“… Roberto Barberi è un viaggiatore, le sue prime opere derivavano da ciò che la spugna del suo sguardo entusiasta e giovanile assorbiva da tutti i luoghi, familiari o esotici, consueti o lontani, che visitava. Tutti i colori della terra erano a sua disposizione, in felici e contrastanti armonie, per definire foreste, uccelli, mari. Poi il suo interesse si è spostato sulle superfici, come dire sulla pelle delle cose, come se il tatto avesse preso il sopravvento sulla vista come nuovo strumento principale di conoscenza. Successivamente vi è stato il viaggio interiore, il ciclo di opere culminate con “La danza dell’uomo ferito ”, un itinerario misterioso e senza mappe dunque necessariamente informale, magmatico, nel libero disordine del colore e della materia. …”.

“… Le opere di questi ultimi anni sono il risultato meritato, emotivo e formale, delle tre precedenti esperienze, l'osmosi fra l'universo intimo profondo e ciò che dell'esterno si lascia filtrare in esso. Dai viaggi l’artista porta souvenir particolari, frammenti di materia che poi colloca sui quadri, non memento ma elemento della costruzione dell’immagine, fonte e al tempo stesso foce del processo creativo. …”.