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Stanze – Emanuele Gregolin
Opere dedicate al Vittoriale degli Italiani 2007 – 2025
Comunicato stampa
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Emanuele Gregolin è un artista contemporaneo che eccelle nel trasformare la memoria personale e l’esperienza emotiva in un linguaggio visivo potente e raffinato. Le sue opere riflettono in profondità il suo percorso di vita e di crescita, con l’elemento architettonico che funge da asse portante nella sua narrazione artistica. Durante la sua formazione, l’architettura ha esercitato un’influenza decisiva, portandolo a sviluppare una grammatica pittorica unica sia nella rappresentazione degli interni sia nella raffigurazione delle strutture architettoniche esterne. In particolare, la città di Milano, luogo natale e residenza dell’artista, compare frequentemente nei suoi lavori come punto di riferimento identitario e affettivo.
Nelle sue composizioni a tema architettonico, l’uso del colore assume un valore altamente simbolico. L’arancione, tonalità distintiva del suo lessico cromatico, conferisce calore e intensità emotiva agli spazi urbani raffigurati, spesso costruiti in cemento e acciaio. Tale scelta cromatica infonde mistero e tensione visiva alla composizione, spingendo lo spettatore a interrogarsi sul filtro percettivo attraverso cui l’artista rilegge e ricostruisce lo spazio quotidiano.
Tuttavia, l’architettura non è l’unico soggetto d’indagine nel lavoro di Gregolin. L’artista rivolge la sua attenzione anche allo spazio domestico e agli oggetti che lo abitano, trasportando il macrocosmo architettonico in un microcosmo intimo e narrativo: il ciclo di dipinti dedicati al Vittoriale degli Italiani, dal 2007 al 2025, sono un esempio preciso. Le sue opere si configurano come viaggi immersivi, pensati su misura per ciascun osservatore: i lampadari sospesi, i quadri appesi alle pareti, le reliquie orientali — come il qilin, simbolo di buon auspicio — accanto ai camini, sono tutti elementi che concorrono alla costruzione di un allestimento pittorico carico di significato. In questo contesto, Gregolin non è solo un pittore che racconta storie attraverso immagini, ma si pone anche come progettista dello spazio, traducendo emozioni in configurazioni visive.
Molti di questi dettagli traggono ispirazione da un luogo profondamente significativo per l’artista: il Vittoriale degli Italiani. Questo spazio, intriso di memoria storica e simbolismo, ha lasciato in Gregolin un’impronta indelebile, condivisa anche da molti visitatori del sito. Le sue opere evocano le atmosfere del Vittoriale (da lui visitato all'età di dieci anni) come melodie familiari che riaffiorano nella memoria. L’artista tenta di condensare emozioni complesse entro i confini della superficie pittorica. Le partiture musicali, spesso celate nei suoi quadri, simboleggiano melodie uniche per ciascun ricordo: talvolta dolci e malinconiche, talvolta vigorose e dinamiche. Queste note fluttuano tra artista e spettatore, animando gli spazi evocati come un’eco nella mente.
Il rapporto tra lo spazio e l’essere umano è un’altra costante della poetica di Gregolin. Egli non concepisce lo spazio come un’entità autonoma o astratta, ma lo interpreta come qualcosa che prende significato solo attraverso la relazione con l’uomo. Questa visione trova forti consonanze con la filosofia orientale, in particolare con il pensiero di Zhuangzi, che afferma: “Il cielo e la terra nascono con me, e tutte le cose e io siamo uno.” Tale principio di unità tra uomo, natura e spazio è perfettamente incarnato nei suoi dipinti. Le figure umane sono integrate armonicamente nel contesto spaziale e cromatico, diventando parte integrante del paesaggio emotivo rappresentato.
Osservando le opere di Gregolin, si resta colpiti dalla ricchezza dei dettagli, che testimoniano non solo la sua maestria tecnica, ma anche un’autentica passione per la quotidianità e per la bellezza nascosta nelle cose semplici. Le sue opere si leggono come libri che non stancano mai: frammenti di memoria che trovano finalmente una dimora, emozioni sospese che ritrovano un luogo in cui posarsi, nel racconto che l'osservatore potrà ascoltare, dedicato al Vittoriale degli Italiani.
Nelle sue composizioni a tema architettonico, l’uso del colore assume un valore altamente simbolico. L’arancione, tonalità distintiva del suo lessico cromatico, conferisce calore e intensità emotiva agli spazi urbani raffigurati, spesso costruiti in cemento e acciaio. Tale scelta cromatica infonde mistero e tensione visiva alla composizione, spingendo lo spettatore a interrogarsi sul filtro percettivo attraverso cui l’artista rilegge e ricostruisce lo spazio quotidiano.
Tuttavia, l’architettura non è l’unico soggetto d’indagine nel lavoro di Gregolin. L’artista rivolge la sua attenzione anche allo spazio domestico e agli oggetti che lo abitano, trasportando il macrocosmo architettonico in un microcosmo intimo e narrativo: il ciclo di dipinti dedicati al Vittoriale degli Italiani, dal 2007 al 2025, sono un esempio preciso. Le sue opere si configurano come viaggi immersivi, pensati su misura per ciascun osservatore: i lampadari sospesi, i quadri appesi alle pareti, le reliquie orientali — come il qilin, simbolo di buon auspicio — accanto ai camini, sono tutti elementi che concorrono alla costruzione di un allestimento pittorico carico di significato. In questo contesto, Gregolin non è solo un pittore che racconta storie attraverso immagini, ma si pone anche come progettista dello spazio, traducendo emozioni in configurazioni visive.
Molti di questi dettagli traggono ispirazione da un luogo profondamente significativo per l’artista: il Vittoriale degli Italiani. Questo spazio, intriso di memoria storica e simbolismo, ha lasciato in Gregolin un’impronta indelebile, condivisa anche da molti visitatori del sito. Le sue opere evocano le atmosfere del Vittoriale (da lui visitato all'età di dieci anni) come melodie familiari che riaffiorano nella memoria. L’artista tenta di condensare emozioni complesse entro i confini della superficie pittorica. Le partiture musicali, spesso celate nei suoi quadri, simboleggiano melodie uniche per ciascun ricordo: talvolta dolci e malinconiche, talvolta vigorose e dinamiche. Queste note fluttuano tra artista e spettatore, animando gli spazi evocati come un’eco nella mente.
Il rapporto tra lo spazio e l’essere umano è un’altra costante della poetica di Gregolin. Egli non concepisce lo spazio come un’entità autonoma o astratta, ma lo interpreta come qualcosa che prende significato solo attraverso la relazione con l’uomo. Questa visione trova forti consonanze con la filosofia orientale, in particolare con il pensiero di Zhuangzi, che afferma: “Il cielo e la terra nascono con me, e tutte le cose e io siamo uno.” Tale principio di unità tra uomo, natura e spazio è perfettamente incarnato nei suoi dipinti. Le figure umane sono integrate armonicamente nel contesto spaziale e cromatico, diventando parte integrante del paesaggio emotivo rappresentato.
Osservando le opere di Gregolin, si resta colpiti dalla ricchezza dei dettagli, che testimoniano non solo la sua maestria tecnica, ma anche un’autentica passione per la quotidianità e per la bellezza nascosta nelle cose semplici. Le sue opere si leggono come libri che non stancano mai: frammenti di memoria che trovano finalmente una dimora, emozioni sospese che ritrovano un luogo in cui posarsi, nel racconto che l'osservatore potrà ascoltare, dedicato al Vittoriale degli Italiani.
27
settembre 2025
Stanze – Emanuele Gregolin
Dal 27 settembre 2025 al primo marzo 2026
arte contemporanea
Location
VITTORIALE DEGLI ITALIANI
Gardone Riviera, Via Vittoriale, 12, (Brescia)
Gardone Riviera, Via Vittoriale, 12, (Brescia)
Orario di apertura
da lunedì a domenica ore 09-20
Vernissage
27 Settembre 2025, sabato ore 17-20
Sito web
Editore
A60 edizioni
Ufficio stampa
Fondazione Il Vittoriale degli Italiani
Autore
Curatore
Autore testo critico










