novanta lasciò New York per Roma, sembra passare dalle predilizioni monocromatiche e dai toni sobri, alle attuali “esplosioni”, vere e proprie deflagrazioni di materia organica ed inorganica. Se le composizioni precedenti erano basate su un ampia gestualità, le forme circolari che dominano questi lavori potrebbero sembrare a prima vista una geometria elementare, ancorata all’astrattismo del primo Novecento, poi utlizzato da generazioni di pittori. Ma non è così. E’ fondamentale l’elemento del caso nella realizzazione di queste immagini. La pittura viene letteralmente versata: non c’è uso del pennello, ma rinuncia del gesto pittorico e delle tradizionali regole di composizione del quadro.
Un secondo appuntamento alla Zabriskie Gallery a New York si inaugura il 19 luglio 2004.