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Presenti (assenti)
Dopo il successo di FUTURI (manifesti), Peppo Bianchessi torna con una nuova esposizione personale che esplora il tema dell’assenza come forma di presenza. Con questo progetto, l’artista prosegue la sua riflessione su ciò che c’è anche quando non si vede, un dialogo poetico tra visibile e invisibile
Comunicato stampa
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Dopo il successo di FUTURI (manifesti), Peppo Bianchessi torna con una nuova esposizione personale che esplora il tema dell’assenza come forma di presenza. Con questo progetto, l’artista prosegue la sua riflessione su ciò che c’è anche quando non si vede, un dialogo poetico tra visibile e invisibile, tra ciò che resta e ciò che manca.
“Nella mostra precedente l’impostazione era quella di veicolare dei messaggi -nati da delle riflessioni e articoli scritti negli ultimi anni- che evidenziavano i rischi del mercato della comunicazione e delle conseguenze mentali e sociali di un sistema che tende a sottrarre tempo alla riflessione (e di conseguenza ci rende tutti potenzialmente consumatori/dipendenti docili). Lo avevo fatto utilizzando gli stilemi dei manifesti di propaganda e delle pubblicità del ‘900, spesso positivi ed entusiasti rispetto al futuro luminoso che -visto oggi- non ci aspettava.
Tutto quello che avevo esposto stava già accadendo, solo che ora è più evidente: nessuna profezia, solo ipotesi plausibili per chi si prende il tempo per pensarci.
Quello che non avevo previsto -nonostante io non sia un ottimista- è il presente, così scuro e con una presa di potere globale da parte della stupidità: questo entusiasmarsi per le discussione su armi e potenza atomica da una parte e pavidità -per ragioni prevalentemente economiche- nei confronti delle azioni di chi, fino all’altro ieri avremmo definito bullo, prepotente, crudele o folle… sembra davvero un ritorno al passato.
Non è che l’umanità non abbia imparato nulla: è che costruire la pace è meno facile che fare la guerra. È una faccenda complessa e richiede partecipazione e attenzione di ogni singolo individuo e il potere lasciato in mano agli stupidi (e sto usando questo termine nell’accezione di M.Cipolla) porta il male per tutti (a parte a chi produce armi, nel caso della guerra).
Ma, come dicevo: sono tempi oscuri e dolorosi e non riesco ad essere abbastanza sereno e distaccato per usare l’ironia o la satira come nell’occasione precedente ma non mi interessa rappresentare il “Nulla o l’orrore che avanza”. Se quei “Futuri” erano “manifesti”, i “Presenti (assenti)” di questa mostra nelle mie intenzioni sono un richiamo a Esserci, e dall’altro sono dei lavori che vogliono evidenziare e ricordare le parti migliori dell’umanità, senza le quali -appunto- ci ritroviamo per l’ennesima volta sull’orlo dell’abisso. Paradossalmente -almeno nelle intenzioni- sarà una mostra che vorrei violentemente gentile, disarmante ma non innocua.
“Nella mostra precedente l’impostazione era quella di veicolare dei messaggi -nati da delle riflessioni e articoli scritti negli ultimi anni- che evidenziavano i rischi del mercato della comunicazione e delle conseguenze mentali e sociali di un sistema che tende a sottrarre tempo alla riflessione (e di conseguenza ci rende tutti potenzialmente consumatori/dipendenti docili). Lo avevo fatto utilizzando gli stilemi dei manifesti di propaganda e delle pubblicità del ‘900, spesso positivi ed entusiasti rispetto al futuro luminoso che -visto oggi- non ci aspettava.
Tutto quello che avevo esposto stava già accadendo, solo che ora è più evidente: nessuna profezia, solo ipotesi plausibili per chi si prende il tempo per pensarci.
Quello che non avevo previsto -nonostante io non sia un ottimista- è il presente, così scuro e con una presa di potere globale da parte della stupidità: questo entusiasmarsi per le discussione su armi e potenza atomica da una parte e pavidità -per ragioni prevalentemente economiche- nei confronti delle azioni di chi, fino all’altro ieri avremmo definito bullo, prepotente, crudele o folle… sembra davvero un ritorno al passato.
Non è che l’umanità non abbia imparato nulla: è che costruire la pace è meno facile che fare la guerra. È una faccenda complessa e richiede partecipazione e attenzione di ogni singolo individuo e il potere lasciato in mano agli stupidi (e sto usando questo termine nell’accezione di M.Cipolla) porta il male per tutti (a parte a chi produce armi, nel caso della guerra).
Ma, come dicevo: sono tempi oscuri e dolorosi e non riesco ad essere abbastanza sereno e distaccato per usare l’ironia o la satira come nell’occasione precedente ma non mi interessa rappresentare il “Nulla o l’orrore che avanza”. Se quei “Futuri” erano “manifesti”, i “Presenti (assenti)” di questa mostra nelle mie intenzioni sono un richiamo a Esserci, e dall’altro sono dei lavori che vogliono evidenziare e ricordare le parti migliori dell’umanità, senza le quali -appunto- ci ritroviamo per l’ennesima volta sull’orlo dell’abisso. Paradossalmente -almeno nelle intenzioni- sarà una mostra che vorrei violentemente gentile, disarmante ma non innocua.
18
dicembre 2025
Presenti (assenti)
Dal 18 dicembre al 18 gennaio 2025
personale
Location
Galleria Arteatro Fondazione San Domenico Crema
Crema, Via Verdelli, 6, (CR)
Crema, Via Verdelli, 6, (CR)
Orario di apertura
martedì-sabato 16-19
lunedì chiuso
domenica 10-12 e 16-19
Vernissage
18 Dicembre 2025, ore 17,00
Sito web
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