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Telepass
Mostra collettiva di arte contemporanea
Comunicato stampa
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La mostra è il primo atto di una collaborazione tra Antonio Presti, Presidente dell’Associazione Culturale Fiumara d’Arte e il Museo Civico di Castelbuono prevista da un protocollo d’intesa che per tre anni farà del Castello dei Ventimiglia la sede di importanti eventi legati all’arte contemporanea e alla promozione di quei valori della bellezza che hanno sempre animato le azioni e i progetti di Fiumara d’arte. In linea con gli importanti progetti ideati e portati avanti da Antonio Presti,tra gli ultimi il Fiume Oreto dell’umanità a Palermo e Librino Terzocchio Meridiani di luce a Catania, Fiumara d’arte arriva al Castello con l’intenzione di incidere per mezzo dell’arte e della bellezza sulle vite e sulle coscienze delle comunità civili del territorio. Il Castello dei Ventimiglia opera architettonica contenitore di importanti opere d’arte del passato si apre al contemporaneo divenendo non solo luogo della memoria ma anche luogo di sperimentazione aperto ai giovani artisti nel solco della tradizione che la Fiumara e l’Atelier sul mare hanno segnato, divenendo un importante polo di osservazione e di promozione dei nuovi linguaggi e dei nuovi artisti del variegato panorama dell’arte contemporanea.
“Il ruolo del Museo Civico di Castelbuono infatti”- dice il direttore Enzo Sottile – “è quello di offrire occasioni di studio e di relazione col passato e col futuro, oltre che porsi come fulcro equilibratore per lo sviluppo delle connessioni col presente” ” il progetto che prende avvio, in collaborazione con Fiumara d’Arte, candida il nostro Castello, la parte di Castelbuono più affascinante e misteriosa perché più antica, a sede di eventi artistici di alta valenza culturale, valicando ogni confine spazio temporale e di generi”. “ L’attenzione alle culture passate e a ciò che, nei diversi ambiti, esse hanno saputo realizzare nel nostro territorio-continua il Presidente Angelo Ciolino- ha animato il nostro impegno, in via prioritaria, nello studio del prestigioso monumento che è emblema della nostra comunità e della sua storia quasi millenaria: in coerenza con lo sforzo di chi ha acquisito, di chi ha preservato, di chi ha restaurato, ha restituito il Castello alla fruizione della comunità, il Museo ha cercato di fare entrare nelle sue stanze, nei sotterranei ancor inaccessibili, nei tesori della sua preziosa cappella lo sguardo attento del visitatore, il desiderio di scoprire…” “Il nuovo spazio espositivo della scuderia grande è il simbolo del logos che presiede al nostro fare Museo: conoscere, leggere e conservare il passato per dialogare con il presente e creare il futuro”.
La sezione dell’Accademia di Belle Arti Abadir dal titolo Mass Distraction –dice la curatrice Ida Parlavecchio- affronta il tema della sicurezza non solo quello della propaganda politica ma soprattutto quello che attiene al quotidiano ed a tutto ciò che ci circonda. . Il controllo del territorio e quello del singolo individuo sono giustificati dalla necessità di sicurezza, un concetto ambiguo, che il più delle volte travalica quello di privacy. Il concetto di sicurezza finisce coll’essere al tempo stesso tutela e monitoraggio delle nostre esistenze, esprime un’idea politica che emerge anche attraverso le norme di mercato su giocattoli, uso dei farmaci, scadenza dei prodotti alimentari, porto d’armi, protocolli aerei…”. Da qui gli innumerevoli quesiti , continua la curatrice “Qual è il giusto rapporto che una società civile deve avere con gli "strumenti di sicurezza"? Può la paura di un pericolo giustificare una miriade di telecamere che di continuo scrutano la nostra privacy? Si può legittimare un intervento militare a scopo preventivo solo sulla scorta di un sospetto? Questi temi, che hanno diviso gli animi negli ultimi anni e che giocano il ruolo di spartiacque tra i diversi schieramenti di pensiero, fanno da spunto ai lavori dei giovani artisti presenti in questa mostra, che hanno affrontato il tema della sicurezza focalizzando l’attenzione sui suoi aspetti più disparati”.
Anna Guillot ,docente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, afferma “ In Sicilia l’arte giovane gode di un’attenzione speciale. Il lavoro dei giovani catanesi, in linea con aspetti della ricerca artistica contemporanea, afferma interessanti livelli d’indagine sui linguaggi e rispettive contaminazioni, con tecnologie finalizzate in senso fotografico e multimediale, installazione, oggettualità, pittura affrancata dal tradizionale fare manuale, impegno e disimpegno di temi. “Antonio Presti- continua la Guillot - antesignano nel destabilizzare stereotipie di ogni tipo, promuove con “Telepass” una campionatura aggiornata, eterogenea e sintetica ,(non mostra a tema o progetto unitario) delle produzioni degli artisti-studenti di Catania. Queste e altre iniziative segnalano uno spostamento dell’idea di arte e relativa gestione su posizioni più versatili e sinergiche da parte degli stessi artisti, curatori, galleristi, collezionisti, promoter, ecc., non soltanto a Palermo e Catania in Sicilia come altrove”. È nel presente clima mutato che un buon numero di gruppi e singoli over 30 determinati e già noti, provenienti dalla stessa accademia, può fornire linee guida eclettiche e utili a chi tra i più giovani è disposto a mettersi in gioco”.
“Anche questa volta Fiumara d’arte- dice Antonio Presti- da nuovi input ai giovani artisti coinvolgendo i luoghi di formazione per eccellenza,le Accademie di Belle Arti di Catania e Monreale già partner dei progetti del Fiume Oreto e di Librino, in una mostra evento che ponendosi fuori da ogni schema di rigido allestimento, accogliendo al suo interno linguaggi e messaggi diversi diventa officina di nuove tendenze artistiche ed espressive”. Continua Presti” la scelta di un contenitore importante come il Castello dei Ventimiglia che porta con se il valore della storia e della sedimentazione degli stili, rende ancora più importante l’esperienza di Telepass come laboratorio esperenziale come ideale “punto della situazione” artistico dell’arte contemporanea in Sicilia …“ - “ questa mostra è inoltre il primo appuntamento -e non per caso abbiamo deciso di cominciare dai giovani artisti- di una serie di attività che nei prossimi 3 anni , grazie al protocollo d’intesa siglato con il Comune di Castelbuono, porterà importanti artisti contemporanei, in questo eccezionale spazio espositivo …”
Storia di Fiumara d’Arte : La devozione alla bellezza in tutte le sue espressioni - dalla pittura alla scultura, alla poesia, a ogni manifestazione che si ponga come percorso e finalità il bello, libero da compromessi ed edulcorazioni, ha sempre contrassegnato le iniziative culturali dell’Associazione Fiumara d’Arte, promossa da Antonio Presti, che, all’inizio degli anni ottanta, nel territorio tra Tusa e Santo Stefano di Camastra, ha realizzato il più grande Museo all’aperto d’arte contemporanea d’Europa, con opere di scultori di fama internazionale come Pietro Consagra( La materia poteva non esserci) , Piero Dorazio (Arethusa), Tano Festa (Finestra sul mare) , Hidetoshi Nagasawa (Stanza di barca d’oro), Paolo Schiavocampo (Una curva gettata alle spalle del tempo), Antonio Di Palma (Onda mediterranea) e tanti altri. Il complesso scultoreo con la monumentalità delle opere sistemate in luoghi di elevato pregio naturalistico ma di sconsolante degrado ambientale,nasce come lo stesso Presti dice”.. dal desiderio di fare un omaggio alla Sicilia, a quella Sicilia contemporanea che, scegliendo la via della bellezza, decide di rappresentare l’impegno civile ed estetico dell’uomo con un proprio presidio”. Le lunghe vicende legate al museo donato da un privato allo stato, la mancanza di legislazione adeguata alla tutela e il totale disinteresse e colpevole silenzio mostrato delle Istituzioni nei confronti di questa importante realtà, ha avuto come tragico epilogo un degrado grave e inarrestabile delle sculture che l’assenza della manutenzione ordinaria e di una normale tutela ha reso ancora più grave. Per reagire al Rifiuto dello Stato il 22 aprile 2005 alla presenza di più di 1000 studenti e giornalisti,artisti e critici, Presti ha chiuso simbolicamente la Finestra sul mare di Tano Festa con un telo, sottraendo l'opera allo sguardo del pubblico “… per affermare l'esistenza della scultura come pensiero e per opporre il Rifiuto del rifiuto di chi dice basta con questa politica di genocidio delle opere d’arte, di sterminio programmato della bellezza”.
Sempre alla fine degli anni Ottanta Presti realizza a Castel di Tusa l’Atelier sul Mare,un albergo con stanze d’autore,in cui la camera stessa diventa opera d’arte coinvolgendo importanti artisti( Fabrizio Plessi, Maurizio Mochetti,Luigi Mainolfi, Raoul Ruiz, Hichedochi Nagasawa, Pietro Dorazio e altri). L’artista per la prima volta crea e mette la sua opera a disposizione dell’ospite per suscitargli emozioni e indurlo alla riflessione in un ideale “ viaggio dello spirito”. L'idea è quella dell'interazione tra l'opera, che diviene parte del quotidiano, e l'ospite che viene spinto alla riflessione e all'interiorizzazione. L’albergo diventa presto un singolare museo abitabile, luogo di partenza per le escursioni nella Fiumara, residenza di giovani artisti stranieri, spazio espositivo per artisti siciliani e contenitore museale aperto delle opere della collezione Fiumara d’arte.
Dal 2002 Presti è anche impegnato in un progetto intitolato TerzOcchio Meridiani di Luce rivolto al quartiere periferico di Librino. L’azione principale è costituita da una serie di interventi estetici sulle facciate cieche dei palazzi del quartiere individuati in base alla loro struttura e dislocazione geografica che diventeranno supporti di opere d’arte ( gigantografie e video-installazioni) Lo sviluppo del Museo sarà costruito a blocchi di 10 facciate che si snoderà in altrettanti percorsi che si snoderanno all’interno del quartiere creando così un itinerario da percorrere in macchina coinvolgendo tutto il quartiere.
Le 100 facciate che illuminate nella notte sicuramente consegneranno il volto di una nuova città , di una nuova coscienza, non saranno illuminate da una luce particolare ma da una luce universale grazie all’istallazione di sistemi di pannelli solari . Librino sarà il primo spazio museale al mondo che sarà aperto e chiuso sempre dal volere del tempo universale; parallelamente sarà costituito uno Spazio Espositivo permanente dell’immagine fotografica e multimediale come luogo di deposito e di memoria degli interventi fatti nel quartiere.
Una delle prime fasi del progetto ha coinvolto 50 scuole della città di Catania attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la realizzazione di un Manifesto etico e per l’avvio di una riflessione sulla crisi di coscienza del nostro tempo e sulla necessità di ristabilire un codice di comportamento che sia improntato ai valori del rispetto e della cittadinanza attiva. Il risultato di questa riflessione è stato tradotto dagli studenti in un’opera pittorica.” 500 bandiere etiche per essere città”sono state esposte nel Chiostro del Monastero dei Benedettini presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere e poi installate e fatte sventolare in un trionfo di colori su tutti i pali della luce dalla plaia alla zona di Bicocca, visibili anche dai veivoli in partenza dall’aeroporto Fontanarossa a testimoniare il valore dell’etica e l’importanza di avere un vessillo morale.
Nell’aprile del 2004 ha preso avvio con la conferenza stampa tenutasi sulla foce del fiume in occasione del tour “Il valore dell’impegno – Jonathan Coe per Palermo", anche il progetto “Io sono il Fiume Oreto dell’umanità” in collaborazione con il Giornale di Sicilia, una scelta simbolica, un luogo dimenticato da cui ricominciare per fare riaccendere la voglia di riscatto, un fiume che scegliendo il valore della Bellezza rinasce a nuova vita.
Nella prospettiva del riappropriamento del fiume da parte della cittadinanza e della realizzazione di un museo a cielo aperto lungo il fiume, che divenga il simbolo duraturo di una rinnovata coscienza collettiva,sono state coinvolte 40 scuole di ogni ordine e grado che intraprenderanno un’azione didattica di conoscenza e studio del fiume dal punto di vista storico, naturalistico e sociale diventando il luogo di sensibilizzazione, il luogo di educazione alla cittadinanza e il luogo di creazione. La marcia sul fiume Oreto del marzo 2005 è stata la prima azione concreta e visibile dell’impegno delle scuole, a cui i mass media hanno contribuito a dare un giusto risalto, affinché tutta la collettività prenda coscienza del cambiamento e del valore dell’impegno.
“Il ruolo del Museo Civico di Castelbuono infatti”- dice il direttore Enzo Sottile – “è quello di offrire occasioni di studio e di relazione col passato e col futuro, oltre che porsi come fulcro equilibratore per lo sviluppo delle connessioni col presente” ” il progetto che prende avvio, in collaborazione con Fiumara d’Arte, candida il nostro Castello, la parte di Castelbuono più affascinante e misteriosa perché più antica, a sede di eventi artistici di alta valenza culturale, valicando ogni confine spazio temporale e di generi”. “ L’attenzione alle culture passate e a ciò che, nei diversi ambiti, esse hanno saputo realizzare nel nostro territorio-continua il Presidente Angelo Ciolino- ha animato il nostro impegno, in via prioritaria, nello studio del prestigioso monumento che è emblema della nostra comunità e della sua storia quasi millenaria: in coerenza con lo sforzo di chi ha acquisito, di chi ha preservato, di chi ha restaurato, ha restituito il Castello alla fruizione della comunità, il Museo ha cercato di fare entrare nelle sue stanze, nei sotterranei ancor inaccessibili, nei tesori della sua preziosa cappella lo sguardo attento del visitatore, il desiderio di scoprire…” “Il nuovo spazio espositivo della scuderia grande è il simbolo del logos che presiede al nostro fare Museo: conoscere, leggere e conservare il passato per dialogare con il presente e creare il futuro”.
La sezione dell’Accademia di Belle Arti Abadir dal titolo Mass Distraction –dice la curatrice Ida Parlavecchio- affronta il tema della sicurezza non solo quello della propaganda politica ma soprattutto quello che attiene al quotidiano ed a tutto ciò che ci circonda. . Il controllo del territorio e quello del singolo individuo sono giustificati dalla necessità di sicurezza, un concetto ambiguo, che il più delle volte travalica quello di privacy. Il concetto di sicurezza finisce coll’essere al tempo stesso tutela e monitoraggio delle nostre esistenze, esprime un’idea politica che emerge anche attraverso le norme di mercato su giocattoli, uso dei farmaci, scadenza dei prodotti alimentari, porto d’armi, protocolli aerei…”. Da qui gli innumerevoli quesiti , continua la curatrice “Qual è il giusto rapporto che una società civile deve avere con gli "strumenti di sicurezza"? Può la paura di un pericolo giustificare una miriade di telecamere che di continuo scrutano la nostra privacy? Si può legittimare un intervento militare a scopo preventivo solo sulla scorta di un sospetto? Questi temi, che hanno diviso gli animi negli ultimi anni e che giocano il ruolo di spartiacque tra i diversi schieramenti di pensiero, fanno da spunto ai lavori dei giovani artisti presenti in questa mostra, che hanno affrontato il tema della sicurezza focalizzando l’attenzione sui suoi aspetti più disparati”.
Anna Guillot ,docente dell’Accademia di Belle Arti di Catania, afferma “ In Sicilia l’arte giovane gode di un’attenzione speciale. Il lavoro dei giovani catanesi, in linea con aspetti della ricerca artistica contemporanea, afferma interessanti livelli d’indagine sui linguaggi e rispettive contaminazioni, con tecnologie finalizzate in senso fotografico e multimediale, installazione, oggettualità, pittura affrancata dal tradizionale fare manuale, impegno e disimpegno di temi. “Antonio Presti- continua la Guillot - antesignano nel destabilizzare stereotipie di ogni tipo, promuove con “Telepass” una campionatura aggiornata, eterogenea e sintetica ,(non mostra a tema o progetto unitario) delle produzioni degli artisti-studenti di Catania. Queste e altre iniziative segnalano uno spostamento dell’idea di arte e relativa gestione su posizioni più versatili e sinergiche da parte degli stessi artisti, curatori, galleristi, collezionisti, promoter, ecc., non soltanto a Palermo e Catania in Sicilia come altrove”. È nel presente clima mutato che un buon numero di gruppi e singoli over 30 determinati e già noti, provenienti dalla stessa accademia, può fornire linee guida eclettiche e utili a chi tra i più giovani è disposto a mettersi in gioco”.
“Anche questa volta Fiumara d’arte- dice Antonio Presti- da nuovi input ai giovani artisti coinvolgendo i luoghi di formazione per eccellenza,le Accademie di Belle Arti di Catania e Monreale già partner dei progetti del Fiume Oreto e di Librino, in una mostra evento che ponendosi fuori da ogni schema di rigido allestimento, accogliendo al suo interno linguaggi e messaggi diversi diventa officina di nuove tendenze artistiche ed espressive”. Continua Presti” la scelta di un contenitore importante come il Castello dei Ventimiglia che porta con se il valore della storia e della sedimentazione degli stili, rende ancora più importante l’esperienza di Telepass come laboratorio esperenziale come ideale “punto della situazione” artistico dell’arte contemporanea in Sicilia …“ - “ questa mostra è inoltre il primo appuntamento -e non per caso abbiamo deciso di cominciare dai giovani artisti- di una serie di attività che nei prossimi 3 anni , grazie al protocollo d’intesa siglato con il Comune di Castelbuono, porterà importanti artisti contemporanei, in questo eccezionale spazio espositivo …”
Storia di Fiumara d’Arte : La devozione alla bellezza in tutte le sue espressioni - dalla pittura alla scultura, alla poesia, a ogni manifestazione che si ponga come percorso e finalità il bello, libero da compromessi ed edulcorazioni, ha sempre contrassegnato le iniziative culturali dell’Associazione Fiumara d’Arte, promossa da Antonio Presti, che, all’inizio degli anni ottanta, nel territorio tra Tusa e Santo Stefano di Camastra, ha realizzato il più grande Museo all’aperto d’arte contemporanea d’Europa, con opere di scultori di fama internazionale come Pietro Consagra( La materia poteva non esserci) , Piero Dorazio (Arethusa), Tano Festa (Finestra sul mare) , Hidetoshi Nagasawa (Stanza di barca d’oro), Paolo Schiavocampo (Una curva gettata alle spalle del tempo), Antonio Di Palma (Onda mediterranea) e tanti altri. Il complesso scultoreo con la monumentalità delle opere sistemate in luoghi di elevato pregio naturalistico ma di sconsolante degrado ambientale,nasce come lo stesso Presti dice”.. dal desiderio di fare un omaggio alla Sicilia, a quella Sicilia contemporanea che, scegliendo la via della bellezza, decide di rappresentare l’impegno civile ed estetico dell’uomo con un proprio presidio”. Le lunghe vicende legate al museo donato da un privato allo stato, la mancanza di legislazione adeguata alla tutela e il totale disinteresse e colpevole silenzio mostrato delle Istituzioni nei confronti di questa importante realtà, ha avuto come tragico epilogo un degrado grave e inarrestabile delle sculture che l’assenza della manutenzione ordinaria e di una normale tutela ha reso ancora più grave. Per reagire al Rifiuto dello Stato il 22 aprile 2005 alla presenza di più di 1000 studenti e giornalisti,artisti e critici, Presti ha chiuso simbolicamente la Finestra sul mare di Tano Festa con un telo, sottraendo l'opera allo sguardo del pubblico “… per affermare l'esistenza della scultura come pensiero e per opporre il Rifiuto del rifiuto di chi dice basta con questa politica di genocidio delle opere d’arte, di sterminio programmato della bellezza”.
Sempre alla fine degli anni Ottanta Presti realizza a Castel di Tusa l’Atelier sul Mare,un albergo con stanze d’autore,in cui la camera stessa diventa opera d’arte coinvolgendo importanti artisti( Fabrizio Plessi, Maurizio Mochetti,Luigi Mainolfi, Raoul Ruiz, Hichedochi Nagasawa, Pietro Dorazio e altri). L’artista per la prima volta crea e mette la sua opera a disposizione dell’ospite per suscitargli emozioni e indurlo alla riflessione in un ideale “ viaggio dello spirito”. L'idea è quella dell'interazione tra l'opera, che diviene parte del quotidiano, e l'ospite che viene spinto alla riflessione e all'interiorizzazione. L’albergo diventa presto un singolare museo abitabile, luogo di partenza per le escursioni nella Fiumara, residenza di giovani artisti stranieri, spazio espositivo per artisti siciliani e contenitore museale aperto delle opere della collezione Fiumara d’arte.
Dal 2002 Presti è anche impegnato in un progetto intitolato TerzOcchio Meridiani di Luce rivolto al quartiere periferico di Librino. L’azione principale è costituita da una serie di interventi estetici sulle facciate cieche dei palazzi del quartiere individuati in base alla loro struttura e dislocazione geografica che diventeranno supporti di opere d’arte ( gigantografie e video-installazioni) Lo sviluppo del Museo sarà costruito a blocchi di 10 facciate che si snoderà in altrettanti percorsi che si snoderanno all’interno del quartiere creando così un itinerario da percorrere in macchina coinvolgendo tutto il quartiere.
Le 100 facciate che illuminate nella notte sicuramente consegneranno il volto di una nuova città , di una nuova coscienza, non saranno illuminate da una luce particolare ma da una luce universale grazie all’istallazione di sistemi di pannelli solari . Librino sarà il primo spazio museale al mondo che sarà aperto e chiuso sempre dal volere del tempo universale; parallelamente sarà costituito uno Spazio Espositivo permanente dell’immagine fotografica e multimediale come luogo di deposito e di memoria degli interventi fatti nel quartiere.
Una delle prime fasi del progetto ha coinvolto 50 scuole della città di Catania attraverso la sottoscrizione di un protocollo d’intesa per la realizzazione di un Manifesto etico e per l’avvio di una riflessione sulla crisi di coscienza del nostro tempo e sulla necessità di ristabilire un codice di comportamento che sia improntato ai valori del rispetto e della cittadinanza attiva. Il risultato di questa riflessione è stato tradotto dagli studenti in un’opera pittorica.” 500 bandiere etiche per essere città”sono state esposte nel Chiostro del Monastero dei Benedettini presso la Facoltà di Lingue e Letterature straniere e poi installate e fatte sventolare in un trionfo di colori su tutti i pali della luce dalla plaia alla zona di Bicocca, visibili anche dai veivoli in partenza dall’aeroporto Fontanarossa a testimoniare il valore dell’etica e l’importanza di avere un vessillo morale.
Nell’aprile del 2004 ha preso avvio con la conferenza stampa tenutasi sulla foce del fiume in occasione del tour “Il valore dell’impegno – Jonathan Coe per Palermo", anche il progetto “Io sono il Fiume Oreto dell’umanità” in collaborazione con il Giornale di Sicilia, una scelta simbolica, un luogo dimenticato da cui ricominciare per fare riaccendere la voglia di riscatto, un fiume che scegliendo il valore della Bellezza rinasce a nuova vita.
Nella prospettiva del riappropriamento del fiume da parte della cittadinanza e della realizzazione di un museo a cielo aperto lungo il fiume, che divenga il simbolo duraturo di una rinnovata coscienza collettiva,sono state coinvolte 40 scuole di ogni ordine e grado che intraprenderanno un’azione didattica di conoscenza e studio del fiume dal punto di vista storico, naturalistico e sociale diventando il luogo di sensibilizzazione, il luogo di educazione alla cittadinanza e il luogo di creazione. La marcia sul fiume Oreto del marzo 2005 è stata la prima azione concreta e visibile dell’impegno delle scuole, a cui i mass media hanno contribuito a dare un giusto risalto, affinché tutta la collettività prenda coscienza del cambiamento e del valore dell’impegno.
01
agosto 2005
Telepass
Dal primo agosto al 30 settembre 2005
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
MUSEO CIVICO CASTELBUONO
Castelbuono, Piazza Castello, (Palermo)
Castelbuono, Piazza Castello, (Palermo)
Orario di apertura
9-13 e 16-20




