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Stefano Alvino – Aspetti della Post-Street Art
Da ormai diversi anni questo giovane post-street artist, originario di Alzano Lombardo, si dedica alla pittura di opere di arte contemporanea, che in questi giorni sono arrivate a New York, alla Galeria Azur, e nelle prossime settimane saranno anche alla Biennale dell’Arte e del Design di Firenze.
Comunicato stampa
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“Scenari” si campiona ad essere, in una città come Firenze, lo specchio di un’arte di frontiera, assolutamente in movimento, ipermoderna, ipertesa, ipercolta, mente e cuore, ma anche progetto e destino della comunicazione estetica. E’ con questo progetto, ideato e diretto dall’illustre Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea Prof. Carlo Franza, figura di piano internazionale, che si vuole indicare e sorreggere l’arte nuova e, dunque, protagonisti e bandiere, bandendo ogni culto del transitorio per porgere a tutti il culto dell'eterno. Il terzo millennio che fa vivere i processi creativi in un clima di saccheggiamento della realtà, perchè il futuro è ora, fra rappresentazioni e interpretazioni, ci porta a cogliere il nuovo destino della bellezza. Con l'arte vogliamo aprire finestre sul mondo, con l'arte vogliamo aprire stagioni eroiche, con l'arte vogliamo inaugurare una nuova civiltà. Finestre sul mondo è un punto di partenza. Con “Scenari” si troveranno ad essere coinvolti, ogni volta, sei artisti con sei mostre personali. I sei di questo capitolo sono Stefano Alvino, Andy Ceausu, Mario Creti, Alessandro Licchetta, Berkeley Rodmell, Eugenia Serafini.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Ha il viso del ragazzone pulito, del ragazzo che vuol cambiare il mondo, di chi è cresciuto prima come writer, poi come street-artist e oggi come post-street artist, maturando un’esperienza non comune e non banale. Tant’è che oggi dall’Italia e da Bergamo sbarca anche a New York. Non è poco per un trentenne. E fa sbarcare persino il Cavaliere Berlusconi. Nell’arte contemporanea la Street Art fa invece riferimento ad una precisa corrente artistica che nasce negli anni Settanta e Ottanta e segue proprie regole e un proprio sviluppo. “Independent public art”, “post graffiti”, “neo-graffiti” e “guerrilla art”: sono questi alcuni dei termini che con accezioni diverse indicano la Street Art. E se oggi in parte la Street Art è un po’ superata, per meglio comprenderla occorre parlare di sua evoluzione, e quindi possiamo parlare della nascita di una “Post-Street Art.” Parallelamente in America e in Europa una serie di artisti di formazione tradizionale comincia a realizzare le proprie opere sui muri delle strade senza un’autorizzazione, cercando un confronto diretto con il passante e spesso trasmettendo messaggi di protesta e denuncia sociale. Jean Michael Basquiat e Keit Haring sono i più noti di questa prima fase ed entrambi risentono dell’influsso della Pop Art di Andy Warhol. Scomparsi prematuramente sul finire degli anni Ottanta hanno gettato le basi per la Street Art successiva e sono tutt’ora un punto di riferimento per molti artisti. Se la loro tecnica prediligeva l’uso del pennello è dagli anni Ottanta che lo stencil è diventato un’icona dell’arte di strada. Blek Le Rat è l’artista francese tra i primi ad utilizzare questo medium, adoperato da altri street artist tra cui proprio Banksy, oggi il più noto a livello mondiale. Se la caratteristica principale della Street Art era il suo collocarsi su muri cittadini, qualcosa oggi è cambiato. Street artist tra i più celebri tra cui lo stesso Bansky, Mr. Brainwah, Invader e Obey ormai da anni sono passati dal muro alla tela o hanno preferito la collaborazione con istituzioni. Sempre di
più lo street artist del XXI secolo lavora in studio e le sue opere sono ora serigrafie, tele, sculture. È rappresentato da una galleria e i suoi lavori possono venire esposti in musei e istituzioni. Con la Post-Street Art è nato un qualcosa di nuovo che nei prossimi anni si definirà sempre più. I Post-Street Artist sono tutti quegli artisti che a partire da Mr. Brainwash in poi mantengono estetica e valori della Street Art ma senza rispettarne i vincoli più stretti, non operano più nell’illegalità, collaborano con pubbliche amministrazioni, sono rappresentati da gallerie d’arte e fanno parte del sistema. In quest’ambito troviamo oggi Stefano Alvino. La sua formazione e il suo percorso artistico sono stati multiformi, dalla musica all’arte figurativa, in diverse espressioni. Ma da ormai diversi anni Stefano Alvino, trentatreenne originario di Alzano Lombardo, si dedica alla pittura di opere di arte contemporanea, che in questi giorni sono arrivate a New York, alla Galeria Azur, e nelle prossime settimane saranno anche alla Biennale dell’Arte e del Design di Firenze. “Ho sempre fatto arte – inizia a raccontare Alvino -. Dal 2006 mi dedico alla pittura facendo graffiti: ne ho realizzati per diversi Comuni e oratori, ho collaborato a lungo anche con il Progetto giovani di Alzano”. Dal muro Alvino è poi passato alla tela. Nel 2023 ha partecipato per la prima volta alla Biennale di Firenze, portando l’opera che attualmente è esposta nella hall di ingresso della biblioteca di Alzano, “Elefante Filippo”. “Porto avanti due linee di soggetti: una è quella degli animali arrabbiati con l’uomo, in combutta con lui, l’altra è quella dei personaggi fantastici o mitologici, tratti dal folklore”. Oggi in vetta al suo percorso artistico c’è lo sbarco a New York -per volontà del collezionista imprenditore Francesco Bombelli-, nella galleria situata a due passi dalle Torri gemelle, dove Alvino espone fino al 7 giugno 2025 il “Godzilla pop” e una nuova versione di una delle sue prime opere, “Il Silvione”, un ritratto pop del volto di Silvio Berlusconi. “Lo avevo realizzato la prima volta per l’imprenditore milanese che mi ha sempre sostenuto, Francesco Bombelli – spiega Alvino -. Siamo rimasti al telefono per giorni ogni sera, scambiandoci idee e foto per rendere unico il suo dipinto. Lui stesso mi ha suggerito di portare quest’opera a New York, così ne ho dipinta una seconda versione, su sfondo oro”. Dietro la scelta del Godzilla, invece, c’è il fatto che “è uno tra i miei film preferiti dell’infanzia, oltre ad essere legato alla città di New York”. Nel prossimo mese di ottobre Alvino tornerà alla Biennale di Firenze, dedicata quest’anno alla dualità tra luce e oscurità. “Realizzerò per questa occasione un’opera che sarà un tributo a Bergamo e ai Bergamaschi”, anticipa, senza poter ancora svelare con precisione il soggetto”.
Biografia dell’Artista
Stefano Alvino trentatreenne originario di Alzano Lombardo-Bergamo (1992), dopo aver studiato alla Scuola d’arte Applicata Andrea Fantoni di Bergamo, da anni ormai si è dedicato alla pittura di opere di arte contemporanea. Oggi le sue opere sono arrivate anche a New York, alla Galeria Azur, e presenti pure alla Biennale dell’Arte e del Design di Firenze nell’ottobre 2025. Nel novembre 2025 è invitato dal Prof. Carlo Franza a tenere una mostra personale dal titolo “Aspetti della Post-Street Art” nel Progetto “Scenari dell’Arte” al Plus Florence di Firenze. Del suo lavoro ha scritto lo Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza su Il Giornale e su Inside Over.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano, ecc. ). Dal 2022 è nel Comitato di indirizzo della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi presso l’Università di Milano. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.
Scrive Carlo Franza nel testo: “Ha il viso del ragazzone pulito, del ragazzo che vuol cambiare il mondo, di chi è cresciuto prima come writer, poi come street-artist e oggi come post-street artist, maturando un’esperienza non comune e non banale. Tant’è che oggi dall’Italia e da Bergamo sbarca anche a New York. Non è poco per un trentenne. E fa sbarcare persino il Cavaliere Berlusconi. Nell’arte contemporanea la Street Art fa invece riferimento ad una precisa corrente artistica che nasce negli anni Settanta e Ottanta e segue proprie regole e un proprio sviluppo. “Independent public art”, “post graffiti”, “neo-graffiti” e “guerrilla art”: sono questi alcuni dei termini che con accezioni diverse indicano la Street Art. E se oggi in parte la Street Art è un po’ superata, per meglio comprenderla occorre parlare di sua evoluzione, e quindi possiamo parlare della nascita di una “Post-Street Art.” Parallelamente in America e in Europa una serie di artisti di formazione tradizionale comincia a realizzare le proprie opere sui muri delle strade senza un’autorizzazione, cercando un confronto diretto con il passante e spesso trasmettendo messaggi di protesta e denuncia sociale. Jean Michael Basquiat e Keit Haring sono i più noti di questa prima fase ed entrambi risentono dell’influsso della Pop Art di Andy Warhol. Scomparsi prematuramente sul finire degli anni Ottanta hanno gettato le basi per la Street Art successiva e sono tutt’ora un punto di riferimento per molti artisti. Se la loro tecnica prediligeva l’uso del pennello è dagli anni Ottanta che lo stencil è diventato un’icona dell’arte di strada. Blek Le Rat è l’artista francese tra i primi ad utilizzare questo medium, adoperato da altri street artist tra cui proprio Banksy, oggi il più noto a livello mondiale. Se la caratteristica principale della Street Art era il suo collocarsi su muri cittadini, qualcosa oggi è cambiato. Street artist tra i più celebri tra cui lo stesso Bansky, Mr. Brainwah, Invader e Obey ormai da anni sono passati dal muro alla tela o hanno preferito la collaborazione con istituzioni. Sempre di
più lo street artist del XXI secolo lavora in studio e le sue opere sono ora serigrafie, tele, sculture. È rappresentato da una galleria e i suoi lavori possono venire esposti in musei e istituzioni. Con la Post-Street Art è nato un qualcosa di nuovo che nei prossimi anni si definirà sempre più. I Post-Street Artist sono tutti quegli artisti che a partire da Mr. Brainwash in poi mantengono estetica e valori della Street Art ma senza rispettarne i vincoli più stretti, non operano più nell’illegalità, collaborano con pubbliche amministrazioni, sono rappresentati da gallerie d’arte e fanno parte del sistema. In quest’ambito troviamo oggi Stefano Alvino. La sua formazione e il suo percorso artistico sono stati multiformi, dalla musica all’arte figurativa, in diverse espressioni. Ma da ormai diversi anni Stefano Alvino, trentatreenne originario di Alzano Lombardo, si dedica alla pittura di opere di arte contemporanea, che in questi giorni sono arrivate a New York, alla Galeria Azur, e nelle prossime settimane saranno anche alla Biennale dell’Arte e del Design di Firenze. “Ho sempre fatto arte – inizia a raccontare Alvino -. Dal 2006 mi dedico alla pittura facendo graffiti: ne ho realizzati per diversi Comuni e oratori, ho collaborato a lungo anche con il Progetto giovani di Alzano”. Dal muro Alvino è poi passato alla tela. Nel 2023 ha partecipato per la prima volta alla Biennale di Firenze, portando l’opera che attualmente è esposta nella hall di ingresso della biblioteca di Alzano, “Elefante Filippo”. “Porto avanti due linee di soggetti: una è quella degli animali arrabbiati con l’uomo, in combutta con lui, l’altra è quella dei personaggi fantastici o mitologici, tratti dal folklore”. Oggi in vetta al suo percorso artistico c’è lo sbarco a New York -per volontà del collezionista imprenditore Francesco Bombelli-, nella galleria situata a due passi dalle Torri gemelle, dove Alvino espone fino al 7 giugno 2025 il “Godzilla pop” e una nuova versione di una delle sue prime opere, “Il Silvione”, un ritratto pop del volto di Silvio Berlusconi. “Lo avevo realizzato la prima volta per l’imprenditore milanese che mi ha sempre sostenuto, Francesco Bombelli – spiega Alvino -. Siamo rimasti al telefono per giorni ogni sera, scambiandoci idee e foto per rendere unico il suo dipinto. Lui stesso mi ha suggerito di portare quest’opera a New York, così ne ho dipinta una seconda versione, su sfondo oro”. Dietro la scelta del Godzilla, invece, c’è il fatto che “è uno tra i miei film preferiti dell’infanzia, oltre ad essere legato alla città di New York”. Nel prossimo mese di ottobre Alvino tornerà alla Biennale di Firenze, dedicata quest’anno alla dualità tra luce e oscurità. “Realizzerò per questa occasione un’opera che sarà un tributo a Bergamo e ai Bergamaschi”, anticipa, senza poter ancora svelare con precisione il soggetto”.
Biografia dell’Artista
Stefano Alvino trentatreenne originario di Alzano Lombardo-Bergamo (1992), dopo aver studiato alla Scuola d’arte Applicata Andrea Fantoni di Bergamo, da anni ormai si è dedicato alla pittura di opere di arte contemporanea. Oggi le sue opere sono arrivate anche a New York, alla Galeria Azur, e presenti pure alla Biennale dell’Arte e del Design di Firenze nell’ottobre 2025. Nel novembre 2025 è invitato dal Prof. Carlo Franza a tenere una mostra personale dal titolo “Aspetti della Post-Street Art” nel Progetto “Scenari dell’Arte” al Plus Florence di Firenze. Del suo lavoro ha scritto lo Storico dell’Arte Prof. Carlo Franza su Il Giornale e su Inside Over.
Biografia del curatore
Carlo Franza è uno Storico dell’Arte Moderna e Contemporanea, italiano. Nato ad Alessano (Lecce) nel 1949, è vissuto dal 1959 al 1980 a Roma dove ha studiato e conseguito tre lauree all’Università Statale La Sapienza (Lettere, Sociologia e Filosofia); dal 1980 è a Milano dove tuttora risiede. Allievo e Assistente di Giulio Carlo Argan. Professore Straordinario di Storia dell’Arte Moderna e Contemporanea, già Ordinario di Lingua e Letteratura Italiana. Visiting Professor nell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano e in altre numerose Università Estere (Università della Slesia, Università di New York). Docente nell’ Executive Master “Diplomatic, Economic and Strategic Perspectives in Global Scenarios” alla School of Management dell’Università LUM nella Villa Clerici sede del Campus di Milano, Docente nel Master di Fotografia (ARD&NT Institute di Milano - Accademia di Belle Arti di Brera e Politecnico di Milano) dell’Accademia di Brera e Politecnico di Milano e nel Master Universitario in Management dei Beni Culturali allo Ied di Milano. E' Consulente Tecnico del Tribunale di Milano per l'Arte Moderna e Contemporanea. E’ stato indicato dal “Times” fra i dieci Critici d’Arte più importanti d’Europa. Giornalista, Critico d’Arte dal 1974 a “Il Giornale” di Indro Montanelli, poi a “Libero” fondato da Vittorio Feltri e diretto da Maurizio Belpietro. Nel 2012 riprende sul quotidiano “Il Giornale” la collaborazione giornalistica come opinionista, unitamente alla sua Rubrica “Scenari dell'arte”, divenendo una delle Firme più lette. Ha al suo attivo decine di libri fondamentali e migliaia di pubblicazioni e cataloghi con presentazioni di mostre. Si è interessato dei più importanti artisti del mondo dei quali ne ha curato prestigiosissime mostre. Dal 2001 al 2007 è stato Consulente del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. E’ fondatore e direttore del Mimac della Fondazione Don Tonino Bello. Fa parte del Comitato Scientifico di importanti Archivi per l’Arte (Archivio Arturo Vermi- Milano, ecc. ). Dal 2022 è nel Comitato di indirizzo della Scuola di Giornalismo Walter Tobagi presso l’Università di Milano. Ha vinto per il Giornalismo e la Critica d’Arte il Premio Cortina nel 1994, il Premio Saint Vincent nel 1995, il Premio Bormio nel 1996, il Premio Milano nel 1998, il Premio delle Arti-Premio della Cultura nel 2000 (del quale è oggi Presidente di Giuria) e il Premio Salento Arte - Città di Tricase nel 2008 (del quale è oggi Presidente di Giuria), il Premium International Florence Seven Stars per la docenza universitaria e il giornalismo nel 2017 (del quale è oggi Presidente di Giuria). Nel 2013 ha vinto il Premio “Berlino” per il Giornalismo e la Critica d'Arte. Nel 2016 ha vinto a Roma-Sala Vanvitelliana il Premio ARTECOM-onlus per il Giornalismo, la Docenza Universitaria e la Critica d’Arte. Nell’ottobre 2020 gli viene assegnato a Roma nella Biblioteca Vallicelliana il Premio Artecom-onlus come Protagonista della Cultura 2020.
22
novembre 2025
Stefano Alvino – Aspetti della Post-Street Art
Dal 22 novembre 2025 al 23 aprile 2026
arte contemporanea
Location
PLUS FLORENCE
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Firenze, Via Santa Caterina D'alessandria, 15, (Firenze)
Orario di apertura
Da lunedì a domenica su appuntamento.
Vernissage
22 Novembre 2025, Ore 18.00
Autore
Curatore
Autore testo critico
Progetto grafico
Patrocini




