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Rachele Ferrario – L’intuizione del colore, alcune considerazioni sulla pittura di Carla Prina
Mario Radice la considerava tra le migliori astrattiste italiane e il critico francese Michel Seuphor di lei trovava straordinaria la capacità di astrarre “come se il rettangolo fosse la cosa più naturale del mondo”.
Comunicato stampa
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Conferenza di Rachele Ferrario
Mario Radice la considerava tra le migliori astrattiste italiane e il critico francese Michel Seuphor di lei trovava straordinaria la capacità di astrarre “come se il rettangolo fosse la cosa più naturale del mondo”. Carla Prina non ha mai usato compromessi: per lei la pittura è sempre stata soprattutto una questione di intuizione, di istinto, da cui scaturiva solo in seguito la forma. Una posizione nell’ambito dell’astrazione e del modernismo coraggiosa e a volte scomoda.
Dalla formazione tradizionale all’Accademia di Belle Arti di Brera e alla Scuola Libera del Nudo e all’Accademia di Francia a Roma negli anni Trenta, alla Biennale di Venezia del 1942 nel padiglione futurista, alla Quadriennale del 1943 ai successivi riconoscimenti a livello europeo a Parigi, a Martigny, a Milano fino alle opere più recenti realizzate in Svizzera dove vive e dove Carla Prina, nata a Como nel 1912, ha trascorso grande parte della sua esistenza. La conferenza ripercorre attraverso le opere esposte in mostra alcuni momenti importanti della poetica dell’artista, compagna di Alberto Sartoris ed esponente del gruppo astratto di Como, con particolare attenzione alle relazioni con l’ambiente internazionale parigino alle connessioni con Mirò, Sonia Delaunay, Licini e Soldati e con l’architettura europea, Terragni, lo stesso Sartoris, Le Corbusier e all’uso particolare della cromia leggera, luminosa, ma predominante nella creazione della forma.
Mario Radice la considerava tra le migliori astrattiste italiane e il critico francese Michel Seuphor di lei trovava straordinaria la capacità di astrarre “come se il rettangolo fosse la cosa più naturale del mondo”. Carla Prina non ha mai usato compromessi: per lei la pittura è sempre stata soprattutto una questione di intuizione, di istinto, da cui scaturiva solo in seguito la forma. Una posizione nell’ambito dell’astrazione e del modernismo coraggiosa e a volte scomoda.
Dalla formazione tradizionale all’Accademia di Belle Arti di Brera e alla Scuola Libera del Nudo e all’Accademia di Francia a Roma negli anni Trenta, alla Biennale di Venezia del 1942 nel padiglione futurista, alla Quadriennale del 1943 ai successivi riconoscimenti a livello europeo a Parigi, a Martigny, a Milano fino alle opere più recenti realizzate in Svizzera dove vive e dove Carla Prina, nata a Como nel 1912, ha trascorso grande parte della sua esistenza. La conferenza ripercorre attraverso le opere esposte in mostra alcuni momenti importanti della poetica dell’artista, compagna di Alberto Sartoris ed esponente del gruppo astratto di Como, con particolare attenzione alle relazioni con l’ambiente internazionale parigino alle connessioni con Mirò, Sonia Delaunay, Licini e Soldati e con l’architettura europea, Terragni, lo stesso Sartoris, Le Corbusier e all’uso particolare della cromia leggera, luminosa, ma predominante nella creazione della forma.
08
giugno 2004
Rachele Ferrario – L’intuizione del colore, alcune considerazioni sulla pittura di Carla Prina
08 giugno 2004
incontro - conferenza
Location
SPAZIOTEMPORANEO
Milano, Via Solferino, 56, (Milano)
Milano, Via Solferino, 56, (Milano)
Vernissage
8 Giugno 2004, ore 18,30