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Petrolio – Il mio tempo ha una perdita
In questi lavori mette in gioco tutte le sue competenze, che, in un gioco sottile di rimandi allusivi, mirano a coinvolgere il pubblico in una rete di emozioni stimolate da tutti i canali sensoriali
Comunicato stampa
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Giovedì 15 marzo 2007 alle ore 19,30 si inaugura, presso la galleria LAPARETEARTICONTEMPORANEE, in Via Montesanto,15 Napoli, la mostra “il mio tempo ha una perdita” di Massimo Panariello in arte Petrolio.
Massimo Panariello in arte PETROLIO è nato a Napoli il 4 sett. 1981, residente a Villaricca (NA). Si è diplomato al liceo artistico di Napoli con una tesi sulla Shoa, ed ha frequentato l’ Accademia di Belle Arti di Napoli fin quando gli è convenuto, lasciandola per dedicarsi esclusivamente all’arte di cantautore e graffitista. Questa è la sua prima personale in assoluto.
(Massimo Panariello è giovane ma ha le idee chiare e le proclama con la forza di chi non lascia nulla di intentato: artista a tutto tondo, non solo dipinge ma suona e canta testi composti da lui stesso. Trasferisce le proprie emozioni sulla tela e sulle grandi superfici, che dipinge con colori graffianti con la stessa foga ostinata con cui, sullo schermo del computer traccia le linee e i colori dei suoi disegni in “paint”.
In questi lavori mette in gioco tutte le sue competenze, che, in un gioco sottile di rimandi allusivi, mirano a coinvolgere il pubblico in una rete di emozioni stimolate da tutti i canali sensoriali.
Una sensibilità ROCK, quella di Panariello, che si esprime nel ritmo sostenuto e veloce della sua pittura che, cosi, diventa quasi trascrizione del suo fare musica. E per contro un gusto pittorico che lo porta a dipingere coi suoni gli scenari allucinati in cui si muove la società malata in cui anche i bambini sono contaminati e il progresso è, in realtà, regresso…)
da IL “ROMA” 26 aprile 2006 , Armida Parisi
IL MIO TEMPO HA UNA PERDITA
Un macchinario adombra un lato della città, mentre c’è chi oltrepassa ogni limite in qualche rozza cucina.
Sorgono costruzioni che ospitano catrami vestiti con la giacca. Ma si pensa ancora ad una vita migliore. Si osa fidarsi dei benzinai, si mangia ciò che viene pescato dalle feroci acque frastagliate, plumbee, sanguinolente, bugiarde: esse non vogliono più svelare il loro colore.
Vorrei tanto che il nostro tempo non avesse più tutte queste “perdite”; non possiamo essere cosi fortunati da svegliarci il giorno dopo e scoprire che ancora una volta tutto si è messo in ordine con il vento, come un supermercato che viene riordinato da chi vi lavora all’interno.
Mi si è gelato il sudore. Troppe tubature, impresse nella roccia, ora scricchiolano sotto le nostre orme, per poi sprofondare nei nostri odori.
Sì! I nostri aromi, che con il tempo, sono caduti come spoglie dai nostri corpi, come lumache perdiamo linfe che sanno di cosmetici, profumi plastici, e polvere di detersivi dalle mille tinte che rendono digeribili i nostri abiti.
Ora rapiamo un pezzo di terra, creiamo un buco da riempire con cemento, da avvelenare con prodotti super gustosi. “ IL MIO TEMPO HA UNA PERDITA”, vorrei tanto piangere, sciogliermi, e ridurmi in una pozza di melma profonda non so quanto, vorrei trascinarvi per farvi affogare in questa sottile ma straziante creazione.
Non ho creato la mia arte, l’ho copiata da voi, macine di vita, avvocati dei miracoli, giudici dei pozzi inquinanti, padroni del deposito. Ho copiato la vostra curiosità, il vostro lasciapassare, la vostra ingiusta ira, e le falle che avete fatto crescere nelle vostre vite.
Ho visto come vi sporcate, come violentate le mucche, che ancora per poco spaccherete nei vostri ghiotti sogni: presto le ammazzerete per divertimento nella realtà.
L’arte è cospirazione, usurpa ciò che è nella mente, è ricerca di “malattie” e di chi ha ossidato il suo interno.
Oscuri passaggi celano le vere roccaforti del male, mentre tutto si camuffa dietro diaboliche risate.
L’arte è “partita”: come le foche che per chilometri e chilometri partirono alla ricerca dell’acqua, per poi scoprire l’inganno di quest’ultima - l’acqua non c’era più - e le foche lentamente lasciarono le loro carcasse stremate alla potenza della luce. Cosi l’arte, partita per la ricerca di una mistica libertà, “libertà” da chi ormai vuole confezionarla, ammassarla, decifrarla, pugnalarla, utilizzarla, venderla a somme sconvolgenti, è partita ed ha trovato la sua “Biennale”; uno stato di cessazione.
Al nostro sguardo essa sembra viva, ma all’interno è marcia e delusa. Io non ho fatto altro che esprimere questa delusione, questo marciume.
Merluzzi da compagnia armati, bistecche fosforescenti elettroniche autoriscaldabili, adolescenti bomba, persino in Paradiso è arrivato il nostro caos, persino nei cimiteri si ereggono fastfood: per miglia danneggiamo. Ora anche le ombre parlano con il cellulare ed esigono una ricarica. Rumori di lavatrici danzano nella penombra di un mondo che mi appare sporco, dove l’unica musica decente è quella dei tritacarne nei mattatoi, e per quanto ci affannassimo a mettere ordine, non penso che potremmo riuscirci, perché “IL NOSTRO TEMPO HA UNA PERDITA”.
Massimo Panariello in arte PETROLIO è nato a Napoli il 4 sett. 1981, residente a Villaricca (NA). Si è diplomato al liceo artistico di Napoli con una tesi sulla Shoa, ed ha frequentato l’ Accademia di Belle Arti di Napoli fin quando gli è convenuto, lasciandola per dedicarsi esclusivamente all’arte di cantautore e graffitista. Questa è la sua prima personale in assoluto.
(Massimo Panariello è giovane ma ha le idee chiare e le proclama con la forza di chi non lascia nulla di intentato: artista a tutto tondo, non solo dipinge ma suona e canta testi composti da lui stesso. Trasferisce le proprie emozioni sulla tela e sulle grandi superfici, che dipinge con colori graffianti con la stessa foga ostinata con cui, sullo schermo del computer traccia le linee e i colori dei suoi disegni in “paint”.
In questi lavori mette in gioco tutte le sue competenze, che, in un gioco sottile di rimandi allusivi, mirano a coinvolgere il pubblico in una rete di emozioni stimolate da tutti i canali sensoriali.
Una sensibilità ROCK, quella di Panariello, che si esprime nel ritmo sostenuto e veloce della sua pittura che, cosi, diventa quasi trascrizione del suo fare musica. E per contro un gusto pittorico che lo porta a dipingere coi suoni gli scenari allucinati in cui si muove la società malata in cui anche i bambini sono contaminati e il progresso è, in realtà, regresso…)
da IL “ROMA” 26 aprile 2006 , Armida Parisi
IL MIO TEMPO HA UNA PERDITA
Un macchinario adombra un lato della città, mentre c’è chi oltrepassa ogni limite in qualche rozza cucina.
Sorgono costruzioni che ospitano catrami vestiti con la giacca. Ma si pensa ancora ad una vita migliore. Si osa fidarsi dei benzinai, si mangia ciò che viene pescato dalle feroci acque frastagliate, plumbee, sanguinolente, bugiarde: esse non vogliono più svelare il loro colore.
Vorrei tanto che il nostro tempo non avesse più tutte queste “perdite”; non possiamo essere cosi fortunati da svegliarci il giorno dopo e scoprire che ancora una volta tutto si è messo in ordine con il vento, come un supermercato che viene riordinato da chi vi lavora all’interno.
Mi si è gelato il sudore. Troppe tubature, impresse nella roccia, ora scricchiolano sotto le nostre orme, per poi sprofondare nei nostri odori.
Sì! I nostri aromi, che con il tempo, sono caduti come spoglie dai nostri corpi, come lumache perdiamo linfe che sanno di cosmetici, profumi plastici, e polvere di detersivi dalle mille tinte che rendono digeribili i nostri abiti.
Ora rapiamo un pezzo di terra, creiamo un buco da riempire con cemento, da avvelenare con prodotti super gustosi. “ IL MIO TEMPO HA UNA PERDITA”, vorrei tanto piangere, sciogliermi, e ridurmi in una pozza di melma profonda non so quanto, vorrei trascinarvi per farvi affogare in questa sottile ma straziante creazione.
Non ho creato la mia arte, l’ho copiata da voi, macine di vita, avvocati dei miracoli, giudici dei pozzi inquinanti, padroni del deposito. Ho copiato la vostra curiosità, il vostro lasciapassare, la vostra ingiusta ira, e le falle che avete fatto crescere nelle vostre vite.
Ho visto come vi sporcate, come violentate le mucche, che ancora per poco spaccherete nei vostri ghiotti sogni: presto le ammazzerete per divertimento nella realtà.
L’arte è cospirazione, usurpa ciò che è nella mente, è ricerca di “malattie” e di chi ha ossidato il suo interno.
Oscuri passaggi celano le vere roccaforti del male, mentre tutto si camuffa dietro diaboliche risate.
L’arte è “partita”: come le foche che per chilometri e chilometri partirono alla ricerca dell’acqua, per poi scoprire l’inganno di quest’ultima - l’acqua non c’era più - e le foche lentamente lasciarono le loro carcasse stremate alla potenza della luce. Cosi l’arte, partita per la ricerca di una mistica libertà, “libertà” da chi ormai vuole confezionarla, ammassarla, decifrarla, pugnalarla, utilizzarla, venderla a somme sconvolgenti, è partita ed ha trovato la sua “Biennale”; uno stato di cessazione.
Al nostro sguardo essa sembra viva, ma all’interno è marcia e delusa. Io non ho fatto altro che esprimere questa delusione, questo marciume.
Merluzzi da compagnia armati, bistecche fosforescenti elettroniche autoriscaldabili, adolescenti bomba, persino in Paradiso è arrivato il nostro caos, persino nei cimiteri si ereggono fastfood: per miglia danneggiamo. Ora anche le ombre parlano con il cellulare ed esigono una ricarica. Rumori di lavatrici danzano nella penombra di un mondo che mi appare sporco, dove l’unica musica decente è quella dei tritacarne nei mattatoi, e per quanto ci affannassimo a mettere ordine, non penso che potremmo riuscirci, perché “IL NOSTRO TEMPO HA UNA PERDITA”.
15
marzo 2007
Petrolio – Il mio tempo ha una perdita
Dal 15 marzo al 25 aprile 2007
arte contemporanea
Location
LAPARETEARTICONTEMPORANEE
Napoli, Via Montesanto, 15, (Napoli)
Napoli, Via Montesanto, 15, (Napoli)
Vernissage
15 Marzo 2007, ore 19,30
Autore