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Scrinium cardinalis
La Fondazione Torino Musei presenta nel Salone degli Svizzeri di Palazzo Reale di Torino l’ultima importante acquisizione della Città di Torino e della Regione Piemonte per il Museo Civico d’Arte Antica e Palazzo Madama, lo Scrinium del Cardinale Guala Bicchieri, una rarissima e preziosa opera del medioevo europeo.
Comunicato stampa
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Lo Scrinium è un grande cofano che racchiude un prezioso tesoro di storia e di memoria legato alla figura di un eminente personaggio politico del Duecento di origine piemontese, il cardinale Guala Bicchieri. Il cofano era un oggetto d'uso, una sorta di sofisticato e splendido baule da viaggio che accompagnava il cardinale nel corso delle sue numerose missioni in Francia e in Inghilterra e che conteneva oggetti per l'uso liturgico e per la devozione privata.
Guala Bicchieri fu al servizio di papa Innocenzo III, che lo incaricò di importanti e delicate missioni politico-diplomatiche alle corti di Francia e d'Inghilterra; fu reggente della corona inglese durante la minore età di Enrico III e nel 1216 appose il suo sigillo sulla Ratifica della Magna Charta, ora conservata a Durham (Regno Unito). Nel corso dei lunghi soggiorni nell'Europa settentrionale Guala Bicchieri raccolse uno splendido tesoro di oreficerie e di libri miniati e nel 1219, in omaggio alla sua città natale, pose la prima pietra della basilica di Sant'Andrea di Vercelli, uno dei più interessanti e suggestivi monumenti del primo gotico italiano.
Il cofano che viene ora presentato al pubblico appartiene alla serie di tre scrinei e due cophini citati nel testamento del 1227. La sua eccezionalità è data dalle dimensioni, notevoli soprattutto se confrontate con gli unici altri esemplari affini, conservati presso musei e istituzioni religiose d'Europa e d'America (Metropolitan Museum di New York, Musée du Louvre di Parigi, Museo Leone di Vercelli, Tesoro della cattedrale di Aquisgrana, Tesoro dell'abbazia di Longpont, nel nord della Francia); ma ancora più raro è il complesso della sua decorazione, formata da quarantanove diversi elementi preziosi realizzati all’inizio Duecento da orafi della città di Limoges, che si avviava a diventare uno dei più importanti e sofisticati centri di produzione orafa d¹Europa. L'insieme dei medaglioni e delle lastre, realizzate in rame dorato e smaltato con raffigurazioni simboliche e scene di vita cortese costituisce, in sè, una vera e propria collezione e rappresenta un unicum nell'ambito di quanto è sopravvissuto della produzione limosina di quel periodo.
Scrinium cardinalis: la mostra
L'allestimento prevede un percorso interamente focalizzato sullo Scrinium, illuminato al centro della sala.
La visita inizia con un video che descrive il cofano, ne illustra l'iconografia e la tecnica di esecuzione esplorandone i raffinati dettagli e confrontandoli con quelli degli gli altri cinque cofani limosini ancora esistenti in Occidente.
Il percorso prosegue con una cella che contiene una grande vetrina in cui è esposto, in posizione isolata, lo Scrinium, accompagnato da altri medaglioni già presenti nelle collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino e variamente provenienti dalla raccolta di Guala Bicchieri.
Verso l'uscita un secondo video racconta, con l'aiuto di mappe e di documenti storici, la vita, la storia, i viaggi e gli spostamenti del Cardinale e del cofano che sempre lo accompagnava. È infine ricomposto il tesoro del cardinale: codici miniati, oreficerie e avori ora conservati in diversi musei italiani e stranieri.
Uno scrigno da viaggio, un tesoro, una tomba: la storia del cofano
Il cofano venne alla luce durante i lavori di restauro dell'abbazia di Sant'Andrea di Vercelli, coordinati da Carlo Emanuele Arborio Mella tra il 1823 e il 1824. Era stato murato, per proteggerlo, negli anni del governo napoleonico. All'apertura risultò contenere le ossa del cardinale Guala Bicchieri (Vercelli 1160 ca. - Roma 1227), identificate da una pergamena datata 11 maggio 1611.
Le ricerche storiche seguite a questo ritrovamento appurarono che i resti del cardinale, morto a Roma e sepolto a San Giovanni in Laterano, erano stati in un secondo tempo traslati a Vercelli e conservati nella sua cassa limosina, successivamente inserita, in epoca imprecisata, in un'arca marmorea presso l'altare maggiore, poi demolita tra Sei e Settecento. Trasferite le spoglie di Guala e l'originale della pergamena in una nuova cassa presso l'Arcivescovado di Vercelli, il cofano medievale venne donato dall'arcivescovo Giuseppe Maria Grimaldi all'architetto Mella, in segno di riconoscenza per i lavori intrapresi.
Secondo la testimonianza dello stesso Mella (1856), al momento del ritrovamento la serratura in rame traforato e il complesso di staffe, cantonali e medaglioni in smalto applicati al cofano erano ben conservati, mentre il legno della cassa era "infradicito" e "cadente di tarlo e vetustà". Il Mella procedette quindi al restauro della parte lignea con "altra cassetta di egualissima dimensione e colore di quella", conservando scrupolosamente la posizione dei medaglioni e segnando con borchie di ottone il luogo di quelli mancanti, 15 in tutto, già dispersi nel corso dei secoli precedenti.
Il cofano passò poi per via ereditaria dagli Arborio Mella agli ultimi proprietari da cui è stato acquistato e può essere identificato con il più grande dei tre "scrinei operis lemovicensis", ossia scrigni di manifattura di Limoges, registrati nell'inventario dei beni di Guala Bicchieri rinvenuti nella camera del cardinale dopo la sua morte (1227) e destinati, secondo le disposizioni testamentarie del prelato, all'abazia vittorina di Sant'Andrea di Vercelli.
Un Richelieu del Duecento: il Cardinale Guala Bicchieri
Nato a Vercelli, Guala Bicchieri entrò nella comunità canonicale di Sant'Eusebio nel 1187 e negli anni successivi viaggiò a Roma e a Bologna per perfezionare la sua cultura giurica. Nel 1205 fu creato cardinale da papa Innocenzo III e dal 1206 iniziò la sua carriera diplomatica.
Nel 1208 è a Poitiers per comporre un grave conflitto tra il vescovo e il canonico Bucardo; poco dopo a Salisburgo e poi ancora in Francia per predicare la crociata, per riformare i costumi della chiesa e, inoltre, per discutere e concludere la causa di divorzio intentata da Filippo Augusto contro Ingeborga di Danimarca, che si trascinava dal 1193. Con Filippo Augusto discute la necessità di intervenire militarmente nella regione di Tolosa contro gli albigesi e i narbonesi; impone norme disciplinari ai canonici di Limoges e all'abate di Clairvaux; infine emana una importante costituzione per la riforma del clero in dieci articoli, che verranno ripresi nei concili di Parigi (1212) e di Rouen (1214) e confluiranno poi nel Concilio Lateranense IV.
Nel 1209 è di nuovo a Roma, dove rimane fino al 1214 e dove riceve dal papa il titolo presbiteriale della chiesa dei Santi Silvestro e Martino ai Monti. Nel 1215, a Vercelli, dà vita a una nuova comunità di canonici vittorini e un anno dopo è investito della legazione in Inghilterra per risolvere il conflitto della corona con i baroni inglesi, colpiti da scomunica. Passa dalla Francia per convincere Filippo Augusto a non entrare in conflitto con l'Inghilterra e approda a Londra, dove si incontra con il sovrano Giovanni Senzaterra. Da Winchester scomunica Luigi VIII di Francia che era entrato con le sue truppe in Inghilterra a sostegno dei baroni. In ottobre muore Giovanni Senzaterra e Guala Bicchieri assume la reggenza incoronando a Gloucester il piccolo Enrico III. Scomunica l'abate di Westminster e il priore di Canterbury. Nel novembre convoca a Bristol tutti i prelati fedeli ai Plantageneti e appone il suo sigillo, con quello di Guglielmo il Maresciallo, sugli articoli della Magna Charta promulgata l'anno precedente. Nel 1217, con la battaglia di Lincoln e la sconfitta dei baroni, si arriva al trattato di Lambeth, che segna la pace tra Inghilterra e Francia. Quale atto di gratitudine Enrico III dona a Guala Bicchieri, per la sua comunità di canonici, i beni della chiesa di Chesterton.
Nel 1219 è a Vercelli per la posa della prima pietra di Sant'Andrea. Poi va a Roma dove segue gli incerti rapporti tra il nuovo pontefice Onorio III e Federico II. Partecipa al conclave per l'elezione di Ugolino di Ostia al soglio pontificio (Gregorio IX). Muore nel 1227 e la sua salma viene traslata a Vercelli.
Guala Bicchieri fu al servizio di papa Innocenzo III, che lo incaricò di importanti e delicate missioni politico-diplomatiche alle corti di Francia e d'Inghilterra; fu reggente della corona inglese durante la minore età di Enrico III e nel 1216 appose il suo sigillo sulla Ratifica della Magna Charta, ora conservata a Durham (Regno Unito). Nel corso dei lunghi soggiorni nell'Europa settentrionale Guala Bicchieri raccolse uno splendido tesoro di oreficerie e di libri miniati e nel 1219, in omaggio alla sua città natale, pose la prima pietra della basilica di Sant'Andrea di Vercelli, uno dei più interessanti e suggestivi monumenti del primo gotico italiano.
Il cofano che viene ora presentato al pubblico appartiene alla serie di tre scrinei e due cophini citati nel testamento del 1227. La sua eccezionalità è data dalle dimensioni, notevoli soprattutto se confrontate con gli unici altri esemplari affini, conservati presso musei e istituzioni religiose d'Europa e d'America (Metropolitan Museum di New York, Musée du Louvre di Parigi, Museo Leone di Vercelli, Tesoro della cattedrale di Aquisgrana, Tesoro dell'abbazia di Longpont, nel nord della Francia); ma ancora più raro è il complesso della sua decorazione, formata da quarantanove diversi elementi preziosi realizzati all’inizio Duecento da orafi della città di Limoges, che si avviava a diventare uno dei più importanti e sofisticati centri di produzione orafa d¹Europa. L'insieme dei medaglioni e delle lastre, realizzate in rame dorato e smaltato con raffigurazioni simboliche e scene di vita cortese costituisce, in sè, una vera e propria collezione e rappresenta un unicum nell'ambito di quanto è sopravvissuto della produzione limosina di quel periodo.
Scrinium cardinalis: la mostra
L'allestimento prevede un percorso interamente focalizzato sullo Scrinium, illuminato al centro della sala.
La visita inizia con un video che descrive il cofano, ne illustra l'iconografia e la tecnica di esecuzione esplorandone i raffinati dettagli e confrontandoli con quelli degli gli altri cinque cofani limosini ancora esistenti in Occidente.
Il percorso prosegue con una cella che contiene una grande vetrina in cui è esposto, in posizione isolata, lo Scrinium, accompagnato da altri medaglioni già presenti nelle collezioni del Museo Civico d'Arte Antica di Torino e variamente provenienti dalla raccolta di Guala Bicchieri.
Verso l'uscita un secondo video racconta, con l'aiuto di mappe e di documenti storici, la vita, la storia, i viaggi e gli spostamenti del Cardinale e del cofano che sempre lo accompagnava. È infine ricomposto il tesoro del cardinale: codici miniati, oreficerie e avori ora conservati in diversi musei italiani e stranieri.
Uno scrigno da viaggio, un tesoro, una tomba: la storia del cofano
Il cofano venne alla luce durante i lavori di restauro dell'abbazia di Sant'Andrea di Vercelli, coordinati da Carlo Emanuele Arborio Mella tra il 1823 e il 1824. Era stato murato, per proteggerlo, negli anni del governo napoleonico. All'apertura risultò contenere le ossa del cardinale Guala Bicchieri (Vercelli 1160 ca. - Roma 1227), identificate da una pergamena datata 11 maggio 1611.
Le ricerche storiche seguite a questo ritrovamento appurarono che i resti del cardinale, morto a Roma e sepolto a San Giovanni in Laterano, erano stati in un secondo tempo traslati a Vercelli e conservati nella sua cassa limosina, successivamente inserita, in epoca imprecisata, in un'arca marmorea presso l'altare maggiore, poi demolita tra Sei e Settecento. Trasferite le spoglie di Guala e l'originale della pergamena in una nuova cassa presso l'Arcivescovado di Vercelli, il cofano medievale venne donato dall'arcivescovo Giuseppe Maria Grimaldi all'architetto Mella, in segno di riconoscenza per i lavori intrapresi.
Secondo la testimonianza dello stesso Mella (1856), al momento del ritrovamento la serratura in rame traforato e il complesso di staffe, cantonali e medaglioni in smalto applicati al cofano erano ben conservati, mentre il legno della cassa era "infradicito" e "cadente di tarlo e vetustà". Il Mella procedette quindi al restauro della parte lignea con "altra cassetta di egualissima dimensione e colore di quella", conservando scrupolosamente la posizione dei medaglioni e segnando con borchie di ottone il luogo di quelli mancanti, 15 in tutto, già dispersi nel corso dei secoli precedenti.
Il cofano passò poi per via ereditaria dagli Arborio Mella agli ultimi proprietari da cui è stato acquistato e può essere identificato con il più grande dei tre "scrinei operis lemovicensis", ossia scrigni di manifattura di Limoges, registrati nell'inventario dei beni di Guala Bicchieri rinvenuti nella camera del cardinale dopo la sua morte (1227) e destinati, secondo le disposizioni testamentarie del prelato, all'abazia vittorina di Sant'Andrea di Vercelli.
Un Richelieu del Duecento: il Cardinale Guala Bicchieri
Nato a Vercelli, Guala Bicchieri entrò nella comunità canonicale di Sant'Eusebio nel 1187 e negli anni successivi viaggiò a Roma e a Bologna per perfezionare la sua cultura giurica. Nel 1205 fu creato cardinale da papa Innocenzo III e dal 1206 iniziò la sua carriera diplomatica.
Nel 1208 è a Poitiers per comporre un grave conflitto tra il vescovo e il canonico Bucardo; poco dopo a Salisburgo e poi ancora in Francia per predicare la crociata, per riformare i costumi della chiesa e, inoltre, per discutere e concludere la causa di divorzio intentata da Filippo Augusto contro Ingeborga di Danimarca, che si trascinava dal 1193. Con Filippo Augusto discute la necessità di intervenire militarmente nella regione di Tolosa contro gli albigesi e i narbonesi; impone norme disciplinari ai canonici di Limoges e all'abate di Clairvaux; infine emana una importante costituzione per la riforma del clero in dieci articoli, che verranno ripresi nei concili di Parigi (1212) e di Rouen (1214) e confluiranno poi nel Concilio Lateranense IV.
Nel 1209 è di nuovo a Roma, dove rimane fino al 1214 e dove riceve dal papa il titolo presbiteriale della chiesa dei Santi Silvestro e Martino ai Monti. Nel 1215, a Vercelli, dà vita a una nuova comunità di canonici vittorini e un anno dopo è investito della legazione in Inghilterra per risolvere il conflitto della corona con i baroni inglesi, colpiti da scomunica. Passa dalla Francia per convincere Filippo Augusto a non entrare in conflitto con l'Inghilterra e approda a Londra, dove si incontra con il sovrano Giovanni Senzaterra. Da Winchester scomunica Luigi VIII di Francia che era entrato con le sue truppe in Inghilterra a sostegno dei baroni. In ottobre muore Giovanni Senzaterra e Guala Bicchieri assume la reggenza incoronando a Gloucester il piccolo Enrico III. Scomunica l'abate di Westminster e il priore di Canterbury. Nel novembre convoca a Bristol tutti i prelati fedeli ai Plantageneti e appone il suo sigillo, con quello di Guglielmo il Maresciallo, sugli articoli della Magna Charta promulgata l'anno precedente. Nel 1217, con la battaglia di Lincoln e la sconfitta dei baroni, si arriva al trattato di Lambeth, che segna la pace tra Inghilterra e Francia. Quale atto di gratitudine Enrico III dona a Guala Bicchieri, per la sua comunità di canonici, i beni della chiesa di Chesterton.
Nel 1219 è a Vercelli per la posa della prima pietra di Sant'Andrea. Poi va a Roma dove segue gli incerti rapporti tra il nuovo pontefice Onorio III e Federico II. Partecipa al conclave per l'elezione di Ugolino di Ostia al soglio pontificio (Gregorio IX). Muore nel 1227 e la sua salma viene traslata a Vercelli.
14
settembre 2004
Scrinium cardinalis
Dal 14 settembre al 14 novembre 2004
arte antica
Location
MUSEI REALI – PALAZZO REALE DI TORINO
Torino, Piazzetta Reale, 1, (Torino)
Torino, Piazzetta Reale, 1, (Torino)
Orario di apertura
martedì – domenica 9.00 - 19.00



