Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- Servizi
- Sezioni
- container colonna1
Peter Ydeen – Waiting for Palms
La AOC F58 Galleria Bruno Lisi è lieta di presentare “Waiting for Palms” di Peter Ydeen a cura di Camilla Boemio. “Waiting for Palms” è una serie di fotografie che riflettono gli eleganti, ma intimi paesaggi urbani del Marocco e dell’Egitto.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La AOC F58 Galleria Bruno Lisi è lieta di presentare “Waiting for Palms” di Peter Ydeen a cura di Camilla Boemio. "Waiting for Palms" è una serie di fotografie che riflettono gli eleganti, ma intimi paesaggi urbani del Marocco e dell'Egitto.
Scattate dal 2016 e al 2017 a Essaouira alla zona di Tafilalet, a Fez in Marocco e dal Cairo ad Assuan in Egitto, le immagini catturano un mondo senza tempo con colori tenui, luci suggestive, geometrie delicate e il ritratto di un popolo riflessivo. È un reportage fotografico che intende mostrare il calore e la dolcezza di una regione spesso misteriosa.
Questa serie è una sofisticata fotografia di viaggio costruita sulla base dell’approccio dell’autore al paesaggio urbano. Le persone in queste fotografie sono parte integrante del paesaggio stesso, piuttosto che essere ritratti in modi e contesti tradizionali. Il tema centrale esplora come i paesaggi riflettano le gestalt delle comunità che li abitano, ne è l’emblema la fotografia che da il nome al titolo, che ritrae una donna completamente coperta in piedi accanto a un murale di palme.
In questa serie è presente una vena sotterranea che riguarda "l'etica della visione". La serie include alcuni scatti influenti: "A Mother, a Baby and a Tree" la fotografia più nota della serie, "Waiting for Palms" che da il titolo della serie, "Exhale" che rappresenta il lato egiziano e la foto più pubblicata dalle riviste e dal web.
“Waiting for Palms” è l'unica serie realizzata da Ydeen che includa costantemente le persone, sebbene tutti i suoi paesaggi urbani in definitiva riguardino le persone, raccontate attraverso i loro ambienti costruiti. In questa serie, esse appaiono spesso in scala ridotta, raffigurate come parti del paesaggio, elementi imprescindibili che riescono ad evocare una profonda lettura del tessuto sociale, storico e urbano. Nell’intervista a The Dreaming Machine mi conferma che “sia unica tra le sue diverse serie nella quale le persone fungono effettivamente da elementi funzionali di scena, come i bambini che tornano a casa da scuola, dove non si tratta affatto di un ritratto, ma di un giocoso raggruppamento che si sposa completamente con i vecchi edifici in pietra e il paesaggio roccioso, diventando un unico pensiero coerente. “Toy Story” è una fotografia simile di Assuan in cui le due donne vestite in modo tradizionale non sono ritratte in modo statico, ma creano un forte dialogo con i moderni giocattoli di plastica nei negozi, creando una singolare affermazione di come la tradizione interagisca con la modernità.”
Il suo approccio alla discussione della serie, e nella pubblicazione del catalogo di prossima uscita negli Stati Uniti, si è arricchita attraverso lo studio di diversi teorici e delle loro pubblicazioni, che sono diventate di riferimento nella realizzazione, tra i quali: il critico di orientalismo Edward Said e la sua argomentazione sulla creazione dei parametri della rappresentazione e degli stereotipi creati dall'occidente; Debra Kapchan nella sua "Moroccan poetry anthology: Poetic Justice" per come affronta la traduzione e il ruolo della fotografia; arrivando a toccare i problemi della traduzione esposti da Susan Sontag con il suo invito ad andare oltre i limiti.
L’allestimento nella galleria è studiato appositamente ed è in dialogo con lo spazio, presentando stampe di formati diversi, cartine geografiche che accompagnano la visita suddividendo la serie nei luoghi visitati nelle due nazioni; spezzano la narrazione tre fotografie doppie appese al soffitto che creano un maggiore impatto estetico ed un racconto in movimento.
Peter Ydeen è un fotografo che vive a Easton, in Pennsylvania. Lavora a New York e cattura magistralmente paesaggi urbani con uno sguardo poetico e visionario. Negli ultimi anni Peter si è concentrato sulla fotografia, dove può mettere a frutto i molti anni trascorsi imparando ad assimilare e a osservare. La sua formazione è profondamente legata all’arte; ha frequentato la Skowhegan School dedicandosi alla pittura e alla scultura, seguendo corsi tenuti da Judy Pfaff, Francesco Clemente, Martha Diamond e William Wegman.
Questo anno alla Biennale Architettura di Venezia sono stati esposti i suoi plastici alla mostra “ACROS Fukuoka Prefectural International Hall” di Emilio Ambasz & Associates. La sua collaborazione con l’architetto Emilio Ambasz è stata di lungo corso.
Ha esposto in numerose mostre personali e collettive negli Stati Uniti e in Europa, tra le quali ricordiamo: alla LACDA a Los Angeles; Black Box Gallery a Portland, nell’Oregon; a Lancashire in Inghilterra; al Littlefield Performance Center di Brooklyn, a New York; al Copenhagen Photo Festival; al Susquehanna Art Museum di Harrisburg in Pennsylvania; nel 2021 ha avuto la sua prima personale romana “Easton Nights” curata da Camilla Boemio alla AOC F58 Galleria Bruno Lisi, ha partecipato a Trieste Photo Days alla cornice di eventi fotografici che si svolgono fuori città nel contest URBAN Photo Awards 2023 all’aeroporto di Trieste; nell’estate del 2024 ha esposto in una doppia personale a TRYST a Los Angeles con la curatela di AAC Platform;
Scattate dal 2016 e al 2017 a Essaouira alla zona di Tafilalet, a Fez in Marocco e dal Cairo ad Assuan in Egitto, le immagini catturano un mondo senza tempo con colori tenui, luci suggestive, geometrie delicate e il ritratto di un popolo riflessivo. È un reportage fotografico che intende mostrare il calore e la dolcezza di una regione spesso misteriosa.
Questa serie è una sofisticata fotografia di viaggio costruita sulla base dell’approccio dell’autore al paesaggio urbano. Le persone in queste fotografie sono parte integrante del paesaggio stesso, piuttosto che essere ritratti in modi e contesti tradizionali. Il tema centrale esplora come i paesaggi riflettano le gestalt delle comunità che li abitano, ne è l’emblema la fotografia che da il nome al titolo, che ritrae una donna completamente coperta in piedi accanto a un murale di palme.
In questa serie è presente una vena sotterranea che riguarda "l'etica della visione". La serie include alcuni scatti influenti: "A Mother, a Baby and a Tree" la fotografia più nota della serie, "Waiting for Palms" che da il titolo della serie, "Exhale" che rappresenta il lato egiziano e la foto più pubblicata dalle riviste e dal web.
“Waiting for Palms” è l'unica serie realizzata da Ydeen che includa costantemente le persone, sebbene tutti i suoi paesaggi urbani in definitiva riguardino le persone, raccontate attraverso i loro ambienti costruiti. In questa serie, esse appaiono spesso in scala ridotta, raffigurate come parti del paesaggio, elementi imprescindibili che riescono ad evocare una profonda lettura del tessuto sociale, storico e urbano. Nell’intervista a The Dreaming Machine mi conferma che “sia unica tra le sue diverse serie nella quale le persone fungono effettivamente da elementi funzionali di scena, come i bambini che tornano a casa da scuola, dove non si tratta affatto di un ritratto, ma di un giocoso raggruppamento che si sposa completamente con i vecchi edifici in pietra e il paesaggio roccioso, diventando un unico pensiero coerente. “Toy Story” è una fotografia simile di Assuan in cui le due donne vestite in modo tradizionale non sono ritratte in modo statico, ma creano un forte dialogo con i moderni giocattoli di plastica nei negozi, creando una singolare affermazione di come la tradizione interagisca con la modernità.”
Il suo approccio alla discussione della serie, e nella pubblicazione del catalogo di prossima uscita negli Stati Uniti, si è arricchita attraverso lo studio di diversi teorici e delle loro pubblicazioni, che sono diventate di riferimento nella realizzazione, tra i quali: il critico di orientalismo Edward Said e la sua argomentazione sulla creazione dei parametri della rappresentazione e degli stereotipi creati dall'occidente; Debra Kapchan nella sua "Moroccan poetry anthology: Poetic Justice" per come affronta la traduzione e il ruolo della fotografia; arrivando a toccare i problemi della traduzione esposti da Susan Sontag con il suo invito ad andare oltre i limiti.
L’allestimento nella galleria è studiato appositamente ed è in dialogo con lo spazio, presentando stampe di formati diversi, cartine geografiche che accompagnano la visita suddividendo la serie nei luoghi visitati nelle due nazioni; spezzano la narrazione tre fotografie doppie appese al soffitto che creano un maggiore impatto estetico ed un racconto in movimento.
Peter Ydeen è un fotografo che vive a Easton, in Pennsylvania. Lavora a New York e cattura magistralmente paesaggi urbani con uno sguardo poetico e visionario. Negli ultimi anni Peter si è concentrato sulla fotografia, dove può mettere a frutto i molti anni trascorsi imparando ad assimilare e a osservare. La sua formazione è profondamente legata all’arte; ha frequentato la Skowhegan School dedicandosi alla pittura e alla scultura, seguendo corsi tenuti da Judy Pfaff, Francesco Clemente, Martha Diamond e William Wegman.
Questo anno alla Biennale Architettura di Venezia sono stati esposti i suoi plastici alla mostra “ACROS Fukuoka Prefectural International Hall” di Emilio Ambasz & Associates. La sua collaborazione con l’architetto Emilio Ambasz è stata di lungo corso.
Ha esposto in numerose mostre personali e collettive negli Stati Uniti e in Europa, tra le quali ricordiamo: alla LACDA a Los Angeles; Black Box Gallery a Portland, nell’Oregon; a Lancashire in Inghilterra; al Littlefield Performance Center di Brooklyn, a New York; al Copenhagen Photo Festival; al Susquehanna Art Museum di Harrisburg in Pennsylvania; nel 2021 ha avuto la sua prima personale romana “Easton Nights” curata da Camilla Boemio alla AOC F58 Galleria Bruno Lisi, ha partecipato a Trieste Photo Days alla cornice di eventi fotografici che si svolgono fuori città nel contest URBAN Photo Awards 2023 all’aeroporto di Trieste; nell’estate del 2024 ha esposto in una doppia personale a TRYST a Los Angeles con la curatela di AAC Platform;
01
dicembre 2025
Peter Ydeen – Waiting for Palms
Dal primo al 19 dicembre 2025
fotografia
Location
AOCF58 – Galleria Bruno Lisi
Roma, Via Flaminia, 58, (RM)
Roma, Via Flaminia, 58, (RM)
Orario di apertura
Periodo dal 1 dicembre al 19 dicembre 2025
Orario dal martedì al venerdì ore 16.30 - 19.00 (chiuso sabato e festivi) per appuntamento whatsapp o SMS al 3339652149”
Vernissage
1 Dicembre 2025, 1 dicembre 2025 ore 18.00 – 20.30
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Sponsor




