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PhEST – Festival internazionale di fotografia e arte
PhEST, il Festival internazionale di fotografia e arte, celebra la sua decima edizione a Monopoli, in Puglia. Tema dell’anno This Is Us – A Capsule to Space, un viaggio visivo e concettuale che interroga la nostra identità collettiva e il nostro lascito per l’universo.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
12 maggio 2025 – PhEST, il Festival internazionale di fotografia e arte, celebra la sua decima edizione a Monopoli, in Puglia. Due le grandi novità di quest’anno: l’anticipazione della data di avvio del festival all’8 agosto e l’estensione del periodo ad oltre 3 mesi fino al 16 novembre, in modo da incentivare le attività culturali e turistiche del territorio, trasformando la città in un laboratorio diffuso di arte e ispirazione. Confermata naturalmente la squadra guida di PhEST con la direzione artistica di Giovanni Troilo, quella organizzativa di Cinzia Negherbon, la curatela fotografica di Arianna Rinaldo e quella per l’arte contemporanea di Roberto Lacarbonara. Immancabili naturalmente anche la PhEST Pop-Up Open Call (dal 12 al 25 maggio), le letture portfolio gratuite nei giorni di inaugurazione, e le visite guidate a cura degli artisti (8-9-10 agosto e nei weekend dell’edizione), i progetti speciali e le residenze d’artista, sul territorio e non. Tema dell’anno This Is Us - A Capsule to Space, un viaggio visivo e concettuale lungo 10 anni di storia del Festival, che interroga la nostra identità collettiva e il nostro lascito per l'universo. Altro elemento ormai affermato di PhEST è la presenza di una mostra madrina, curata da Giovanni Troilo e Arianna Rinaldo. Protagonista quest’anno sarà il celebre fotografo britannico Martin Parr, uno dei fotografi documentaristi più conosciuti della sua generazione, noto per il suo sguardo ironico e tagliente sulla società contemporanea, che presenterà per la prima volta in Puglia un'ampia selezione dei suoi lavori. Inoltre, il 27 e 28 settembre, Parr sarà a Monopoli per una talk gratuita e la proiezione del suo film I am Martin Parr, regalando al pubblico un’opportunità unica di confronto con uno dei più influenti fotografi del nostro tempo. A questo si aggiunge, sempre da settembre, a Matino, una sua personale dedicata al food in occasione di Yeast Photo Festival, con cui PhEST ha avviato una collaborazione per offrire al pubblico l’opportunità di immergersi in un doppio percorso espositivo sul grande fotografo britannico.
Arrivano anche le prime conferme di una importante presenza di ospiti internazionali e nazionali. Un altro grande protagonista della storia della fotografia è Alexey Titarenko che sarà presente con una selezione di immagini da City of Shadows, il suo lavoro più rappresentativo e influente; torna l’artista britannico Phillip Toledano, già ospite dei PhEST nel 2021, che esperimenta da qualche anno con l’intelligenza artificiale per raccontare il genere umano e la sua storia (o la possibile riscrittura delle Storia), con il suo ultimo progetto We Are At War; sarà presente anche Zed Nelson con il suo imponente progetto The Anthropocene Illusion che racconta il rapporto tra gli essere umani e la natura, anelata ma allo stesso tempo sempre più modificata, e il forte ma artificioso desiderio umano di esserne parte e al contempo la distruzione dell’ambiente caratteristico di questa ultima epoca storica. E tra le altre presenze: l’irriverente artista irlandese Rhiannon Adam che racconta nella serie Rhi-Entry il suo sogno infranto di partecipare al primo viaggio civile sulla Luna organizzato con 8 prescelti e fortunati dal milionario e collezionista giapponese Yusaku Maezawa, che ha poi cancellato il progetto; l’artista visivo italiano Lorenzo Poli, architetto di formazione, viaggiatore instancabile e appassionato di storia, miti e spiritualità, con una selezione della sua serie artistica in corso: un’indagine su come l’umanità contemporanea stia scolpendo la modernità nel corpo della Terra — proprio come i geoglifi ancestrali rivelano le storie del nostro passato, senza tralasciare riflessioni sull’ambiente e la colonizzazione fisica e culturale.
Il tema di questa decima edizione esplora attraverso fotografia, arte contemporanea e installazioni memoria, identità, relazioni umane, tecnologia e natura, immaginando cosa potrebbe rappresentare al meglio l'umanità per un ipotetico osservatore extraterrestre. Un dialogo tra passato e futuro, tra scienza e immaginazione, tra ciò che lasciamo dietro di noi e ciò che vogliamo tramandare. L'incontro tra discipline diverse – dalla fotografia alla scultura, dall'arte interattiva alla narrazione visiva – darà vita a un’esperienza immersiva e multidimensionale, invitando il pubblico a interrogarsi sul proprio posto nell’universo e sul significato stesso dell’esistenza umana.
“Nel 1977 la NASA lanciava nello spazio interstellare le sonde Voyager, portando con sé un messaggio rivolto all’ignoto: il Golden Record, un disco contenente suoni, immagini e musiche della Terra, pensato come testimonianza della vita e della cultura umana, nel caso in cui qualche forma di intelligenza aliena lo avesse, un giorno, intercettato. A quasi cinquant’anni di distanza, ci ispiriamo a quella stessa tensione verso l’altrove – e, allo stesso tempo, a quella profonda urgenza di raccontarci - per costruire la nostra capsula, un messaggio in bottiglia lanciato nell’oceano cosmico - spiega Giovanni Troilo - Un messaggio visivo da inviare nello spazio, reale o immaginario, che possa rappresentare chi siamo, cosa sentiamo, cosa sogniamo. Una selezione di opere che esplorano l’essere umano in tutte le sue sfumature: identità, relazioni, paure, desideri, contraddizioni.
Un archivio visivo del presente, in bilico tra memoria e futuro. In caso qualcuno ascolti. Nel 1990, quando si trovava a quasi sei miliardi di chilometri dalla Terra, la sonda Voyager si voltò un’ultima volta prima di perdersi nello spazio interstellare e scattò un gigantesco "ritratto di famiglia" del nostro sistema planetario. In quella fotografia, divenuta celebre, la Terra appare come un minuscolo, pallido punto blu. Quell’immagine ispirò uno dei testi più noti e toccanti di Carl Sagan, riflessione cosmica e umanissima sul nostro posto nell’universo.
Oggi, Voyager 1 si trova a oltre 24 miliardi di chilometri dal Sole, e si allontana dal Sistema Solare alla velocità di 17 km al secondo. È alimentata da un generatore a radioisotopi che le consentirà di funzionare, in forma limitata, fino al 2025, quando – a oltre 25 miliardi di chilometri dalla Terra – si spegnerà lentamente, lasciandosi dietro il silenzio dello spazio interstellare”.
LA POP-UP OPEN CALL
Torna, per il quinto anno consecutivo, la PhEST Pop-Up Open Call, in collaborazione con LensCulture e PHmuseum con il sostegno, quest’anno, di Fujifilm Italia che, incline ad affermare il ruolo centrale della fotografia per la sua valenza culturale, storica e artistica, sostiene da sempre iniziative, eventi e momenti partecipativi in cui il pubblico possa entrare in contatto con la forza espressiva dell’immagine. San Marzano Vini sosterrà invece la produzione della mostra di un artista pugliese. Un’occasione gratuita e veloce, aperta a tutti, ma per sole due settimane, dal 12 al 25 maggio 2025. In linea con il tema centrale del PhEST This Is Us - A Capsule to Space, la call di quest’anno invita artisti e fotografi a indagare il rapporto con il tempo, la memoria e il futuro, a immaginare cosa l’umanità dovrebbe inviare nello spazio come testimonianza della propria esistenza. Si ricercano progetti intensi, intimi e profondi, capaci di raccontare il nostro presente con uno sguardo al futuro. Si accetta ogni linguaggio visivo: fotografia, illustrazione, collage, animazione, video.
L’iscrizione prevede 2 categorie: SERIES (immagini fisse, illustrazioni) e SINGLES (video, animazione). La giuria, composta da Jim Casper - Caporedattore, editore & co-fondatore di LensCulture, Giuseppe Oliveiro – CEO & Founder di PHmuseum; Arianna Rinaldo - Curatrice di fotografia a PhEST; Giovanni Troilo - Direttore artistico di PhEST, indicherà i cinque progetti vincitori a cui saranno assegnati i seguenti premi:
Una mostra a PhEST 2025
Premio San Marzano - una mostra a PhEST 2025 dedicata a un artista pugliese offerta da San Marzano Vini
Una fotocamera mirrorless modello FUJIFILM X-T50 black / XC15-45mm Kit del valore di € 1.679,99 offerta da Fujifilm Italia
Una pubblicazione su PHmuseum
Una pubblicazione su LensCulture
Proiezione dei lavori nelle serate inaugurali di PhEST 2025
>>>>>>>>> Link a regolamento e form di iscrizione: https://forms.gle/Z4cU2xu68pGN3z588
LA RESIDENZA D’ARTISTA ALL’ESTERO
In questa X edizione di PhEST, parallelamente alla residenza artistica di fotografia sul territorio pugliese che sarà presto annunciata, prende vita un progetto speciale che esplora l’anima delle città costiere: la residenza d’artista di Piero Percoco a Brighton, realizzata con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra e in collaborazione con Photoworks, prestigioso festival biennale britannico. Attraverso il suo sguardo unico, Percoco indagherà la complessità e la bellezza della vita sul mare, soffermandosi su temi centrali come la vita marina, l’erosione costiera e l’impatto ecologico, ma anche sul tessuto sociale che anima il litorale, dalle comunità migranti ai rituali della vita da spiaggia, fino alle dinamiche di aggregazione e ai mutamenti del paesaggio urbano e naturale. L’esito della residenza sarà presentato in anteprima a PhEST 2025, per poi approdare nel 2026 a Photoworks, consolidando un dialogo artistico e culturale tra il Mediterraneo e il Nord Europa.
LE LETTURE PORTFOLIO
Anche quest’anno tornano le letture portfolio gratuite, un’opportunità imperdibile per fotografi emergenti e professionisti che desiderano confrontarsi con esperti di livello internazionale. Durante le giornate inaugurali dell’8, 9 e 10 agosto, i visitatori avranno la possibilità di presentare i propri lavori a figure di spicco del panorama fotografico e ricevere feedback preziosi per il proprio percorso artistico. I primi lettori confermati per questa edizione sono: Louis Siroy - Deputy picture editor - Guardian News & Media (Regno Unito); Tina Arhens – photo editor di ZEIT ONLINE (Germania); Marina Paulenka – Direzione mostre Fotografiska (Berlino, Germania); Louise Fedotov-Clements – direttrice di Photoworks (Brighton, Regno Unito); e Jenny Lindhe – curatrice e co-direttrice del Landskrona Photo Festival (Svezia).
DIECI ANNI DI PhEST - LA STORIA DALLE ORIGINI A OGGI
PhEST - Festival internazionale di fotografia e arte contemporanea celebra quest’anno il suo primo decennio, un traguardo che segna un’evoluzione straordinaria, da un’idea visionaria a uno degli eventi culturali più importanti e apprezzati a livello mondiale. Nato nel 2016 a Monopoli, un'incantevole cittadina pugliese affacciata sul mare Adriatico, PhEST è cresciuto rapidamente, conquistando un posto di rilievo nel panorama artistico globale senza mai perdere il legame profondo con il suo territorio e la sua tradizione storica. La sua essenza è stata da sempre quella di unire il passato e il futuro, di intrecciare il linguaggio della fotografia con l’arte contemporanea, creando un’esperienza unica che va oltre le semplici mostre.
Fin dal suo debutto, il primo PhEST è stato un piccolo ma potente successo, che ha catturato l’interesse di artisti emergenti e appassionati di fotografia. Con il passare degli anni è cresciuto in maniera esponenziale, diventando un punto di incontro tra arti visive, musica, cinema e performance, trasformando Monopoli in un museo a cielo aperto, dove il paesaggio naturale si è fuso con installazioni fotografiche e opere site-specific, diventando secondo il The Guardian Southern Italy’s foremost photo festival, il festival di fotografia più importante del sud Italia.
Nel 2020, quando la pandemia ha costretto il mondo a fermarsi, PhEST ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, creando l’edizione “Totally Outdoor” che ha portato avanti il messaggio di resilienza, forza e creatività. Il festival ha così continuato a crescere, esplorando nuovi orizzonti tecnologici, puntando sulla sostenibilità e sull’inclusività, consolidando il suo ruolo di laboratorio creativo internazionale.
Dal suo esordio, il festival ha ospitato 216 mostre, presentando il lavoro di 374 artisti provenienti da tutto il mondo. Tra i nomi più rilevanti, Alex Majoli, Nick Brandt, Enri Canaj, Azadeh Akhlaghi, Patrick Willocq, Richard Sharum, César Dezfuli, Davide Monteleone, Antoine D’Agata, Simon Norfolk, Paolo Ventura, Mario Cresci, Erik Kessels, Koos Breukel, Cristina De Middel, Nariman Darbandi e artisti multidisciplinari come Man Ray, Pino Pascali, Jan Fabre, Mustafa Sabbagh.
La presenza di 1milione e 200mila persone, con quasi 250mila visitatori e 3.433 opere esposte sono la testimonianza del forte impatto che il festival ha avuto, non solo sulla comunità locale, ma su un pubblico globale che ha scelto di vivere questa esperienza, confermando l’interesse crescente verso i temi esplorati dal festival: dai Pescatori agli Ulivi, dalla Famiglia ai Porti, e ancora le Religioni, la Terra, il Corpo, il Futuro, gli Esseri umani e il Sogno.
In questi 10 anni PhEST è riuscito anche a raccontare il territorio pugliese in tutta la sua bellezza e varietà, tratteggiandone quotidianità e cambiamenti, con residenze d’artista affidando a celebri e talentuosi fotografi di fama mondiale o giovani esordienti locali il racconto del tema stesso esplorato sul territorio, con risultati spesso sorprendenti. A Monopoli sono arrivati, ad esempio, Piero Martinello, che ha ritratto i pescatori di Monopoli; Alejandro Chaskielberg, che ha immortalato in notturna gli ulivi secolari; Edoardo Delille, che ha raccontato la vita nei porti pugliesi; Sanne De Wilde con le sagre religiose; Roselena Ramistella che si è concentrata sul mondo contadino; Mustafa Sabbagh con un racconto intimo degli adolescenti e del loro corpo in trasformazione; Mattia Balsamini che è passato dalla tradizione all’innovazione raccontando con i suoi scatti il futuro e la tecnologia in Puglia; e ancora il duo Caimi & Piccinni, Piero Percoco e Sam Youkilis che nelle loro residenze si sono concentrati sugli abitanti di Monopoli e Jan von Holleben che ha coinvolto le scuole primarie di Monopoli nella realizzazione di un’inedita opera collettiva. Rilevanti anche le residenze in cui il festival ha dato spazio a progetti di street art con artisti come Leo & Pipo, Millo, Eron e Danijel Žeželj; all’arte contemporanea con Fabrizio Cicero. Senza dimenticare, negli ultimi anni, anche gli omaggi a Federico Fellini o a grandi maestri come Man Ray, in collaborazione con La Biennale di Venezia, la magnifica statua “L’uomo che misurava le nuvole” di Jan Fabre e Lisetta Carmi, arricchendo ogni edizione di sorprese e rivelazioni.
Numerose sono state, inoltre, le collaborazioni con le istituzioni locali, nazionali, internazionali e con i più rinomati brand, sponsor e partner culturali e di settore, in Italia e all’estero. Anche grazie a loro, PhEST ha consolidato il suo ruolo di piattaforma internazionale per la fotografia e l’arte, rilanciata dai più di 570 giornalisti accreditati che hanno seguito e raccontato l’evoluzione di PhEST.
L’edizione speciale del decennale si preannuncia ancora più ambiziosa, con la realizzazione di un catalogo che racconta dieci anni di storia del festival, e che celebra il legame indissolubile tra la fotografia, l’arte e il territorio di Monopoli e della Puglia.
PhEST si annuncia come un’esperienza sensoriale che coinvolge ogni singolo spettatore. Un viaggio che va oltre la superficie, alla scoperta di storie, emozioni e riflessioni che lasciano il segno in chiunque decida di intraprenderlo. Un festival che continua a guardare al futuro con occhi curiosi: una finestra sulle diverse realtà e prospettive globali, celebrando la creatività umana in tutte le sue forme.
Il viaggio di PhEST è solo all'inizio, e le sue potenzialità sono infinite.
Arrivano anche le prime conferme di una importante presenza di ospiti internazionali e nazionali. Un altro grande protagonista della storia della fotografia è Alexey Titarenko che sarà presente con una selezione di immagini da City of Shadows, il suo lavoro più rappresentativo e influente; torna l’artista britannico Phillip Toledano, già ospite dei PhEST nel 2021, che esperimenta da qualche anno con l’intelligenza artificiale per raccontare il genere umano e la sua storia (o la possibile riscrittura delle Storia), con il suo ultimo progetto We Are At War; sarà presente anche Zed Nelson con il suo imponente progetto The Anthropocene Illusion che racconta il rapporto tra gli essere umani e la natura, anelata ma allo stesso tempo sempre più modificata, e il forte ma artificioso desiderio umano di esserne parte e al contempo la distruzione dell’ambiente caratteristico di questa ultima epoca storica. E tra le altre presenze: l’irriverente artista irlandese Rhiannon Adam che racconta nella serie Rhi-Entry il suo sogno infranto di partecipare al primo viaggio civile sulla Luna organizzato con 8 prescelti e fortunati dal milionario e collezionista giapponese Yusaku Maezawa, che ha poi cancellato il progetto; l’artista visivo italiano Lorenzo Poli, architetto di formazione, viaggiatore instancabile e appassionato di storia, miti e spiritualità, con una selezione della sua serie artistica in corso: un’indagine su come l’umanità contemporanea stia scolpendo la modernità nel corpo della Terra — proprio come i geoglifi ancestrali rivelano le storie del nostro passato, senza tralasciare riflessioni sull’ambiente e la colonizzazione fisica e culturale.
Il tema di questa decima edizione esplora attraverso fotografia, arte contemporanea e installazioni memoria, identità, relazioni umane, tecnologia e natura, immaginando cosa potrebbe rappresentare al meglio l'umanità per un ipotetico osservatore extraterrestre. Un dialogo tra passato e futuro, tra scienza e immaginazione, tra ciò che lasciamo dietro di noi e ciò che vogliamo tramandare. L'incontro tra discipline diverse – dalla fotografia alla scultura, dall'arte interattiva alla narrazione visiva – darà vita a un’esperienza immersiva e multidimensionale, invitando il pubblico a interrogarsi sul proprio posto nell’universo e sul significato stesso dell’esistenza umana.
“Nel 1977 la NASA lanciava nello spazio interstellare le sonde Voyager, portando con sé un messaggio rivolto all’ignoto: il Golden Record, un disco contenente suoni, immagini e musiche della Terra, pensato come testimonianza della vita e della cultura umana, nel caso in cui qualche forma di intelligenza aliena lo avesse, un giorno, intercettato. A quasi cinquant’anni di distanza, ci ispiriamo a quella stessa tensione verso l’altrove – e, allo stesso tempo, a quella profonda urgenza di raccontarci - per costruire la nostra capsula, un messaggio in bottiglia lanciato nell’oceano cosmico - spiega Giovanni Troilo - Un messaggio visivo da inviare nello spazio, reale o immaginario, che possa rappresentare chi siamo, cosa sentiamo, cosa sogniamo. Una selezione di opere che esplorano l’essere umano in tutte le sue sfumature: identità, relazioni, paure, desideri, contraddizioni.
Un archivio visivo del presente, in bilico tra memoria e futuro. In caso qualcuno ascolti. Nel 1990, quando si trovava a quasi sei miliardi di chilometri dalla Terra, la sonda Voyager si voltò un’ultima volta prima di perdersi nello spazio interstellare e scattò un gigantesco "ritratto di famiglia" del nostro sistema planetario. In quella fotografia, divenuta celebre, la Terra appare come un minuscolo, pallido punto blu. Quell’immagine ispirò uno dei testi più noti e toccanti di Carl Sagan, riflessione cosmica e umanissima sul nostro posto nell’universo.
Oggi, Voyager 1 si trova a oltre 24 miliardi di chilometri dal Sole, e si allontana dal Sistema Solare alla velocità di 17 km al secondo. È alimentata da un generatore a radioisotopi che le consentirà di funzionare, in forma limitata, fino al 2025, quando – a oltre 25 miliardi di chilometri dalla Terra – si spegnerà lentamente, lasciandosi dietro il silenzio dello spazio interstellare”.
LA POP-UP OPEN CALL
Torna, per il quinto anno consecutivo, la PhEST Pop-Up Open Call, in collaborazione con LensCulture e PHmuseum con il sostegno, quest’anno, di Fujifilm Italia che, incline ad affermare il ruolo centrale della fotografia per la sua valenza culturale, storica e artistica, sostiene da sempre iniziative, eventi e momenti partecipativi in cui il pubblico possa entrare in contatto con la forza espressiva dell’immagine. San Marzano Vini sosterrà invece la produzione della mostra di un artista pugliese. Un’occasione gratuita e veloce, aperta a tutti, ma per sole due settimane, dal 12 al 25 maggio 2025. In linea con il tema centrale del PhEST This Is Us - A Capsule to Space, la call di quest’anno invita artisti e fotografi a indagare il rapporto con il tempo, la memoria e il futuro, a immaginare cosa l’umanità dovrebbe inviare nello spazio come testimonianza della propria esistenza. Si ricercano progetti intensi, intimi e profondi, capaci di raccontare il nostro presente con uno sguardo al futuro. Si accetta ogni linguaggio visivo: fotografia, illustrazione, collage, animazione, video.
L’iscrizione prevede 2 categorie: SERIES (immagini fisse, illustrazioni) e SINGLES (video, animazione). La giuria, composta da Jim Casper - Caporedattore, editore & co-fondatore di LensCulture, Giuseppe Oliveiro – CEO & Founder di PHmuseum; Arianna Rinaldo - Curatrice di fotografia a PhEST; Giovanni Troilo - Direttore artistico di PhEST, indicherà i cinque progetti vincitori a cui saranno assegnati i seguenti premi:
Una mostra a PhEST 2025
Premio San Marzano - una mostra a PhEST 2025 dedicata a un artista pugliese offerta da San Marzano Vini
Una fotocamera mirrorless modello FUJIFILM X-T50 black / XC15-45mm Kit del valore di € 1.679,99 offerta da Fujifilm Italia
Una pubblicazione su PHmuseum
Una pubblicazione su LensCulture
Proiezione dei lavori nelle serate inaugurali di PhEST 2025
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LA RESIDENZA D’ARTISTA ALL’ESTERO
In questa X edizione di PhEST, parallelamente alla residenza artistica di fotografia sul territorio pugliese che sarà presto annunciata, prende vita un progetto speciale che esplora l’anima delle città costiere: la residenza d’artista di Piero Percoco a Brighton, realizzata con il sostegno dell’Istituto Italiano di Cultura di Londra e in collaborazione con Photoworks, prestigioso festival biennale britannico. Attraverso il suo sguardo unico, Percoco indagherà la complessità e la bellezza della vita sul mare, soffermandosi su temi centrali come la vita marina, l’erosione costiera e l’impatto ecologico, ma anche sul tessuto sociale che anima il litorale, dalle comunità migranti ai rituali della vita da spiaggia, fino alle dinamiche di aggregazione e ai mutamenti del paesaggio urbano e naturale. L’esito della residenza sarà presentato in anteprima a PhEST 2025, per poi approdare nel 2026 a Photoworks, consolidando un dialogo artistico e culturale tra il Mediterraneo e il Nord Europa.
LE LETTURE PORTFOLIO
Anche quest’anno tornano le letture portfolio gratuite, un’opportunità imperdibile per fotografi emergenti e professionisti che desiderano confrontarsi con esperti di livello internazionale. Durante le giornate inaugurali dell’8, 9 e 10 agosto, i visitatori avranno la possibilità di presentare i propri lavori a figure di spicco del panorama fotografico e ricevere feedback preziosi per il proprio percorso artistico. I primi lettori confermati per questa edizione sono: Louis Siroy - Deputy picture editor - Guardian News & Media (Regno Unito); Tina Arhens – photo editor di ZEIT ONLINE (Germania); Marina Paulenka – Direzione mostre Fotografiska (Berlino, Germania); Louise Fedotov-Clements – direttrice di Photoworks (Brighton, Regno Unito); e Jenny Lindhe – curatrice e co-direttrice del Landskrona Photo Festival (Svezia).
DIECI ANNI DI PhEST - LA STORIA DALLE ORIGINI A OGGI
PhEST - Festival internazionale di fotografia e arte contemporanea celebra quest’anno il suo primo decennio, un traguardo che segna un’evoluzione straordinaria, da un’idea visionaria a uno degli eventi culturali più importanti e apprezzati a livello mondiale. Nato nel 2016 a Monopoli, un'incantevole cittadina pugliese affacciata sul mare Adriatico, PhEST è cresciuto rapidamente, conquistando un posto di rilievo nel panorama artistico globale senza mai perdere il legame profondo con il suo territorio e la sua tradizione storica. La sua essenza è stata da sempre quella di unire il passato e il futuro, di intrecciare il linguaggio della fotografia con l’arte contemporanea, creando un’esperienza unica che va oltre le semplici mostre.
Fin dal suo debutto, il primo PhEST è stato un piccolo ma potente successo, che ha catturato l’interesse di artisti emergenti e appassionati di fotografia. Con il passare degli anni è cresciuto in maniera esponenziale, diventando un punto di incontro tra arti visive, musica, cinema e performance, trasformando Monopoli in un museo a cielo aperto, dove il paesaggio naturale si è fuso con installazioni fotografiche e opere site-specific, diventando secondo il The Guardian Southern Italy’s foremost photo festival, il festival di fotografia più importante del sud Italia.
Nel 2020, quando la pandemia ha costretto il mondo a fermarsi, PhEST ha dimostrato una straordinaria capacità di adattamento, creando l’edizione “Totally Outdoor” che ha portato avanti il messaggio di resilienza, forza e creatività. Il festival ha così continuato a crescere, esplorando nuovi orizzonti tecnologici, puntando sulla sostenibilità e sull’inclusività, consolidando il suo ruolo di laboratorio creativo internazionale.
Dal suo esordio, il festival ha ospitato 216 mostre, presentando il lavoro di 374 artisti provenienti da tutto il mondo. Tra i nomi più rilevanti, Alex Majoli, Nick Brandt, Enri Canaj, Azadeh Akhlaghi, Patrick Willocq, Richard Sharum, César Dezfuli, Davide Monteleone, Antoine D’Agata, Simon Norfolk, Paolo Ventura, Mario Cresci, Erik Kessels, Koos Breukel, Cristina De Middel, Nariman Darbandi e artisti multidisciplinari come Man Ray, Pino Pascali, Jan Fabre, Mustafa Sabbagh.
La presenza di 1milione e 200mila persone, con quasi 250mila visitatori e 3.433 opere esposte sono la testimonianza del forte impatto che il festival ha avuto, non solo sulla comunità locale, ma su un pubblico globale che ha scelto di vivere questa esperienza, confermando l’interesse crescente verso i temi esplorati dal festival: dai Pescatori agli Ulivi, dalla Famiglia ai Porti, e ancora le Religioni, la Terra, il Corpo, il Futuro, gli Esseri umani e il Sogno.
In questi 10 anni PhEST è riuscito anche a raccontare il territorio pugliese in tutta la sua bellezza e varietà, tratteggiandone quotidianità e cambiamenti, con residenze d’artista affidando a celebri e talentuosi fotografi di fama mondiale o giovani esordienti locali il racconto del tema stesso esplorato sul territorio, con risultati spesso sorprendenti. A Monopoli sono arrivati, ad esempio, Piero Martinello, che ha ritratto i pescatori di Monopoli; Alejandro Chaskielberg, che ha immortalato in notturna gli ulivi secolari; Edoardo Delille, che ha raccontato la vita nei porti pugliesi; Sanne De Wilde con le sagre religiose; Roselena Ramistella che si è concentrata sul mondo contadino; Mustafa Sabbagh con un racconto intimo degli adolescenti e del loro corpo in trasformazione; Mattia Balsamini che è passato dalla tradizione all’innovazione raccontando con i suoi scatti il futuro e la tecnologia in Puglia; e ancora il duo Caimi & Piccinni, Piero Percoco e Sam Youkilis che nelle loro residenze si sono concentrati sugli abitanti di Monopoli e Jan von Holleben che ha coinvolto le scuole primarie di Monopoli nella realizzazione di un’inedita opera collettiva. Rilevanti anche le residenze in cui il festival ha dato spazio a progetti di street art con artisti come Leo & Pipo, Millo, Eron e Danijel Žeželj; all’arte contemporanea con Fabrizio Cicero. Senza dimenticare, negli ultimi anni, anche gli omaggi a Federico Fellini o a grandi maestri come Man Ray, in collaborazione con La Biennale di Venezia, la magnifica statua “L’uomo che misurava le nuvole” di Jan Fabre e Lisetta Carmi, arricchendo ogni edizione di sorprese e rivelazioni.
Numerose sono state, inoltre, le collaborazioni con le istituzioni locali, nazionali, internazionali e con i più rinomati brand, sponsor e partner culturali e di settore, in Italia e all’estero. Anche grazie a loro, PhEST ha consolidato il suo ruolo di piattaforma internazionale per la fotografia e l’arte, rilanciata dai più di 570 giornalisti accreditati che hanno seguito e raccontato l’evoluzione di PhEST.
L’edizione speciale del decennale si preannuncia ancora più ambiziosa, con la realizzazione di un catalogo che racconta dieci anni di storia del festival, e che celebra il legame indissolubile tra la fotografia, l’arte e il territorio di Monopoli e della Puglia.
PhEST si annuncia come un’esperienza sensoriale che coinvolge ogni singolo spettatore. Un viaggio che va oltre la superficie, alla scoperta di storie, emozioni e riflessioni che lasciano il segno in chiunque decida di intraprenderlo. Un festival che continua a guardare al futuro con occhi curiosi: una finestra sulle diverse realtà e prospettive globali, celebrando la creatività umana in tutte le sue forme.
Il viaggio di PhEST è solo all'inizio, e le sue potenzialità sono infinite.
08
agosto 2025
PhEST – Festival internazionale di fotografia e arte
Dall'otto agosto al 16 novembre 2025
fotografia
Location
SEDI VARIE – Monopoli
Monopoli, - , (Bari)
Monopoli, - , (Bari)
Orario di apertura
10-23
Sito web
Ufficio stampa
Fusion Communications - Simona Pedroli e-mail: simona@fusioncommunications.com
Autore
Curatore
Sponsor
Patrocini




