Nell’arco di una vita si distinguono due fasi importanti. Quella dell’infanzia e quella dopo. La prima, quella dell’infanzia e’ caratterizzata dall’espressione libera dell’istinto e della fantasia. La seconda fase, che attraverso l’educazione ci porta ad essere adulti, e’ quella dove impariamo a controllare tutti gli aspetti espressivi dell’infanzia cosi’ che da adulti acquistiamo consapevolezza e sicurezza in scambio di immaginazione, istinto, impulsivita’ e paura. Nella maggior parte dei casi passiamo la seconda fase a ricordare con molta nostalgia la prima, per quanto breve sia stata.
Pietro Messina, sulle orme di molti artisti che hanno segnato l’arte moderna e contemporanea, da adulto ha saputo preservare l’ universo e i valori dell’infanzia; lo si capisce al primo acchito, per la sua generosita’ cromatica quasi imbarazzante. Mettendo a confronto due delle sue tante ricerche, pittoriche e non solo , possiamo osservare la stratigrafia dei colori: abbiamo cosi’ due fotografie istantanee in mostra ( THE GROOVES E I BUCHI VUGHI), simili per varieta’ e ricerca del colore, ma differenti nei contenuti. Ad un livello il fanciullo curioso che con gesto libero da ogni briglia va a scavare dentro e oltre il colore per indagare percorsi labirintici, che non si sa da dove cominciano ne’ dove finiscono. Ad un altro livello, v’e l’adulto razionale che vuole decidere e controllare ogni suo pensiero e gesta.
Con ratio o con fantasticheria, Pietro Messina ci prende per mano e ci porta nel suo universo dove ogni colore si moltiplica da se stesso e con gli altri… all’infinito, in un groviglio di colore. I suoi quadri ronzano come un sciame di api, regalandoci una forte carica di energia.