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Riccardo Ricca – La particella di Dio
Fabbrica Eos presenta La particella di Dio, prima personale di Riccardo Ricca (Cattolica, 1996), un progetto che riunisce circa quaranta opere principali del giovane artista romagnolo – da poco laureatosi all’Accademia di Brera, ma già con un archivio di opere alle spalle folto, per quantità e maturità artistica. Curata da Luca Cantore D’Amore, la mostra, aperta al pubblico dal 9 dicembre 2025 al 20 gennaio 2026, raccoglie, infatti, una convincente antologia della sua giovane età: esponendo opere tra le più potenti tra quelle recenti e le più significative di quelle passate, dalle grandi tele fino ai lavori su lino, immerse in una dimensione dove materia e senso del cosmico si inseguono, si scontrano e comunicano: per una ricerca improntata sul tema dell’Origine.
Artista dalla ricerca già ben definita e dai presupposti chiara, Ricca esplora lo spazio come frontiera emotiva, come risonanza di memorie e interrogativi che appartengono a chiunque si soffermi di fronte all’ignoto - guardando alla natura interiore degli esseri umani e a quella nascosta e meno conosciuta dei processi del pianeta.
Il curatore e critico d’arte e attivo nel panorama italiano contemporaneo, Luca Cantore D’Amore, afferma: «Le opere di Riccardo Ricca suggeriscono sobri segreti che le composizioni, angolature di noi stessi riscontrate in prospettive puntualmente scevre da ogni intestardimento, espletano in “descrizioni di descrizioni” (per dirla con Pier Paolo Pasolini) grazie alle immagini e alle macchie a cui le tele ci mettono dinanzi. Tra paesaggi interiori di noi stessi che si inoltrano in declivi e scoscese impreviste ma divertenti e spaventose per chiunque le osservi: con fare puntualmente sia terrorizzato che sorridente.» Le sue superfici stratificate evocano paesaggi mentali e terre originarie, stati d’animo e giochi della Natura inconsulti, soglie di un cosmo interiore in cui luce e opacità convivono, senza mai concedere risposte definitive.
Nel percorso espositivo le opere si presentano come organismi vivi, attraversati da tensioni sottili tra radicamento e vertigine metafisica. Un’indagine che trova sponda negli interventi critici di Giulia Ronchi, giornalista e direttrice di exibart attentissima anche al mondo degli artisti emergenti, e che si sviluppa in dialogo con la visione di Giancarlo Pedrazzini, storica figura della scena milanese e fondatore di Fabbrica Eos — realtà da sempre impegnata nella scoperta e promozione di nuove sensibilità artistiche.
«Nell’opera e nelle superfici di Riccardo Ricca non esistono più confini - tra Orizzonti, Costellazioni, Deserti o Radici che siano - ma un campo di contesa – aggiunge il curatore -. Una possibilità di movimento, libero e torturato, della mente e i suoi pensieri. Dalla terra come traccia di materia fino al cielo come indice di trascendenza, tutto convive: pur litigando o reclamandosi e, talvolta, magari, toccandosi anche nel tentativo di possedersi. L’orizzonte diventa impressione: dove tutto vorrebbe disperdersi e anche ritrovarsi, trattenendo qualcosa di vago eppure pesantissimo. Probabilmente noi stessi.»
La particella di Dio è un invito a sostare, al di là del - proprio - Dio, a lasciarsi contaminare da quell’istante di sospensione in cui l’immagine smette di essere semplice rappresentazione per diventare rivelazione: piccola, irripetibile, necessaria.
Riccardo Ricca – La particella di Dio
Milano, Piazzale Antonio Baiamonti, 2, (Milano)




