“… un giorno mi trasformai in un piccolo essere di un centimetro di statura

con una macchina fotografica in mano.

Durante questo sorprendente viaggio incontrai luoghi e immagini

che pensavo non esistettero.

Utilizzai la macchina fotografica per documentare tutto ciò che vedevo.

Alla fine del mio viaggio, ritrasformato a statura normale,

sviluppai le fotografie e mi resi conto di quanto piccola sia la distanza tra l’apparenza e la realtà e di quanto possa sorprenderci la nostra quotidianità

soltanto cambiando punto di vista…”



Stefano Sciarrillo è un giovane fotografo che viaggia in giro per l’Europa su di una furgonetta che è molto di più di un semplice mezzo con il quale muoversi: è casa, è cucina, è finestra che si apre sul mondo attraverso la quale guardare e osservare o farsi vedere. E poi il furgone di Stefano è anche galleria d’arte, è laboratorio, studio fotografico mobile che a volte però si ferma. Come è capitato in questi giorni, un po’ per caso ma con la facilità con cui capita che vecchi amici all’improvviso ritornino.

Gli undici scatti esposti, che fanno parte di un lavoro più articolato e complesso, accompagnano lo spettatore nel gioco di osservare oggetti quotidiani da un’altra prospettiva, come se all’improvviso ci si trasformasse in piccoli abitanti di un mondo lillipuziano.