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Piero Gilardi – Il non luogo e “nostalgia dell’Eden”
La mostra che Piero Gilardi ha ideato per gli spazi del Chiostro arte contemporanea presenta temi di frutta (uva, fichi d’India, datteri, angurie e meloni), temi di fiori (dalie nell’orto, rose nella vigna), una sequenza significativa di spiagge: i gusci blu dei molluschi punteggiano il grigio rosa dei lidi nordici dove vive la rosa rugosa bianca, i ricci viola sono presenze della spiaggia ligure dai toni grigi, mentre bianca è la luce che riflette la sabbia caraibica, impreziosita dalla madreperla
Comunicato stampa
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La mostra che Piero Gilardi ha ideato per gli spazi del Chiostro arte contemporanea presenta temi di frutta (uva, fichi d’India, datteri, angurie e meloni), temi di fiori (dalie nell’orto, rose nella vigna), una sequenza significativa di spiagge: i gusci blu dei molluschi punteggiano il grigio rosa dei lidi nordici dove vive la rosa rugosa bianca, i ricci viola sono presenze della spiaggia ligure dai toni grigi, mentre bianca è la luce che riflette la sabbia caraibica, impreziosita dalla madreperla. Nella sua opera, nei tappeti-natura, Piero Gilardi quasi sovverte, rovescia quelle che sono state le percezioni umanistiche dei colori: l’azzurro era il cielo, la diafana nostalgia; il verde il naturalismo; il grigio era la luce che si spegne nell’estremo margine dell’umano e nell’oggettività defunta della materia. In Gilardi i colori hanno un’accensione, una libertà musicale, lo spostamento anacolutico.
Ci viene proposto un oggetto d’arte che ha percorso le fasi di spunto dalla realtà, di elaborazione intellettuale, di produzione artificiale e di riconsegna al mittente con un messaggio intelligente: attenzione! Questa è arte, ma serve a riflettere sul vero.
Ormai da decenni i tappeti natura si innestano nell’evoluzione linguistica dell’arte. Si tratta di un autore con connotato internazionale, dove l'espressione artistica si coniuga con un notevole apporto teorico, con la partecipazione socioculturale, iniziative di teatro, sperimentazioni collettive, azioni varie di intuizioni antropologiche.
Questa concezione dell'arte come processo relazionale va tenuta presente anche in un singolo momento espositivo, testimoniale, come è quello alla galleria il Chiostro.
Ciò che appare significativo nella presenza di Piero Gilardi è una coscienza acutamente dialettica: da una parte la percezione linguistica della contemporaneità come sparizione dell'evento, accelerazione spazio-temporale, spaesamento, come una sorta di svanire stesso della storia, dell'<>; dall'altra parte l'atto radicale di un'immagine di natura interattiva, relazionale, che entra, agisce artisticamente nell'atto della vita: mente e corpo, soggetto e oggetto, naturale e artificiale.
Questa indistinzione tra soggetto e oggetto, questa vita occulta e di immaginazione ritroviamo nei tappeti-natura, dove l'eros delle cose, degli oggetti <>; lo apre, lo toglie dal <> delle sue statiche connessioni.
Nel corso degli ultimi anni Piero Gilardi (Torino 1942) promuove il progetto di un grande “Parco d’Arte Vivente” nel quale si compendiano tutte le sue esperienze relative al mutamento della natura dell’arte in senso relazionale. Ha pubblicato due libri di riflessione teorica sulle sue varie ricerche: “Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte” (La salamandra, Milano, 1981) e “Not for sale” (Mazzotta, Milano, 2000). Scrive articoli per varie riviste d’arte come Juliet e Flash Art.
Ci viene proposto un oggetto d’arte che ha percorso le fasi di spunto dalla realtà, di elaborazione intellettuale, di produzione artificiale e di riconsegna al mittente con un messaggio intelligente: attenzione! Questa è arte, ma serve a riflettere sul vero.
Ormai da decenni i tappeti natura si innestano nell’evoluzione linguistica dell’arte. Si tratta di un autore con connotato internazionale, dove l'espressione artistica si coniuga con un notevole apporto teorico, con la partecipazione socioculturale, iniziative di teatro, sperimentazioni collettive, azioni varie di intuizioni antropologiche.
Questa concezione dell'arte come processo relazionale va tenuta presente anche in un singolo momento espositivo, testimoniale, come è quello alla galleria il Chiostro.
Ciò che appare significativo nella presenza di Piero Gilardi è una coscienza acutamente dialettica: da una parte la percezione linguistica della contemporaneità come sparizione dell'evento, accelerazione spazio-temporale, spaesamento, come una sorta di svanire stesso della storia, dell'<
Questa indistinzione tra soggetto e oggetto, questa vita occulta e di immaginazione ritroviamo nei tappeti-natura, dove l'eros delle cose, degli oggetti <
Nel corso degli ultimi anni Piero Gilardi (Torino 1942) promuove il progetto di un grande “Parco d’Arte Vivente” nel quale si compendiano tutte le sue esperienze relative al mutamento della natura dell’arte in senso relazionale. Ha pubblicato due libri di riflessione teorica sulle sue varie ricerche: “Dall’arte alla vita, dalla vita all’arte” (La salamandra, Milano, 1981) e “Not for sale” (Mazzotta, Milano, 2000). Scrive articoli per varie riviste d’arte come Juliet e Flash Art.
29
settembre 2007
Piero Gilardi – Il non luogo e “nostalgia dell’Eden”
Dal 29 settembre al 19 novembre 2007
arte contemporanea
Location
IL CHIOSTRO ARTECONTEMPORANEA
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Saronno, Viale Santuario, 11, (Varese)
Orario di apertura
da martedì a domenica 10/12.30 e 16/19
Vernissage
29 Settembre 2007, ore 18
Autore
Curatore




