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Selene Pierini – Archivio del Trauma
Mostra personale di Selene Pierini a cura di Lalula Vivenzi, attraversa le geografie intime del corpo e della memoria, esplorando il modo in cui le esperienze traumatiche si depositano nella materia dell’essere. La mostra invita a considerare il corpo come un archivio sensibile.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Pubblica_lab inaugura sabato 15 novembre dalle 18 Archivio del trauma, mostra personale di
Selene Pierini a cura di Lalula Vivenzi. La personale attraversa le geografie intime del corpo e
della memoria, indagando il modo in cui le esperienze traumatiche si sedimentano nella
materia dell’essere. Un percorso sensibile e profondo che invita a considerare il corpo come
un archivio vivente: luogo di stratificazioni, di tracce e di memorie che non si cancellano, ma
si trasformano.
La ricerca di Selene Pierini nasce da un’urgenza autentica: dare forma e voce a ciò che spesso
resta impronunciabile. L’artista affronta il trauma non come ferita chiusa, ma come flusso in
continuo movimento, una memoria inscritta nel corpo che, attraverso il gesto artistico, trova
la possibilità di mutare e rigenerarsi. La sua pratica diventa così un atto di traduzione e di
coraggio: un modo per restituire dignità al dolore, riconoscerlo e trasmutarlo in
testimonianza, in bellezza, in possibilità di guarigione.
Attraverso pittura, disegno e videoproiezione, Pierini compie un lavoro di esposizione intima,
dove il corpo si fa spazio di resistenza e consapevolezza. Le figure che abitano le sue opere
sono corpi che trattengono e ricordano, che cercano respiro. Corpi che raccontano la fragilità
e la forza di chi ha attraversato la violenza e ne porta ancora il peso, ma che nel gesto creativo
trovano una nuova forma di esistenza.
Archivio del trauma si configura come un atto di ascolto e di accompagnamento. Ogni
immagine apre un varco verso la memoria collettiva, un invito a riconoscere ciò che troppo
spesso viene taciuto, a guardare il dolore senza distogliere lo sguardo. La mostra non parla
solo di una storia personale, ma di un vissuto che appartiene a molte, a troppi corpi silenziati.
L’archivio, in questo contesto, non è un deposito del passato ma un luogo di forza e
accoglienza: uno spazio dove la memoria continua a respirare, dove la ferita trova linguaggio,
dove il silenzio si trasforma in denuncia. Una denuncia che diventa dichiarazione, grido, atto
di resistenza contro ogni forma di violenza.
Perché nominare il trauma è già un modo per impedirgli di accadere ancora.
A chiudere la mostra, venerdì 29 novembre alle ore 18:00, un dialogo aperto al pubblico in
collaborazione con Amnesty International e On The Road, dedicato al tema del consenso
come pratica di rispetto, libertà e cura reciproca. Il consenso — come l’arte — nasce
dall’ascolto, dalla consapevolezza del corpo e dei suoi confini, dalla possibilità di dire sì o no
con voce piena. Parlare di consenso attraverso il linguaggio dell’arte significa restituire alla
vulnerabilità uno spazio politico e poetico, dove il corpo torna a essere soggetto e non
oggetto, presenza e non ferita.
Selene Pierini a cura di Lalula Vivenzi. La personale attraversa le geografie intime del corpo e
della memoria, indagando il modo in cui le esperienze traumatiche si sedimentano nella
materia dell’essere. Un percorso sensibile e profondo che invita a considerare il corpo come
un archivio vivente: luogo di stratificazioni, di tracce e di memorie che non si cancellano, ma
si trasformano.
La ricerca di Selene Pierini nasce da un’urgenza autentica: dare forma e voce a ciò che spesso
resta impronunciabile. L’artista affronta il trauma non come ferita chiusa, ma come flusso in
continuo movimento, una memoria inscritta nel corpo che, attraverso il gesto artistico, trova
la possibilità di mutare e rigenerarsi. La sua pratica diventa così un atto di traduzione e di
coraggio: un modo per restituire dignità al dolore, riconoscerlo e trasmutarlo in
testimonianza, in bellezza, in possibilità di guarigione.
Attraverso pittura, disegno e videoproiezione, Pierini compie un lavoro di esposizione intima,
dove il corpo si fa spazio di resistenza e consapevolezza. Le figure che abitano le sue opere
sono corpi che trattengono e ricordano, che cercano respiro. Corpi che raccontano la fragilità
e la forza di chi ha attraversato la violenza e ne porta ancora il peso, ma che nel gesto creativo
trovano una nuova forma di esistenza.
Archivio del trauma si configura come un atto di ascolto e di accompagnamento. Ogni
immagine apre un varco verso la memoria collettiva, un invito a riconoscere ciò che troppo
spesso viene taciuto, a guardare il dolore senza distogliere lo sguardo. La mostra non parla
solo di una storia personale, ma di un vissuto che appartiene a molte, a troppi corpi silenziati.
L’archivio, in questo contesto, non è un deposito del passato ma un luogo di forza e
accoglienza: uno spazio dove la memoria continua a respirare, dove la ferita trova linguaggio,
dove il silenzio si trasforma in denuncia. Una denuncia che diventa dichiarazione, grido, atto
di resistenza contro ogni forma di violenza.
Perché nominare il trauma è già un modo per impedirgli di accadere ancora.
A chiudere la mostra, venerdì 29 novembre alle ore 18:00, un dialogo aperto al pubblico in
collaborazione con Amnesty International e On The Road, dedicato al tema del consenso
come pratica di rispetto, libertà e cura reciproca. Il consenso — come l’arte — nasce
dall’ascolto, dalla consapevolezza del corpo e dei suoi confini, dalla possibilità di dire sì o no
con voce piena. Parlare di consenso attraverso il linguaggio dell’arte significa restituire alla
vulnerabilità uno spazio politico e poetico, dove il corpo torna a essere soggetto e non
oggetto, presenza e non ferita.
15
novembre 2025
Selene Pierini – Archivio del Trauma
Dal 15 al 29 novembre 2025
arte contemporanea
Location
Pubblica_lab
Nucleo Artigianale, Via Cristoforo Colombo, (TE)
Nucleo Artigianale, Via Cristoforo Colombo, (TE)
Orario di apertura
Su appuntamento
Vernissage
15 Novembre 2025, 18.00
Sito web
Autore
Curatore




