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Scout # 2
Una seconda tornata di talenti è protagonista dell’appuntamento Scout#2 destinato a segnalare leve artistiche nelle sfere arte illustrazione moda design architettura televisione video
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Una seconda tornata di talenti è protagonista dell’appuntamento Scout#2
destinato a segnalare leve artistiche nelle sfere arte illustrazione moda
design architettura televisione video.
E’ il turno della moda, con la rivelazione di 5 nuove estete, qui intente
a inventarsi un proprio atelier tra arte e poesia contemporanea.
Tutto influenza tutto. Le citazioni qui però non esistono. Il segno è
maturo, totalmente originale. Si respira aria nuova, l’inverno risveglia i
sensi, non è vero che si va in letargo. Forse un omaggio ai talenti di
Tokyo e Amburgo va ammesso, come non inchinarsi d’altronde. La collezione
è però autonoma da ogni contaminazione e tra loro è diverso il repertorio
di istinti cullati nel tempo che ha assunto una forma e ora si può
chiamare stile.
Intuitiva e visionaria l’americana Ashley Peeler si allinea con il
desiderio di nuove scarpe, celebrate di recente sul grande schermo, e crea
un numero limitato di capi artigianali, pochi e selezionati, interamente
in pelle e cuciti a mano, accoppiati a inediti accessori, audaci e
divertiti, per uso molto privato, in leather e fantasy.
La narrazione prosegue tra le favole serigrafate nelle t-shirt del
collettivo uga con inedito segno destinato alle magliette e ai calzari
nuovi di principesse romantiche, anch’esso molto in sintonia con altro
cinema, nell’ultimo capolavoro di Tim Burton. L’installazione al piano
superiore della galleria contempla un’opera dedicata a Chopin e alle sue 2
amanti, una sorta di mood mitologico investe tutta la produzione. Il
gruppo presenta un inedito wallpaper serigrafato a mano e l’installazione
veste i muri della galleria con i simboli simmetrici dell’uccello del
paradiso attorno a cui ruota un’anonima leggenda fantastica. L’animazione
di segni archetipi e oggetti di stoffa prende vita alle pareti e crea
allegorie inaspettate. Le poesie attraversano i concetti, il finale non è
mai un lieto fine, ma è struggente e permette di pensare a come va il
mondo a volte, tuttavia.
Costituito da tre artiste Gilda Scaglioni, Valeria Montemagni e Cristina
Mandelli, uga è un progetto di arti applicate nato nel 2004, il nome
appartiene alla gatta che abita il loro studio a Torino, dove lavorano i
capi singolarmente con cura e li rendono diversi uno dall’altro.
Fondatrice dello studio Migma sempre a Torino, Gaia Audino vede ogni capo
come un foglio bianco sopra cui disegnare una storia. Borse e maniche sono
modificabili, gli usi di inserti e ricami di stelle divengono
fluorescenti, le t-shirt reversibili, mentre anelli di lana si trasformano
in stola, poi cappa e sciarpa, i cappucci regolabili, le cuciture talvolta
invisibili. gaia utilizza tessuti basici, tinta unita, soprattuto lana,
jersey di cotone, pelle e tela. Di solito impiegato nella produzione più
semplice al mondo (ovvero la t-shirt), il jersey viene accoppiato,
ritagliato, intarsiato e addirittura squamato per evocare il mondo
sommerso e i suoi abitanti. L'unicità è garantita dall'impossibilità di
replica indentica, un cappotto e una giacca accoppiata al piumino si
permettono citazioni sulla vita e l’amore, sempre autoironiche e senza
limiti. Il mare e il cielo sono la fonte ispiratrice, Peter Pan è da
queste parti, Campanellino ha depositato la sua polvere di stelle
fluorescente per tutto il basement di a.k.a. come se fosse una stanza per
sogni rock, mentre tra gli slip con cuciture pop si affacciano gli
accessori, tra cui la geniale B-bag (diminutivo di “banana-bag”)
proteiforme sacco di varie misure con interni di capienza totalmente
inaspettata.
Betta Pietrantonio dopo aver attraversato tutti e cinque i continenti
l’anno scorso decide di fondare ArtLab. La collezione nasce per i bambini
e si adatta ai grandi, con materiali indistruttibili dal neoprene al pile,
resistenti ad acqua vento e follia creativa. Interpreta i capi
singolarmente, interviene sul jersey con ritagli di tela, fili di lana,
applicazioni a contrasto. Una serie di t-shirt x uomo una diversa
dall'altra è il cuore del progetto. Gli accessori completano la
collezione: sciarpe di pelo foderate e lavorate a maglia, borse in
neoprene e cappelli, maniche in feltro, tanto colore, ovunque.
Perfettamente a loro agio con il fatto che le tendenze nel tempo si sono
annullate, Sartoria Vico (ovvero quattro architette neolaureate di Milano
abdicanti Autocad per ago e filo), sperimenta e produce in proprio
accessori unici, opere in edizione stagionale per le quali non servono
budget illimitati. Cinture floreali di feltro doppiato, cappelli che
paiono progetti di design sartoriale, sciarpe, cuciture a vista,
borse-cuffie e cinture-tasca: ogni cosa è multitasking, come loro.
*Tutto è in vendita, tutto è esposto contemporaneamente, i capi sono stati
creati per l’evento, e disponibili temporaneamente in galleria. Sono
graditi eventuali ordini di intere collezioni da parte di store romani per
prorogare la presenza in città.
destinato a segnalare leve artistiche nelle sfere arte illustrazione moda
design architettura televisione video.
E’ il turno della moda, con la rivelazione di 5 nuove estete, qui intente
a inventarsi un proprio atelier tra arte e poesia contemporanea.
Tutto influenza tutto. Le citazioni qui però non esistono. Il segno è
maturo, totalmente originale. Si respira aria nuova, l’inverno risveglia i
sensi, non è vero che si va in letargo. Forse un omaggio ai talenti di
Tokyo e Amburgo va ammesso, come non inchinarsi d’altronde. La collezione
è però autonoma da ogni contaminazione e tra loro è diverso il repertorio
di istinti cullati nel tempo che ha assunto una forma e ora si può
chiamare stile.
Intuitiva e visionaria l’americana Ashley Peeler si allinea con il
desiderio di nuove scarpe, celebrate di recente sul grande schermo, e crea
un numero limitato di capi artigianali, pochi e selezionati, interamente
in pelle e cuciti a mano, accoppiati a inediti accessori, audaci e
divertiti, per uso molto privato, in leather e fantasy.
La narrazione prosegue tra le favole serigrafate nelle t-shirt del
collettivo uga con inedito segno destinato alle magliette e ai calzari
nuovi di principesse romantiche, anch’esso molto in sintonia con altro
cinema, nell’ultimo capolavoro di Tim Burton. L’installazione al piano
superiore della galleria contempla un’opera dedicata a Chopin e alle sue 2
amanti, una sorta di mood mitologico investe tutta la produzione. Il
gruppo presenta un inedito wallpaper serigrafato a mano e l’installazione
veste i muri della galleria con i simboli simmetrici dell’uccello del
paradiso attorno a cui ruota un’anonima leggenda fantastica. L’animazione
di segni archetipi e oggetti di stoffa prende vita alle pareti e crea
allegorie inaspettate. Le poesie attraversano i concetti, il finale non è
mai un lieto fine, ma è struggente e permette di pensare a come va il
mondo a volte, tuttavia.
Costituito da tre artiste Gilda Scaglioni, Valeria Montemagni e Cristina
Mandelli, uga è un progetto di arti applicate nato nel 2004, il nome
appartiene alla gatta che abita il loro studio a Torino, dove lavorano i
capi singolarmente con cura e li rendono diversi uno dall’altro.
Fondatrice dello studio Migma sempre a Torino, Gaia Audino vede ogni capo
come un foglio bianco sopra cui disegnare una storia. Borse e maniche sono
modificabili, gli usi di inserti e ricami di stelle divengono
fluorescenti, le t-shirt reversibili, mentre anelli di lana si trasformano
in stola, poi cappa e sciarpa, i cappucci regolabili, le cuciture talvolta
invisibili. gaia utilizza tessuti basici, tinta unita, soprattuto lana,
jersey di cotone, pelle e tela. Di solito impiegato nella produzione più
semplice al mondo (ovvero la t-shirt), il jersey viene accoppiato,
ritagliato, intarsiato e addirittura squamato per evocare il mondo
sommerso e i suoi abitanti. L'unicità è garantita dall'impossibilità di
replica indentica, un cappotto e una giacca accoppiata al piumino si
permettono citazioni sulla vita e l’amore, sempre autoironiche e senza
limiti. Il mare e il cielo sono la fonte ispiratrice, Peter Pan è da
queste parti, Campanellino ha depositato la sua polvere di stelle
fluorescente per tutto il basement di a.k.a. come se fosse una stanza per
sogni rock, mentre tra gli slip con cuciture pop si affacciano gli
accessori, tra cui la geniale B-bag (diminutivo di “banana-bag”)
proteiforme sacco di varie misure con interni di capienza totalmente
inaspettata.
Betta Pietrantonio dopo aver attraversato tutti e cinque i continenti
l’anno scorso decide di fondare ArtLab. La collezione nasce per i bambini
e si adatta ai grandi, con materiali indistruttibili dal neoprene al pile,
resistenti ad acqua vento e follia creativa. Interpreta i capi
singolarmente, interviene sul jersey con ritagli di tela, fili di lana,
applicazioni a contrasto. Una serie di t-shirt x uomo una diversa
dall'altra è il cuore del progetto. Gli accessori completano la
collezione: sciarpe di pelo foderate e lavorate a maglia, borse in
neoprene e cappelli, maniche in feltro, tanto colore, ovunque.
Perfettamente a loro agio con il fatto che le tendenze nel tempo si sono
annullate, Sartoria Vico (ovvero quattro architette neolaureate di Milano
abdicanti Autocad per ago e filo), sperimenta e produce in proprio
accessori unici, opere in edizione stagionale per le quali non servono
budget illimitati. Cinture floreali di feltro doppiato, cappelli che
paiono progetti di design sartoriale, sciarpe, cuciture a vista,
borse-cuffie e cinture-tasca: ogni cosa è multitasking, come loro.
*Tutto è in vendita, tutto è esposto contemporaneamente, i capi sono stati
creati per l’evento, e disponibili temporaneamente in galleria. Sono
graditi eventuali ordini di intere collezioni da parte di store romani per
prorogare la presenza in città.
05
dicembre 2005
Scout # 2
Dal 05 dicembre 2005 al 09 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
AKA
Roma, Via Dei Cartari, 11, (Roma)
Roma, Via Dei Cartari, 11, (Roma)
Orario di apertura
11-13 e 16-20
Vernissage
5 Dicembre 2005, ore 19-21.30
Autore
Curatore



